°°(in)Ospitalità Onnivora: Alcune Traumatiche Esperienze di Persone Vegane°°
Il cibo è una componente importante della nostra vita. Non solo serve ad alimentarci aiutandoci a sopravvivere, ma ci permette anche di creare rapporti con i nostri simili e di sancire legami.
Il cibo dunque sta alla base dell’esistenza di ciascun individuo, e mediante esso si possono esprimere sentimenti di varia natura.
Pensiamo al legame tra madre e figlio: esso è dato da uno scambio di nutrienti, composto dal latte. In questo caso l’alimento genera amore, protezione, cura, attenzioni.
Ma il cibo può stare anche alla base di sentimenti negativi.
Prendiamo come esempio il digiuno: obbligare qualcuno a non potersi cibare, come punizione, genera un forte senso di superiorità in chi impone tale scelta ed un forte senso di inferiorità e frustrazione in chi quella scelta la subisce.
Prediamo ancora un altro esempio: i pasti sgraditi.
Attraverso la preparazione di alimenti non graditi a qualcuno, possiamo lanciare un messaggio ben preciso facendo sentire la persona non voluta.
Queste sono solo alcune delle nozioni apprese, o già sapute e confermate, scaturite durante un incontro tenuto da una nutrizionista al quale ho preso parte. Incontro che, una volta tornata a casa, mi ha fatto riflettere molto sul mio vissuto e sulle esperienze accumulate negli anni, proprio in relazione con il cibo e le persone.
Ho pensato a quei momenti in cui mi sono sentita messa da parte, trattata in maniera diversa proprio mediante il cibo, come le volte in cui da ragazzina andavo a trovare degli zii (giovani) che abitavano in un’altra regione. Correva l’anno 2007. Io ero vegetariana da 5.
Andavamo a trovarli sempre di domenica. In quel giorno festivo mia zia era solita cucinare pasta al forno con carne macinata e come secondo il pollo con le patate. Pur sapendo della mia alimentazione vegetariana, mia zia non ha mai modificato la natura del menù domenicale per venirmi incontro. Così, mentre gli altri mangiavano la pasta con il sugo, io mangiavo la pasta con il burro (che non mi piaceva affatto) preparata, quasi sempre, da mio zio perché a lei non andava molto. Da parte di lei nessuna volontà di mettermi a mio agio, magari cuocendo del semplice pomodoro in disparte.
Il secondo? Per me non esisteva. Pur potendo cuocere in forno le patate in un contenitore diverso da quello dove veniva riposto il pollo, non ha mai avuto la gentilezza di farlo. Così, per svariate volte, mi sono ritrovata a tavola in silenzio guardando gli altri mangiare cose in più rispetto a me e sentendomi addirittura dire “Carmen vuoi le patate? Ah, già, sono cotte con il pollo e tu non le mangi“, in tono per metà serio e per metà sarcastico.
Notando questa incredibile avversione nei miei confronti, celata dietro falsa cortesia ed incapacità di preparare “cose diverse per vegetariani che non mangiano niente”, al quarto invito tolsi il disturbo con la scusa di dover lavorare. Fu una liberazione per mia zia, finalmente serena nel cucinare le sue pietanze senza disturbatori, e fu una liberazione per me, potendo passare finalmente le domeniche a cucinare ciò che desideravo mangiare senza perdere turni di lavoro.
La tendenza a peccare di pessima ospitalità sembra accomunare molti non-vegani. E ciò non si limita al solo contesto familiare, ma giunge anche nell’ambito della ristorazione dove clienti vegani vengono trattati in maniera diseguale, nonostante paghino come tutti gli altri.
Ho deciso pertanto di domandare a contatti vegani quali fossero stati i momenti di maggiore imbarazzo vissuti a cena. Ho raccolto svariate testimonianze.

Ecco alcuni tristi momenti vissuti da chi ha deciso
di condividerli con noi in questo articolo.
<<Quando capita, ogni morte di papa, di andare a cena con persone non vegane mi danno sempre della sciupata, perché sono magra e in salute, mentre loro sono spesso obesi o gonfi. Io non mi sono mai permessa di offendere gli altri. Magari sono invidiosi. Per fortuna accetto gli inviti raramente>>
Chris
<<Recentemente di sentirmi discriminata mi è successo durante una cena al ristorante, dopo un evento. Avevo dialogato a lungo con l’organizzazione spiegando che in caso il ristorante non fosse stato in grado di fornirmi una cena decente mi sarei organizzata diversamente, ed avevo ricevuto ampie rassicurazioni. Purtroppo è andato tutto storto: il ristorante mi ha fatto mangiare malissimo e poco e la persona che faceva da tramite si è lasciata scappare un “per una sera mangerà vegetariano” quando io sono vegana e non mangio derivati animali. Chi mi conosce può immaginare la reazione, tipo un cobra pestato>>.
Paola
<<Una nuova e consolidata amicizia, ossia una coppia con figli coetanei ai miei che abbiamo invitato a casa nostra innumerevoli volte, pur sapendo della nostra alimentazione, l’unica volta che ha ricambiato l’invito ha preparato un tagliere di formaggi e salumi. A seguire pollo e patate.
Paola
Cercando di essere delicata per quella che credevo una svista, mi sono sentita rispondere “per una volta puoi smetterla con le tue menate e fare un’eccezione? Qua tutti mangiano quello che preparo io senza tante storie!”>>.
<<A un compleanno al quale abbiamo partecipato, quando siamo arrivati davanti al buffet, chi ci aveva invitato esordisce con un “da mangiare per voi non c’e nulla!!“>>.
Elisa
<< E’ capitato a mia mamma: era andata a mangiare in una trattoria con mio papà. Recandosi alla cassa per pagare ha ringraziato i gestori del locale per averle fatto un menù vegetariano composto da verdure. Le hanno risposto che sono riusciti a sopportarla solo perché era mezz’ora e che il poverino in questione era mio padre che la sopportava da una vita. Dopo questa bruttissima risposta, dopo anni da clienti non ci metteranno più piede>>
Chris
Valentina
<<Mi sono fatta in quattro per cucinare due anni fa a Natale quando parenti e parentela di mio marito hanno portato le loro grasse chiappe in casa mia. Risultato? Non hanno mangiato niente perché si erano abbuffati a pranzo, visto che “a casa dei vegani si mangia solo insalata“. Mai più.
Abbiamo mangiato lasagne per 4 giorni, ovvio. La cosa non ci e dispiaciuta>>.
Lucia
<< L’unica volta in cui sono rimasta davvero male è stato al compleanno di una mia amica la quale, molto carinamente, mi chiese di cucinare e portare la torta di compleanno vegan, che avrebbe dovuto essere per tutti. Qualcuno però evidentemente aveva avuto paura di essere “avvelenato” e, all’insaputa mia e della festeggiata ha portato una torta “normale” a sorpresa alla fine del pasto, già con le candeline accese sopra. La mia torta è stata servita dopo. Prese in giro e mancanze di rispetto le ho subite spesso al ristorante da parte dei camerieri>>.
<< Sono stato al matrimonio di mio cugino che mi aveva assicurato un anno prima di avere il menú vegano. Imbarazzante: come antipasto niente, 50 grammi di pasta al pomodoro come primo, e di secondo una patata lessa con due fette di melanzana e zucchina. STOP. Veramente imbarazzante, anche perché avrebbe dovuto pagare 100 euro a testa e noi vegani eravamo in 5. Mi sembrava così assurdo che non sono riuscito a dire niente. Una roba del genere è da licenziamento istantaneo del catering >>.
Fabio
Laura
<<Stavo organizzando la Comunione di mia figlia Ester. Andiamo a fare “la prova” nel ristorante che vorremmo scegliere. lLa titolare millanta di essere esperta anche in cibi vegetariani. Come opzioni ci mette davanti spinaci lessi, lenticchie e fagioli lessi! Quelle secondo lei erano le specialità vegetariane. Ovviamente abbiamo scelto un altro ristorante>>.
Silvia
<<Ai pranzi delle feste mi invitano, ma se non porto il cibo pronto da casa, resto digiuna. Nessun riguardo, nessuna pietanza preparata per me. Dopo più di sette anni trascorsi così, non la considero nemmeno più una mancanza di rispetto nei miei confronti. Faccio come diceva Dante:
” non ti curar di loro, guarda e passa”>>.
Mexy
<< La cosa più brutta è quando organizzano matrimoni, feste di laurea, compleanni ecc, quindi feste alle quali non puoi mancare.
E al momento del buffet domandano “e tu cosa mangi?” Cioè, mi invitate, sapete che sono vegana e non preparate nulla? Che odio. Mi è capitato tante volte, anche da parte di persone molto vicine a me. Poi tutti stanno lì a fissarti come se il problema fossi tu e non chi non ha saputo organizzare>>.
Veronica
<< Mi è capitato spessissimo, come a tutti immagino, di essere invitata e trovare qualcosa anche per me. Ma nella maggior parte dei casi me la portavo da casa la cena . Ad ogni maledetto evento partivano battutine e l’ultima volta in cui ho accettato un invito (il 1° maggio, poi mi sono stancata) mi hanno messo davanti alla faccia una fetta di salame . Mi sono arrabbiata moltissimo, perché è una maledetta mancanza di rispetto. Ma come si permettono ? Ne ho dette due anche quelli che ridevano. Una cena o un pranzo tranquilli dove ognuno mangia senza rompere agli altri è raro. Questo mi ha anche dato modo di selezionare sempre più le vere amicizie. Mi è capitato di subire battute anche al ristorante: un cameriere una volta ha fatto un’osservazione sgradevole. Gli ho risposto che se aveva dei problemi a servirmi educatamente avrei parlato con il suo responsabile. Roba da matti>>.
Pamela
<< Sono stata inviata a un pranzo di Natale con il mio compagno (viviamo lontani dalle nostre famiglie, fuori dall’Italia e abbiamo accettato un invito da amici). Io porto sempre qualcosa quando ci invitano e quella volta avevo preparato un sacco di antipasti. Arrivati a casa di queste persone sono stata accolta con un “non sapevo cosa preparare per te” e un piatto di patate bollite. Ovviamente tutto il pranzo consisteva in carne ripiena di carne, bollita in brodo di animali e avvolta in fette di animali, per intenderci. I miei antipasti invece li hanno mangiati tutti. Io e il mio compagno, praticamente digiuni, abbiamo abbandonato…>>.
Susanna
<< Anni di cene natalizie con amici presso un centro sportivo che frequentavo, con menù per loro e richieste da parte mia di cibo vegan per me con la mia premessa: “posso anche portarmi il mio cibo o ci vediamo dopo”. E loro “noi ci teniamo che tu ci sia”. Alla fine e l’unico cibo per me erano patate fritte. E il conto era rigorosamente a quota uguale per tutti. (Io pagavo anche per carne ed insaccati che ovviamente non mangiavo). La terza volta li ho raggiunti dopo cena 😉
<<Per la comunione di mio figlio andiamo in un posto meraviglioso in mezzo al bosco dove si mangia molta cacciagione, ma con la cuoca amica e vegana ci organiziamo a fare tutto rigorosamente vegan: finger food, lasagne, finto cinghiale (fatto con il seitan, buonissimo), addirittura per i bambini fantastici sofficini e patate. Per finire, torta a tre piani fatta da me.
Manuela
Gli amici e parenti straniti della scelta del ristorante vengano tutti felici pensando che mi “fossi rinsavita” (sono state le testuali parole).
Insomma, morale della favola: hanno mangiato tutti come maiali non accorgendosi di nulla. A fine pranzo io e la cuoca gli abbiamo detto che quello che avevano mangiato era tutto vegetale. Non ti dico le facce disgustate. C’è chi addirittura si è arrabbiato perché avrei dovuto avvisare prima, chi diceva che infatti il pranzo non era buono (e ancora aveva la bocca piena mentre lo diceva). Insomma, ero sconvolta e amareggiata per la gente di m*rda che avevo intorno!>>
<<Fino a qualche anno fa eravamo soliti festeggiare il Natale a casa di mio padre. All’ultimo che abbiamo fatto lì, mia sorella (vegana anche lei) ha dovuto portare le lasagne; confidavo comuque sul fatto che ci fossero altre pietanze fatte dalla compagna di mio padre, ben conscia di avere tre vegani a pranzo, invece era riuscita a mettere l’uovo anche nei carciofi fritti.
Laura
Non ci siamo più andati>>.
Potrei andare avanti con tantissime altre esperienze.
Ma arriviamo al fulcro della questione:
perché la maggior parte delle persone non vegetariane/vegane pecca di inospitalità?
Perché, pur sapendo dello stile alimentare dei loro ospiti, vi è scarso interesse nel mettere a proprio agio quelli che definiscono “erbivori” o “mangia insalata”?

A quasi 17 anni dalla mia scelta di smettere di mangiare animali (e successivamente, i loro derivati) avvenuta come ho riportato sopra nel 2002, una delle poche motivazioni che sono riuscita a trovare è la seguente: l’inospitalità può essere data dall’avversione nei confronti di una scelta personale divergente a quella tipica della massa incanalata, indottrinata in un modus vivendi ben definito.
Fateci caso: se dite di non mangiare un alimento perché ne siete intolleranti, scatta la gara di solidarietà e ci si attiva per compassione.
Se dite di non mangiare un alimento perché il vostro credo religioso lo vieta, verrete rispettati per differenza di culto.
Se dite invece di non mangiare un alimento perché non vi va, per motivi ecologici o di natura etica, innescate una reazione di avversione fatta di critiche aspre e talvolta di insulti gratuiti.
In poche parole: se è il vostro corpo o la religione a decidere cosa non deve entrare nel vostro organismo, va tutto bene. Se è la vostra mente a prendere decisioni, no bueno.
Diventate magicamente ipocriti, ortoressici, assurdi, estremisti, immeritevoli, incapaci di apprezzare le delizie della cucina ed anche egoisti perché “c’è gente che muore di fame nel mondo” e voi rifiutate il cibo.
Così il rifiuto di digerire corpi fatti nascere dentro inferni chiamati “allevamenti” e smembrati ancora strillanti diventa una moda, un capriccio new age, che sicuramente non avreste avuto patendo la fame in periodo di guerra.
Che poi in guerra la gente mangiasse solo cibi vegetali per l’ingente povertà, è un altro discorso e chi critica lo dimentica.
Alcuni poi partono in offensiva per paura di essere giudicati. Dal momento che chi non mangia animali è l’esempio materiale e concreto di come si possa condurre la propria vita senza uccidere o far uccidere le altre esistenze, si teme il giudizio.
Da qui, scattano battutine mirate a ridicolizzare e sminuire scelte così ammirevoli.

Perché uccidere è ritenuto giusto e non uccidere desta perplessità e avversione?
Semplice. Forse perché scegliendo di non mangiare animali si va a scardinare, con un gesto solo, usi e costumi violenti, credenze ed abitudini accettate passivamente dalle persone, e tramandate di generazione in generazione. Chi vive in modo passivo, imboccato dalla società che lo alimenta come preferisce, viene deriso da chi vuole vivere attivamente avvalendosi dell’uso delle facoltà intellettive e usufruendo di libero arbitrio e raziocinio.
Per molti invece è semplicemente più facile vivere a discapito degli altri che realizzare il fatto che si possa vivere senza ledere nessuno.
Per fortuna non tutte le persone non vegane peccano di inospitalità e di incapacità di mettere a proprio agio gli ospiti che non mangiano animali e derivati.
Nonostante le numerose esperienze negative, c’è chi ha contribuito alla mia indagine raccontando di episodi di sorprese, attenzioni gentili e inaspettate avvenute sia in famiglia, sia fra amici che al ristorante.
Michele
<<Per paura di lasciarci senza cibo ci preparano talmente tante cose che non ce la facciamo a mangiare>>
<<Posso dire che ho dei conoscenti che sono entusiasti di invitarmi perché la maggior parte delle volte mi chiedono di cucinare insieme a loro il mio menù vegan per tutti>>
Cristian

Io che piango commossa davanti un’intera torta per me in occasione del mio compleanno condiviso con un’altra festeggiata.. Naturalmente il dolce è stato mangiato dall’altra festeggiata, da me, dalla sorella e solo qualche altro invitato.
Lidia
Come comportarsi quando si ha ospiti a cena che non mangiano animali?
Se si detesta l’idea di avere a casa persone che hanno uno stile alimentare diverso, è il caso di evitare inviti indesiderati: nessuno si offenderà.
Se si decide di ospitare a casa propria o presso il ristorante che abbiamo in gestione delle persone che non mangiano carne, pesce e tutti i derivati animali (miele, latte, uova, formaggi) dobbiamo ricordarci in primis che essi sono esseri umani. E che ogni piccolo gesto, ogni piccola attenzione verrà sicuramente apprezzata. Ricordate inoltre che chi non è abituato a ricevere attenzioni, quando ne riceve è in grado di apprezzarle molto di più rispetto a chi le da per scontate.
Ciò che possono mangiare i vegani rientra in una vasta gamma fra:
– Verdure
– Ortaggi
– Legumi
– Semi
– Cereali
– Frutta
E’ come avere una tavolozza con 10 colori anziché 5.
Niente di così difficile. Niente di impossibile.
Oltre alla griglia ricordiamoci che gli alimenti si possono affettare, marinare, saltare in padella, frullare, gratinare..
Impossibile non trovare una soluzione.
Date via libera alla creatività!
I dolci? Non sono latte, burro e uova gli ingredienti necessari ed indispensabili per realizzare un dolce. Essi fungono semplicemente leganti che tengono unite le altre materie.
Come si possono sostituire? Facile: con del latte vegetale, con semplice olio, con banane schiacciate o addirittura con sola acqua 🙂
Non siete creativi?
Consultate dei siti di cucina ad hoc come
http://www.vegolosi.it e troverete sicuramente delle idee.
Anche sul mio blog, nella sezione RICETTE
https://carmenluciano.com/ricette/ , troverete tanti spunti per stupire i vostri ospiti vegani. E vi assicuro che, con ogni probabilità, rimarrete stupiti anche voi 😉
Al prossimo articolo ❤
Carmen
Pubblicato il 15 gennaio 2019, in ° Critiche °, °pensieri & riflessioni° con tag amici vegani a cena, cosa mangiano i vegani al ristorante, inospitalità onnivora, parenti onnivori. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 5 commenti.
Tutte queste storie purtroppo fanno trasudare un unico sentimento: CATTIVERIA pura e gratuita da parte degli onnivori. Non nego che di fronte a certi trogloditi maleducati io avrei reagito davvero male: si sarebbero ricordati di me per sempre, indubbiamente!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Per fortuna, e forse perché ho sempre cercato di essere più un esempio che di fare proclami, le persone vicine a me mi rispettano e preparano spesso cose buonissime che, alla fine, mangiano tutti. Mia madre è una delle poche a non porre una grossa attenzione alle mie esigenze. A Natale, ad esempio, non ha preparato nulla per me oltre alla pasta. Ma l’esperienza peggiore l’ho avuta ad una Pasqua. Il ristorante ci aveva assicurato che io avrei avuto un menù a parte. Ovviamente, non è stato così. Mi sono letteralmente nutrita delle guarnizioni dei piatti, uniche cose vegetali presenti. Tuttavia, sia il mio ragazzo sia la sua famiglia sono stati molto solidali e si sono lamentati, con me, per il trattamento. Alla fine, l’unica cosa che abbiamo ottenuto è stato uno sconto di 5 euro. Quindi, abbiamo pagato 30 euro per farmi mangiare le foglie di insalata di guarnizione.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Oddio che cosa triste.. 30 euro per dell’insalata…
"Mi piace""Mi piace"
E’ una cosa che viviamo tutti da vegani. Personalmente a me fa impressione la chiusura mentale di gran parte degli onnivori (o vogliamo chiamarla stupidita?). Alcuni ancora nemmeno capiscono cosa voglia dire essere vegan e pensano che appartieni a qualche strana setta esoterica. Gli altri nemmeno riescono a pensare che si possa mangiare in modo “diverso” da come mangia la “gente normale” (leggi, siccome mangiavano così una volta bisogna sempre mangiare così). Che è poi decisamente da ignoranti perchè anche quelli che ti tirano fuori le storie della poverta, della guerra etc dovrebbero sapere che una volta si mangiava comunque molta meno carne ed è dal secondo dopoguerra, forse per reazione ad un periodo di povertà estrema, si è iniziato a mangiare troppo e male, aumentando a dismisura la quantità di derivati animali come se ciò fosse sintomo di benessere.
Secondo me dietro a tutto questo si nasconde
– stupidità e chiusura mentale (ma provare a mettersi in discussione e chiedersi se quello che fai è giusto no eh??);
– un’ignoranza ASTRONOMICA dal punto di vista alimentare (“eh ma la carne fa bene..”.”eh ma le proteine?” “mangio solo una bistecchina che è leggera…”);
– se non sai preparare qualcosa di decente senza animali morti o sottoprodotti di animali morti, vuol dire che sei pure NEGATO a cucinare, che tu sia uno chef professionista o la nonna di campagna.
Io dopo tanti anni me la risolvo così: quando mi capitano occasioni di mangiare fuori o invitato, intanto penso dentro di me che quelli strani sono gli altri..e poi la metto sul ridere “prendendomi in giro” da solo prima che lo facciano gli altri. Del tipo, al ristorante inizio con “io sono uno di quei rompiscatole che non mangiano animali…”(leggi: vediamo un pò se sei capace di cucinare qualcosa di decente….). Ho visto che se ci sono persone con un minimo di cervello, questo modo un pò ironico li fa interessare alla scelta vegan e magari iniziano a farti delle domande un pò più sensate. Con gli altri, quelli ottusi, in questo modo gli togli ogni appiglio per le loro stupide battutine e se non altro non ti rompono le scatole….
"Mi piace""Mi piace"
Premesso che la maggior parte delle mie esperienze sono positive – ma forse mi aiuta anche il fatto che le mie aspettative sono sempre pari a zero – ne avrei così tante da condividere di negative che non so nemmeno da dove iniziare.
Tra i matrimoni a cui siamo stati invitati uno dei peggiori (mio marito tra l’altro era il testimone) direi sia stato quello in cui, trovandoci nel mezzo di un pasto luculliano con innumerevoli portate per gli onnivori, si avvicina un cameriere con un piatto di riso bollito e una bottiglia d’olio evo dicendoci in tono sarcastico “l’olio è molto buono”. Insomma il menù riservato a noi, unici veg, tanto decantato dagli sposi nei mesi precedenti, si limitava a del riso bollito condito con un filo d’olio. Aggiungo che nei piatti degli altri c’erano anche verdure, non penso ci volesse una grande intelligenza per prepararci un piatto di riso saltato con verdure.
Ad un altro matrimonio, certamente più alla buona e non in grande stile rispetto al precedente, nel quale tra l’altro gli sposi ci avevano chiesto il favore di fargli da dog sitter occupandoci del loro cagnolino durante la cerimonia, semplicemente non c’era nulla per noi e abbiamo digiunato.
D’altra parte non so nemmeno se incolpare della mancanza di sensibilità sposi, catering/ristoratori o addirittura i “veg”. Infatti ho assistito a vari ricevimenti in cui altri invitati sedicenti “vegetariani” o “vegan” presenti, si sono pappati anche il pesce oltre alle portate veg (di solito pasta al pomodoro e insalata). Insomma oltre ai commenti di una sposa che ha voluto rimarcare “anche
la mia amica **** è vegan, ma quando esce con noi non crea problemi e si mangia l’hamburger come tutti”, in genere queste persone ci guardavano con l’aria di “siete sempre voi gli estremisti, i vegetariani veri non fanno storie e mangiano tutto, che maleducati”.
Al nostro matrimonio, organizzato con grande spesa di tempo (ed ahimè anche economica) nel tentativo di trovare un bel locale da ricevimenti nella nostra zona in grado di proporre un menù interamente vegan buono, abbondante, vario ed elaborato, alcuni invitati (parenti) hanno pensato bene di ordinare a nostra insaputa cotolette alla milanese e patatine per loro e i figli. Notare che gli invitati avevano ricevuto tutti copia del menù insieme alle partecipazioni, in modo da non avere “sorprese” sul posto e che i piatti presentati da menù erano realmente buoni, infatti sono stati letteralmente divorati, non sono rimasti avanzi. Immaginate poi il litigio con i ristoratori visto che avevamo espressamente richiesto che non venissero portate pietanze fuori menù a meno che non fossero vegetali, chiaramente non abbiamo voluto pagare per questi extra.
Per non parlare infine della compagna di mio padre che ad entrambe le cene organizzate a casa nostra (chiaramente poi non ho voluto più ripeterle) non ha saputo esimersi dal presentarsi con una bistecca, che povera, evidentemente, non poteva resistere ad una serata senza carne.
"Mi piace""Mi piace"