Archivi giornalieri: 3 novembre 2025
Polemica “Diario Amico”: Conflitto di Interessi dietro la Petizione per chiederne il Ritiro?
Care lettrici e cari lettori,
non si fermano le polemiche riguardo al racconto “Blog in Val Formazza, miaoo!” scritto da una ragazzina di 12 anni e pubblicato su “Diario Amico“, supporto didattico diffuso nelle scuole del VCO con 7.000 copie distribuite a studentesse e studenti. Il testo, primo classificato nel concorso Info Point 2024, ha scatenato lo sdegno di coloro che sostengono l’allevamento degli animali per il messaggio in esso contenuto.
Come si può leggere direttamente dal racconto cliccando QUI (copia e-book gratuita), la giovane scrittrice ha ideato un’intervista immaginaria fatta da un micio-blogger in cui più animali raccontano la propria esperienza. Il micio dà la parola a un lupo, che fa emergere la problematica dello scarso spazio lasciato dagli esseri umani agli animali selvatici; è poi il turno di un cervo, che affronta il tema dell’inquinamento e delle strade trafficate da mezzi umani dove i selvatici attraversano. Finito con questi due personaggi, prima di passare al saggio gufo, il micio-blogger intervista una mucca, che dichiara di essere stufa di venire sfruttata per il latte dagli esseri umani.
«Miao, mu-mu mucca, ti vorrei chiedere quanto sia faticosa la vita da mucca ed essere sfruttata dall’uomo»
«Mu-mu gatto, sì certo, mi piacerebbe parlarne. Guarda, quegli strani stecchini, mi fanno partorire per poi sfruttarmi e mettere il latte in vendita. È veramente brutto, da tutti quei soldi che ricavano io ci guadagno solo del cibo. Sono davvero dei ladri! Io sono stufa! È vero, l’erba delle parti più alte delle Alpi è molto buona, però mi fanno camminare… oh, che stress!»
«Ok, grazie mille, mu-mu mucca!»
Queste parole di finzione letteraria, che sfortunatamente per gli animali coinvolti fanno riferimento a trattamenti veri, hanno scatenato una polemica vergognosamente esagerata che ha raggiunto i confini nazionali.
Contro Diario Amico, ‘reo’ di aver pubblicato il sopra riportato racconto, si è scagliata l’organizzazione “Tutela Rurale”, in pieno appoggio a Ilaria Dresco, madre che ha lanciato una petizione per chiedere il ritiro del supporto cartaceo.
La Dresco, fa sapere sul sito Change.org dove dal 21 ottobre ha raccolto solo 1131 firme:
“noi riteniamo i suddetti contenuti offensivi per la categoria degli allevatori e per tutti coloro che non abbracciano uno stile di vita vegetariano o vegano. Tutto questo è profondamente diseducativo per i nostri figli che hanno diritto di crescere ricevendo le corrette informazioni che saranno la base, in futuro, per sviluppare liberamente e coscientemente le proprie opinioni e scelte. Nelle pagine del diario, gli esseri umani vengono chiamati “ignoranti” e “cafoni”, come se l’intera umanità fosse un errore da correggere. Ma questo non è insegnamento. È bullismo legalizzato. La scuola dovrebbe essere un luogo di conoscenza, non di condizionamento; perché educare non significa imporre un pensiero, ma insegnare a pensare. Le opinioni non si dividono in giuste o sbagliate: ognuno ha diritto alle proprie, ma nessuno ha il diritto di imporle. I nostri figli non devono essere lobotomizzati da messaggi travestiti da fiabe o lezioni di bontà”.
La Dresco, che parla paradossalmente di sviluppare liberamente e coscientemente le proprie opinioni e scelte chiedendo però il ritiro di una forma di dissenso, fa capire che il racconto veicola informazioni scorrette, promuove bullismo e condizionamento per il semplice fatto che il personaggio della mucca dichiara di essere stanca di venire sfruttata per il latte.
E a proposito di bullismo, il commento lasciato dalla figlia a un mio post pubblico sulla mia pagina Facebook “ma tu la finisci di dire cazzate per favore? perché fai ridere davvero“, come lo si potrebbe configurare? Educazione e rispetto per il pensiero altrui?
Addirittura, continuando, senza vergogna alcuna, fa riferimento alla lobotomia, conosciuta anche come leucotomia prefrontale, che è stata una pratica crudele e immorale della medicina dello scorso secolo.
Ad una cittadinanza attiva e attenta viene da porsi un quesito: come mai così tanta veemenza contro il racconto della piccola Angelica? Perché (o come scriverebbe la Dresco, “xché“) un testo di finzione inventato da una giovane mente, che racchiude critiche costruttive all’umanità, è stato portato quasi in modo inquisitorio fino in Parlamento?
La risposta, per chi ama cercare la verità, potrebbe risiedere nel profilo Facebook stesso della promotrice della petizione, in cui mi sono imbattuta ieri leggendo i commenti all’articolo pubblicato da La Stampa. La signora, che sui giornali pare abbia dichiarato “non voglio che mio figlio incontri un allevatore e gli dia del ladro”, sembrerebbe coinvolta in prima persona nell’allevamento degli animali. In più foto, pubbliche e visibili da chiunque, compare dentro spazi in cui le creature difese nel racconto della giovane scrittrice sono confinate in spazi chiusi o legate ai macchinari da suzione meccanica. In uno scatto datato 15 agosto 2023 in compagnia di un uomo intento a fumare nell’allevamento (pratica fortemente sconsigliata per motivi di sicurezza e biosicurezza: il fumo può aumentare il rischio di incendi, causare stress agli animali e introdurre agenti patogeni nell’ambiente, viene qui riportato), ha dichiarato “noi il ferragosto lo passiamo così….passione bimbe”.
Cosa ci faceva la promotrice della petizione in un allevamento, mentre delle femmine legate ai macchinari venivano munte del latte che sarebbe spettato ai loro cuccioli, calcolando che all’interno di uno stabilimento simile per legge possono accedervi solo il personale autorizzato, i veterinari e gli ispettori autorizzati per controlli o per motivi professionali?
Chi è veramente la signora Dresco, una semplice madre indignata per un innocente racconto di una ragazzina (che magari starà vivendo delle settimane d’angoscia, ci pensa questa mamma?) oppure una persona direttamente coinvolta nell’impiego di femmine ‘da latte’?
La risposta potrebbe essere contenuta nel post pubblicato lo scorso gennaio da Lely Center Santena. Guardate bene QUI.


Nel frattempo, la contro-petizione lanciata a favore di Diario Amico, in difesa degli animali e della giovane scrittrice ha raccolto 14.689 firme. Ciò dimostra quanto la sensibilità si stia diffondendo e quanto sia caro il diritto alla libera espressione, tutelato dall’articolo 21 della nostra Costituzione.
Concludo continuando ad affermare una cosa certa: se gli animali potessero scrivere e pubblicare ciò che pensano dei propri assoggettatori (e assoggettatrici), qualcuno non potrebbe fare altro che provare immensa vergogna.
Alla giovane Angelica tutta la mia stima e gratitudine.
Dott.ssa Carmen Luciano
Blogger e Attivista per il Riconoscimento dei Diritti Animali











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