Archivi Blog
°°Intervista a Stefania Montalto: L’Angelo dei Conigli Tormentati dagli Umani°°
Care lettrici e cari lettori,
in questo articolo condivido con voi l’intervista che ho fatto a Stefania Didì Montalto, una persona sensibile che da tempo ha abbracciato uno stile di vita non violento e che ha salvato tante anime innocenti da condizioni terribili. Ci siamo conosciute tramite Facebook, ed è stato proprio un suo commento lasciato sulla mia pagina – dove parlava dell’aver salvato dalla sperimentazione animale tanti conigli- ad avermi fatto desiderare di intervistarla.
Le sue parole mi hanno profondamente commossa al punto di piangere, sia per il realizzare di quanta sofferenza arrechiamo alle meravigliose creature che esistono assieme a noi su questo magico pianeta, sia perché è salvifico per l’anima sapere che in questo mondo esistono anche persone come lei, che non ti fanno sentire sola/o ad affrontare il male.
Il suo vissuto e il suo esempio sono molto importanti, e meritavano di essere condivisi con voi.
Buona lettura.
•••

♦ Ciao Stefania, benvenuta sul mio blog e grazie per aver accettato questa intervista che raggiungerà tante persone sensibili e, si spera, potrà sensibilizzarne tante altre.
In quale periodo della tua vita è nato l’amore che ti contraddistingue per gli animali?
Innanzitutto, ciao a tutti e grazie per lo spazio che mi state dedicando; mi fa molto piacere poter condividere con voi la mia esperienza di volontaria.
Ho sempre avuto una naturale propensione e grande amore verso di loro; tutti: insetti e
rettili inclusi (che generalmente sono quelli che suscitano meno empatia e simpatia).
Tuttavia, quando una trentina di anni fa venni a contatto con riviste cartacee (allorché internet non esisteva) che parlavano di pellicce, vivisezione, caccia, circo e tutto il peggio perpetrato a danno degli animali, decisi di spendermi per la loro causa in ogni modo possibile; incluse scelte di vita non proprio allineate o facili ma sicuramente utili agli animali. Poi, ovviamente, volontariato nei
canili, gattil. E ancora, attivismo, manifestazioni, salvataggi veri e propri fino alla scelta definitiva di creare io stessa, 13 anni fa, una sorta di piccolo rifugio chiamato “ConigliAmo”: un vero e proprio punto di riferimento informativo e reale dedicato ai conigli recuperati da situazioni varie di incuria e abbandoni. Principalmente conigli destinati alla macellazione,
malati, storpi o provenienti dai laboratori di sperimentazione; animali talmente disastrati fisicamente e psichicamente che faticavano a trovare una sistemazione.
Quindi perché non accoglierli e dimostrare loro che non tutte le mani umane
vengono per nuocere, uccidere, torturare ma anche per salvare, curare e coccolare?
♦ Quando sei diventata vegan? Che idea avevi del veganismo prima di abbracciarlo e quali sono stati i tuoi pensieri in merito dopo aver intrapreso tale scelta?
Sono diventata vegana nel 2007. Prima ancora ero vegetariana – da circa 7-8 anni – proprio a seguito delle brutture che lessi sugli animali o vidi nei canili. Premetto che non ho mai amato la carne nemmeno da piccolina e l’unico modo di farmela mangiare era non farla somigliare a ciò che era ma piuttosto ad una suola da scarpe bruciata. Quindi la transizione a vegetariana e poi il passaggio definitivo a vegan fu assolutamente naturale e quasi scontato; è ovvio che i condizionamenti ci fossero, con le varie credenze e pregiudizi che ci si porta dietro dalla nascita: dalla “carne che fa bene”, allo “se smetti di mangiarla starai male” ecc. Ma l’andare contro questi falsi miti fu il primo passo verso la liberazione dai fardelli mentali ereditati dalla società. Una conseguente nuova visione delle cose, un nuovo mindset.
Fu con l’avvento di internet che mi si aprì un mondo orribile. Guardai appositamente e forzatamente tanti di quei video brutali e strazianti sugli allevamenti da carne e da latte, documentari sulle pellicce, sulla vivisezione, filmati sui circhi, acquari, zoo che rimasi svariati mesi sotto shock prendendo la decisione di cambiare stile di alimentazione; in primis, passando al vegano; poi, ovviamente, di vita e di priorità: resettandomi il cervello dai traumi che i video di cui sopra mi procurarono. E fu la cosa migliore della mia esistenza perché era questione di essere coerente verso me stessa ,verso gli animali e verso gli altri.
Solo facendo mio quel genere di dolore inaudito capii la vacuità e l’inutilità della vita stessa, di come ero vissuta inconsapevolmente, di come tanti, troppi stessero ancora vivendo inconsapevolmente e ancora quanti continuassero a tenere la testa sotto la sabbia consapevolmente pur di non cambiare nemmeno mezza abitudine – come tutto fosse insulso in quanto dolore silenzioso e invisibile nascosto dalle persone alle persone stesse: perché intanto “sono solo animali” e non meritano neanche considerazione; perché “sono fatti apposta per essere mangiati, sono sulla terra per noi”.
♦ Hai mai subito discriminazioni o ingiustizie per la tua sensibilità?
Assolutamente sì!
A partire dalla famiglia di origine con cui ho chiuso ogni rapporto, non fosse altro per l’incapacità cronica di essere un nucleo sano e accogliente dove albergassero empatia, rispetto e amore in generale. Poi, chiaramente, atti non proprio encomiabili da diverse persone non limitati soltanto alla derisione (che per conto mio rappresenta l’atto più meschino, dal momento che, almeno io, mi impegno concretamente a non genere loro sofferenza; quanto meno cercando di limitare i danni causati da un sistema marcio dalla base: grazie anche a chi fa dei propri paraocchi una giustificazione). Ancora, boicottaggi più o meno nascosti verso la mia attività con i conigli, danneggiamento agli animali stessi con gravi conseguenze, minacce di vario genere incluse quelle di morte.
Ma non è servito assolutamente a farmi desistere né a scalfire il mio credo o la mia costanza: anzi, hanno cementato in me la convinzione che valga molto di più la pena difendere gli animali proprio da gente simile.

♦ Hai detto di aver salvato dei conigli: qual è la loro storia?
Come accennato precedentemente, ho iniziato ad interessarmi concretamente e a titolo di volontariato verso i conigli quando ancora non erano diffusi come animali da compagnia nella seconda metà degli anni ’90; proprio perché non se ne parlava di loro come pets e non avevano alcun tipo di visibiltà piuttosto che diritti iniziando dunque a “collezionare” veri e propri “scarti” (a differenza di cani e gatti che beneficiano di un po’ di tutela e, soprattutto, ci si occupa di loro da
molti anni attraverso associazioni varie, volontari e strutture apposite).
Oltre 2000 sono passati per le mie mani (e non sono niente rispetto al resto dei milioni; lo so)… ma sono comunque un numero di creature senza chance che con sacrificio totale di tempo, di soldi, di vita, sono riuscita a rimettere in sesto levandoli da morte certa: tutto da sola! Vorrei che questo fosse uno sprone a chi dice “io non ce la posso fare” – non una dichiarazione di superbia.
Conigli abbandonati perché diventati ormai un giocattolo “vecchio” o un regalo indesiderato; ritrovati nei bidoni della spazzatura, conigli abbandonati con le orecchie pinzate con la spillatrice da ufficio, buttati nei parcheggi, in mezzo alla
strada, nei fiumi, addirittura vaganti nella carrozza di un treno; conigli usati come palloni e presi a calci in giochi di squadra, conigli mutilati soltanto perché albini, coniglietti dimenticati nello sgabuzzino, in gabbia senza cibo per mesi ridotti a delle larve, conigli abbandonati a sé stessi e lasciati morire di stenti in gabbie sfondate e invase da topi in allevamenti dismessi; una coniglia legata ad un palo e presa a bastonate incinta, conigli con malattie genetiche a seguito
dei disastri effettuati dall’uomo negli allevamenti sia da carne che in quelli amatoriali da compagnia; incroci tra esemplari consanguinei per esempio che determinano poi tare genetiche in condizioni di vita aberranti, conigli malformati o deformi, soprattutto fra quelli destinati al consumo, magari parzialmente o completamente paralizzati o con la spina dorsale spezzata a volte deliberatamente (non c’è mai limite alla crudeltà umana).
Purtroppo, i conigli vengono macellati all’età di 4-5 mesi, quindi ancora cuccioli. Per cui poco importa che siano deformi o abbiano patologie ereditarie dal momento che non diventeranno mai adulti. Grazie ai volontari sparsi un po’ ovunque in Italia, da diversi anni, questo genere di conigli esce dagli allevamenti con l’opportunità di sopravvivere. Allora sì tocchiamo con mano la realtà che cela l’industria della carne poiché le magagne escono fuori tutte nel corso del tempo.
Per non parlare poi dei meravigliosi ma più sfortunati ancora conigli da laboratorio, una rete assolutamente a parte con vissuti molto pesanti che macchiano di nera vergogna l’umanità indelebilmente. Le storie dei recuperi, dei salvataggi non sono mai leggere o allegre, il lieto fine dobbiamo darglielo noi.

♦ Cosa ti ha spinto a scrivere un libro su di loro?
“Piccole Luci” è un libretto autoprodotto in cui raccolgo 25 anni di volontariato sotto forma di aneddoti e storie vere vissute a contatto con questi meravigliosi animali; sono i lieto fine che queste creature hanno avuto dopo il loro passato, prima di andare oltre l’arcobaleno.
Mi sembrava fosse doveroso tributare un omaggio agli animali che hanno incredibilmente salvato la mia vita alla lettera e a più riprese (e se leggerete il libro scoprirete come e perché..), restituendone in primis il senso perduto ma soprattutto ridare ai conigli, per troppo tempo considerati esclusivamente come cibo, la dignità di esseri senzienti. Ancora sottovalutati e sconosciuti, hanno delle potenzialità in termini di empatia ed intelligenza incredibili: un coniglio
se “ascoltato” e messo in condizione di esprimere la sua essenza e non relegato alla mera funzione ornamentale, è al pari di cane o gatto in tutto. Cambia solo l’aspetto esteriore.
Li ho definiti piccole luci non a caso: nessuno di loro è volato via senza prima aver avuto un ruolo fondamentale: conigli che aiutano altri conigli ancora più sfortunati, amicizie speciali fra specie diverse, amori senza fine di conigli separati anzitempo, conigli da guardia e conigli crocerossini: non sono “solo” conigli… Sono I CONIGLI !
♦ Hai un messaggio che desideri mandare a lettrici e lettori?
Non scoraggiarsi né farsi scoraggiare o condizionare eccessivamente da agenti esterni nella scelta etica, intelligente nonché salutare per mente, corpo e ovviamente animali/ambiente, di cambiare prospettiva optando non solo per un’alimentazione veg ma anche aprendosi ad un nuovo modo antispecista di pensare, di sentire la vita nostra e degli altri esseri viventi, incluse piante.
Ognuno di noi può fare la differenza con semplici e graduali scelte quotidiane, è da noi stessi che parte la libertà e il cambiamento. Pare sia stimato che ogni singolo vegano, non mangiando animali e derivati, salva con la sua scelta, ben 900 animali d’allevamento all’anno!
E questo non vuol dire fare già la differenza?
© Carmen Luciano











Devi effettuare l'accesso per postare un commento.