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°°[Adria] Vegani e Vegetariani non graditi nella Pizzeria Rudy°°

Cari lettori e care lettrici che avete abbracciato da tempo lo stile di vita vegan per rispetto per gli animali,

se il fato dovesse mai portarvi un giorno in Veneto, più precisamente a Venezia, più precisamente a Rovigo, ancor più precisamente ad Adria, e se dovesse capitarvi proprio lì di avere un leggero languorino: ALT!
Non vi fermate al ristorante pizzeria Rudy.
Perché, vi chiederete?
Perché se siete vegetariani, vegani o “cagacazzi simili” non siete graditi!

Non ci credete?
E allora mettete da parte la convinzione che nel 2023 si sappia rispettare chi rispetta la vita delle altre creature, tanto da aver deciso di non portarle in tavola, o che si debba non discriminare la clientela per lo stile di vita intrapreso, e leggete…


Il post, pubblicato come evento importante sulla pagina facebook del locale (potete visualizzarlo cliccando QUI, fino a quando non verrà rimosso come spesso accade da chi fa becera ironia) sembra non lasciare dubbi: vegani, vegetariani e “cagacazzi simili” (che finezza) non sono graditi.

Uno scherzo di pessimo gusto?
Non sembrerebbe.
A sostenere la tesi che in questo locale veramente chi non mangia animali non è gradito, ci sarebbero le risposte fornite dal locale a persone che evidentemente si sono sentite offese da tale post.

Insomma, se una persona dice di essere vegana, per il solo motivo di essere vegana a loro viene spontaneo rispondere “che ci fai qui?”

E pensare che sul loro sito internet millantano ospitalità..



La Legge dice che si possono rifiutare clienti se il motivo è legittimo: se non si hanno abbastanza tavoli, se i clienti possono ledere in qualche modo l’attività stessa e così via. Ma se il rifiuto non è né legittimo né giustificato le conseguenze possono essere pesanti: si parla di una sanzione pecuniaria amministrativa che va dai 516 ai 3.098 euro. L’articolo 187 del Regolamento per l’esecuzione del TULPS stabilisce, infatti, che “Salvo quanto dispongono gli artt. 689 e 691 del codice penale, gli esercenti non possono senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio a chiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo”.

Può un locale che ha portate vegetali, pizze che si possono rendere vegan (facendo togliere la mozzarella, sarà questa semplice richiesta a essere da “cagacazzi”?) e altre pietanze vegetariane capaci di soddisfare le persone di cui abbiamo parlato sopra arrivare a fare un post simile?

Forse, fra acqua, farina, sale, spezie e passata di pomodoro manca un ingrediente fondamentale:
il rispetto.

Se un post simile fosse comparso in Inghilterra, dove il veganismo è tutelato dalla legge, una cosa simile sarebbe stata denunciabile seduta stante.
In Italia siamo ancora distanti da queste mete ambiziose, ma fortunatamente le persone vegane e vegetariane sono moltissime e l’opinione pubblica e la sua forza non sono da sottovalutare.

Colgo dunque l’occasione per lanciare un messaggio molto chiaro a questa attività:
chiedete pubblicamente scusa e rivedete il vostro modo di accogliere la clientela, perché vi state tirando il mattarello sulle dita da soli.
Queste battutine ironiche che hanno il retrogusto di discriminazione non fanno ridere.
In un mondo dove miliardi di animali vengono fatti nascere e macellati nello stesso anno con pesanti conseguenze sull’ambiente e sulla salute umana, è impensabile arrivare a schernire così chi per motivi etici, ecologici e salutistici ha smesso di finanziare l’industria dello smontaggio animale per abbracciare un’alimentazione vegetale dove il cibo cresce dalla terra e non nasce da un grembo materno.


Abbiate rispetto!


Aggiornamenti

Sulla pagina Facebook del locale sabato 25 alle ore 19.41 è comparso il presente messaggio rivolto alle persone. Quello di scrivere “non sono graditi vegetariani, vegani e cagacazzi simili” a loro detta sarebbe stato un post ironico in cui ci si scambiava battute.

Wow, che bella ironia! Se al posto di vegetariani e vegani ci fosse stato un qualsiasi altro termine per indicare la religione, la nazionalità, l’orientamento sessuale o il culto di un gruppo di persone avrebbe fatto ridere?

Immaginate:

“Non sono graditi ebrei, cristiani e cagacazzi simili”

“Non sono graditi italiani e cagacazzi simili”

“Non sono graditi omosessuali, lesbiche e cagacazzi simili”

Queste tre esternazioni sarebbero state punite per legge contro la discriminazione razziale, religiosa e d’orientamento sessuale e probabilmente non sarebbero mai comparse da nessuna parte.

Ma noi siamo “solo” persone che non mangiano animali. Non c’entrano il posto in cui nasciamo e varie figure divine nel nostro rispettare la vita degli animali. Quindi dobbiamo subire ironia? Basta.

A quanto pare, loro volevano semplicemente dire che per vegetariani e vegani dall’antipasto al dolce non ci sono opzioni. Punto primo: serviva essere volgari e usare termini come ‘cagacazzi’?. Punto secondo: pensare a delle opzioni vegetali per arricchire il menù non è sicuramente obbligatorio, ma è tutta entrata economica in più e soddisfacimento del cliente. Bastano veramente 5 ingredienti di numero per preparare delle portate invitanti e buone.

Andando avanti con la lettura del post, pur tirata in ballo la povera logica, non ne è stato fatto uso, e lo dimostra il paragone con i locali che non accolgono i cani.

Cosa c’entra? I cani possono essere portati con sé, lasciati a casa in sicurezza, affidati a parenti o a dog sitter.. quale nesso con persone che mangiano opzioni vegetariane e vegane, che si siedono al tavolo di in locale e consumano quanto scelto dal menu pagando il conto a fine serata?

Anche questo post ha ricevuto parecchi commenti da parte di persone che si sono sentite offese, tanto che dopo poco è stato eliminato.

Il Ristorante Pizzeria Rudy alla fine ha deciso di mettere offline la sua pagina per le critiche che stava ricevendo. E pensare che solo ieri si poteva leggere goliardicamente nei commenti “tutta pubblicità!”

Delle scuse nessuna traccia. Un vero peccato. Come ho scritto educatamente ieri attraverso un commento al secondo post sparito, avrebbero fatto una figura da signori a chiedere scusa pubblicamente. Ma a pensarci bene, dei signori non sarebbero mai arrivati a fare “ironia” e “goliardia” su parte di clientela.

Care persone vegetariane, vegane e non (ancora) che siete capitate qui su questo articolo: spero che regaliate la vostra preziosa presenza economica a ristoranti che vi accolgono con gentilezza e rispetto.

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°°L’inverosimile volontà di salvare il pulcino maschio°°

Una novità di questo periodo storico, fatto di consapevolezza e di prese di coscienza,
è la nascente necessità dei produttori di alimenti di origine animale di dimostrare ai clienti che il proprio lavoro venga svolto in modo umano, compassionevole, giusto, secondo natura e nel pieno rispetto di chi viene allevato.

Nelle pubblicità e réclame in tv e sui giornali è un tripudio di slogan (quale “benessere animale“) accostati a immagini bucoliche di prati verdi e animali in libertà.
L’allevamento? Quasi una spa dove le creature ospitate godono di trattamenti esclusivi, sotto la signorile protezione degli allevatori che le “salvano” dalla predazione.

Così la triste realtà della schiavitù animale fatta di una vita lontano dalla natura e di una morte violenta in mattatoio diventa agli occhi dei cacciatori di carrelli della spesa una sorta di favore che fattori e contadini fanno alle specie ad essi subordinate.

Fortunatamente le persone che si stanno togliendo le fette di salame dagli occhi, oltre che dal piatto per motivi etici, sono in crescente aumento.
Ma i tentativi di “rinsavire” i clienti convincendoli che non vi sia nulla di sbagliato nel mangiare animali o i loro derivati è sempre lì all’angolo.

Soprattutto i derivati.

Dopo le massicce campagne di sensibilizzazione sulla crudeltà nascosta dietro la produzione di uova (come quella di Animal Equality), responsabili della morte atroce dei pulcini maschi che finiscono nel tritacarne, alcuni marchi hanno deciso di rendere pubblica l’inverosimile volontà di graziare i neonati di sesso maschile.

pulcino maschio 1

pulcino maschio

Da notare lo stereotipo di genere maschio=muscoloso dal colore blu

Eccoci così davanti a immagini che dichiarano di salvare il pulcino maschio o di tutelarlo. In poche parole, anziché far schiudere le uova e separare i pulcini maschi dalle femmine mandandoli al macero, i piccolini vengono fatti crescere per diventare galletti, allevati quindi sino all’età adulta.

E cosa succede una volta diventati adulti?
I pulcini salvati dal tritacarne e diventati adulti finiscono al macello, ovviamente!
Niente di diverso da ciò che accade alle femmine, sfruttate per anni per il semplice fatto che depongono uova.

polli.jpg

Quali aspetti positivi può avere la volontà degli allevatori di “salvare” il pulcino maschio?
A mio avviso, nessuno.
Fra tritare vivo una creatura di pochissimi giorni gettandola fra le lame del tritacarne e sgozzarla da adulta non vedo differenza. Si tratta comunque di morte violenta.
Morte che, vorrei ricordare, non ha motivo etico di essere imposta.
A chi esterna la frase “meglio morire da adulti che da pulcini” vorrei ricordare che esiste una terza opzione: la vita. La non morte.

Nessuno ci obbliga ad essere crudeli. Perché di crudeltà si tratta.
Non abbiamo alcun diritto di mercificare il corpo altrui mettendolo a nostra disposizione. Se qualcuno lo facesse col nostro vedremmo l’atto come un’immensa ingiustizia.

Per salvare davvero il pulcino maschio basta smettere di comprare e consumare uova. Anzi, vi dirò di più: smettendo di mangiare uova non solo salverete il pulcino maschio, ma anche quello femmina e la loro madre schiavizzata.

Buona riflessione.

°°Se le Persone sono Fatte di Carne, Perché Mangiamo Solo gli Animali?°°

Stamattina, durante la lezione dell’interessante corso di Letterature Comparate che sto seguendo all’Università di Pisa, ho avuto modo di apprendere nuove informazioni utili sulle dinamiche del modus operandi umano che portano allo specismo.

Il corso, tenuto dal professor A. Grilli ed incentrato sulla paura (horror) e tutto ciò che ruota intorno ad essa, fino ad oggi mi ha permesso di conoscere la differenza fra paura vera e spavento simulato, nonché i loro effetti sul soggetto sottoposto a tale emozione.

In merito alla paura reale, ho scoperto che essa deriva dalla fobia (dal greco Phobos – Φόβος) di predazione congenita e innata negli esseri umani.
Anche se della nostra specie di appartenenza è stata fatta passare solo l’idea di
umano= predatore (avvalorando la tesi prendendo pitture rupestri di caccia & co d’esempio), l’umano è anche preda. Lo è stato, e accidentalmente lo è tutt’oggi.
La paura di essere predati equivale ad avere il timore, il terrore che il predatore ci raggiunga e ci annienti fisicamente, portando a compimento il processo di desoggettivazione del nostro essere.

C’è stato dunque un periodo storico in cui la specie umana era predata, ed anche se i documenti storici non lo mettono in evidenza, questa paura è rimasta cristallizzata in noi come sentimento arcaico.

– Se siamo stati prede, perché la maggioranza di noi si sentono al vertice del creato?

Mera autosuggestione.

In natura non esistono scale d’importanza fra una specie e le altre. Esistono solo le specie e determinate leggi alle quali per istinto esse sottostanno, che permettono il mantenimento dell’equilibrio.
I vegetali presenti sulla terra vengono mangiati dagli erbivori. Gli erbivori vengono cacciati dai carnivori, che a loro volta vengono cacciati da altri carnivori.
In questo modo, nessuna specie risulta in eccesso.
La nostra invece, con presunzione, si è dissociata da tale quadro ed ha così iniziato un processo di distruzione che influisce negativamente anche su di essa.
Gli animali erbivori macellati ogni anno vengono forzati a riprodursi incessantemente per sopperire alla richiesta di carne e di derivati animali. In un solo anno, riusciamo a far nascere e a far morire un numero di individui che la natura ospiterebbe nell’arco di decine e decine di anni.

Nei millenni l’essere umano ha costruito una cultura intorno a sé e si è auto-attribuito un valore. Sia con mezzi laici che con mezzi religiosi.
Dal punto di vista laico, egli si è attribuito capacità intellettive superiori alle altre specie, disponendo di questo dettaglio come pretesto per dominarle e ucciderle. In poche parole, solo poiché visti “intellettualmente inferiori”, gli animali sono alla mercé dell’uomo. Curioso constatare però come questo non accada con gli umani con danni cerebrali e dunque dalle assenti capacità cognitive.
Dal punto di vista religioso, ha deciso che l’entità alla quale affidarsi moralmente lo avrebbe creato a sua immagine e somiglianza, dotandolo di anima, di cui gli animali sarebbero sprovvisti.

In realtà, il concetto di anima sarebbe un puro artefatto concettuale tenuto in piedi, assieme alle altre qualità, da costruzioni sociali convenzionali ben precise che continuano ad esistere grazie alla convinzione diffusa.
L’essere umano, che vede in sé un non-animale e che vede negli animali dei non-umani, ha creato la contrapposizione uomo-animale per avvalersi del diritto di disporre della materia organica delle altre specie: i loro corpi.

E’ da questa contrapposizione che in tema “catena alimentare” esso si colloca esclusivamente al vertice, pensando di sovrastare ogni altra specie a suo avviso predabile. Anche solo la possibilità ipotetica di essere predati è esclusa.

tras los muros 1
– Perché se gli umani sono fatti di carne, sono convinti di potere e di avere il diritto di mangiare la carne degli animali?

Il concetto di uomo come preda è stato fortemente demonizzato dalla società.
La demonizzazione della predazione umana ha spronato l’uomo a diventare predatore verso altre prede.

Il solo pensiero di essere mangiati metterebbe in crisi l’umanità che per solidarietà categoriale piange dei rari umani che finiscono digeriti da grandi predatori (squali, leoni..), mentre non si fa scrupolo di allevare e di smontare letteralmente l’esistenza di miliardi di animali ogni anno, solo per scopo alimentare.
Gli animali sono costretti a morire anche se scappano davanti alla furia distruttrice umana.

tras los muros 2

– Gli uomini sono ciò che hanno propagandato di essere nei secoli?

No. L’esaltazione di se stessi risulta eccessiva e tendenziosa. E le motivazioni che hanno trovato, inventato, diffuso e date per vere per continuare a spargere sangue sono frutto di un processo ideologico (significato Marxista). La figura dell’uomo superiore alle altre specie è artificiosa. Le sue motivazioni sanguinarie indebite.

– E’ cambiata nella storia la visione di sé per l’uomo?

Sì. Soprattutto negli ultimi due secoli, nei quali si è verificata la crisi dell’antropocentrismo. Grazie alla teoria evoluzionistica di Charles Darwin l’uomo ha ridimensionato il suo ego smisurato ritrovandosi ad essere animale in mezzo ad altri animali.
Inoltre, la fondazione della Società Vegetariana (30 Settembre 1847, Ramsgate – Kent) e di quella Vegana un secolo dopo (1 Novembre 1944 – Regno Unito) hanno e stanno diffondendo idee che vanno a smontare ogni sorta di artificio specista.

Immagine correlata

 

Cosa deve pensare chi ancora mangia animali e crede di farlo per ovvi motivi?
Personalmente, penso debba accettare l’idea di essere una persona totalmente integrata in un modus vivendi precostruito, totalmente sbagliato nella morale e controproducente dal punto di vista ambientale e salutare.
Almeno io, quando ho capito che non esisteva solo questo modo di esistere mi sono sentita veramente in gabbia. Ma dalle gabbie si può uscire.

Cosa può pensare di sé chi invece ha smesso di mangiare animali?
Sempre a mio avviso, può con tutta tranquillità pensare di aver intrapreso un modo di vivere logico sottraendo la propria persona a regole irrazionali umane e sottraendo gli animali da crudeltà gratuita e immotivata.

Al prossimo articolo.

Carmen.

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