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°° Elisabetta Canalis: Prima nuda contro le pellicce, poi testimonial di vivisezione °°

Se c’è una cosa che non sopporto, è l’incoerenza. Soprattutto se ci sono di mezzo fama e popolarità, uccisioni e vittime.
Ed Elisabetta Canalis ormai è l’icona vip dell’incoerenza.
Dopo aver posato senza veli (come se non lo avesse mai fatto prima!) per dire “meglio nuda che in pelliccia!” per PeTA, anche se le pellicce le ha messe eccome, eccola di nuovo in tv con ben altro slogan: capelli perfetti con Pantene!
Per chi non lo sapesse, questa marca di shampoo è della multinazionale PROCTER & GAMBLE, una delle aziende più assassine. P&G testa su animali. Ed è presente nelle liste nere dei marchi da boicottare per non contribuire alla tortura di gatti, cani, scimmie, topi, ratti, cavie e tante altre specie barbaramente torturate per testare i cosmetici e i loro ingredienti.
Quindi, Elisabetta oltre ad essere una persona molto falsa, dato che ha accettato di posare nuda per una campagna animalista che proprio non fa per lei (dato che indossa eccome pellicce, e mangia la carne), adesso ha toccato il fondo pubblicizzando un prodotto che uccide tantissimi animali.

(Nella foto, un’altro prodotto a marchio P&G “Ariel” . La pubblicità-critica dice tutto. “L’unico ingrediente che non viene citato sulla confezione”, alludendo alla vivisezione.)

Per ulteriori info consultate il sito in inglese che si occupa di mostrare al mondo le atrocità che Procter&Gamble mettono in atto http://www.boycottpandg.co.uk/testing.asp

Cosa pensare?
Che per soldi e popolarità si fa di tutto.

Sinceramente penso che se ci si vuole spogliare per mostrare al mondo quanto è sexy il proprio culo, è meglio che lo si faccia per altre motivazioni, e non per gli animali che nel frattempo continuano a morire (tra l’altro anche per il suo shampoo).

Elisabetta… copriti! sei RIDICOLA!!!

 

°° Si sta come d’autunno, nei piumini, le oche °°

Dopo un’estate remissiva nel cedere il passo all’autunno, ecco arrivata la stagione caratterizzata da tanto vento, giornate più brevi, foglie che si imbruniscono nei toni dell’arancio scuro, fino a diventare morbido tappeto nelle strade trafficate da auto che sfrecciano a fanali accesi. Il freddo è arrivato, e con sé ha portato il momento di coprirsi di più per evitare il simpaticissimo Raffreddore & la sua carinissima amica Febbre. In natura gli abitanti del pianeta che appartengono al regno animale, stando a contatto con un clima più gelido, infoltiscono il loro pelo per stabilizzare la temperatura corporea. Altri provvedono ad assimilare molto cibo per creare uno strato di grasso corporeo che isola il freddo esterno dal calore interno del fisico per sopportare le intemperie. Solo una specie animale invece si procaccia strati di materiale da applicare sulla propria pelle priva di pelo: L’Uomo. La specie umana infatti non ha nessun infoltimento della pelliccia, essendone sprovvista. Per tanto, si adopra a privare altre specie animali della propria. Con armi poco civili disfa il corpo degli animali definiti “da pelliccia” (dopo averli allevati e tenuti al freddo in gabbie) sottraendone l’epidermide e realizzando con essa cappotti per adulti maschi e femmine, bordi per cappucci dedicati anche ai pargoli, sciarpe e guanti o addirittura ornamento per lingerie (quest’ultima opzione, da notare,estremamente utile). Sottolineiamo che alcune specie animali quali il coniglio (la razza Angora in special modo) vengono privati dei peli corporei che vengono applicati a maglie e accessori per puro vezzo, non avendo una funzione vera e propria (se non quella di staccarsi e finire in bocca o in un occhio a chi indossa il capo impelato) . La specie umana non si limita solo al pelo altrui. C’è ben altra cosa gradita per coprirsi d’inverno: Le piume. La piuma, così leggera e poco ingombrante, isola la pelle dei volatili dal freddo senza appesantire il corpo degli animali che popolano il cielo, permettendogli di volare e allo stesso modo di ripararsi dal freddo. L’uomo,non potendo volare,priva delle piume ai volatili strappandole letteralmente dai loro corpi ed utilizzandole come materiale interno per giacconi (chiamati poi Piumini) oppure per coperte (chiamate a loro volta Piumoni) quasi come i nazisti privavano dei capelli gli ebrei per realizzare morbidissimi cuscini o materassi “naturali”.

Questo modo di schivare il freddo e tenere al caldo il proprio corpo umano è assolutamente indecente. Inquinante. Inutile. Crudele. Disumano.

PRIMA: Questo piccolo animale è un cucciolo di visone. La sua casa è la sua gabbia. Insieme ad altri suoi simili, verrà tenuto in condizioni climatiche estreme (al freddo notte e giorno) per assicurare gli allevatori che il pelo si infoltisca. Perchè.. se un visone ha un bel pelo, anche la pelliccia in vendita sarà bella.

 

DOPO: Il dolcissimo visone, diventato grande (3 mesi di vita massimo) viene ucciso a bastonate  o con un colpo di scossa elettrica, affinchè la pelliccia non subisca alterazioni. Per realizzare un cappotto come quello che ci viene mostrato dalla baldracca nell’immagine qui di fianco, devono essere uccisi dai 300 ai 400 visoni. Più che cappotto, un cimitero pret a porter.

PRIMA: Le oche, bellissimi e candidi pennuti che personalmente mi affascinano da quando ero piccolina, vengono utilizzate per riempire i piumini. Un tempo le fattrici raccoglievano le piume cadute a terra (naturale ricambio dell’animale) e le utilizzavano per riempire i materassi. Adesso non si raccolgono più da terra, bensì si strappano dal corpo degli animali.

 

 

DOPO: Una volta spennata la vittima, il corpo viene utilizzato per nutrire gli umani carnivori, mentre le piume vengono utilizzate per farcire giacchetti e coperte (destinati a scaldare gli stessi umani sopra citati), che sotto la pioggia donano a chi li indossa l’inconfondibile odore di gallina in fase di decomposizione.

 

 

 

Questo bellissimo coniglietto perderà la vita per cedere i propri peli che serviranno a coprire inutilmente maglie e guanti..

…Hm…. ci dimentichiamo di qualcosa???anzi, di qualcuno???

Ma si!! Ecco chi mancava alla lista! La simpaticissima pecora! Così morbida.. E infatti l’uomo provvede bene a tagliare anche con metodi meccanici (che comportano mutilazioni alla coda o fondoschiena) i riccioli di lana per trasformarli in indumenti caldi.

 

 

Tutto questo avviene lontano dai nostri occhi. Alle nostre orecchie non giungono le grida di dolore delle vittime del nostro abbigliamento. La loro sofferenza non arriva fino alla nostra coscienza per scuoterla violentemente. Migliaia di animali di specie diversa perdono la vita prima del cadere delle foglie. Il loro diritto all’esistenza cessa appena inizia il periodo freddo. E tutto questo con la complicità di moltissimi umani che nemmeno si rendono conto di cosa acquistano. Complicità cieca di persone che non vanno oltre al loro essere e che non sanno immedesimarsi nell’altrui dolore.

Vi chiedo di boicottare gli articoli d’abbigliamento che comportano sofferenza e morte animale. Controllate le etichette. Non scegliete lana (wool) , piume (“real down”), peli di coniglio (lapin, angora), pelle (leather) o pelliccia (murmaski). Scegliete di vestirvi in modo alternativo, con materiali studiati per tenere al caldo il corpo umano senza privare gli animali del proprio corpo! Caldo cotone, Poliestere (anche se fibra chimica, sempre meno inquinante di pelle e pellicce) , Pile (caldissimo ed economico) ecc.

State dalla parte degli animali. Amateli, non indossate i loro resti!

 

 

 

 

 

°° Bad Vip: Simona Ventura °°

 Una delle vip più cattive nei confronti degli animali è sicuramente Simona Ventura. Non solo perchè li mangia, ma anche perchè di alcune specie, adora indossarne i resti. Lo ha dimostrato alla recente sfilata di Simonetta Ravizza (in arte assassina Annabella, che di bello ha davvero ben poco!) dove ha sfilato in passerella con una vistosa pelliccia addosso. Quasi impossibile identificare le decine di vittime cucite a forma di cappotto senza maniche (Annabella dispone di una larga categoria di animali dai quali prelevare il pelo). In compenso è facile stabilirne il loro decesso: scuoiamento da vivi. Oppure scossa elettrica? 

La femminilità delle donne finisce laddove l’aggettivo fashion si fonde alla parola MORTE.

Pessima Simona Ventura!

 

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