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°° Progetto FUR-FREE: Ecco i marchi che hanno messo al bando l’uso di pellicce °°

PELLICCE, ANNO RECORD PER LE ADESIONI AL PROGETTO INTERNAZIONALE FUR-FREE, LANCIATO IN ITALIA DALLA LAV: PIÙ DI 50 I NUOVI BRAND DELLA LISTA INTERNAZIONALE SENZA PELLICCE

Il 2012 è stato un anno molto importante per l’International Fur Free Retailer Program (www.furfreeretailer.com) il protocollo che identifica le aziende di abbigliamento che non utilizzano pellicce animali: sono oltre 50 le nuove adesioni e si è raggiunto il record di 20 Paesi coinvolti nel progetto. Lo riferisce la LAV (www.nonlosapevo.com), unica referente del programma in Italia.

“Il Programma fur-free, sostenuto dalla Fur Free Alliance – coalizione di associazioni animaliste nel mondo – sta incrementando l’offerta di abbigliamento che non causa sofferenza agli animali e confidiamo nel fatto che anche nel prossimo anno sempre più aziende assumano una formale e pubblica posizione contro lo sfruttamento degli animali per la loro pelliccia, non solo tramite l’adozione di policy interne, ma anche con l’adesione allo Standard Internazionale Fur-Free”, dichiara Simone Pavesi responsabile LAV Campagna Pellicce.

Da segnalare, oltre il boom di adesioni al progetto Fur Free su scala internazionale, la diversificazione delle fasce di mercato in cui operano le aziende moda che hanno scelto di non usare pellicce: dall’abbigliamento tecnico e sportivo al settore del lusso, dal premaman al classico e formale.

“E’ in continua crescita il numero degli operatori dell’industria dell’abbigliamento che dichiarano pubblicamente di non utilizzare pelliccia animale  conferma infatti Pavesi – Tra essi non ci sono solo aziende moda, ma anche aziende distributive che operano nell’e-commerce e che offrono ai loro clienti solo capi fur-free”.

Tra le più recenti adesioni al progetto internazionale, è importante ricordare:

  • ASOS, il più grande operatore e-commerce del Regno Unito che distribuisce capi in 190 Paesi;
  • COS (Collection Of Style), il brand della svedese H&M. Da sempre fur-free ha recentemente pubblicizzato questa politica aziendale con l’adesione al programma;
  • Elisabetta Franchi, emblema della moda italiana responsabile per il non uso di pellicce animali.

 

A questi nomi se ne affiancano molti altri, probabilmente meno noti ai consumatori italiani ma non meno apprezzati all’estero, come: la tedesca Zero, l’olandese Noppies, la statunitense Encore Ballroom Couture, specializzata in abiti da sera. La lista completa, suddivisa anche per singoli mercati nazionali, è disponibile sul sito dedicato www.furfreeretailer.com

La LAV fornisce un “semaforo” delle aziende coinvolte in Italia: dal verde, segnale positivo che indica un brand attento che ha dichiarato lo stop all’uso di pellicce animali, al rosso delle marche più restie al cambiamento.

Lo scorso gennaio la LAV, dalle pagine del sito www.nonlosapevo.com, ha avviato un’azione di mass-mailing verso alcune aziende italiane per chiedere loro di non commercializzare più pellicce e, per quelle che invece hanno già rinunciato all’uso di pelliccia nelle proprie collezioni, di formalizzare questa loro responsabile scelta con l’adesione allo Standard Internazionale – spiega infatti Simone Pavesi – A seguito delle migliaia di mail ricevute, alcune aziende si sono dimostrate interessate alla nostra istanza ed è stato avviato un percorso di confronto che riteniamo essere solo all’inizio. Per ora abbiamo deciso di chiudere il mass-mailing, ma le azioni della LAV per la promozione di una moda animals’ friendly non si concludono. Il nostro ringraziamento va dunque ai sostenitori che ci hanno permesso di intraprendere questa importante iniziativa e un nuovo dialogo con le aziende di abbigliamento. A tutti chiediamo di continuare a seguirci su www.nonlosapevo.com, e cliccare LIKE! della pagina Facebook Internazionale www.facebook.com/furfreeretailer ”.

Ad oggi queste sono le posizioni raggiunte con ognuna delle aziende contattate:

(aziende coinvolte dal mass-mailing e che ancora usano pellicce)

  • GEOX:  l’azienda, a seguito di un confronto diretto con LAV, ha dichiarato che a partire dalla collezione autunno-inverno 2013/14 sarà completamente fur-free.
  • PIAZZA ITALIA: l’azienda ha dichiarato di essere intenzionata a non utilizzare più pelliccia animale, ma pur comunicando di averne già ridotto il quantitativo nella collezione autunno-inverno 2012/13 non ha chiaramente indicato quando passerà al fur-free.
  • REPLAY: l’azienda, a seguito di un confronto diretto con LAV, ha dichiarato che non è in grado di assicurare un passaggio al fur-free.
  • FIX DESIGN e MAX MARA FASHION GROUP: entrambe le aziende non hanno concesso alcuna possibilità di confronto.

(aziende coinvolte dal mass-mailing e che già non utilizzano pellicce)

  • DIESEL, BENETTON, FIORUCCI, OVS INDUSTRY: queste aziende hanno confermato la loro scelta fur-free, ma hanno anche dichiarato di non volere aderire alla certificazione dello Standard Internazionale Fur-Free.
  • BENNET: l’azienda non ha concesso alcuna possibilità di confronto.

L’elenco completo delle aziende fur-free (marche italiane e straniere) è pubblicato dalla LAV su sito www.nonlosapevo.com/aziende e costantemente aggiornato: una guida utile per lo shopping di ogni famiglia.

°° Bordi in Pelliccia: Come riconoscere quelli veri dai sintetici °°

Giunto il freddo, mentre il vento soffia gelido e le foglie iniziano a cambiare colore, anche le vetrine dei negozi cambiano: i manichini vengono vestiti con capi più pesanti e caldi.
Felpe, maglie, giubbotti, cappelli, sciarpe, guanti: tutto pronto per offrire alla clientela indumenti per far fronte all’inverno.

Ed è proprio in questo periodo che spuntano, più che mai, i bordi in pelliccia vera. Non hanno uno scopo utile e un fine pratico al capo a cui sono cuciti, ma nonostante ciò sono lì. Immancabili. Onnipresenti. Di tutti i colori, forme, dimensioni.. e di ogni tipo di animale.

Una vera e propria piaga nella moda: i bordi in pelliccia vera hanno esclusivamente un fine estetico che si basa sulla violenza e sulla morte delle specie usate contro la propria volontà.
Ogniqualvolta che trovo un capo d’abbigliamento che ne possiede uno, nonostante si possa staccare con dei bottoni appositi o con zip, preferisco sempre evitare l’intero indumento per non sostenere l’azienda che ha deciso di finanziare il mercato della pellicceria. Evito anche di acquistare capi bordati da finto pelo, poiché le pellicce sintetiche imitano in fattezza quelle vere degli animali, e non desidero dare un pessimo esempio a chi, vedendomi così vestita, per emulazione può acquistare un capo simile, magari con bordo di vero pelo.

Se anche tu non adori indossare i resti di procioni, conigli, volpi, coyote e altri poveri animali fatti nascere col solo scopo di essere scuoiati e ammazzati per cedere i loro resti, segui queste semplici dritte per evitare acquisti crudeli:

• Consiglio numero 1: allena il tatto.

Se hai un cane, un gatto o un coniglio come animale domestico, o qualcuno delle tue amicizie ne ha, fai una prova. Accarezza con la mano il suo pelo, e memorizzane la consistenza e la morbidezza.
Il pelo di un animale vero è estremamente morbido. Prendi un peluche e compara il tutto: sentirai che quello del peluche è meno morbido e più consistente poiché sintetico. I bordi in pelliccia vera sono molto morbidi, mentre quelli in pelliccia finta sono stopposi.

• Consiglio numero 2: prova a soffiare.

Sempre aiutandoti con il tuo animale domestico (senza arrecargli un disturbo eccessivo, e se l’animale è disposto) avvicinati al suo pelo in una zona in cui non prova fastidio, e prova a soffiare. Una pelliccia vera sottoposta a un getto d’aria lascia intravedere alla base dei peli la cute degli animali. I peli si spostano sotto l’aria facilmente. Un bordo in pelliccia vera cucito a un capo d’abbigliamento farà la stessa cosa: sotto il soffiare i peli si sposteranno facilmente. In un bordo sintetico invece non vedrai grandi risultati.

• Consiglio numero 3: fai attenzione al colore.

Di solito i peli di qualsiasi essere vivente hanno la base di colore diverso da quelli in superficie, sposti al sole che tende a schiarire. Analizza il pelo del tuo amico a quattro zampe: con pollice e indice separa una piccola parte di pelo. Noterai che alla base il colore è diverso. Potrebbe essere più scuro e potresti trovare altri piccoli peli che sono la ricrescita. Ricordati che una pelliccia sintetica tutti questi dettagli verosimili non li ha.

• Consiglio numero 4: leggi bene l’etichetta.
Se sull’etichetta trovi la scritta “bordo in Lapin” oppure “ANGORA” vuol dire che al collo hai l’avanzo di più coniglietti (quelli uccisi non solo dall’industria della carne). Se invece trovi la dicitura “pelliccia di Murmasky“, non vuol dire che è pelliccia sintetica. Al collo hai un procione. In entrambi i casi sono pellicce VERE di animali VERI. Le etichette spesso e volentieri sono in inglese. Purtroppo non tutte le persone conoscono questa lingua franca della moda. Pertanto, fai attenzione se trovi sull’etichetta “real fur”, perché per l’appunto è pelliccia vera.

• Consiglio numero 5: un cappotto dal prezzo abbordabile non determina un bordo finto.
Pagare poco prezzo un indumento con pelliccia non significa automaticamente che il bordo in pelliccia sarà finto. Spesso anche i capi acquistati a buon prezzo hanno bordatura realizzata con resti di animali veri. È necessario prestare sempre attenzione.


• Alcuni esempi di pelliccia, suddivisi per animale di appartenenza

• LAPIN: la pelliccia di coniglio si distingue per la ridotta dimensione dei peli, che raggiungono circa 2 centimetri di lunghezza. Siamo davanti a una pelliccia di coniglio se il manto è molto lucido ed è tutto orientato in un verso. Se si soffia sopra la pelliccia, i peli si spostano e al tatto sono estremamente morbidi. Nell’immagine sottostante vi è un esempio di cappotto in pelle bordato con pelliccia di coniglio.

Mantella Pelliccia Vera Lapin Originale Vintage Made In Italy Prezzo  Trattabile | eBay

• VOLPE: le volpi hanno una pelliccia molto folta dai peli lunghi di circa 6 centimetri che seguono più direzioni. Se con le dita si fa spazio tra di essi, si noterà una differenza di colore. Sulla parte più esterna la pigmentazione è più chiara. Tutto ovviamente dipende anche dalla colorazione artificiale a cui viene sottoposto il manto. Sulle etichette si trova la dicitura “fox fur”. 
Un esempio di pelliccia vera di volpe:

Pelliccia in vera volpe con cappuccio – Madame Juliette

• VISONE: i visoni sono animali piccoli dalla pelliccia molto compatta e dai peli corti di circa 3 centimetri. Il loro colore è inconfondibile: marrone con sfumature caramello. Si sente benissimo al tatto: se la pelliccia è vera, è molto morbida. Si può capire che siamo davanti a un capo con pelliccia di visone vera sia per il prezzo (nell’industria della pellicceria ha ancora un costo elevato) e per la dicitura “mink fur” sull’etichetta.

Bellissima borsa in vera pelliccia di visone demi... - Depop


• PROCIONE:
per imbattersi in una pelliccia di procione basta veramente poco. I bordi in pelliccia vera sono cuciti ai cappucci di piumini, cappotti, ma anche sopra i cappelli a forma di pompon. Il manto dei procioni ha peli lunghi quasi come quelli della volpe, circa 6 centimetri, ma risulta molto più morbido. Alla base il colore è più scuro, mentre sulla parte esterna i peli hanno una colorazione miele con ciuffi di pelo in rilievo colore nero. Sopra le etichette dentro i capi d’abbigliamento confezionati con pelliccia vera di procione è possibile leggere “murmasky, raccoon fur”.
Qui sotto un esempio da me fotografato di piumino, in vera piuma d’oca, con bordo in pelliccia di procione. L’apoteosi dello sfruttamento e della morte.

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Se vuoi fare qualcosa di concreto per gli animali, e per lanciare un messaggio chiaro all’industria della moda che miete vittime, non acquistare capi in pelliccia vera.
Preferisci il sintetico, o meglio ancora, evita del tutto inserti che possono richiamare alla mente animali scuoiati come faccio anch’io.


Marchi d’abbigliamento che hanno deciso di smettere di utilizzare inserti in pelliccia:

OVS INDUSTRY, STEFANEL, GUESS, GUCCI, GIORGIO ARMANI, OBAG..

Marche sconsigliate, che potrebbero ancora vendere pellicce o che hanno in vendita pellicce:

MAX MARA, ELENA MIRO, LUISA SPAGNOLI, WOOLRICH, GEOSPIRIT , REFRIGIWEAR, PEUTEREY, BLUMARINE, YVES SAINT LAURENT, DOLCE E GABBANA, LOUIS VUITTON, MET..

Ricorda che ogni volta che fai acquisti decidi in che mondo vuoi stare.
Scegli con consapevolezza.
Grazie.

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