Archivi giornalieri: 17 Maggio 2014
°° La Sofferenza nel Carrello °°
Pubblicato da Carmen Luciano
Ti sei mai chiesto quanto sfruttamento e quanta sofferenza animale ci possa essere racchiusa, inscatolata ed esposta sugli scaffali in qualsiasi supermercato?
Io si.
E oggi sono qui a scriverti, reparto dopo reparto, dove si nasconde la morte degli animali, evidenziando soprattutto i prodotti che la contengono e che a prima vista sembrerebbero invece esserne privi.
Il supermercato è il Regno dello sfruttamento degli animali.
Noi entriamo con il carrello in questo posto pieno di piccole o grandi confezioni e a prima vista tutto sembra innocuo.
Ma è questione di marketing e di grafica pubblicitaria.
La maggior parte dei prodotti esposti sono derivati dall’uccisione di quelli che vengono definiti “animali da macello ” , “da reddito” o ancora “da fattoria“.
Chi sono gli animali da reddito?
Sono gli animali appartenenti a specie che hanno caratteristiche fisiche precise che sono viste dall’uomo come utilità.
REPARTO MACELLERIA:
Il reparto dove il corpo degli animali viene esposto a pezzi è il fulcro della sofferenza animale nel supermercato.
Le carcasse sezionate e vendute nei vassoi bianchi sono il prodotto finale di una lunga catena di smontaggio di milioni di esistenze.
Allevati in ogni angolo del mondo, gli animali vivono in media solo 1/10 del tempo che la natura potrebbe concedergli di passare al mondo.
Parlando dell’allevamento intensivo, agli animali viene tolto il diritto naturale di spostarsi , di muoversi e di poter stare a contatto con i propri figli.
Rinchiusi in capannoni in condizioni precarie, vivono pochi mesi di alto stress.
Bombardati di ormoni, medicinali e antibiotici, sopravvivono alle condizioni in cui riversano quel tanto che basta per arrivare a raggiungere la forma fisica ideale prima di finire al mattatoio.
La maggior parte di loro troveranno la morte dopo migliaia di chilometri e un viaggio così stressante che spesso li sfinisce e uccide prima dell’arrivo al patibolo.
Perchè gli animali vengono trasportati?
Perchè i costi di trasporto del prodotto finito, ovvero della carne confezionata, sono molto più elevati rispetto a quelli del trasporto di animali vivi.
Ci vogliono molte più accortezze riguardo a norme igieniche/temperatura interna dei camion frigo ecc.
Pertanto gli allevatori preferiscono di gran lunga il trasporto del “prodotto vivo”. Ovviamente cercando di spendere il meno possibile per aver maggior profitto.
Per questo spesso ci si imbatte in camion estremamente carichi di animali che viaggiano oltre le ore previste dalle normative vigenti.
I controlli non ci sono e se ci sono sono inconcludenti perchè gli animali sequestrati dovrebbero essere affidati ad enti che poi se ne fanno carico ( incluse spese di mantenimento).
Ci sono stati dei sequestri in passato dove gli animali poi sono stati affidati ad altre aziende di produzione di carne.
Cambia ben poco.
In foto, la testa di un maiale in vendita in offerta in un supermercato CARREFOUR.
Per avere anche solo un’idea di quanti animali vengono uccisi e di come vivono negli allevamenti prima di essere condannati a morte, visita il sito internet LaVeraBestia.Org .
REPARTO PESCHERIA:
Il reparto pescheria ha come caratteristica il bancone dove vengono esposti, quasi sempre sul ghiaccio che fa da conservante e da ornamento, pesci e altri animali marini morti.
La clientela si avvicina col proprio numerino per comprarsi al chilo l’animale “più fresco”, ovvero quello morto ucciso dal minor tempo possibile.
Giungono segnalazioni da tutta Italia che denunciano la presenza anche di granchi e crostacei vivi sul ghiaccio: questa pratica è del tutto ILLEGALE e causa agli animali una sofferenza non quantificabile ( il ghiaccio brucia, mai provato?).
Questo reparto ospita dunque il corpo degli animali privo di vita.
Animali strappati dal mare tramite un gancio (amo) o catturati con le reti.
Spesso muoiono per asfissia.
Quasi tutte le pescherie hanno poi degli acquari dove all’interno vengono posti animali vivi tipo astici, aragoste o anguille.
Gli animali pescati che arrivano vivi al supermercato vengono esposti in queste vasche piene d’acqua in attesa che qualcuno li acquisti.
Secondo voi vengono alimentati?
Certo che no.
Gli addetti non hanno il dovere di alimentare gli animali, pertanto se la loro morte non giunge presto in una pentola d’acqua bollente di qualche cliente che si è comprato la loro vita, il decesso arriva in quella stessa prigione di vetro.
L’immagine che state per vedere è stata scattata nel giugno 2011 nel reparto pescheria del supermercato COOP di Fucecchio (Fi).
Come potete vedere, tra le anguille ammassate sul fondo dell’acquario, vi è la presenza di una morente vicino al vetro.
Quanta sofferenza per 20 minuti di cena?
REPARTO ROSTICCERIA/ GASTRONOMIA:
Anche questo reparto ha la sua massiccia dose di sofferenza e la sua enorme quantità di macabro grazie alle decine di polli infilzati e messi a cuocere nel forno.
Non so voi, ma passare da quel reparto vuol dire sentire odori nauseanti e vedere scene che mi fanno ribaltare le interiora.
Quando non si mangiano più gli animali, l’odore della cottura dei loro resti diventa irrespirabile.
La visione dei loro corpi sezionati, inaccettabile.
Come è accaduto nel supermercato COOP a EMPOLI ( FI).
In foto, l’urlo di dolore di un maiale ucciso impresso per sempre sul suo volto.
REPARTO ALIMENTI FRESCHI:
Nel reparto degli alimenti freschi la sofferenza degli animali è confezionata e camuffata da colori vivaci e sgargianti.
Dalla panna al latte, dai formaggi ai wurstel.
Dopo la carne, l’alimento derivato dallo sfruttamento e dalla morte degli animali più diffuso è proprio il latte.
Pensate un momento..
Il latte è praticamente presente nel 90% degli alimenti.
Latte proveniente dalla mungitura di mucche che dura anche 10 ore al giorno. Animali che non vedono mai la libertà o un filo d’erba.
Mucche ingravidate ” a mano” ( una vera e propria violenza fisica ) costrette a partorire un vitellino all’anno ( che verrà poi ucciso dopo 3 mesi o eliminato subito come scarto) per non perdere la facoltà di produrre latte.
Le femmine di questa specie oltre a vivere il peggiore dei drammi che una mamma possa vivere (ovvero quello di essere private del proprio figlio) vivono in condizioni così stressanti da non riuscire a reggersi più in piedi dopo circa 4 anni passati ad esser munte.
I loro muscoli diventano così rigidi e tesi che la loro carne diventa dunque di “seconda qualità”.
Il loro tessuto muscolare verrà poi impiegato per la produzione di wurstel , carne in scatola con gelatina o altri prodotti a poco prezzo.
Le loro ossa, gli occhi, la coda, gli zoccoli e altri “scarti” verranno invece utilizzati per la realizzazione di coloratissime caramelle gommose rese appetibili da aromi artificiali e dalla forma buffa di animali.
Così, un pò a presa di culo.
Al terzo posto della classifica dello sfruttamento animale troviamo sicuramente le UOVA.
Le uova, come il latte, sono presenti quasi ovunque.
Nessuno immagina la sofferenza che può celarsi dietro a questo ovulo non fecondato in vendita nei fragilissimi cartoni esposti poi sugli scaffali.
Si pensa con indifferenza e con disprezzo che “le galline comunque fanno l’uovo“.
E in parte è vero.
In parte.
Perchè in realtà le galline di uova ne fanno in natura massimo 20, pochissime, e solo perchè l’ovulo serve esclusivamente per esser fecondato e per dare vita ai pulcini.
Nell’industria della produzione delle uova invece questo processo viene manomesso e intensificato tanto da costringere le galline, recluse in gabbie (“batterie” di 20 cm) o in capanni , a “produrre” una cellula uovo al giorno, tutti i giorni.
In pratica, è come se una donna avesse il ciclo della durata di un mese intero.
Anche la loro vita è assolutamente stressante: vivono prevalentemente sotto luci artificiali ( al buio non produrrebbero uova), alimentate con mangimi che intensificano la loro ovulazione.
Essendo le loro condizioni così dure da vivere, tante di loro muoiono e quindi c’è un ricambio fisso di femmine.
Vengono fatti nascere pulcini su pulcini.
Quelli di sesso femminile finiscono per rimpiazzare le madri che vengono uccise poichè “non più utili”, mentre i maschi , inutili per eccellenza, vengono uccisi subito con gas o triturati vivi.
Tutto questo abominio per qualche dolce o un piatto di pasta fresca all’uovo.
Non potremmo farne a meno?
REPARTO PANETTERIA/PASTICCERIA :
Pensi che questo reparto sia immune dalla sofferenza animale?
Mi dispiace deluderti.
Anche qui la morte degli animali è silente in alcuni prodotti.
BURRO, STRUTTO E LATTE IN POLVERE sono gli ingredienti incriminati e si possono trovare sia nelle schiacciate , sia nell’impasto di pizza e panini.
E’ indispensabile dunque controllare sempre gli ingredienti dei prodotti per evitare di acquistare magari un bel pezzo di schiacciata morbida e scoprire poi con amarezza che stiamo mangiando anche il grasso di maiale!
I dolci “classici” sono quasi tutti realizzati con latte e uova, e quindi contengono per forza la sofferenza degli animali.
Oltre a questi due ingredienti ve ne è un terzo che a volte sfugge al pensiero:
la gelatina.
La gelatina usata per coprire pasticcini alla frutta o crostate è quasi sempre di origine animale ( ricavata dagli scarti delle ossa o dalla “colla di pesce”).
REPARTO ORTOFRUTTICOLO:
Si potrebbe pensare “eh va beh, frutta e verdura almeno si salvano”.
Sì, in effetti si salvano. In parte.
Purtroppo anche questo reparto si erge su un tipo di sfruttamento: quello degli insetti.
Tutta la frutta e tutta la verdura in vendita nei supermercati che non è certificata come “biologica” è stata coltivata con l’ausilio di pesticidi.
I pesticidi oltre ad essere inquinanti e quindi velenosi per l’ambiente, uccidono gli insetti e i parassiti di cui sono ghiotte le coccinelle e altri volatili.
E’ sempre preferibile dunque optare per i prodotti biologici, o se si ha la fortuna di avere un orto, di auto-prodursi gli ortaggi.
REPARTO COSMETICI:
Buona parte dei saponi ( liquidi o solidi) in vendita sono realizzati con il grasso degli animali.
In alcuni di essi è contenuto anche il miele ( derivato dallo sfruttamento delle api nelle arnie ).
Il reparto dei cosmetici non solo racchiude sofferenza animale legata agli ingredienti dei prodotti, ma anche dal loro test finale per verificarne l’efficacia.
Se gli altri reparti si ergono sulla morte di mucche, maiali, galline, tacchini ecc, il reparto cosmetico ha le basi sulla morte di conigli, topi, ratti, cavie, gatti, cani e scimmie.
I test clinici e dermatologici sono incentrati proprio su di loro.
Per evitare di portare a casa un prodotto per la cura del nostro corpo che ha lesionato il corpo di qualcun’altro, è importante leggere l’etichetta.
Solo i cosmetici certificati “ICEA PER LAV” sono sicuri e quindi cruelty free.
REPARTO BIBITE / ALIMENTI CONFEZIONATI:
Sia nelle bibite che negli snack si può nascondere un ingrediente derivato dalla morte degli animali: è il colorante E120, definito anche “magenta” o “rosso carminio“.
E’ un colorante alimentare usato per dare il colore rosso sia a cibi solidi che a bevande.
Questo colorante è dato da un insetto: la cocciniglia.
Le cocciniglie vengono uccise , essiccate e poi polverizzate.
Come ultima nota ma non per questo meno importante, I MARCHI.
Sappi che le principali multinazionali che invadono i supermercati con i loro prodotti innaturali sono PROCTER & GAMBLE , UNILEVER ( Algida, Findus ecc) , NESTLE‘, MCDONALD’S, THE COCA COLA COMPANY, MARS.
Ce ne sono tanti altri, ma i più “potenti” e onnipresenti sono proprio questi.
I sopracitati marchi sono incriminati di sevizie su animali per via dei test ai quali vengono costretti gli animali per provare la sicurezza dei cosmetici e dei cibi che finiranno poi sugli scaffali.
Inoltre sono aziende che hanno il monopolio delle vendite e che sono colpevoli di generare in tutto il mondo dislivello economico-sociale e di tenere in piedi la fame che colpisce le popolazioni meno abbienti.
Oltre alla sofferenza animale sono dunque artefici di sofferenza umana a livello planetario.
Quando entri in un supermercato entri per davvero nel più grande seggio elettorale che ci possa essere.
Ogni tuo acquisto è un voto.
Ogni tua scelta è una preferenza.
Non preferire chi vive della morte di qualcuno!
Il gesto di prendere un alimento o un prodotto e di porlo nel carrello ti potrebbe apparire banale, ma in realtà non lo è.
Tu hai nelle mani ( e nel portafogli) la più grande arma presente nel mondo delle vendite: la scelta.
Tu, con i tuoi acquisti, puoi decidere se sostenere o no un’azienda o un marchio.
Puoi decidere dell’esistenza dello sfruttamento animale oppure no.
Tutto si erge sulla tua decisione.
Più potente delle manifestazioni, più efficace delle petizioni è dunque il boicottaggio.
Tu sei molto più potente delle leggi che si possono aggirare.
Decidere di non sostenere economicamente una determinata azienda poichè non etica nei confronti degli animali, del pianeta e delle persone è il modo eccellente per spingerla a cambiare e a evolversi . O in alternativa, a chiudere i battenti e lasciar spazio a chi merita di lavorare.
Nel mondo del mercato l’offerta è data dalla richiesta.
Se la richiesta di alimenti e prodotti etici aumenta, anche l’offerta aumenterà.
Ed è grazie alla scelta etica di sempre più persone contrarie allo sfruttamento degli animali che adesso abbiamo reparti vegani in quasi tutti i supermercati.
E’ grazie a chi da anni si rifiuta di sovvenzionare ditte colpevoli di privare gli animali del diritto di esistere che oggi piccole aziende biologiche stanno ricevendo il giusto successo.
Guardate questa foto.
E’ stata scattata il 16 Maggio 2014 nel Supermercato Coop di Santa Croce sull’Arno (Pi).
Questa foto rappresenta la scelta etica in aumento fatta da persone sensibili che hanno a cuore la vita di tutti: quella degli animali, quella del pianeta e anche la propria.
Di passi avanti ne sono stati fatti tanti, ma siamo solo all’inizio.
C’è ancora tanta sofferenza e tanto sfruttamento dietro ai prodotti in vendita.
Ci sono ancora persone dalle menti addormentate da risvegliare che continuano a mettere nel carrello prodotti su prodotti senza nemmeno guardare o controllare.
I supermercati si ergono ancora sulla morte degli animali.
Continuiamo a tutelarli scegliendo alimenti che non hanno causato la loro morte.
In fondo, se un’azienda non ha a cuore LA VITA di un animale, non avrà a cuore nemmeno la nostra.
Siamo sulla strada giusta per arrivare finalmente alla libertà degli animali, stiamo arrivando ad uno stato di rispetto totale della loro vita.
Dobbiamo alienare la nostra alimentazione, la produzione del vestiario e quella dei cosmetici per la cura del nostro corpo dalla loro esistenza.
Loro esistono come noi, NON ESISTONO PER NOI.
Non ci maltrattano, non ci sfruttano, non ci privano della libertà e non ci uccidono.
Sono sicura che presto la crudeltà dell’uomo nei confronti di queste bellissime vite sarà solo un brutto ricordo.
Non è utopia.
E’ tutto estremamente , favolosamente possibile.
Basta volerlo.
_ Sbarellababy
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