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°°Se le Persone sono Fatte di Carne, Perché Mangiamo Solo gli Animali?°°
Stamattina, durante la lezione dell’interessante corso di Letterature Comparate che sto seguendo all’Università di Pisa, ho avuto modo di apprendere nuove informazioni utili sulle dinamiche del modus operandi umano che portano allo specismo.
Il corso, tenuto dal professor A. Grilli ed incentrato sulla paura (horror) e tutto ciò che ruota intorno ad essa, fino ad oggi mi ha permesso di conoscere la differenza fra paura vera e spavento simulato, nonché i loro effetti sul soggetto sottoposto a tale emozione.
In merito alla paura reale, ho scoperto che essa deriva dalla fobia (dal greco Phobos – Φόβος) di predazione congenita e innata negli esseri umani.
Anche se della nostra specie di appartenenza è stata fatta passare solo l’idea di
umano= predatore (avvalorando la tesi prendendo pitture rupestri di caccia & co d’esempio), l’umano è anche preda. Lo è stato, e accidentalmente lo è tutt’oggi.
La paura di essere predati equivale ad avere il timore, il terrore che il predatore ci raggiunga e ci annienti fisicamente, portando a compimento il processo di desoggettivazione del nostro essere.
C’è stato dunque un periodo storico in cui la specie umana era predata, ed anche se i documenti storici non lo mettono in evidenza, questa paura è rimasta cristallizzata in noi come sentimento arcaico.
– Se siamo stati prede, perché la maggioranza di noi si sentono al vertice del creato?
Mera autosuggestione.
In natura non esistono scale d’importanza fra una specie e le altre. Esistono solo le specie e determinate leggi alle quali per istinto esse sottostanno, che permettono il mantenimento dell’equilibrio.
I vegetali presenti sulla terra vengono mangiati dagli erbivori. Gli erbivori vengono cacciati dai carnivori, che a loro volta vengono cacciati da altri carnivori.
In questo modo, nessuna specie risulta in eccesso.
La nostra invece, con presunzione, si è dissociata da tale quadro ed ha così iniziato un processo di distruzione che influisce negativamente anche su di essa.
Gli animali erbivori macellati ogni anno vengono forzati a riprodursi incessantemente per sopperire alla richiesta di carne e di derivati animali. In un solo anno, riusciamo a far nascere e a far morire un numero di individui che la natura ospiterebbe nell’arco di decine e decine di anni.
Nei millenni l’essere umano ha costruito una cultura intorno a sé e si è auto-attribuito un valore. Sia con mezzi laici che con mezzi religiosi.
Dal punto di vista laico, egli si è attribuito capacità intellettive superiori alle altre specie, disponendo di questo dettaglio come pretesto per dominarle e ucciderle. In poche parole, solo poiché visti “intellettualmente inferiori”, gli animali sono alla mercé dell’uomo. Curioso constatare però come questo non accada con gli umani con danni cerebrali e dunque dalle assenti capacità cognitive.
Dal punto di vista religioso, ha deciso che l’entità alla quale affidarsi moralmente lo avrebbe creato a sua immagine e somiglianza, dotandolo di anima, di cui gli animali sarebbero sprovvisti.
In realtà, il concetto di anima sarebbe un puro artefatto concettuale tenuto in piedi, assieme alle altre qualità, da costruzioni sociali convenzionali ben precise che continuano ad esistere grazie alla convinzione diffusa.
L’essere umano, che vede in sé un non-animale e che vede negli animali dei non-umani, ha creato la contrapposizione uomo-animale per avvalersi del diritto di disporre della materia organica delle altre specie: i loro corpi.
E’ da questa contrapposizione che in tema “catena alimentare” esso si colloca esclusivamente al vertice, pensando di sovrastare ogni altra specie a suo avviso predabile. Anche solo la possibilità ipotetica di essere predati è esclusa.
– Perché se gli umani sono fatti di carne, sono convinti di potere e di avere il diritto di mangiare la carne degli animali?
Il concetto di uomo come preda è stato fortemente demonizzato dalla società.
La demonizzazione della predazione umana ha spronato l’uomo a diventare predatore verso altre prede.
Il solo pensiero di essere mangiati metterebbe in crisi l’umanità che per solidarietà categoriale piange dei rari umani che finiscono digeriti da grandi predatori (squali, leoni..), mentre non si fa scrupolo di allevare e di smontare letteralmente l’esistenza di miliardi di animali ogni anno, solo per scopo alimentare.
Gli animali sono costretti a morire anche se scappano davanti alla furia distruttrice umana.
– Gli uomini sono ciò che hanno propagandato di essere nei secoli?
No. L’esaltazione di se stessi risulta eccessiva e tendenziosa. E le motivazioni che hanno trovato, inventato, diffuso e date per vere per continuare a spargere sangue sono frutto di un processo ideologico (significato Marxista). La figura dell’uomo superiore alle altre specie è artificiosa. Le sue motivazioni sanguinarie indebite.
– E’ cambiata nella storia la visione di sé per l’uomo?
Sì. Soprattutto negli ultimi due secoli, nei quali si è verificata la crisi dell’antropocentrismo. Grazie alla teoria evoluzionistica di Charles Darwin l’uomo ha ridimensionato il suo ego smisurato ritrovandosi ad essere animale in mezzo ad altri animali.
Inoltre, la fondazione della Società Vegetariana (30 Settembre 1847, Ramsgate – Kent) e di quella Vegana un secolo dopo (1 Novembre 1944 – Regno Unito) hanno e stanno diffondendo idee che vanno a smontare ogni sorta di artificio specista.
Cosa deve pensare chi ancora mangia animali e crede di farlo per ovvi motivi?
Personalmente, penso debba accettare l’idea di essere una persona totalmente integrata in un modus vivendi precostruito, totalmente sbagliato nella morale e controproducente dal punto di vista ambientale e salutare.
Almeno io, quando ho capito che non esisteva solo questo modo di esistere mi sono sentita veramente in gabbia. Ma dalle gabbie si può uscire.
Cosa può pensare di sé chi invece ha smesso di mangiare animali?
Sempre a mio avviso, può con tutta tranquillità pensare di aver intrapreso un modo di vivere logico sottraendo la propria persona a regole irrazionali umane e sottraendo gli animali da crudeltà gratuita e immotivata.
Al prossimo articolo.
Carmen.
°°Anatra Cade dal Tir che la Trasporta al Macello: muore tra le Braccia di Chi la Raccoglie°°
È successo lunedì 16 ottobre a Noceto (Parma).
Mentre un camion di trasporto animali vivi viaggiava di sera su una strada, di punto in biaco insieme al vortice di piume è caduta all’esterno e sull’asfalto una delle creature trasportate e rese merce dall’industria alimentare: un’anatra.
Proprio dietro al camion, all’interno della sua auto, viaggiava la bodybuilder vegan Rosalinda Iodice, che nel vedere la triste scena è subito corsa a recuperare il volatile ferito.
“C’erano piume ovunque” ha detto Rosalinda riferendosi al camion.
Portata a casa e messa al caldo, l’anatra è morta poco dopo fra le sue braccia. Particolarmente toccanti sono state le sue parole condivise sul profilo facebook:
“A volte il destino è così bizzarro.. Tra le migliaia di persone che potevano esserci dietro quell’immenso tir di gabbie piene di anime, c’ero io! Si proprio io. Vi seguivo con il cuore in gola, attonita dinnanzi alla crudeltà umana. E poi tu che sei caduta al centro di una strada buia…
Mentre le macchine sfrecciavano ho incrociato i tuoi occhi, senza nemmeno esitare un istante mi sono letteralmente lanciata al centro della strada. Posso solo immaginare la tua storia, il tuo dolore e di quello di tutte le altre anime in corsa verso il macello. Tutta bagnata e sporca di feci sei morta tra il calore delle nostre braccia ❤”
Un orribile destino, quello degli animali reputati da macello. Allevati come schiavi, costretti a vivere una vita a metà fatta di privazioni e negazioni, ed infine condotti verso la morte. Un destino che non è riportato da nessuna parte in natura, ma che gran parte dell’umanità pretende sia verità suprema in nome dell’egoismo, della cattiveria, della più terribile assenza di empatia.
Nella sua vita sfortunata, questa piccola esistenza ha avuto il privilegio di poter morire fra le braccia di persone piene d’amore, lontano dalle mani insanguinate di chi spezza letteralmente l’esistenza altrui. Il suo corpo verrà ridato alla natura. La sua tomba sarà la terra, e non le viscere umane.
Chissà se potranno mai perdonarci, gli animali, per tutto il male che gli stiamo facendo. A patto che esista un modo per chiedere scusa.
°°Quando Gli Animali Scappano dal Macello Ma Noi Ce Li Riportiamo°°
Mansueti, buoni, calmi. Gli animali erbivori allevati dall’industria alimentare umana si contraddistinguono per la loro pacatezza, confusa spesso per incapacità di reagire da coloro che li ritengono esseri inferiori e con poche capacità di comprendonio.
Nonostante vivano una “vita” (che eufemismo chiamarla tale!) fatta di reclusione, privazioni, stress fisico ed emotivo e addirittura maltrattamenti e violenze sin dal concepimento, riescono comunque a sopportare ogni sorta di angheria che la specie alla quale appartengo riserva loro. Angherie che, ammettiamolo, fossero riversate sulle stesse persone che le compiono, le porterebbe ad impazzire.
C’è chi pensa che, visto l’atteggiamento di sottomissione di questi animali, sia giusto o addirittura doveroso subordinarli ad ogni tipo di volontà. Anche la più brutale.
Fino a piegarli, fino a spingerli oltre al limite della sopportazione, fino a spezzarli, smontando letteralmente la loro esistenza in piccole parti.
La storia ci insegna che coloro che vengono obbligati a vivere in condizioni di schiavitù, per reazione istintiva versano nella più totale inerzia. E’ stato così per gli schiavi umani (rei di avere la pelle scura) deportati e venduti dagli “uomini bianchi” come merce e costretti a lavorare nei campi. E’ successa la stessa cosa a persone, adulte o bambini, influenzati fino all’autoconvinzione di essere socialmente ed economicamente inferiori e dunque utili al mondo solo per coltivare campi per il signore di turno all’epoca del vassallaggio. Medesima cosa per le donne, da sempre subordinate alla volontà del padre e poi del marito, simbolo di immobilità remissiva ed abnegante per molti secoli.
Come spiegò il luminare John Stuart Mill argomentando dell’asservimento delle donne, non possiamo attendere che chi è ridotto in schiavitù faccia da tutto da solo per uscire fuori da questa condizione umanamente inaccettabile.
Servono stimoli interni ma soprattutto servono azioni ben mirate da chi, quella condizione di totale privazione, non la vive.
Esattamente come gli uomini che appoggiarono i primi movimenti femministi, o come quelli che sostennero quelli liberali per le persone “di colore”, è in nostro dovere oggi, visti i tempi, appoggiare gli ultimi che rimangono da liberare: gli animali.
Sono le altre specie infatti l’ultimo anello della catena di schiavitù da spezzare.
Fino a quando non smetteremo di vedere in loro esseri dai quali prosciugare ogni sorta di energia per mero affare commerciale, nessun’altra vita sarà immune dall’essere mercificata. Se arriveremo a rispettare e a lasciar vivere le forme di vita diversa dalla nostra, forse ci sarà speranza per quelle simili a noi.
Gli animali vogliono vivere una vita di umiliazioni e violenze in nome del profitto umano?
No, gli animali non vogliono perdere la loro vita per noi.
Non è in loro dovere, e negargliela non è un nostro diritto.
Se ne parla ancora poco, ma fortunatamente stanno aumentando le notizie riguardo ad animali che scappano davanti alla morte. Perché ne sono tanti. Ci sono!
Le notizie, ovviamente, quasi mai a favore dei fuggitivi. Gli animali vengono quasi messi in ridicolo dai giornalisti nell’apparente “folle” gesto di fuggire con disperazione da ciò che sanno bene essere la loro fine.
Alcuni esempi di ribellione animale:
- 22/11/2016 Mucca scappa a nuoto dal macello
- Video: Mucca scappa dal mattatoio
- 30/05/2016 Toro fugge dal mattatoio
- 19/04/2017 Toro scappa dal macello, finisce in un fosso e gli sparano
- 05/10/2016 Agnellino scappa dal mattatoio
- 22/12/2015 Scrofa scappa dal macello
- 02/12/2015 Toro scappa dal macello e viene abbattuto con mitraglietta
- 30/04/2007 Toro si ribella all’allevatore e viene ucciso con due colpi di carabina
- 15/09/2014 Capra scappa dal macello, i vigili del fuoco la catturano
Che dire poi del vitello scappato dal mattatoio in Germania, finito in un supermercato e brutalmente ucciso da degli agenti? Quest’immagine devasta ogni singolo atomo della mia esistenza.
Internet pullula di storie di animali che tentano la fuga per salvare la propria vita. Animali che, dopo mesi o anni di prigionia, sperano di poter sopravvivere lontano dai loro aguzzini.
Ma il dispotismo antropocentrico dell’uomo su coloro che reputa di proprietà non lascia scampo.
I fuggitivi, con l’ausilio di armi da fuoco e strumenti militari, vengono localizzati, presi e riportati nel punto esatto dove erano stati collocati: a pochi passi dal patibolo.
Particolarmente vergognoso il commento de l’altoadige.geolocal.it che, parlando della fuga di una capra dal macello, vede nella sua morte un semplice “destino“.
Il destino degli animali non è quello di nascere per soddisfare ogni nostra esigenza, di vivere all’insegna dell’utilità umana e di abbandonare il proprio corpo nel peggiore dei modi perché a noi serve. Perché ci fa guadagnare, o perché ci sta bene così.
Ancor più vergognoso poi il gesto degli uomini appartenenti a “forze dello Stato”, che da bravi burattini privi di sensibilità e raziocinio obbediscono in nome delle leggi umane oltraggiando quelle della vita.
Vere e proprie spedizioni commissionate da chi non ha scrupoli e portate a termine da chi, di scrupoli, ne ha addirittura meno.
In nome del business, in nome del falsissimo stereotipo della superiorità umana su tutto il resto, in nome del più cieco antropocentrismo.
E’ vergognoso vedere come l’atteggiamento umano nei confronti di chi viene ritenuto inferiore non sia cambiato. Cambiano le facciate delle case, la larghezza delle strade, il paesaggio e le lingue parlate ma l’ignoranza di sentirsi padroni di qualcun altro rimane la stessa. Esattamente come gli schiavi che fuggivano dalle piantagioni, o come le donne che tentavano la fuga per salvarsi dal marito padrone, anche gli animali coraggiosi che sfidano la violenza umana vengono puniti con la morte.
Tutta l’intensa energia che può contenere un corpo mosso dal desiderio di vivere viene estinta con l’abuso.
Mi mette enormemente in stato di disagio il pensiero di vivere, nell’anno 2017, in mezzo ad una massa di individui così crudeli ancora distanti dall’evoluzione.
Ma so anche che quanto vedono i miei occhi un giorno saranno azioni fortemente criticate e disprezzate dall’umanità progredita che saremo.
Sono consapevole che chi ha visioni avanguardiste soffre nel sentirsi intrappolato in un periodo storico che non gli appartiene, e che non sono la sola a provare le stesse sensazioni.
Ho voluto scrivere questo articolo per ricordare a tutti coloro che lo leggeranno che gli animali non vogliono morire, che hanno il diritto di vivere la loro esistenza lontano da luoghi vergognosi come gli allevamenti, lontano dalle gabbie, lontano da edifici che non dovrebbero nemmeno esistere quali sono i mattatoi.
Gli animali devono, DEVONO, vivere la loro vita senza che nessuno si permetta di oltraggiarla in alcun modo.
Gli episodi di ribellione sono sempre più in aumento, come in aumento è il numero di umani che si è definitivamente alienato dalla crudeltà gratuita sulle altre specie.
Consapevole che un giorno questa enorme macchia sulla coscienza dell’umanità verrà ripulita col sostegno di tutti gli umani buoni e dignitosi di esser così definiti, vi invito a continuare a lottare per chi ancora non ha diritti.
Grazie ❤
Carmen
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