°°Save The Children e i Regali Solidali Specisti°°
Come già espresso a voce durante una mia diretta video sulla pagina facebook, voglio riportare anche per iscritto qui sul blog l’opinione che ho riguardo la campagna di regali solidali portata avanti dall’associazione Save The Children.
La campagna è in evidenza sul sito dell’associazione con uno slogan che non lascia dubbi per quanto riguarda lo specismo:
<<Questo non è un pulcino. Ma un dono prezioso>>.
Cliccando sul banner si viene reindirizzati alla pagina dedicata all’acquisto di tali “doni”:
fra le opzioni che si possono scegliere comodamente seduti al pc troviamo
un set di 6 caprette e uno da 18 pulcini.
Il primo, al prezzo di 79 euro, il secondo alla cifra inferiore di 36.
Le opzioni sono ovviamente accompagnate da immagini dolcissime di bimbi sorridenti accanto, o con in mano, gli animali che potranno ricevere se dalle zone ricche del mondo qualcuno decide di donarglieli inviando il denaro.
Utilizzando il mio spazio su internet e avvalendomi del diritto di esprimere la mia opinione, ecco che voglio condividere con voi il perché non abbia trovato giusta questa raccolta di donazioni (segnalatami da tanti followers).
I motivi toccano l’aspetto etico, passano per quello ambientale e giungono fino a quello sociale.
Innanzitutto vorrei partire col sottolineare quanto sia scorretto ai miei occhi già il titolo di per sé: questo non è un pulcino ma un aiuto prezioso.
Se le persone che non fanno differenza di specie come me vengono criticate di “umanizzare” troppo gli animali, qui abbiamo l’opposto:
pulcini e caprette visti come dono, a mio avviso ridotti a oggetto.
Ma andiamo avanti: la scelta delle foto.
Bella mossa scegliere come foto dei bambini sorridenti accanto al “dono” che si può inviare loro. Si sarebbe potuto optare per lo step finale di tale “dono”, ossia mostrare la finalità del dono stesso, ma perché mai?
Gli animali fanno tenerezza solo da vivi, magari piccolini, e coi bimbi è il combo perfetto.
Vedere negli animali del cibo è una visione antropocentrica e specista tipica della nostra specie, che si è voluta ergere più in alto possibile in una piramide immaginaria di importanza. La verità è che siamo tutti importanti, nessuno escluso.
Pensare di aiutare degli umani in difficoltà mettendo in difficoltà in modo ben peggiore dei cuccioli di animali è a mio avviso imbarazzante.
Chi siamo per decidere della vita o della morte degli altri?
Come possiamo quantificare in banconote l’esistenza?
Ma soprattutto, perché mai dovremmo fare beneficenza col corpo altrui?
Nessuno di noi accetterebbe col sorriso se qualcuno ci scegliesse come pasto da inviare ad una tribù cannibale. Sfido a dire il contrario.
Dovremmo seriamente smettere di pensare che con gli animali si possa fare ciò che più ci aggrada. Questo, dal punto di vista etico.
Ma passiamo a quello ambientale.
Quanto costa al pianeta la nostra ostinazione nel voler a tutti i costi divorare i corpi degli animali?
In natura gli erbivori sono nettamente superiori di numero rispetto ai carnivori.
In natura i carnivori tengono sotto controllo la quantità di esemplari che si alimentano di vegetazione affinché non ci sia uno squilibrio nella flora.
Sempre in natura, esistono carnivori di secondo grado che tengono sotto controllo i carnivori di primo affinché non ci siano troppi individui capaci di cacciare erbivori, importanti anche loro. Questo si definisce equilibrio.
Il genere umano ha completamente distrutto tale equilibrio con l’allevamento.
Gli allevamenti intensivi poi sono un oltraggio all’ambiente stesso.
Con arroganza e violenza si impone a delle creature di moltiplicarsi, nascere, ingrassare e di morire per finire nel piatto di umani poco consapevoli.
In poche parole, abbiamo messo in ginocchio la natura stessa obbligandola ad ospitare più forme di vita animali di quante non ne ospiterebbe in decine di anni, se non centinaia. Si parla di miliardi di animali erbivori che prima di essere macellati devono mangiare, devono respirare, devono espellere feci e urine e che rilasciano CO2 nell’ambiente. Per mero piacere (discutibilissimo) delle papille gustative i più agiscono come se tutto il resto non importasse.
Per i miliardi di animali fatti nascere col fine di morire ogni anno vengono sprecate risorse idriche e alimentari in quantità elevatissime.
Si parla di 15 kg di cereali e di circa 15.000 litri di acqua per far ingrassare un animale da carne “rossa” di un solo chilo.
Ci domandiamo mai quante persone potrebbero avere accesso ad acqua pulita e al cibo se smettessimo di sprecare tali risorse?
Nel documentario Meat The Truth si è parlato del 20% della popolazione mondiale che non solo esaurisce oltre l’80% delle risorse alimentari totali, ma che mette le mani (anzi, la bocca) su quanto può offrire la natura nei mesi a venire.
Su un numero di Focus pubblicato qualche anno fa è stata riportata un’indagine interessante: se gli umani smettessero di alimentarsi di altri animali e basassero la loro dieta sui soli vegetali, ci sarebbe così tanto cibo al mondo da sfamare 3 generazioni future, oltre a quella attuale.
Utopia? Non si può definire tale un’ipotesi che potrebbe essere realtà ma che viene tenuta a debita distanza.
Per cosa? Quanti interessi economici ci sono dietro allo smontaggio animale?
Ma soprattutto, valgono veramente così tanto i soldi rispetto alla distribuzione egualitaria del cibo fra la nostra specie?
Con l’ultimo quesito passo dunque all’aspetto sociale.
Molti anni fa durante una lezione di filosofia al liceo venne messa in discussione in classe la natura stessa della beneficenza. Secondo un filosofo che stavamo trattando, la beneficenza altro non era che un tentativo di pulirsi la coscienza. Un modo per sentirsi più buoni, donando qualcosina al prossimo, e dunque sentirsi bene.
La carità dunque secondo il pensatore sarebbe servita più allo stato d’animo di chi dona, che per chi riceve.
Concordi o no con la sua idea, mi sembra doveroso dire che sarebbe bello se nessuno dovesse dipendere dalla generosità degli altri.
Fino a quando esisterà la ricchezza, ci sarà anche la povertà. Un dualismo evitabilissimo ma che porterebbe di conseguenza a renderci tutti uguali, e ammettiamolo, a qualcuno non starebbe di certo bene perché non potrebbe sentirsi superiore agli altri.
Perché fame di potere e soldi sono una brutta piaga che affligge il nostro genere.
Dal mio punto di vista è importante aiutare il prossimo, stando sempre ben attenti a non calpestare qualcun altro, altrimenti viene meno l’utilità dell’aiuto di per sé.
Per questo motivo, e per i temi sopra trattati, ritengo che Save The Children abbia commesso un errore etico nel ridurre a doni delle esistenze.
Ben venga l’altruismo, a patto che non coinvolga la vita degli altri.
Gli animali sono tanto importanti quanto le persone.
La vera follia sta nell’avere impressa in mente una scala d’importanza che non esiste! Solo perché nessuna specie si permette di fare alla nostra ciò che noi imponiamo alle altre non ci da il diritto di spadroneggiare su ogni forma di vita.
Invece di donare “cibo in potenza”, ossia animali da alimentare e da ammazzare, doniamo “cibo in atto”: con 36 o 79 euro di alimenti vegetali si possono nutrire più persone di quanto non accadrebbe con 6 caprette e 18 pulcini.
Ancora più importante sarebbe smettere di finanziare le multinazionali che confinano le popolazioni in via di sviluppo negando acqua potabile e terreni.
Ancora più importante sarebbe lasciare che queste persone abbiano in totale autonomia la possibilità di coltivare, per avere cibo illimitato.
Sono convinta che altri modi più etici esistano per aiutare concretamente chi, per volontà del sistema, si ritrova negli ultimi posti della classifica di importanza umana.
Rispetto per l’ambiente, rispetto per le persone e rispetto per gli animali.
– Carmen
Messaggio da inviare a Save The Children:
“Spettabile Org. Save the children,
sono venuta a conoscenza della vostra campagna che nel “catalogo regali” include il pacchetto da 6 caprette a 79 euro e 18 pulcini a 36 euro.
Il vostro slogan recita “questo non è un pulcino, grazie a te può essere un aiuto prezioso”. Ci terrei ad informarvi invece che quello è un pulcino, per l’ esattezza un ESSERE SENZIENTE come ogni animale, e non un “aiuto prezioso” per chicchessia. Trattasi di una VITA a prescindere dalla specie.
L’ idea che si possa pensare di aiutare le persone calpestando la dignità e la vita degli animali mi ha profondamente sconcertata e amareggiata.
Animali che vengono venduti come regali da fare ai bambini bisognosi, animali ritratti ipocritamente accanto agli stessi bambini e da loro abbracciati e accarezzati quando è chiaro a tutti la fine che farebbero.
Sia chiaro che aiutare il prossimo è un’ azione lodevole. Ma non si può aiutare il prossimo causando la sofferenza di altri esseri senzienti che purtroppo ancora oggi, nel 2017, vengono trattati come merce, venduti e regalati come se fossero stupidi oggetti inanimati.
Trovo la vostra campagna estremamente diseducativa e assolutamente non etica. Abbiamo tutti i mezzi per aiutare il prossimo senza causare la morte di altri esseri senzienti, dovrebbe essere vostro dovere farlo nel modo più etico possibile, perchè quando si causa la schiavitù e la morte di altri esseri senzienti non è una scelta personale, ma una responsabilità politica e pubblica ancora di più se si è un’ organizzazione con scopi umanitari ed etici.
Vi invito alla riflessione, nella speranza che questa campagna vergognosa cessi, togliendo gli animali dai possibili regali”.
Cordiali saluti.
Da inviare a: social.italia@savethechildren.org
E su change.org è attiva una petizione.
Pubblicato il 10 dicembre 2017, in ° Critiche ° con tag carmen luciano vegan blog, save the children animali come dono, Save The Children e i Regali Solidali Specisti, save the children pulcini caprette. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
Lascia un commento
Comments 0