Archivi giornalieri: 4 giugno 2011

°° Good Vip: Natalie Portman °°

Natalie Portman: una delle attrici Holliwoodiane più brava, in tutti i sensi. Nata nel 1981, la sua carriera conta di film di fama internazionale. Anche la sua vita, conta di decisioni prese molto importanti. A soli 8 anni è diventata vegetariana smettendo quindi di nutrirsi di animali, mentre nel 2009 si è convertita al veganesimo dopo aver letto (dicesi) il libro “Se Niente Importa” eliminando anche dall’alimentazione i derivati animali. Il veganesimo di Natalie si estende anche allo stile e all’abbigliamento. La Portman non idossa pellicce, pelle, cuoio nè piume. Ha addirittura disegnato una linea di scarpe in fibra vegetale per Te Casan.Per  l’ultimo prodotto per il quale ha deciso di essere testimonial (il profumo Miss Dior Cherie, n.d.r) si è fatta realizzare dalla Maison una linea si abiti e calzature vegan, augurandosi che i modelli vengano presi in considerazione per una vendita al pubblico. Oltre ad essere animalista, Natalie segue molte campagne umanitarie.

  

Uno dei modelli di scarpe disegnate da Natalie.

Che dire? Assolutamente da ammirare!

°° Bad Vip: Simona Ventura °°

 Una delle vip più cattive nei confronti degli animali è sicuramente Simona Ventura. Non solo perchè li mangia, ma anche perchè di alcune specie, adora indossarne i resti. Lo ha dimostrato alla recente sfilata di Simonetta Ravizza (in arte assassina Annabella, che di bello ha davvero ben poco!) dove ha sfilato in passerella con una vistosa pelliccia addosso. Quasi impossibile identificare le decine di vittime cucite a forma di cappotto senza maniche (Annabella dispone di una larga categoria di animali dai quali prelevare il pelo). In compenso è facile stabilirne il loro decesso: scuoiamento da vivi. Oppure scossa elettrica? 

La femminilità delle donne finisce laddove l’aggettivo fashion si fonde alla parola MORTE.

Pessima Simona Ventura!

 

°° AVIS: a Staffoli si raccolgono fondi per l’associazione del sangue, sul sangue animale °°

Accade ormai da 29 edizioni a Staffoli (piccola frazione di Santa Croce sull’Arno, in provicia di Pisa), la sagra organizzata dai donatori di sangue Avis per raccogliere fondi.Protagonista della sagra (che ne prende il nome) è la PAPPARDELLA ALLA LEPRE “cucinata secondo un’antica ricetta contadina del luogo”. La sagra, che si protrae  per un mese (30 giugno-31 luglio), oltre ad ospitare concertini, parco giochi per bambini e festicciole varie, prevede degli stand dove poter mangiare appunto le pappardelle alla lepre. Quindi, mentre gli umani si divertono a cantare,ridere,scherzare,mangiare.. qualche animale ci rimette la vita,finendo nel piatto di adulti e bambini ogni sera dal giovedì alla domenica. E se si parla di lepri, data la piccola dimensione di questi animali, il numero delle vittime sacrificali aumenta vertiginosamente. Mi chiedo se sia giusto uccidere degli esseri viventi nel quale corpo scorre sangue dello stesso colore di quello raccolto dall’Avis per una sagra. Invece delle pappardelle con i resti delle povere lepri, non sarebbe meglio cucinare delle buone pappardelle ai funghi porcini?

Si pensa sempre più spesso con lo stomaco e col senso di fame, e troppo poco con il cervello e la sensibilità. Chiunque prenda parte alla sagra assaporando il piatto preparato (con quei tanti pezzettini cotti di corpicini altrui) dovrebbe farsi un piccolo esame di coscienza. Nessuno nasce al mondo per morire. La morte è la negazione della vita, e la lepre è quasi il simbolo della vitalità, con il suo corpo agile,slanciato, veloce e morbido, che sicuramente non merita di finire sotto digestione nello stomaco delle persone.

L’essere umano si crede al primo posto nella classifica di importanza tra le specie animali, e invece è solo in vetta alla classifica della cattiveria e dell’imposizione della sofferenza agli altri esseri viventi.

Non si abusa dei più deboli, ci se ne prende cura!

Up Date 30 Giugno 2011.

Il quotidiano internet IL TIRRENO ha pubblicato in data 29 giugno 2011 un articolo di risposta a questo mio post-critica nei confronti della sagra delle pappardelle alla (povera) lepre che si terrà a Staffoli.

Anche il sugo di lepre resta indigesto agli animalisti

Anche il sugo di lepre resta indigesto agli animalisti

 SANTA CROCE.Non è ancora cominciata a Staffoli la 29ª Festa del donatore Avis, con la sagra della pappardella alla lepre “cucinata secondo un’antica ricetta contadina del luogo”, che è già polemica al sapore di sberleffo. «Invece delle pappardelle con i resti delle povere lepri, non sarebbe meglio cucinare delle buone pappardelle ai funghi porcini?». È quanto si legge, con riferimento proprio a Staffoli, sul sito internet https://carmenluciano.wordpress.com.  Eppure la rassegna, che da domani sera a cena attirerà i buongustai da tutta la Toscana nella verde frazione santacrocese, ha finalità sociali: è gestita dai volontari per sensibilizzare sulla donazione del sangue e del midollo osseo, oppure degli organi. Un impegno meritorio, ma anche notevole, perché coinvolge tutti i fine settimana, dal giovedì (serata giovani con pizza e birra) alla domenica, fino al prossimo 31 luglio. Nel mese più caldo, invece di pensare alle vacanze, c’è chi prende qualche giorno di ferie per dare una mano in cucina oppure tra i tavoli.  Gli animalisti/contestatori lo sanno? Probabilmente no, perché sul sito tra l’altro si legge: «La sagra, che si protrae per un mese (30 giugno-31 luglio), oltre ad ospitare concertini, parco giochi per bambini e festicciole varie, prevede degli stand dove poter mangiare appunto le pappardelle alla lepre. Quindi, mentre gli umani si divertono a cantare, ridere, scherzare, mangiare.. qualche animale ci rimette la vita, finendo nel piatto di adulti e bambini ogni sera dal giovedì alla domenica. E se si parla di lepri, data la piccola dimensione di questi animali, il numero delle vittime sacrificali aumenta vertiginosamente». E poi, sottolineato: «Ci chiediamo se sia giusto uccidere degli esseri viventi nel cui corpo scorre sangue dello stesso colore di quello raccolto dall’Avis per una sagra».  L’associazione Avis ha presidente Uberto Follati, che replica: «Ormai quest’anno si fa così, in futuro si possono fare anche le pappardelle… sui discorsi. Visto che sono parole da non prendere nemmeno in considerazione».  Ma i commenti arrivano su altre parole pesanti usate dagli animalisti. Queste: “Avis: a Staffoli si raccolgono fondi per l’associazione del sangue, sul sangue animale”. E inoltre: “Chiunque prenda parte alla sagra assaporando il piatto preparato (con quei tanti pezzettini cotti di corpicini altrui) dovrebbe farsi un piccolo esame di coscienza”. Replica Roberto Gronchi, presidente dell’organizzazione Pro loco di Staffoli, che presso il tendone in via Foscolo segue l’opera dei volontari di ogni età: «La polemica è fuori luogo, la lepre è un alimento come lo sono il coniglio, il pollo, e così via. Invece, salvo le balene, perché sono una specie protetta. Ritengo che una presa di posizione così drastica sia controproducente per i promotori stessi».

29 giugno 2011
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