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°° Da Vegani a Vegetariani Quando Si Mangia Fuori Casa : Guida Su Come Evitare il Problema °°

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Stamattina ho ricevuto un commento da parte di una ragazza , Eleonora, che mi ha scritto e ricordato di un problema che ho avuto anch’io anni fa durante il passaggio dall’alimentazione vegetariana a quella vegana.

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<< Ho scoperto da poco il tuo blog, e siccome mi sembri molto più “in là” rispetto a me nella tua e mia scelta, e cioè quella di essere vegan, ti chiedo un consiglio:
è da poco tempo che sono vegan e non al 100% e cioè lo sono in casa quando posso cucinarmi da sola (cosa che faccio nel 90% dei casi, sia per motivi economici, ma anche perchè da molto tempo, anche prima di intraprendere il mio percorso veg, sono diffidente nei confronti dei prodotti industriali, di ciò che viene servito nei ristoranti/mense ecc.).
Quando però vengo invitata da qualche parte ecco che vado in crisi: voglio essere una persona educata e non rifiutare ciò che mi viene offerto per cui mi capita di mangiare formaggi/uova se non mi viene offerto niente altro che reputo migliore.
Questa cosa non mi piace affatto e so anche che finchè continuerò ad accettarli probabilmente gli altri continueranno ad offrirmeli.
Non so come comportarmi.
Non voglio apparire maleducata o non riconoscente nei confronti degli altri, ma non voglio neanche sentirmi in difetto con me stessa perchè reputo che anche la mia morale sia importante.
Anche i ristoranti mi causano non pochi problemi, ma almeno lì posso “limitarmi” a mangiare verdura e pane.
Non sarà un pasto equilibrato, ma il giorno dopo posso sempre rifarmi.
Certo la cosa mi fa arrabbiare non poco, dato che mi tocca poi pagare conti salati per cibi così poco fantasiosi, senza contare il fatto che non credo che per i ristoratori sarebbe così difficile offrire un menù più vario!
La sfida più grande, però, credo di non averla ancora affrontata: tra luglio e agosto ogni anno passo 2-3 settimane a casa di mia mamma e di mia sorella e assieme a parenti vari.
Mia mamma e le mie nonne adorano cucinare per me (e lo capisco anche, del resto anch’io amo cucinare per gli altri!) e io già mi chiedo come farò a sopravvivere per quasi un mese.
Ho pensato di portare con me un paio dei miei fidati ricettari e qualche prodotto “più insolito” e cucinare da me una parte dei miei pasti (per la mia salute, dato che la loro cucina, sopratutto quella delle nonne, è troppo grassa a parer mio; e per quella degli amici animali ovviamente), ma so che causerei dispiaceri e malumori, senza contare che quando sono lì almeno 3-4 volte a settimana si mangia dalle nonne (e mica posso portarmi qualcosa di preparato da me, sacrilegio!!
Tra l’altro non voglio che loro pensino che il mio modo di mangiare sia così complesso da non essere alla loro portata e credo che il messaggio che passerebbe, se cucinassi da sola i miei pasti, sarebbe proprio questo.
Sono in modalità “allarme rosso” per quel che riguarda la mia vita sociale e sopratutto per quel che riguarda le vacanze estive!
Per caso hai scritto qualche guida su questi argomenti?
Davvero credo mi farebbe bene leggerla 🙂 >>

Cara Eleonora.
No, non ho ancora mai scritto nessuna guida su come affrontare questa sorta di disagio e proprio grazie a te, soprattutto per risponderti, lo farò adesso!

Ci tengo a dirvi, prima di tutto, che ciò che sta vivendo Eleonora l’ho vissuto anch’io anni fa.
Non è una bella situazione e la posso capire perfettamente perchè ci sono passata.
Potrà sembrare banale ma credo sia proprio dovuto al fatto che è diventata vegana da poco.
La verità è che i derivati animali nella cucina italiana spopolano ovunque. Li mettiamo anche dove non c’è un reale bisogno.
Oltre ad essere inutili e dannosi per l’organismo ( secrezione mammaria di mucca, ovuli non fecondati di gallina, vomito d’ape…what the fuck! ) generano anche un sacco di sofferenza e di morte per queste specie animali che vengono costrette a diventare macchine viventi di produzione.

Perchè si prova disagio a rifiutare un alimento vegetariano anche se si vorrebbe essere vegani?
Sono arrivata alla conclusione che se si accetta di mangiare derivati animali è perchè forse non siamo ancora abbastanza consapevoli di cosa comportano questi “alimenti”.
Oppure lo sappiamo ma cerchiamo di alienare dalla nostra mente la verità.
Guardare video che mostrano le condizioni degli animali allevati e sfruttati per produrre latte, uova e miele può essere d’aiuto.
Sono stata “solo” vegetariana per anni. Non riuscivo a dire di no alla pizza con la mozzarella di bufala e mi sentivo in colpa, lo ammetto. Ma nonostante tutto la mangiavo.
In qualche modo mi auto-convincevo che tanto non era come mangiare un animale, ma in realtà forse era anche peggio. Se si pensa ad un animale da “carne” e uno da derivato, la vita di quest’ultimo è ancora più di merda. Gli animali da carne vengono fatti vivere poco per poi essere uccisi. Quelli detenuti dall’industria dei derivati invece vengono tenuti in vita più possibile, ovvero finchè il loro fisico regge allo sfruttamento. Solo raggiunto lo stremo vengono poi fatti fuori per diventare carne di “seconda qualità” finendo nel piatto di qualcuno come i loro simili.
Così mi sono imposta di vedere dei filmati che mostravano come le mucche vengono ingravidate a mano ( già..) dagli operai per rimanere incinte, partorire e iniziare ad essere munte giorno dopo giorno con le mammelle grandi il quintuplo.Mi sono imposta di vedere il video di un vitellino con un anello spinato al naso grande il necessario per coprire il musetto affinchè non potesse bere il latte della propria mamma.
Mi sono vergognata di me stessa e da li ho smesso di mangiare derivati dal latte, e quindi la mozzarella.

Se si prova disagio a rifiutare piatti vegetariani può dipendere anche dal non volersi sentire al centro di polemiche, domande insolenti, critiche e incomprensioni.
Quanti di voi sono stati visti come ” quelli che più passa il tempo, meno cose possono mangiare?”.
Che stereotipo squallido.
La verità è che più passa il tempo, più si comprende che uccidere e sfruttare animali è immorale. Pertanto è ovvio che si rifiutano tanti piatti, visto che secrezione mammaria e ovuli sono messi ovunque!

Spesso si evita di rifiutare piatti realizzati coi derivati anche per affetto nei confronti di amici e parenti. Ma è veramente giusto?
Nel senso, gli animali nel frattempo muoiono. Noi possiamo dimostrare affetto anche in modi diversi a chi ci ospita a cena. Non per forza dobbiamo venire meno ai nostri ideali e all’AMORE per loro, solo perchè si vuole BENE alla persona che ci ha invitato.
L’amore viene prima del bene.
Il diritto di esistere di tutti viene prima di amici e parenti.
Ma poi… se il bene che si prova fosse ricambiato, cosa costerebbe a chi ci invita provare a fare piatti vegani?

Altra domanda..
Perchè è difficile adattarsi da vegan a casa di altri o al ristorante?
Si ritorna al discorso che facevo più sopra.
I derivati animali spopolano nella cucina mediterranea e spesso sono superflui.
La verità è che tanti ristoratori e tante persone che invitano a cena gli altri non sanno minimamente come si sostituiscono questi ingredienti indesiderati con altri di origine vegetale.
Ci sono nonne che in una torta schiaffano quasi 10 uova quando per far legare gli ingredienti basta un fluido ( latte / olio di semi di mais ) o qualche banana.
Qui c’è una larga ignoranza di base, e per ignoranza intendo il fatto che si ignora come si possano preparare piatti molto più salutari.
Colpa delle abitudini, colpa di chi le ha introdotte queste abitudini, colpa di chi lucra su di esse alla faccia della salute della gente e della vita degli animali.

Quindi..
Come si può essere vegani a casa di amici e parenti o al ristorante senza dover fare passi in dietro?

AL RISTORANTE: Basta scegliere un locale che ha già qualche piatto “naturalmente vegan”, ovvero portate realizzate con soli ingredienti vegetali ( risotto, pasta, pizza, verdure alla grigia, macedonie, insalate ecc ). Se organizzate una serata al ristorante proponete voi un posto che sapete già essere ok per voi. Servirà a rendervi la serata molto più tranquilla senza troppe noie.
In alternativa, per i cuor di leone ( o leonessa ), potete contattare in anticipo il locale per proporre qualche ricetta oppure per inviargli via mail questo fantastico opuscolo che forse aprirà gli orizzonti dei ristoratori:

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Si può scaricare online gratuitamente cliccando qui >> http://www.agireoraedizioni.org/materiali/opuscolo-menu-vegan-low.pdf

A CASA DALLA NONNA, DALLA SUOCERA, DAGLI ZII , DAGLI AMICI
E COMPAGNIA BELLA
:
Non abbiate timore di dire ai vostri amici o parenti che non mangiate derivati animali. Se sono persone che se ne fottono della vita degli animali non state tanto a chiarire il motivo etico che vi ha spinto a non mangiare più uova e a bere latte. Limitatevi a dire che vi fanno male, che l’ultima volta siete stati in diarrea. Per alcuni andare di corpo è molto più importante della vita di un essere senziente, quindi abusate di questa scusa!
Proponete piatti facili da preparare senza troppi ammattimenti.
Ci sono tantissimi ricettari gratuiti online ( sul mio blog li trovate sulla colonna a sx ) oppure da acquistare. Comprateli, regalateli e diffondete la cultura del cucinare in modo alternativo a chi vi ospita. Offrite il vostro aiuto in cucina senza alludere al fatto che volete stare ai fornelli per preparare qualcosa strettamente per voi.
<< Ti va se ti aiuto a fare questa ricetta nuova? >> è la frase da usare, in tono molto amichevole e rassicurante, con chi vi circonda . Mai togliere spazio in cucina ai padroni o alle padrone di casa, pertanto offrite il vostro aiuto nel migliore dei modi e siate davvero utili.
Sperimentate nuovi sapori e gusti che possono mettere d’accordo tutti e passerete una bella serata.

Ciò che è più importante è riuscire a coinvolgere le persone facendo capire che chi mangia vegan ne guadagna di salute senza privarsi dei sapori.
Giocate con i colori, con gli accostamenti di sapore, con le forme nella disposizione nei piatti e con i profumi.
La cucina onnivora è statica. Basta mettere una fetta di animale random a cuocere ed è finita li.
la cucina vegana è un’esplosione di vivacità e, lo dico sempre, è come avere una tavolozza di 20 colori al posto di 5 per fare un’opera d’arte!!

Con le persone anziane il mio consiglio spassionato è quello di riuscire a veganizzare i loro piatti cult cambiando ingredienti.
Quindi via libera a olio di semi di mais, al latte di soia & co 🙂

Personalmente sono passata dal mangiare sempre le solite 4 cose a tavola con gli altri al veder preparare piatti buonissimi e veganizzati per tutti!
Spero possa accadere anche a chi sta vivendo questa fase di passaggio e spero accada presto anche ad Eleonora!


Qualche libro di ricette da acquistare o regalare…

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Consiglio questi libri scritti da Susanna Eduini, una persona speciale che ho conosciuto grazie ad un mio evento vegan nel 2014 ❤

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