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°° Vegan Hair Beauty: Capelli Sani Profumati alla Fragola °°
Spesso sul mio blog ho parlato di prodotti per salute dei capelli realizzati con materie vegetali ed assolutamente non testati su animali.
Oggi invece vorrei parlarvi in modo dettagliato di un combo che ho appena formato e che trovo validissimo, oltre che profumatissimo!
Chi legge da molto i miei articoli saprà bene che uno dei miei frutti preferiti è la fragola.
Ebbene, dopo lo shampoo Bema Cosmetici che profuma di bubble-gum fragoloso ho finalmente avuto il piacere di provare una novità firmata Alkemilla: parlo della maschera ristrutturante panna & fragola.
Era da anni che speravo di trovare qualcosa di simile dalla stessa profumazione e questa azienda italiana ha avuto la geniale idea di concretizzare il mio sogno 😀 .
Solitamente i profumi golosissimi sono riservati a detergenti per bimbi.
Ma io sono un chiaro esempio di come si possa essere adulti e preferire comunque fragranze dolcissime! 🙂
L’unione di questi due prodotti ha dato vita ad una combinazione vincente per avere capelli puliti, forti, lucidi e sani in grado di lasciare una piacevolissima scia di profumo dolce. Entrambi realizzati con ingredienti vegetali svolgono efficacemente il proprio compito.
Inci Shampoo:Calendula Officinalis Flower Water*, Lavandula Angustifolia* (Lavender) Flower Water, Aqua/Water, Ammonium Lauryl Sulfate, Lauryl Glucoside, Erythritol, Sodium Chloride, Sodium Coco-Sulfate, Coco-Glucoside, Hydrolyzed Adansonia Digitata Extract, Passiflora Edulis Seed Oil, Oryza Sativa (Rice) Bran Oil, Euterpe Oleracea Fruit Oil, Glyceryl Oleate, Olea Europaea* (Olive) Fruit Oil, Macadamia Ternifolia Seed Oil*, Hydrolyzed Rice Protein, Dicaprylyl Ether, Lauryl Alcohol, Benzoic Acid, Sodium Benzoate, Potassium Sorbate, Benzyl Alcohol, Dehydroacetic Acid, Parfum/Fragrance**, Limonene*** * prodotto da agricoltura biologica/organic agriculture ** solo componenti naturali/only natural components *** componenti da olii essenziali vegetali/essential vegetal oil components
Inci Maschera: Aqua [Water],Cetyl alcohol,Behenamidopropyl dimethylamine,Vanilla planifolia fruit extract,Butyrospermum parkii (Shea butter) butter,Prunus amygdalus dulcis (Sweet almond) oil (*),Theobroma cacao (Cocoa) seed butter (*),Linum usitatissimum (Linseed) seed extract (*),Prunus amygdalus dulcis (Sweet almond) fruit extract (*),Helianthus annuus (Sunflower) seed extract (*),Hydrolyzed soy protein,Caramel,Lactic acid,Benzyl alcohol,Parfum [Fragrance],Caprylic/capric triglyceride,Myristyl lactate,Sodium benzoate,Sodium dehydroacetate,Sorbitol,Glycerin,Xanthan gum
Lo shampoo Bema deterge capelli e cuoio capelluto senza irritare. La maschera ristrutturante Alkemilla, tenuta in posa almeno 5 minuti, rende i capelli morbidissimi.
Personalmente ho una chioma davvero folta quindi sono solita fare almeno 2-3 applicazioni di shampoo. Di maschera invece basta poca quantità da stendere su tutta la lunghezza per avere i capelli morbidi.
Insieme allo shampoo e alla maschera utilizzo da poco tempo una spazzola che trovo fantastica: è la Tangle Teezer, e serve a districare i capelli senza spezzarli.
Se non l’avete ancora provata, vi consiglio di farlo! 🙂
Dopo aver lavato i capelli con lo shampoo e aver risciacquato via la maschera, il risultato che ottengo è il seguente.
Capelli morbidissimi e districati che profumano di fragola.
Una volta spazzolati con la Tangle Teezer, asciugati col phon e lisciati con la piastra il risultato è invece una chioma liscissima e leggera.
Utilizzando questi prodotti, uniti ad una buona alimentazione, ho notato che i capelli rimangono forti ed in salute nel tempo.
Sono lucidi, non si spezzano e non si formano doppie punte così facilmente come può accadere a chi non cura la propria alimentazione oppure usa cosmetici dagli ingredienti siliconici.
Una volta lavati ed asciugati la piega rimane perfetta per tutta la settimana.
La fragranza di fragola invece dura sui capelli per un periodo che varia dai 2 ai 3 giorni.
Parliamo adesso di prezzi:
E’ vero, i prodotti naturali costano di più.
Lo shampoo Bema costa 14 euro mentre la maschera Alkemilla 10,80.
Dipende anche dalle decisioni dell’azienda e anche dalle certificazioni che ha.
Vi assicuro però che la qualità-prezzo è imbattibile.
Se siete abituati/e ad utilizzare prodotti da supermercato è ovvio che troverete una differenza di prezzo enorme e magari vi verrà da pensare che sia carissimo curare in modo naturale il nostro corpo, ma io vi invito a controllare gli ingredienti per capire perchè un prodotto costa 1 euro e un altro dieci volte di più.
Prendiamo lo shampoo Bema, per esempio: solitamente il primo ingrediente dei detergenti per i capelli è l’acqua, in questo invece abbiamo ACQUA ESTRATTA DA PIANTE E FIORI, e per di più di origine biologica.
Credo fermamente che sia necessario scegliere sempre prodotti ottimi, dagli ingredienti non dannosi per il nostro corpo, gli animali e l’ambiente che ci permette di esistere quindi sono felice di spendere circa 25 euro per una combinazione che mi offre capelli puliti e sani per almeno 3-4 mesi.
Questo è il terzo anno che uso solo prodotti bio per i capelli ed anche la mia parrucchiera mi ha confermato che ho una chioma invidiabile.
Spero che questo articolo possa essere uno spunto di riflessione per molti/e 🙂
#GoCrueltyFree !
– Carmen
°° 2/11/2016 – Animals’ Memorial Day @ Pisa °°
Mercoledì 2 Novembre 2016 a Pisa si terrà il primo Animals’ Memoria Day, un corteo voluto nella giornata in cui si ricordano i defunti per sensibilizzare l’opinione pubblica circa la morte giornaliera degli animali voluta ed imposta dall’uomo.
Si parla di miliardi di esseri senzienti obbligati a nascere.
Esseri senzienti che si vedono portare via la vita per le più disparate e crudeli motivazioni.
Nessuno di loro inutilmente oltraggiato, torturato ed ucciso verrà dimenticato.
Il corteo pacifico, organizzato dal blog Think Green Live Vegan Love Animals e autorizzato dalla questura di Pisa, partirà alle ore 15.00 dalla piazza della stazione ferroviaria raggiungendo Corso Italia ed infine Piazza dei Cavalieri alle 17.00.
Gli attivisti, provenienti da più province della Toscana, saranno vestiti a lutto ed una candela illuminerà le foto delle vittime della crudeltà umana.
Durante il corteo verranno distribuiti gratuitamente agli interessati opuscoli sull’alimentazione vegan: guide, ricettari e molto altro.
Per rimanere aggiornati visitate la pagina ufficiale dell’evento
→ Evento Facebook
°° Woman Condition during Victorian Age & Animal Speciesism : due discriminazioni parallele nella Storia °°
Durante un’interessantissima lezione di letteratura inglese inerente alla condizione di vita della donna nel periodo vittoriano, tenuta dalla professoressa Rizzardi nella facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Pisa, non ho potuto non constatare l’inequivocabile parallelismo tra maschilismo e specismo.
Meno di 200 anni fa, in un’Inghilterra che vedeva trasformarsi giorno dopo giorno negli usi e costumi come anche nella qualità della vita con il sopraggiungere della rivoluzione industriale, andò formandosi un ideale di femminilità totalmente alienato da ciò che realmente era la donna.
Inquadrata, confinata, ingabbiata in una figura di sé angelica e inerme, la donna venne stereotipatamente definita “angelo della casa”.
Premurosa madre di famiglia, casalinga fiera addetta alle faccende e alla preparazione del cibo, moglie abnegante e collaboratrice: la figura femminile divenne ben presto un status sociale per l’Homo Economicus del tempo, che poteva disporne a suo piacimento.
Silenziosa, accondiscendente, pacata e taciturna la donna era totalmente subordinata e sottomessa prima al padre e poi al marito.
Secondo il filosofo Auguste Comte, l’unico ambito in cui poteva dilettarsi la donna era quello dei lavori domestici, giacché non era di competenza dell’uomo. Un chiaro invito all’annichilimento da parte del padre del positivismo.
L’unico modo che aveva una donna per sentirsi importante infatti era quello di cooperare al successo dell’uomo.
[ Système de politique positive ou Traité de Sociologie – 1851/1854 ]
Come se non fosse bastato questo pensiero capace di influenzare la forma mentis collettiva si arrivò a giudicare donna come un essere inferiore per caratteristiche fisiche e facoltà intellettuali.
Secondo il filosofo Arthur Schopenhauer vi era una gerarchia tra uomo e donna.
Il vero essere umano infatti sarebbe stato l’uomo stesso, e non la donna, capace solo di attrarre il genere maschile per ciò che appariva illusoriamente d’essere.
La donna era nient’altro che un essere non estetico intenzionato a sedurre.
[ Uber die Weiben ]
A detta di P.J. Proudhon, uno dei tanti terrorizzati dall’insorgere dei movimenti femministi, la donna era subordinata all’uomo.
L’uomo ne faceva da censore ed essa poteva riscattarsi socialmente dalla sua inferiorità solo attraverso le sue virtù domestiche. La donna che voleva far valere i suoi diritti venne descritta come “una gallina che vuole cantare da gallo“.
[ La Pornocratie, ou les femmes dans les temps modernes – 1858 ]
Queste teorie maschiliste, unite a quelle di John Ruskin ed altri uomini di spicco dell’epoca, vennero paurosamente avvalorate da ricerche scientifiche mirate alla conferma dell’inferiorità femminile.
Nel 1860 Karl Vogt, esperto di craniologia, scrisse che “il cranio femminile somiglia per grandezza più a quello degli infanti o degli animali piuttosto che a quello maschile umano“, e quindi ad esseri ritenuti inferiori.
Ad avvalorare le sue “scoperte” sopraggiunse poi Charles Darwin nel 1871, che difese l’inferiorità delle donne da un punto di vista evoluzionistico.
[ The Descent of Man – 1871 ].
Secondo gli studi di Spencer nel 1873 la donna aveva come finalità per il genere umano solo quella di procreare e preservare la specie. Era merito e compito dell’uomo infatti tramandare facoltà intellettive.
L’apoteosi del maschilismo non tardò ad arrivare grazie all’italiano Cesare Lombroso, che definì la donna un essere in balia delle pulsioni sessuali.
Dallo studioso furono condotti atroci esperimenti sulle donne recluse nelle carceri femminili per evidenziare come i tratti del volto e caratteristiche fisiche di esse potessero rimandare a turbamenti interiori.
Ricapitolando: inferiore, non meritevole degli stessi diritti spettanti agli uomini, costretta ad obbedire, costretta ad essere ciò che gli altri volevano che essa fosse, di utilità per l’uomo, servizievole.
Non vi sembrano caratteristiche imposte a qualcun altro di nostra conoscenza?
Sì, purtroppo.
Questa purtroppo è la condizione che oggi vivono le altre specie animali presenti sul pianeta.
Ritenuti inferiori, privati di ogni diritto, costretti a sottostare e ad essere subordinati agli umani, gli animali vengono sfruttati da millenni dalla nostra specie.
Esattamente come avvenuto nel maschilismo della Victorian Age, anche lo specismo si sente in diritto di esistere grazie sostenuto dalle scoperte scientifiche.
Gli studi che affermano e provano che gli altri animali non raggiungono l’intelletto umano ormai sono innumerevoli.
Ma quale metro di paragone è stato utilizzato per condurli?
Sempre l’uomo.
L’animale, ancora oggi, è succube e vittima. Deve stare in totale remissione e deve abnegare la sua vita davanti alla necessità umana di alimentarsi, vestirsi, spostarsi, curarsi e addirittura divertirsi.
Fortunatamente, come abbiamo capito che tra uomo e donna non vi è nessuno di superiore e nessuno di inferiore, arriveremo anche a comprendere che nemmeno tra la specie umana e quelle animali vi è una scala gerarchica e d’importanza.
Meno di duecento anni fa la donna non aveva nessun valore, meno che mai l’animale.
Oggi, le donne hanno raggiunto a fatica la parità in ambito di diritti in buona parte dei Paesi di tutto il mondo, mentre quelli degli animali sono ancora calpestati o ritenuti non immeritevoli di esserci.
Un tempo ciò che oggi ci sembra così scontato era l’anormalità.
Fino a qualche secolo fa cosa comune vedere nelle donne degli esseri viventi inferiori per natura. Oggigiorno è ancora normale per molti vedere la stessa cosa negli animali.
E se è vera la constatazione che “non sono le cose che cambiano, ma il nostro modo di vederle” è necessario fare un passo in dietro, distaccarsi per un attimo dalla realtà e cercare di vedere da lontano i mutamenti nel pensiero collettivo umano per capire quanto sia l’uomo ancora in evoluzione.
Chi pensa che l’umanità di oggi sia un’umanità che ha raggiunto la perfezione pecca di presunzione (altra caratteristica tipica da umano non “finito”).
Siamo ancora pietre grezze da levigare.
Siamo ancora lontani dal raggiungere un’elevazione tale da permetterci di sentirci “umani” per davvero.
Di passi in avanti ne sono stati fatti tanti, ma non sono ancora sufficienti.
Esistono ancora esseri senzienti che soffrono e muoiono perchè qualcuno li reputa inferiori. Questo deve finire al più presto.
L’unico modo che abbiamo per avanzare in modo più celere nel percorso che ci porta al raggiungimento di una società ideale è quello di comprendere che al mondo non esistono specie inferiori, razze inferiori, generi inferiori.
Credere che una vita sia inferiore alle altre è sta alla base di una forma mentis sbagliata che ci allontana dal vivere in armonia.
Spero che soprattutto le donne, fortunate di vivere in un contesto storico come quello odierno dove non sono più vittime del dominio maschile, cerchino di aiutare gli animali che ancora devono essere liberati dalle catene degli stereotipi.
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