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°°[Ricette] Budino al Cioccolato e Nocciole°°
Care lettrici e cari lettori, in questo articolo condivido con voi la ricetta per preparare in casa dei freschissimi budini 100% vegetali al cioccolato con retrogusto tipo caffè, che possono essere arricchiti con nocciole o altra frutta secca. Ottimi come dolce dopo i pasti ma anche per una gustosa merenda.

Ingredienti per circa 3-4 vasetti:
• 500 ml di latte di riso (o altra bevanda vegetale che preferite)
• 70 grammi di zucchero grezzo
• 20 grammi di cacao amaro in polvere
• 30 grammi di amido di mais
• 1 cucchiaio di orzo solubile
• 1 cucchiaino raso di agar agar (vi suggerisco questo per ottimo rapporto quantità-prezzo)
In un pentolino mettete lo zucchero, il cacao in polvere, l’amido di mais, l’orzo solubile e l’agar agar.
Mescolate bene tutto e versate piano piano il latte di riso. Con una frusta da cucina oppure un cucchiaio di legno, unite energicamente tutti gli ingredienti e accendete il fuoco a fiamma bassa.
Mescolate continuamente per evitare la formazione dei grumi.
Portato a ebollizione, mescolate ancora qualche minuto e poi spegnete il gas.
Versate il fluido, che sarà decisamente più denso di come era in partenza, dentro dei vasetti di vetro senza chiuderli con il tappo. Aggiungete, se desiderate, della frutta secca come mandorle, nocciole o arachidi per decorare.
Lasciate che i vasetti diventino a temperatura ambiente e poi metteteli, chiusi con coperchio, in frigo. Dopo qualche oretta i budini si saranno solidificati, acquisendo una compattezza che li rende perfetti da mangiare al cucchiaio, ma morbidi che si sciolgono in bocca.
Per renderli ancora più golosi, potete aggiungere un po’ di panna da montare vegetale con una spolverata di cannella.
Se siete intolleranti al glutine, al posto dell’orzo solubile potreste usare la cicoria solubile: il dolce sarà così gluten free!
Ed ecco fatto: i budini sono pronti per essere gustati!

Alla prossima idea in cucina.
Carmen
°°Si Salva Lanciandosi dal Camion che lo Trasportava al Mattatoio: la Storia del Tacchino Mattia°°
Care lettrici e cari lettori,
qualche giorno fa in provincia di Firenze è successo un fatto che dovrebbe far riflettere tutte le persone, in special modo quelle che ancora consumano corpi animali sostenendo economicamente la violenza su di loro.
Mentre era stipato su un camion diretto al mattatoio assieme ai suoi compagni e alle sue compagne di sventura, un giovane tacchino si è lanciato fuori dal mezzo, cadendo in strada.
Anche se con gravi escoriazioni sul corpo, l’animale è riuscito a mettere in salvo la sua vita sfuggendo al destino che gli avevano imposto.
A vederlo cadere dal mezzo sono stati i dipendenti dell’Anas che hanno subito provveduto al suo recupero.

Il giovane tacchino, a cui è stato dato il nome di Mattia, è stato affidato al rifugio permanente Ohana Animal Rescue Family di Empoli (FI), dove adesso è accudito da Luigi, Letizia e da altre persone che fanno volontariato per tanti animali salvati da maltrattamenti e dalla morte.
“Gli animali si ribellano all’oppressione umana, sempre. E Mattia ce l’ha fatta” è stato pubblicato sulla pagina Facebook di Ohana. ” Considerate che solo in Italia nel 2021 sono stati macellati 28,2 milioni di tacchini (dati Istat). Purtroppo nella caduta Mattia si è lacerato profondamente l’addome e ha riportato varie escoriazioni in tutto il corpo. Dal controllo veterinario di oggi la cosa meno preoccupante è la lacerazione all’addome, che col tempo guarirà, mentre sono ben più gravi la aerosacculite riscontrata con l’RX (che sicuramente aveva in precedenza e che gli provoca affanno continuo e gravi difficoltà respiratorie) e l’infezione all’arto sx dovuta alla caduta. Oggi inizieremo una nuova terapia più mirata con doppio antibiotico. Inoltre, non si sta alimentando da solo e il nostro veterinario dottor Meini ci ha consigliato di alimentarlo con delle pappine per neonati”.
Ohana Animal Rescue Family ODV chiede aiuto per coprire le spese veterinarie che non riescono a saldare, ma anche per l’acquisto di traversine e delle costose pappe.

“Faremo il possibile perché Mattia ce la faccia, ma siamo in una situazione disastrosa e abbiamo bisogno di tutto l’aiuto che potrete darci, anche condividendo il nostro appello“.
Per aiutare Mattia è stata aperta una raccolta fondi online.
Chi desiderasse inviare il proprio contributo può farlo cliccando il bottone sottostante.
È inoltre possibile far recapitare al rifugio traversine e pappe, indispensabili, attraverso Amazon e Macrolibrarsi:
• Traversine 60×90
• Bio Pappe Holle 3 Cereali
Indirizzo di spedizione: Ohana Animal Rescue Family / Luigi Macchioni
Via Poggio Piedi, 50053 Empoli FI.
Contatto telefonico di Ohana (per avvertire della spedizione): 320 058 3314
Grazie per l’aiuto che vorrete offrire a Ohana Animal Rescue Family e a Mattia!
Carmen
°°Finalmente Riconosciuti come Rifugi Permanenti i Santuari di Animali Salvati°°
Care lettrici e cari lettori,
un importante passo avanti è stato fatto nella lunga strada che porta alla fine dello specismo.
Non più allevamenti, anche se non lo sono mai stati: i Santuari di animali salvati da maltrattamenti e dalla morte sono stati finalmente riconosciuti come rifugi permanenti.
Ne dà notizia la Rete dei Santuari di Animali Liberi, di cui condivido il comunicato pubblicato su Facebook:
𝐒𝐚𝐧𝐭𝐮𝐚𝐫𝐢 𝐧𝐨𝐧 𝐚𝐥𝐥𝐞𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢!
E’ fatta!
Finalmente possiamo dirlo.
𝐄’ 𝐠𝐢𝐮𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐠𝐢𝐮𝐫𝐢𝐝𝐢𝐜𝐨 che attendevamo.
Per il quale abbiamo lavorato tanto.
In salita, quando di santuari ancora si parlava poco o niente.
E ci viene un po’ da piangere.
Di gioia e felicità.
Siamo commossi.
E soddisfatti.
Perché avevamo ragione.
Abbiamo sempre avuto ragione.
Fin dall’inizio.
Che i santuari esistessero, era ovvio.
Ma eravamo, nostro malgrado, intrappolati ed etichettati come allevamenti.
Da oltre 10 anni rivendichiamo invece la nostra esistenza ed essenza.
Unica e caratteristica.
La nostra preziosa specificità.
Rimarcando la distanza infinita che ci ha sempre separati dalle anguste categorizzazioni che pretendevano di definirci.
Sbagliando.
Relegandoci in un cassetto, inappropriato, in cui normativa e burocrazia ci avevano intrappolati. Castrati.
Stritolati.
Possiamo finalmente toglierci di dosso il fastidioso vestito che ci avevano affibbiato.
𝐍𝐨𝐧 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢.
𝐍𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐦𝐚𝐢 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢.
𝐍𝐨𝐧 𝐥𝐨 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐦𝐚𝐢.
Inizia una nuova era.
Quella dei 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐮𝐚𝐫𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚𝐥𝐢 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐢.
Così 𝐧𝐞𝐥 𝐃𝐞𝐜𝐫𝐞𝐭𝐨 𝐌𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝟕 𝐦𝐚𝐫𝐳𝐨 𝟐𝟎𝟐𝟑, 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝟏𝟔 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝐢𝐧 𝐠𝐚𝐳𝐳𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐥𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚𝐦𝐨, 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚, 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐚 “𝐬𝐚𝐧𝐭𝐮𝐚𝐫𝐢”.
Il Manuale Operativo, facendo riferimento al decreto legislativo 134 del 2022, elenca e descrive le diverse strutture che detengono e, nel nostro caso, ospitano, animali.
Ed è a pagina 23, precisamente al punto 12, comma 3, sottopunto C che, tra le sotto voci del “Rifugio per animali diversi da cani, gatti e furetti”,
OPLA’,
si trova e descrive il “𝐑𝐢𝐟𝐮𝐠𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧𝐞𝐧𝐭𝐞 (𝐜𝐨𝐬𝐢̀ 𝐝𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐬𝐚𝐧𝐭𝐮𝐚𝐫𝐢𝐨) che ricovera bovini, equini, ovini, caprini, suini, ecc.”
C’è proprio scritto santuario.
E’ commovente, tutto è capitolato.
Ed, ecco, il mondo sottosopra.
Finalmente.
Si sono arresi anche al termine a quanto pare.
Che dire ora?
Ci attende una manciata di giorni in sospeso prima di adeguare la banca dati.
E poi sarà possibile registrarci in una specifica area dedicata ai santuari.
Certo è ancora la banca dati nazionale degli animali così detti da reddito.
Ma attenzione.
Voilà.
𝐒𝐚𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐒𝐢𝐧𝐚𝐜, 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐧𝐢𝐦𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐚𝐠𝐧𝐢𝐚.
Un luogo irraggiungibile.
Dove solo cani gatti e furetti potevano stare.
E, invece, eccoci qui.
Con l’incredibile che diventa possibile.
L’inaudito che va in scena.
Non è tutto risolto, però.
Sarebbe troppo semplice.
Dovremo vigilare e accertarci che i decreti attuativi ci rappresentino.
Siano in grado di descrivere la bellezza dei nostri rifugi.
Sappiamo che non sarà possibile.
E che, probabilmente, saranno inadeguati.
O renderanno, solo in parte, la nostra realtà.
Ma sarà un punto di partenza su cui lavorare e costruire.
Per tradurre in realtà quel piccolo miracolo che i santuari rappresentano.
La speranza.
Di fronte alla desolazione, tutta intorno.
Che ora, più che mai, tra la furia della natura, l’alluvione e l’efferatezza dei maltrattamenti all’ordine del giorno, mostra l’orrore inaccettabile di un sistema produttivo in rovina.
L’agonia di un mondo morente da cui occorre staccarsi e prendere sempre più le distanze.

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