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°°[PORDENONE] Negoziante Intimissimi Ironizza sulla Morte delle Galline colpite dall’Esercito°°

Un altro triste esempio di come gli animali non solo vengano quotidianamente uccisi, ma anche derisi oltre la morte.

Reso noto attraverso una foto condivisa ​dal giornalista Mattia Petroldi (che l’ha vergognosamente definita “genialata”, appellando gli autori “eroi”) sul suo account Twitter, il negozio Intimissimi Uomo di Pordenone avrebbe fatto ironia sulla morte delle galline dell’allevamento di Vivaro avvenuta il17marzo 2021 a seguito di un’esplosione provocata da un carro armato. La notizia dell’impatto in pochi giorni ha fatto il giro del web, suscitando sdegno e orrore in chi ha a cuore la vita di ogni essere vivente, ma anche tanta becera ironia da parte di coloro che probabilmente vedono nelle galline mera materia organica. Come riportato anche da La Stampa, durante una esercitazione dei militari dell’Esercito Italiano un carro armato avrebbe sbagliato mira, colpendo rovinosamente lo stabile dove erano confinate le creature. Sulla vicenda, che ha dell’assurdo, stanno ancora indagando le forze dell’ordine. Non si sa con esattezza quanti animali abbiano perso la vita durante a causa dell’esplosione. Sul sito de La Repubblica si parla di circa 50 individui.
Sappiamo però che la loro atroce morte ha generato ironia nel web. Fin troppa.




C’è chi ha iniziato a parlare di “Battaglia di Pordenone“, raffigurando gli animali in vesti militari in pieno scontro con quelli umani, e dunque vinti. Così, queste creature allevate come merce sono divenute oggetto di scherno.

Dalla foto pubblicata dal suddetto, empatico giornalista, si nota che il negoziante di Intimissimi Uomo Pordenone
(o chi per lui) ha deciso di fare ironia sulla morte degli animali attaccando all’interno della vetrina un cartello con scritto “In memoria dei caduti della battaglia di Vivaro“, posto accanto a un manichino con slip in tema e col pavimento pieno di paperelle di gomma.


Quando la segnalazione di tale gesto è finita sotto ai miei occhi erano le 19 passate.
Ho provato a chiamare il negozio in questione, realizzando poi che era già chiuso, per avere conferma prima di attivarmi. Sinceramente fino all’ultimo ho sperato fosse un fotomontaggio di pessimo gusto. E invece, contattando
l’attività su Facebook attraverso la pagina aziendale, ho scoperto che quel cartello alla vetrina è stato messo per davvero. Ho chiesto tramite chat alla pagina (parlando, presumo, con il titolare) se avesse idea di cosa significa rispettare la vita degli animali, o se la loro morte faccia soltanto tanto ridere.

La risposta che ho ricevuto, che ha confermato implicitamente il gesto, è stata «crediamo che qualsiasi vita sia importantissima, abbiamo fatto una stupidaggine, ci siamo resi conto. Ci dispiace enormemente»

Talmente importantissima per loro ogni vita, che sul cartello incriminato è stata raffigurata anche una coscia di pollo.
Forse definirla stupidaggine è riduttivo.
Un gesto del genere, a mio avviso, porta alla luce quattro punti importanti:

1) Scarsa empatia
Come ho già anticipato sopra, questi esemplari hanno perso la vita in un modo increscioso. Basterebbe provare a immaginare di essere protagonisti di tale accadimento per realizzare che non vi è nulla da ridere.

2) Assenza di rispetto per i caduti in battaglia
La “Battaglia di Vivaro” non è mai esistita, per fortuna. Ma altre battaglie in altri fronti sì, dove hanno perso la vita tanti caduti. Fra questi, nei secoli, anche giovani ragazzi e uomini il cui arruolamento magari non era mai stato voluto.

3) Mancata osservazione delle regole sulle pubbliche affissioni
Generalmente, ogni materiale che viene esposto pubblicamente deve essere affisso previo pagamento di una tassa.

4) Inadeguato rispetto del marchio Intimissimi
Chi lavora nel mondo del fashion retail ed ha un franchising sa che esistono linee guida da seguire per mantenere al meglio il marchio che gli è stato affidato. Un’affissione del genere, a mio avviso, è una pessima pubblicità per il marchio Intimissimi.


Nel frattempo, la notizia di questo gesto immorale è giunta fino all’azienda madre, che attraverso i social network si è scusata ufficialmente per l’iniziativa “isolata” dalla quale prenderebbe le distanze e che avrebbe prontamente fatto rimuovere.



Con questo articolo, oltre a portare alla luce il mio monito verso tale gesto, vorrei esternare pubblicamente la speranza che questo atto venga da Intimissimi correttamente punito, in primis per rispetto degli animali, in secundis per rispetto delle persone che amano gli animali, ed in tertiis per l’immagine stessa del marchio.
Se fossi proprietaria di un marchio concesso in franchising mai vorrei che continuasse ad essere gestito un negozio da chi, attraverso un capo di mia produzione, si fa beffa degli animali.

Che si smetta di considerare gli animali esistenze inferiori nel diritto alla vita.
Che si smetta di oltraggiarle fin oltre la morte.



Carmen