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°°Dolci Natalizi Vegan 2017: lista completa + ricette°°
A circa un mese dal Natale e a grande richiesta (è uno degli argomenti più cliccati sul mio blog) torna la guida ai dolci natalizi.
Per chi preferisce preparare un dolce in casa ho inserito delle ricette valide da provare. Per chi invece preferisce acquistarne uno già confezionato e preparato da esperte pasticcerie, le varietà quest’anno sono nettamente aumentate!
Vediamoli allora insieme.
Ricette utilissime per sfornare il proprio dolce natalizio in casa:
Dolci già confezionati, acquistabili in tutta Italia:
Dolce Natale – Vegan Christmas
Con lievito madre di pasta acida e sciroppo d’agave
Dolce Natale Vegan con Uvetta
Solo con lievito naturale da pasta acida
Dolce Natale – Vegan Christmas di Farro
Con lievito di pasta acida con sciroppo di agave
Dolce Natale Vegan con Frutti Rossi
Solo con lievito naturale da pasta acida
Dolce Natale – Vegan Christmas con Gocce di Cioccolato
Con farina di grano tenero e lievito naturale
Dolce Natale Arancia e Gocce di Cioccolato Bio
Dolce di natale con arancia candita – Vegan
Dolce Natale Vegan Bio – Farina di Maiorca e Timilia
Dolce Natale – Farro e Uvetta
Senza olio di palma a lievitazione naturale
Pandolce con Uvetta Bio
La soffice bontà della lavorazione della pasta madre

°°Natale 2017: il Panettone Paluani diventa Vegan°°
Tempi favorevoli per chi ha fatto propria la filosofia di vita vegan e, ovviamente, per gli adorati animali.
Se da due anni a questa parte il veganismo ha fatto il suo ingresso anche tra i dolci natalizi, ricevendo molto consenso, quest’anno sono arrivate altre belle novità green.
L’azienda Paluani infatti, marchio celebre dei dolci di Natale, ha idato e messo in commercio la versione vegana del panettone.
Spariscono le uova, il latte, il burro e i grassi di origine animale tra gli ingredienti, e si fa spazio a materie prime vegetali. Onnipresente invece l’uva sultanina.
Ecco in esclusiva la foto scattata da Eleonora Zollo in un supermercato in provincia di Firenze.
Paluani lo ha chiamato “L’Edenista“, e la permessa stampata sulla confezione è che “anche i golosi vanno in paradiso”.
Sicuramente, per chi sceglierà Paluani e altre aziende che offrono dolci 100% vegetali, il natale sarà buono per davvero.
Ringrazio questa azienda per il suo impegno e spero che anche le altre seguano l’esempio.
°° MOTTA: Come Rendersi Ridicoli Rifiutando il Progresso Etico °°
In questi giorni, fra la moltitudine di pubblicità natalizie che bombardano i consumatori invitandoli ad acquistare, sta passando in televisione quella dell’azienda Motta inerente ad un suo prodotto: il panettone.
A differenza della réclame degli anni passati però, dove veniva mostrato l’alimento preconfezionato per le sue caratteristiche, l’attuale più che promuovere il dolce natalizio sembra quasi sfottere tra le righe l’alimentazione vegana.
Anzi, togliamo il “quasi”.
La didascalia del video caricato su youtube non lascia alcun dubbio:
<< Il Panettone Motta è il Panettone originale, dal 1919. Per questo, Motta non intende rinunciare alla sua ricetta. Anche se oggi vanno di moda ben altri ingredienti.>>
Secondo Motta dunque oggi vanno di moda altri ingredienti, e se sono quelli menzionati dalla voce maschile dello spot si parla di Tofu, Seitan, Bacche di Goji, Papaya, Alga Essiccata.
Cosa dire?
La pubblicità oltre ad essere di uno squallore impressionante è anche definibile priva di informazioni veritiere circa la “nuova moda” che intendono criticare.
Innanzitutto, se le bacche di Goji, la Papaya e l’alga essiccata possono essere definiti ingredienti, Seitan e Tofu non è corretto inquadrarli allo stesso modo. Quest’ultimi infatti sono alimenti composti da più ingredienti: il primo è realizzato attraverso una lunga lavorazione di farina di cereali ed acqua, il secondo invece è composto da acqua, soia e addensanti vegetali.
Scambiare alimenti che esistono da oltre 400 anni in Oriente per un ingrediente che va di moda la dice lunga sulla conoscenza di Motta in ambito alimentare.
Ma andiamo avanti:
L’ignoranza di Motta è palese anche nella scelta degli alimenti da poter inserire come new entry per il loro panettone: il Seitan infatti è un alimento salato e il Tofu non compare di certo in nessuna ricetta per la preparazione casalinga di pandori e panettoni.
Ma non finisce qua.
Supporre che i cibi con i nuovi ingredienti che vanno di moda siano fatti lievitare in pochi secondi per poi esser cotti al microonde è totalmente assurdo.
Lo sanno ormai anche le formiche che l’alimentazione vegan promuove la lievitazione lenta (anche con pasta madre) e la cottura con strumenti che non siano il microonde (di cui, tra l’altro,si parla molto degli effetti nocivi).
Se l’azienda Motta intendeva rendersi ridicola gli occhi di tutti facendo ridere 4 stolti retrogradi, direi che ci è riuscita alla grande.
Fare ironia in modo anche poco intelligente su antiche filosofie di vita etiche che nell’odierno stanno finalmente trovando largo consenso è decisamente controproducente.
Non c’è assolutamente niente da criticare in chi è intento e attento a modificare vecchie ricette portandole dritte al miglioramento. La tradizione altro non è che un qualcosa protratto nel tempo, avviata da qualcuno e riproposta in modo automatico da terzi che molte volte nemmeno si domandano se sia utile.
La tradizione è giusto che venga modificata o interrotta se è artefice di sofferenza per qualcuno.
La tradizione di Motta lo è.
Motta infatti dovrebbe saperlo, che grazie al suo voler rimanere ancorata alla ricetta del 1919, tanti animali verranno sfruttati come macchine da produzione per latte e uova.
E non c’è niente da ridere.
Si può ridere delle cose leggere, si può ridere di se stessi, ma ridere sulla scelta di qualcuno che intende alienarsi dallo sfruttamento inutile e gratuito delle altre specie è da persone squallide e prive di raziocinio.
Per fortuna, oltre a tutte questi dettagli negativi trovati nella pubblicità, emerge un fattore positivo: l’autodistruzione.
Sono convinta che Motta pagherà a caro prezzo l’atteggiamento restio nei confronti del progresso alimentare che si sta avendo grazie alla presa di coscienza delle persone.
Darwin docet: solo chi è in grado di adattarsi sopravvive, tutto il resto muore.
E io, addentando una fetta di buonissimo pandoro vegan realizzato senza ovuli non fecondati di gallina e senza secrezione mammaria di vacca ingravidata a mano, mi gusto lo spettacolare eclissarsi progressivo di questa azienda scorretta mentre le altre etiche trovano spazio e consensi.

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