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°°Caro Red Ronnie: Gli Alimenti di Origine Animale non Sono Vegan!°°

Cari lettori e care lettrici,
scrivo questo articolo a seguito di esternazioni a dir poco agghiaccianti comparse sul profilo Facebook di un personaggio televisivo, sedicente vegan: sto parlando di Red Ronnie.

Mercoledì 5 aprile 2023, ore 9.22, sul suo profilo è stato pubblicato un post riguardante un prodotto di origine animale definito “vegan”: il burro VeroGhì.
Stando a quanto affermato nella presentazione riportata come didascalia del post, questo alimento di derivazione animale sarebbe vegano perché “senza lattosio e caseina. Viene creato solo con panna d’affioramento. La fattoria dove nasce è nella campagna di Parma. Le stalle sono costruite secondo i criteri più sicuri e sani per il benessere animale: apertura sui due lati, pascoli ovunque e animali liberi di brucare pacificamente all’aria aperta. Sono alimentate con erba falciata d’estate e fieno biologico d’inverno. Prima allattano i vitellini poi il latte in eccesso diventa il burro VeroGhì.
La flora microbiologica del fieno rende il latte, lavorato crudo, ricco di nutrienti”
.




Un allevamento dipinto come un locus amoenus per femmine che allattano i propri figli e le proprie figlie.
Una stalla nella campagna di Parma con ben due aperture sui lati (ma che lusso!), e distese di erba dove poter brucare pacificamente all’aria aperta. Wow!

Lo so, state pensando di prenotare anche voi questo alloggio per le prossime vacanze, non è così?
E invece dovrete invidiare dalle vostre piccole dimore gli animali eletti per villeggiarvi.


Come era immaginabile (ed auspicabile), Red Ronnie è stato inondato di critiche mosse da persone vegane che difendono gli animali e che non mangiano alcun derivato corporeo delle altre specie. Il post ha raccolto centinaia di commenti lasciati da persone rimaste deluse dal suo promuovere tale alimento, e soprattutto per averlo definito vegan.

Ma il diplomatico Ronnie ha placato con due frasi il malcontento cittadino:
i vegani integralisti? sono peggio dei carnivori!


Con una modifica al post, Ronnie ha aggiunto:
“con la loro intransigenza spesso violenta (vedi i nazi Vegan che andavano in TV e per ansia di protagonismo non capivano che venivano sfruttati per andare contro alla cultura Vegan) [i vegani integralisti] fanno peggio che se stessero zitti. In passato sono stato attaccato anche perché pubblicizzavo Mielizia. Il miele!!! Non solo gli apicoltori non sfruttano le api, ma le nutrono quando (sempre più spesso) non riescono a raccogliere miele e le salvano!!! Ma i vegani integralisti vorrebbero cancellare gli apicoltori e di conseguenza le api. E senza api moriremmo tutti. Quindi con quello che ho scritto adesso rispondo a tutti quelli che sono solo capaci di puntare il dito e che cercano in ogni video cosa poter attaccare. Non fa bene alla causa animalista e poi, chi non lo sa, vada a leggersi la mia storia e l’impegno che ho sempre messo per difendere gli animali. E per impegno intendo i tanti soldi rifiutati. That’s all Folks!”


Caro Red Ronnie,
da dove inizio?
Quante cose ci sono da dire.

Punto primo: il consumo di derivati corporei animali non sono in linea con la filosofia di vita vegan.
Decidere di diventare vegani/e significa eliminare dalla propria alimentazione (ma anche dal proprio vestiario) ogni tipo di materia derivata dal corpo della altre specie: niente latte, niente uova, niente burro, niente miele.
È molto semplice intraprendere questa scelta, abbracciare questo modus vivendi: quando accade, si prova una sensazione di leggerezza al pensiero di quanta ingiustizia legalizzata si sosteneva prima di quel grande passo.

Punto secondo: ciò che per te è il significato di vegan, è evidentemente una tua interpretazione personale, per giunta non condivisa. Lo dimostrano le centinaia di risposte che hai ricevuto attraverso i commenti sotto questo post. Vegan non significa non nutrirsi di derivati dallo sfruttamento degli animali, ma semplicemente non nutrirsi dei derivati animali. Qualsiasi sia la modalità di ottenimento di questi.

Punto terzo: una stalla, anche se dotata dei più tecnologici “comfort”, rimane pur sempre una stalla.
Tu, chi la pensa come te, e quelli che vendono derivati animali, sapete cosa significa nascere in un allevamento, confinati in uno spazio, per condurre una vita prestabilita e con fine ultimo gli interessi economici di terzi?
No, evidentemente. Che fortuna.
Il fatto che siate umani – quindi appartenenti a una specie che si autotutela, evitando accuratamente di non subire dagli animali ciò che essa impone a loro – non vi rende per natura autorizzati ad arbitrare l’esistenza altrui.
Che gli esseri umani abbiano il diritto di decidere della vita, e della morte, delle altre creature che vivono su questo pianeta con noi (purtroppo per loro) è una costruzione sociale e culturale, alla quale ci iniziano, facendola passare per vera. L’antropocentrismo di cui è affetto il nostro genere è uno dei morbi più difficili da debellare.

Punto quarto: a ciascuna specie mammifera, il proprio latte.
Siamo gli unici animali che sottraggono, per giunta con la scusa dell’esubero, il latte ad altri cuccioli.
In natura non esistono altri individui che si appropriano della secrezione mammaria di femmine che hanno da poco partorito. Basta veramente poco per capire quale ingiustizia permea questo modus agendi: immaginate di essere voi, quei neonati e quelle neonate. Chi avrebbe il piacere di sapere che la propria madre viene munta dopo che siamo stati allattati?
Le ghiandole delle femmine che hanno partorito, che siano umane o animali, secernono secrezione attraverso la sollecitazione data dalla suzione.
Molto triste che degli adulti (già allattati e svezzati) si frappongano nel delicato rapporto fra madre e figlio/a.
E che la si finisca di parlare di “esubero”: lo abbiamo visto con il triste epilogo del sedicente allevamento “etico” LatteAmore cosa significa tenere femmine a partorire figli per tenersi il latte.

Punto quinto: il miele è l’unico alimento delle api, se lo autoproducono, è LORO!
Per aiutare questi preziosi animali che impollinano vita è necessario avere degli accorgimenti, disinteressati, senza per forza vendere il loro miele: esistono fiori, per esempio, da poter piantare per dare loro sostentamento. Importante non sostenere l’uso di pesticidi, cercare di avere un minor impatto possibile sull’ambiente. Gli apicoltori edulcorano la loro attività imprenditoriale con la scusa della salvaguardia di queste creaturine, ma chi ha a cuore veramente la loro vita non toglie loro il cibo che con molta fatica autoproducono.
Questo vassallaggio interspecie non è mai stato autorizzato dalle api. Esse non hanno mai dato il consenso a essere “protette” in cambio del loro lavoro, e il fatto che non si possa comunicare con esse per capire cosa vogliono non ci dà il diritto di credere che siano d’accordo.

Punto sesto: che volgarità il termine Nazi Vegan.
Ma come ti permetti?
Per quanto questo prefisso abbia oggigiorno acquisito una connotazione diversa che sicuramente hai inteso anche tu (ossia individuo ‘fissato’ con qualcosa), a me, con studi linguistici nel bagaglio culturale, richiama sempre la sua estensione originale, ossia “nazista“. Nazi a chi? A persone che difendono la vita? A persone che con coraggio si sono liberate da false convinzioni sociali e hanno deciso di rifiutarsi di sostenere l’assoggettamento delle altre specie e il loro utilizzo per fini economici?
Il nazismo è stato l’esatto opposto, purtroppo. Questo neologismo dovrebbe SPARIRE dalla bocca della gente.
Chissà se un giorno arriveremo anche a ritenerlo diffamatorio davanti alla Legge, tanto da condannare chi ne fa uso per etichettare altre persone.

Integralisti, “peggio dei carnivori”, addirittura faremmo meglio a stare zitti.
Ripeto, come ti permetti?
Noi parliamo e siamo eco degli animali che non possono parlarvi per dirvi DI LASCIARLI IN PACE.
E parleremo fino a quando non capirete che siete solo UNA fra le specie, e che le altre non hanno minore importanza.
Una specie che può essere padrona di sé stessa, ma non delle altre.
Il dominio umano sugli animali deve finire.


Non abbiamo bisogno di burro.
Non abbiamo bisogno di miele.
Non abbiamo bisogno di carne di animali terrestri o marini.
Abbiamo bisogno di imparare a coesistere con queste povere creature che assoggettiamo alle nostre antropocentriche volontà da millenni.


Abbiamo bisogno che tu, e chi la pensa come te, lo comprendiate presto, perché il cambiamento decisivo ed epocale per l’evoluzione della nostra specie.


Carmen

°°Parco di San Rossore: i Corpi degli Animali Ammazzati Donati alla Caritas°°

Cari lettori e care lettrici,
in questo articolo voglio mettervi al corrente di un fatto che coinvolge gli animali selvatici presenti nel Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli e l’utilizzo dei loro corpi privati della vita.



Da quanto si apprende sul sito ufficiale del Parco, è stata fatta una “selezione” di animali selvatici che vivono in questa area verde, perché a quanto sembra a questi esseri umani le creature sono in sovrannumero e devono essere contenuti. Non essendo (guardate caso) arrivati ad altre soluzioni non crudeli (tipo la sterilizzazione) i poveri sfortunati scelti sono stati ammazzati e negati della loro vita. Tutto questo gran da farsi è avvenuto in collaborazione con le Guardie del Parco, la Regione Toscana e l’Asl Toscana Nord Ovest. I corpi degli animali “in esubero” sono stati “lavorati” dall’azienda agricola Sant’Ubaldo, che ha poi fornito “carne del parco” alla Caritas diocesana di Pisa, mettendo a disposizione i resti di quelle creature alle persone più bisognose. Addirittura, spiega un prete nell’articolo indicato, vengono dati suggerimenti su come cucinare i resti di quelle esistenze.

Facile sentirsi utili, fare beneficenza e aiutare gli altri.. col corpo altrui!

Trovo tutto questo veramente triste.
È triste sapere che un Parco, con alle spalle così tante istituzioni, non abbia ancora trovato un modo non violento per contenere il numero di animali tanto da ritenere necessaria la loro soppressione.
Che poi diciamocelo, siamo ormai 8 miliardi di esseri umani: che alcuni di questi si arroghino il diritto di stabilire quanti animali debbano o non debbano esistere in un determinato spazio nella natura è veramente assurdo.
Chissà quando arriverà un livello sufficiente di consapevolezza collettiva, utile a capire che non siamo padroni né padrone della vita delle altre creature che popolano il mondo.
È triste pensare che queste esistenze siano state condannate a morte, private della loro vita, e che attorno alla negazione della loro sacra essenza siano stati ricamati anche sentimenti di “magnanimità”, di “altruismo”, di “carità”.

Davanti ai miei occhi la scena è molto chiara: animali bisognosi di vivere la loro vita, ammazzati e dati in pasto a persone, tramite una realtà diocesana che non estende il V° comandamento “non uccidere” a tutte le forme di vita.

Per coloro che sono ancorati, atrofizzati nell’ottica specista dove la vita umana ha più valore di quella animale, questo mio pensiero profondo sembrerà strano. Ma vi assicuro che l’importanza e la superiorità della nostra specie è mera costruzione sociale, è solo illusione. Davanti alla legge della natura una vita vale l’altra, e ripeto, è molto triste vedere che non importa molto della sofferenza e della fine esistenziale di alcune creature perché “in esubero” e “utili” per degli esseri umani.

Ciò che voglio esprimere, soprattutto verso tutte le persone coinvolte attivamente in questa “caritatevole” soppressione di innocenti, è che non vi è alcun reale bisogno di fare del male agli animali, imporgli la morte, per aiutare i nostri simili.
Possiamo aiutare chi ne ha bisogno senza schiacciare letteralmente sotto il peso umano altre creature.
Concetti così semplici che fa veramente strano vedere che non siano stati ancora compresi.


Se anche voi siete rimasti/e sconcertati da questa carità specista, dove si aiutano le persone ma si ammazzano animali, potete fare copia/incolla del messaggio che ho inviato, indirizzandolo a:

protocollo@sanrossore.toscana.it,  coordmense@caritaspisa.it,

solo da PEC: regionetoscana@postacert.toscana.it
per inviare il messaggio alla direzione della Caritas, riempire il form QUI


Gentili Parco di San Rossore,
Regione Toscana,
Azienda Agricola Sant’Ubaldo
Caritas di Pisa

ho appreso con molto dispiacere che sono stati ammazzati degli animali ospiti del parco, ritenuti in sovrannumero, per poi essere macellati e “devoluti” a persone bisognose tramite la Caritas.
Scrivo questa email per esternare tutto il mio dissenso verso questa vostra azione che ha comportato sì beneficio per alcuni, ma soprattutto morte e negazione della vita per quegli animali innocenti ammazzati che meritavano di vivere.
Trovo sconcertante che non si sia ancora optato per un metodo non crudele e violento per contenere il numero di animali del Parco. Siamo 8 miliardi di esseri umani sulla Terra: se qualche specie iniziasse a giocare con noi alle manie di onnipotenza, decidendo della nostra vita e della nostra morte, forse capiremmo meglio la gravità dei nostri gesti, anche quelli camuffati dalla benevolenza.
Trovo ingiusto che delle vite debbano essere infrante, quando ciò di cui abbiamo bisogno curare la nostra società dall’antropocentrismo violento, comprendendo che non siamo padroni della vita delle altre specie, né arbitri delle loro sorti.
Si può aiutare le persone in difficoltà senza che questo aiuto gravi sulla vita di altre esistenze.
Si può contribuire in modo concreto a far star bene le persone, senza arrivare a far star male gli animali.
Credo fermamente nel rispetto della specie umana, ma anche di tutte le altre che sono ospiti sul nostro pianeta, e con le quali dobbiamo ancora imparare a coesistere senza più spargimenti di sangue. Non sono cibo, non sono beni, non sono mera materia a nostra disposizione come noi e i nostri corpi non lo siamo per loro.
Per questo motivo prendo le distanze da queste vostre azioni, che trovo immorali e riprovevoli, e vi invito ed esorto a iniziare a rispettare tutte le forme di vita, a partire da quelle diverse da noi.

Saluti.

Nome, Cognome, Città



Grazie a chi darà eco alle voci negate agli animali.

°°Lettera Aperta a Vittorio Sgarbi: Gli Animali sono Opere d’Arte°°

In data 3 novembre, trascorso ormai Halloween ma molto prossimo alla commemorazione dei defunti, il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha pubblicato una foto di sé all’interno di una braceria napoletana in compagnia del proprietario.
Sullo sfondo, una cella frigo con una decina di corpi appesi a dei ganci.
Tanto per scrivere qualcosa di geniale e mai proposto prima d’ora, Sgarbi ha scelto come didascalia la frase
“Il “Tempio” dei vegani si trova a Ottaviano”.

Chissà se un giorno riuscirà mai la scienza a spiegare il curioso fenomeno dell’onnivoro medio che non riesce a trattenersi dal menzionare persone vegane quando si tratta di animali ammazzati.

Nel giro di poco tempo, come era logico aspettarsi, lo scatto ha raccolto centinaia di commenti pubblicati da persone risentite da quella che a mio avviso altro non era che una provocazione.

Non bastando forse quel primo post, nella giornata odierna (5 novembre) il povero innocente, spassoso e sensibile Sgarbi
ne ha pubblicato un secondo riguardo alle persone che non mangiano animali e che si sono riversate sul suo profilo.


In risposta a quanto accaduto, dopo tanto che non scrivevo una lettera aperta a qualche personaggio “famoso” che ha deciso di usare la propria fama per sostenere il consumo di animali da fame specista umana, eccomi qui con il presente articolo.


Carissimo Vittorio Sgarbi.
Sebbene siano passati molti millenni dalla nascita dell’essere umano, con tutti i successi e gli ammodernamenti raggiunti, viviamo ancora in una società dove una sola specie assoggetta qualsiasi altra esistente, per necessità e per diletto: sto parlando della nostra.
Le leggi umane, che in passato hanno accettato cose che oggi reputiamo abomini, tollerano ancora lo smembramento dei corpi altrui. E’ grazie a questo che i titolari di quello che tu definisci quasi oltraggiosamente “tempio” hanno avuto la possibilità di far ammazzare degli animali per agganciarli a delle strutture. E’ grazie a questo che hai avuto la libertà di posare, con un’espressione che farebbe invidia a una prefica salentina, davanti ai loro corpi privati di tutto, a partire dalla vita.
Forse non ti bastava questo per sentirti un uomo al vertice di un’immaginaria piramide d’importanza dove i Sapiens Sapiens si sono arrampicati fino alla punta schiacciando alla base tutte le altre specie.
No, decisamente non ti bastava.
Hai preferito menzionare “i vegani”, coloro che esistono senza ingurgitare quei corpi martoriati davanti ai quali ti sei fatto scattare una foto.
Su, dicci.
Cosa ti aspettavi?
Ti aspettavi forse il silenzio?
Degli applausi?
Oppure sorrisi finti alla Ronald McDonald?
Mi spiace deluderti, ma i tempi sono cambiati. Forse pensi che l’empatia umana sia rimasta alle pitture rupestri,
ma invece essa le ha già superate da un pezzo.
E’ alquanto imbarazzante leggere che i vegani avrebbero un fare “talebano” e addirittura l’ironia di un becchino. Tu, sorridente in un posto che se ospitasse corpi umani si chiamerebbe obitorio. Tu, con la baldanza di fare associazioni al limite del ridicolo.
Questa lettera aperta non è per coprirti di insulti. Quelli, come sempre, dovrebbero essere evitati.
Come del resto poteva essere evitata la tua esternazione. Ma ormai è stata fatta, e per la legge di causa-effetto siamo qua.
In questo piccolo ritaglio di blog voglio invitarti a riflettere su quanto hai reso pubblico e su quanto la realtà sia ben diversa.
Non è possibile, da parte di un uomo acculturato come dovresti essere, nascondersi dietro all’attenuante “gli animali ogni giorno mangiano altri animali” per giustificare la tua alimentazione e la pubblicità che hai fatto a tale attività commerciale.
In natura, dove esiste un equilibrio, gli animali lottano fra la vita e la morte.
Una dialettica dalla quale l’essere umano si è alienato.
Gli animali non allevano vittime, facendole nascere col solo scopo di morire. Gli animali non confinano altri animali in spazi piccoli. Non li privano della luce del sole, della compattezza della terra sotto alle zampe, del soffio del vento. Gli animali non uccidono miliardi di altri animali né dispongono dei loro corpi a proprio piacimento.
L’ultima cosa che si può fare quando si giustifica il consumo di carni è paragonarsi ai predatori veri della natura.
Il mio invito per te, che tanto ostenti conoscenza in ambito di arte, è quello di riflettere sulle meravigliose opere di madre natura che tu stesso finanzi per distruggere.
Hai mai osservato le perfette geometrie del guscio di una lumaca?
Hai mai contemplato i colori cangianti delle morbide piume di un gallo?
Ti sei mai perso nell’ammirazione delle morbide linee del muso di un vitello, o di un coniglio?
Ti sei mai meravigliato di quante forme, di quanti colori, di quanta morbidezza e perfezione vi sia fra le specie animali?

Gli animali sono opere d’arte d’ignoto autore. Sono la bellezza più pura fatta corpo.
Sono meraviglie coperte di pelo, piume, pelle e squame. Sono quanto di più prezioso al mondo possiamo ammirare, e dovremmo imparare a rispettarli tutti, dal più grande al più piccolo, come è giusto che sia. Perché se avete la capacità di rispettare e tutelare quadri, marmi, cere e canovacci, possedete la facoltà anche di rispettare manti, arti, cuori che battono.


Carmen Luciano