°°Quando Gli Animali Scappano dal Macello Ma Noi Ce Li Riportiamo°°

Mansueti, buoni, calmi. Gli animali erbivori allevati dall’industria alimentare umana si contraddistinguono per la loro pacatezza, confusa spesso per incapacità di reagire da coloro che li ritengono esseri inferiori e con poche capacità di comprendonio.
Nonostante vivano una “vita” (che eufemismo chiamarla tale!) fatta di reclusione, privazioni, stress fisico ed emotivo e addirittura maltrattamenti e violenze sin dal concepimento, riescono comunque a sopportare ogni sorta di angheria che la specie alla quale appartengo riserva loro. Angherie che, ammettiamolo, fossero riversate sulle stesse persone che le compiono, le porterebbe ad impazzire.

C’è chi pensa che, visto l’atteggiamento di sottomissione di questi animali, sia giusto o addirittura doveroso subordinarli ad ogni tipo di volontà. Anche la più brutale.
Fino a piegarli, fino a spingerli oltre al limite della sopportazione, fino a spezzarli, smontando letteralmente la loro esistenza in piccole parti.

La storia ci insegna che coloro che vengono obbligati a vivere in condizioni di schiavitù, per reazione istintiva versano nella più totale inerzia. E’ stato così per gli schiavi umani (rei di avere la pelle scura) deportati e venduti dagli “uomini bianchi” come merce e costretti a lavorare nei campi. E’ successa la stessa cosa a persone, adulte o bambini, influenzati fino all’autoconvinzione di essere socialmente ed economicamente inferiori e dunque utili al mondo solo per coltivare campi per il signore di turno all’epoca del vassallaggio. Medesima cosa per le donne, da sempre subordinate alla volontà del padre e poi del marito, simbolo di immobilità remissiva ed abnegante per molti secoli.

Come spiegò il luminare John Stuart Mill argomentando dell’asservimento delle donne, non possiamo attendere che chi è ridotto in schiavitù faccia da tutto da solo per uscire fuori da questa condizione umanamente inaccettabile.
Servono stimoli interni ma soprattutto servono azioni ben mirate da chi, quella condizione di totale privazione, non la vive.
Esattamente come gli uomini che appoggiarono i primi movimenti femministi, o come quelli che sostennero quelli liberali per le persone “di colore”, è in nostro dovere oggi, visti i tempi, appoggiare gli ultimi che rimangono da liberare: gli animali.

Sono le altre specie infatti l’ultimo anello della catena di schiavitù da spezzare.
Fino a quando non smetteremo di vedere in loro esseri dai quali prosciugare ogni sorta di energia per mero affare commerciale, nessun’altra vita sarà immune dall’essere mercificata. Se arriveremo a rispettare e a lasciar vivere le forme di vita diversa dalla nostra, forse ci sarà speranza per quelle simili a noi.

Gli animali vogliono vivere una vita di umiliazioni e violenze in nome del profitto umano? 
No, gli animali non vogliono perdere la loro vita per noi.
Non è in loro dovere, e negargliela non è un nostro diritto.

Se ne parla ancora poco, ma fortunatamente stanno aumentando le notizie riguardo ad animali che scappano davanti alla morte. Perché ne sono tanti. Ci sono!
Le notizie, ovviamente, quasi mai a favore dei fuggitivi. Gli animali vengono quasi messi in ridicolo dai giornalisti nell’apparente “folle” gesto di fuggire con disperazione da ciò che sanno bene essere la loro fine.

Alcuni esempi di ribellione animale:

 

Che dire poi del vitello scappato dal mattatoio in Germania, finito in un supermercato e brutalmente ucciso da degli agenti? Quest’immagine devasta ogni singolo atomo della mia esistenza.

toro germania.jpg

Internet pullula di storie di animali che tentano la fuga per salvare la propria vita. Animali che, dopo mesi o anni di prigionia, sperano di poter sopravvivere lontano dai loro aguzzini.
Ma il dispotismo antropocentrico dell’uomo su coloro che reputa di proprietà non lascia scampo.
I fuggitivi, con l’ausilio di armi da fuoco e strumenti militari, vengono localizzati, presi e riportati nel punto esatto dove erano stati collocati: a pochi passi dal patibolo.

bolzano capra.png
Particolarmente vergognoso il commento de l’altoadige.geolocal.it che, parlando della fuga di una capra dal macello, vede nella sua morte un semplice “destino“.
Il destino degli animali non è quello di nascere per soddisfare ogni nostra esigenza, di vivere all’insegna dell’utilità umana e di abbandonare il proprio corpo nel peggiore dei modi perché a noi serve. Perché ci fa guadagnare, o perché ci sta bene così.
Ancor più vergognoso poi il gesto degli uomini appartenenti a “forze dello Stato”, che da bravi burattini privi di sensibilità e raziocinio obbediscono in nome delle leggi umane oltraggiando quelle della vita.
Vere e proprie spedizioni commissionate da chi non ha scrupoli e portate a termine da chi, di scrupoli, ne ha addirittura meno.

In nome del business, in nome del falsissimo stereotipo della superiorità umana su tutto il resto, in nome del più cieco antropocentrismo.

E’ vergognoso vedere come l’atteggiamento umano nei confronti di chi viene ritenuto inferiore non sia cambiato. Cambiano le facciate delle case, la larghezza delle strade, il paesaggio e le lingue parlate ma l’ignoranza di sentirsi padroni di qualcun altro rimane la stessa. Esattamente come gli schiavi che fuggivano dalle piantagioni, o come le donne che tentavano la fuga per salvarsi dal marito padrone, anche gli animali coraggiosi che sfidano la violenza umana vengono puniti con la morte.
Tutta l’intensa energia che può contenere un corpo mosso dal desiderio di vivere viene estinta con l’abuso.

Mi mette enormemente in stato di disagio il pensiero di vivere, nell’anno 2017, in mezzo ad una massa di individui così crudeli ancora distanti dall’evoluzione.
Ma so anche che quanto vedono i miei occhi un giorno saranno azioni fortemente criticate e disprezzate dall’umanità progredita che saremo.
Sono consapevole che chi ha visioni avanguardiste soffre nel sentirsi intrappolato in un periodo storico che non gli appartiene, e che non sono la sola a provare le stesse sensazioni.

Ho voluto scrivere questo articolo per ricordare a tutti coloro che lo leggeranno che gli animali non vogliono morire, che hanno il diritto di vivere la loro esistenza lontano da luoghi vergognosi come gli allevamenti, lontano dalle gabbie, lontano da edifici che non dovrebbero nemmeno esistere quali sono i mattatoi.
Gli animali devono, DEVONO, vivere la loro vita senza che nessuno si permetta di oltraggiarla in alcun modo.

Gli episodi di ribellione sono sempre più in aumento, come in aumento è il numero di umani che si è definitivamente alienato dalla crudeltà gratuita sulle altre specie.

Consapevole che un giorno questa enorme macchia sulla coscienza dell’umanità verrà ripulita col sostegno di tutti gli umani buoni e dignitosi di esser così definiti, vi invito a continuare a lottare per chi ancora non ha diritti.

Grazie ❤

Carmen

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Informazioni su Carmen Luciano

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Pubblicato il 16 settembre 2017, in °°whispers in the dark°° con tag , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 8 commenti.

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