°° Lettera Aperta a Milchhof Agostini: Schiavizzare e Uccidere Animali NON è un Lavoro °°
Pubblicato da Carmen Luciano
Lunedì 13 Marzo 2017 a Selva di Cadore è accaduto un fatto che merita di essere preso in considerazione da tutti con le giuste riflessioni.
Nel giorno sopra citato un allevatore intento a portare al macello un toro è stato colpito da quest’ultimo, finendo in rianimazione in ospedale.
La notizia è stata riportata da svariati notiziari online, tra i quali quello de Il Gazzettino – Belluno.
Dell’allevatore colpito, il 34 enne Alberto Agostini co-proprietario dell’azienda Milchhof Agostini, sappiamo che per accertamenti è stato portato in ospedale per verificare le condizioni del suo cuore. Il colpo di zoccolo lo avrebbe ricevuto proprio all’altezza del torace. Del toro invece, sempre in base a quanto scritto dai notiziari, sappiamo che nonostante la sua ribellione è stato comunque portato al macello dove ha perso la vita.
Non è la prima volta che accadono questi atti di ribellione da parte degli animali oppressi nei confronti dei loro oppressori.
Accade spesso, più di quanto si possa immaginare, e questo dovrebbe spingerci a riflettere.
Perché gli animali si ribellano?
Perché, caro Alberto Agostini, quel toro che hai fatto ammazzare per l’azienda in cui lavori ti ha colpito?
Perché non voleva morire.
E’ così semplice da capire.
Non credi anche tu che sia tutto tranne difficile da comprendere?
Dopo aver letto la notizia nella mia mente si sono formate moltitudini, vortici di pensieri che ho trovato necessario scrivere in questa lettera aperta, con la speranza che possa arrivarti dritto e diretto il mio messaggio e, perché no, arrivare a sensibilizzare altri col tuo stesso “lavoro”.
Vedi, Alberto, tu hai 34 anni e io 27.
Possiamo dire di essere quasi coetanei. Da persona giovane come te confesso che è un enorme dispiacere sapere che il tuo modus vivendi è totalmente opposto al mio.
La mia vita è basata sul difendere gli animali e sul rivendicare i loro diritti calpestati cercando i portare le persone a riflettere e a cambiare con l’ausilio di tutte le mie possibilità.
La tua invece, da quanto ho letto, sarebbe incentrata sullo sfruttare l’organismo femminile delle vacche per farne del loro latte dei formaggi da vendere e sul macellare gli animali dell’azienda che gestisci insieme a tuo fratello.

Augurarsi un anno di buon formaggio significa sperare che ci siano persone interessate a comprare il frutto dello sfruttamento di femmine ingravidate e costrette a partorire.
Dicono che le nuove generazioni siano più sensibili e aperte a nuovi concetti da apprendere. E’ forse uno stereotipo?
Perché, se sei giovane come me, agisci come una persona rimasta qualche passo indietro nei confronti dei diritti degli animali?
Perché un ragazzo di 34 anni per vivere economicamente e avere il suo posto in questa società deve macchiarsi le mani di sangue innocente?
Ti prego di non dirmi che “è tradizione di famiglia” e che uccidere “si è sempre fatto” perché chi ti scrive è una persona che è nata in una famiglia dove i parenti allevavano nell’aia animali che poi uccidevano. Ho visto, come con ogni probabilità avrai visto anche tu, l’esecuzione di maiali, galline, conigli. oche. Ho visto con i miei occhi come reagiscono davanti agli umani che vogliono fargli del male, ho sentito con le mie orecchie i loro lamenti, ho provato insieme a loro il dolore e la sconfitta di quando qualcuno non ti ascolta e ti scalcia via l’anima dal corpo con la forza.
Ciò che ti è successo qualche giorno fa non è stato un mero infortunio.
Non banalizziamo, né tu né gli altri, la cosa per favore.
Quanto ti è successo è un messaggio. Un avviso.
Ci credi anche tu che la vita sia in grado di comunicarci qualcosa in qualsiasi momento?
Io ne sono fermamente convinta.
Sono avvertimenti tra le righe, sottili da percepire, ma ci sono.
Credo che la vita abbia voluto metterti con la schiena a terra e che quel toro, che ormai non esiste più nel mondo materiale, ne sia stato il messaggero, il tramite.
Credo che la vita abbia voluto avvertirti che così non puoi più procedere.
Penso che la natura abbia voluto fermare per qualche istante quello che tu definisci lavoro ma che in realtà è un oltraggio alle creature della natura stessa.
Ti prego di viverla come una seconda rinascita: quella morale.
Fa in modo che quel calcio che ti ha colpito al petto abbia dato nuove vibrazioni al tuo cuore.
Gli animali non vogliono morire.
Come tu avrai sperato, in quei millisecondi mentre eri a terra, di sopravvivere a quel colpo, anche il toro che avete ucciso avrà sperato di potersi salvare.
Siamo al mondo per vivere la nostra vita, e dovremmo farlo tutti senza aggravare l’esistenza degli altri.
Gli animali sono presenti su questo pianeta da prima di noi. Ci fanno compagnia in questo viaggio, in questo percorso che ci porta all’evoluzione. Sono ospiti come noi di questa casa confortevole chiamata Terra, che ci alimenta di ogni varietà vegetale, che ci fa crescere scaldati dai raggi del sole, che ci asciuga le lacrime col vento.
Ti prego di riflettere su come hai vissuto fino ad oggi e su come potresti continuare a vivere ogni singolo giorno che ti regalerà la natura.
Sei giovane, hai mille possibilità. Fa che le tue scelte ti portino ad intraprendere il percorso del rispetto per ogni forma di vita. Abbandona la strada torva dove hai camminato per tre decenni.
Ti auguro una buona guarigione fisica, ma soprattutto etico-spirituale.
– Carmen.
Informazioni su Carmen Luciano
Hai trovato i miei articoli interessanti? Ricevili direttamente via email sottoscrivendo al mio blog Think Green Live Vegan Love Animals ! ^-^Pubblicato il 19 marzo 2017, in °°whispers in the dark°° con tag allevamento, allevamento milchhof agostini, belluno, lettera aperta ad Alberto Agostini, macellazione, Selva di cadore, Toro colpisce allevatore. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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