Archivi giornalieri: 25 luglio 2014
°° Umanità in Catene °°
Pubblicato da Carmen Luciano
Arrivare a scrivere questo post, credetemi, mi rende davvero triste.
Non so nemmeno se sarebbe stato meglio vivere e basta, “beatamente”, senza porsi troppe domande e senza spendere energie per cercare delle risposte.
Limitarsi dunque a svegliarsi, a mangiare, a lavarsi, lavorare.. a obbedire come un automa senza mai formulare dei pensieri.
Forse sarebbe stato meglio, forse no.
Ma ormai è fatta.
Una volta varcata la soglia della coscienza non si torna in dietro.
Sono arrivata alla conclusione che l’uomo si crede libero ma in realtà non lo è, e chissà se lo sarà mai.
Io per prima mi sento libera ma purtroppo non lo sono.
Nel passato ho spezzato alcuni fili che mi tenevano legata per mani e piedi, come un burattino manovrato da qualcuno che non rivela la sua identità, ma purtroppo ce ne sono ancora altri da tagliare.
Decidere di non alimentarmi più di animali, venendo meno a uno standard di vita comune alla collettività, è stato solo il primo passo di questa strada che porta alla libertà e che sembra non finire più.
Una strada secondaria, buia, spaventosa, piena di insidie dove non ci sono indicazioni e dove a volte l’unico rumore che senti è quello dei tuoi passi solitari, del tuo cuore che batte e del respiro che ogni tanto si fa affannoso.
Non è una passeggiata ma una vera e propria fuga da una realtà imposta.
E’ proprio quando realizzi che ciò che stai vivendo non è la sola e unica alternativa che inizi a cercare una via d’uscita.
La meta che si vuole raggiunge non è assicurata, ma questo pericolo lo si accetta pur di non rimanere nella condizione in cui ci fanno nascere e nella quale ci costringono a vivere.
Veniamo al mondo e dopo soltanto qualche mese dall’aver visto la luce del sole per la prima volta scelgono per noi la religione che seguiremo, che a differenza di un nome per distinguersi e di un’alimentazione per sostentarsi, è una cosa del tutto superflua e la cui scelta spetterebbe a nessun’altro se non a noi.
Nell’età in cui iniziamo a realizzare chi siamo e cosa è tutto ciò che ci circonda
ci inculcano stereotipi che rimarranno memorizzati nella nostra mente e che per noi diventeranno cose normali. Delle vere e proprie catene che ci legano ad una forma mentis che trasporteremo per tutta la vita.
Ci introducono in un programma educativo scolastico a soli 6 anni dove siamo costretti ad imparare a memoria tante cose, alcune nemmeno necessarie.
A 10 anni già sappiamo abbastanza di guerre, stermini e altre caratteristiche tipiche dell’uomo.
Queste son cose che deturpano l’infanzia dei bambini, bambini che dovrebbero essere lasciati liberi di esternare cosa sentono, liberi di essere ciò che sono.
Già da piccoli siamo in gabbia.
Cambiano le sue dimensioni ma sempre in gabbia rimaniamo.
Mi chiedo come sarebbe la vita di un ragazzino a cui nessuno ha raccontato che al mondo è esistito un uomo, seguito da altri uomini, che ha avuto la capacità di distruggere migliaia di esistenze umane nei forni crematori.
Mi chiedo come sarebbero i pensieri di tale ragazzino se non avesse mai scoperto uccisioni avvenute nella Storia, guerre e scontri delle quali deve tenere bene a mente le date per poter prendere un bel voto con la maestra.
Dicono che è importante sapere il percorso dell’umanità per fare in modo che tanti errori non vengano più fatti.
Temo però che non sia così.
O almeno, se l’intento era questo, è miseramente fallito e lo schifo che ci circonda ne è la palese evidenza.
La Storia non insegna niente a coloro che non vogliono imparare, agli scolari disobbedienti di questa scuola che si chiama Vita.
Al massimo può dare spunti di errori altrui da poter emulare.
Le caratteristiche umane infatti , di cui i tanti difetti, sono innate e ciclicamente manifestate nei secoli.
Ecco perchè gli spargimenti di sangue continuano nonostante nel nostro bagaglio culturale ci siano date su date di stermini e guerre già avvenuti.
E’ inutile spendere energie ad imparare cosa hanno fatto gli altri senza concentrarsi su cosa possiamo fare noi per cambiare davvero le cose.
Ma la verità è che le cose non le vogliono cambiare.
Non ce le vogliono far cambiare.
Veniamo strattonati e spinti nel mondo degli adulti dal quale non si può più scappare .
Non si torna in dietro.
C’è chi si rifugia nella fantasia per sfuggire alle novità che lo circondano perchè non si sente ancora pronto ad accettarle.
C’è chi vive la cosa in maniera traumatica.. e poi c’è chi si rassegna all’idea, spesso non esternando cosa pensa cercando di viverla come qualcosa di normale.
Diventiamo adulti e ci dicono che dobbiamo lavorare e farci una famiglia.
Vogliono farci credere che la vita sia questa: passare 8 o più ore del nostro giorno per svolgere dei lavori che porteranno guadagno a chi ci tiene li a lavorare, per poter ricevere in cambio dei soldi che potremo usare nei pochi attimi di vita libera per fare azioni che crediamo libere.
Soldi coi quali paghiamo la costruzione in cui viviamo, acquistiamo cibo e acqua per sopravvivere o vestiti per coprirci.
Solo a me viene da chiedermi se un’ora della mia vita valga davvero 8 euro?
E poi perchè mai un’ora di vita di qualcuno dovrebbe valere meno di un’ora della vita di un’altra persona?
In realtà il tempo in cui si vive non ha un valore che può essere indicato con delle cifre e non può essere compensato con i soldi, triste invenzione umana che ci rende schiavi.
Siamo gli unici animali che pagano per esistere, per avere un riparo, per dormire, per bere, per mangiare, per fare i propri bisogni..
Paghiamo pure per comprarci l’amore di qualcuno.
Tutto ha un prezzo e più niente ha valore.
Quando mi soffermo a pensare a questo, realizzo quanto siano fortunati gli animali e a quanto sia misera la nostra condizione esistenziale nonostante ci facciano credere che quella umana sia la specie superiore alle altre.
In realtà quelli inferiori forse forse siamo noi, paragonati agli animali.
Non quelli schiavi come noi della nostra società umana, bensì quelli che ancora possono godere di una vita nel proprio habitat messo a disposizione gratuitamente dalla Natura.
Li invidio perchè messa da parte l’incombenza di dover sottostare alla legge innata dell’istinto ( che è comunque meno grave della condizione di schiavitù umana , voluta e ragionata ), possono godere di tutto quello che c’è al mondo senza dover riempire la loro vita con attività inutili per far passare il tempo.
Li invidio perchè nascono e hanno da subito l’amore della propria mamma che li tutela e li fa sentire protetti.
Li invidio perchè nell’ambiente trovano tutto ciò di cui hanno bisogno per proteggersi, per esempio grandi alberi che gli offrono ombra e protezione dal sole o dalla pioggia.
Vivono in gruppi di famiglie e godono appieno della loro esistenza.
Passano la loro vita ad accudire i figli, a spostarsi, a cercare buon cibo e zone nuove dove stare, dormire, riposare tranquilli.
Mentre noi?
Noi umani?
Sempre concentrati e affannati,sprechiamo il nostro tempo in cose inutili.
Spesso non possiamo avere il diritto di godere dell’amore della nostra mamma.
Penso ai bambini esiliati dal grembo materno, a quelli nati per miracolo e finiti miseramente negli orfanotrofi, a quelli abbandonati o venduti perchè i genitori non hanno abbastanza soldi per poterli far crescere senza fargli mancare niente.
Penso a quelli che vedono tanta differenza fra la loro reale condizione di vita e quella degli altri: bambini con decine di giocattoli e altri che ne hanno solo uno, rotto e magari riparato con tanto amore da chi non può permettersi di regalargliene un altro.
Rifletto a quanto sia riluttante il vedere cuccioli d’uomo vestiti con indumenti costosissimi ( per via di chi li disegna, mica per la qualità! ) quando poi ce ne sono altri che non hanno cibo e muoiono di stenti.
Mi viene da vomitare all’idea di questo dislivello sociale assolutamente voluto.
Perchè se non c’è la povertà, non esiste la ricchezza.
Provo pena per il genere umano al quale appartengo e non trovo via d’uscita.
Aristotele diceva che l’uomo è un animale sociale a differenza degli altri incapaci di relazionarsi.
Chissà cosa penserebbe se fosse nato nel 1990 come me e vedesse l’attuale società relazionarsi solo per interesse e socializzare prevalentemente su Facebook o in altri luoghi immateriali dove si fa di tutto per mostrare agli altri cosa si ha, quanti beni si posseggono, dando importanza sempre al denaro.
I social network sono stati il colpo d grazia per la nostra società di dormienti.
Con un finto aspetto ludico e personale della cosa ci hanno reso schiavi anche nella vita irreale , in rete, riuscendo senza tanta fatica a controllare ogni cosa di noi senza dovercela estorcere.
Vogliono sapere con chi siamo?
Non serve chiedercelo, glielo diremo direttamente noi!
Carichiamo foto di famiglia che prima erano private e incollate in album messi sugli scaffali del salotto , informiamo chiunque di dove siamo e cosa stiamo facendo interessandoci di cosa gli altri pensano di noi e non di cosa noi realmente pensiamo di noi stessi e delle nostre azioni.
In poche parole, ci hanno fornito le chiavi delle nostre manette e noi allegramente le abbiamo usate per sigillarle meglio al polso.
Vorrei seriamente scappare via da tutto e tutti perchè mi sento un’aliena tra una specie alla quale credevo di appartenere e che ogni giorno mi fa sentire sempre più diversa.
Sembra che l’alfabeto che mi è stato insegnato non sia in grado di rendermi capace di esprimermi con gli altri facendogli comprendere cosa realmente voglio.
Vorrei trovare asilo in un’isola lontana dove la mano dell’uomo ancora non ha distrutto natura & sogni.
Via dal traffico delle auto, via dalla vita frenetica, via dalle discriminazioni, dalla ricchezza e dalla povertà, dai mass media, dai telegiornali, dal Sistema, dagli scandali, dagli abusi, dalla cattiveria e dalla corruzione.
Penso a quanto sarebbe bello poter esistere come la natura ci ha messo al mondo, riuscendo a vivere con quello che ci offre e scambiandoci i risultati delle nostre abilità per poter vivere tutti bene e in sintonia.
E’ veramente devastante pensare che il percorso della nostra vita sia imposto da umani come noi che si credono però superiori a noi.
Umani in grado di ostacolarti il cammino se osi disobbedire alle loro patetiche imposizioni.
Queste mie parole hanno lo stesso rumore pesante di quello di un paio di catene sbattute contro un muro,
quasi in cerca dell’eco di altre catene di prigionieri che meditano alla stessa maniera su come liberarsi.
La libertà non ha prezzo e vale la pena combattere per riaverla.
Piuttosto meglio smettere di vivere, che non-vivere per una vita intera.
La natura ci fa nascere liberi,
l’uomo stesso ci rende schiavi .
– Carmen.
Pubblicato su °pensieri & riflessioni°
Tag: condizioni dell'uomo, dislivello sociale, schiavitù umana, umanità
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