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°°Animali Felici di Essere Sfruttati nei Libri DeAgostini°°
I libri sono strumenti preziosi e importanti: contengono idee, pensieri, riflessioni e danno immortalità alle riflessioni di chi li scrive.
Sono opere che meritano di essere conservate e diffuse.
Non tutte però. Può capitare che esse configurino uno spreco di carta, e nulla più. Perché dico questo?
Perché talvolta i libri possono diventare strumento per veicolare un messaggio alterato, manipolato, scorretto o addirittura oltraggioso nei confronti degli altri.
Dipende tutto da chi li scrive, da chi li illustra e da chi li pubblica.
In questo articolo voglio mettervi al corrente di una pubblicazione a cura della casa editrice DeAgostini che trovo alquanto sconcertante.
Si tratta dei volumi periodici intitolati “Animali della Fattoria” e, come anticipa già il titolo, parlano degli animali allevati in modo estensivo o intensivo dagli esseri umani per la produzione di carne, derivati corporei e materie prime utilizzate nell’industria tessile.
Già cala un velo di tristezza al solo pensiero che ancora nel 2020 si parli (e la si attui) dell’assoggettamento animale alla specie umana..
dopo la sopra menzionata collana specista di DeAgostini oltre alla tristezza sopraggiunge anche la rabbia.
Ciascuno dei libri giunti in edicola a partire dal 2017 fino al 2018 di cui è composta la raccolta è dedicato a ogni singolo animale usato e sfruttato dagli allevatori.
I testi (ideati da Christine Serbource e tradotti in italiano) e le illustrazioni (opera di HCA Creation) sono a dir poco imbarazzanti.
Leggete.


A pagina 12 del libro “L’Oca” si parla della barbara pratica della spiumatura delle oche. Senza la minima vergogna si accenna al fatto che lo strato superficiale di questi animali viene usato per fare piumini, cuscini o giacconi. La contadina Celestina (nome che può avere un perché se si conosce la letteratura spagnola) è raffigurata mentre le raccoglie “pazientemente” mentre l’oca di turno sembra che rida dal solletico mentre altre compagne attendono che tocchi a loro.

Nella pagina successiva viene edulcorata invece la vergognosa usanza dell’ingrasso delle oche per il fegato.
Anche qui l’animale è rappresentato come se attendesse con gioia di essere sovralimentato dal fattore, che ben presto lo macellerà per ricavarne il paté di fegato.
Da notare poi la didascalia alla menzognera grafica: “dicono che il mio fegato sia una vera delizia”, e ancora “il contadino utilizza il mio fegato per preparare una crema deliziosa”.
Il messaggio che viene fatto passare è quanto vi sia di delizioso in una vera e propria sevizia.

Anche in una delle pagine dove sembra venir accennato un briciolo di verità gli animali sono raffigurati quasi allegri.
Non solo inesattezze sulle oche.
Altri messaggi manipolati sono inseriti nei libri dedicati agli altri animali, come per esempio i maiali.

“Non abbiamo bisogno di molto spazio per vivere”, basta questa frase per inorridire e domandarsi se davvero il genere umano sia dotato di intelletto oppure no.
C’è una differenza abissale tra il fingere che delle vite “non abbiano bisogno di molto spazio per vivere” e obbligarle a stare in spazi ristretti che equivalgono alla superficie dell’allevamento, dove l’allevatore killer cerca di confinare più corpi viventi possibile da macellare.
Si chiama sfruttamento delle risorse.
Sul sito ufficiale la casa editrice DeAgostini ci delizia poi con la versione gratuita in pdf del libro “La Mucca”, altro animale da secoli sfruttato e spremuto fino alla morte. Ho evitato di leggere tutto. Mi sono bastate poche righe per sentire un forte senso di nausea.
Avvalendomi della libertà di opinione dell’Articolo 21 della Costituzione, vi confesso che trovo queste pubblicazioni un insulto alla sensibilità umana e un oltraggio all’intelligenza dei più piccoli, ai quali sembra si voglia far arrivare l’idea di una realtà alterata.
Ringrazio l’insegnante che mi ha inviato questa segnalazione fornendomi delle immagini sopra inserite, e che si è rifiutata di adoperare tali testi per i suoi alunni. Trovo vergognoso che dei volumetti simili esistano.
Mi domando, sul serio, se i messaggi contenuti in essi siano appoggiati e promossi dall’editore stesso, perché sarebbe doppiamente raccapricciante.



Provo un misto di ripugnanza e disprezzo per chi rende concreto ogni giorno lo sfruttamento animale, altrettanto per coloro che vorrebbero inculcare nelle giovani menti che questo è NORMALE.
Gli animali non meritano questo.
Le altre specie non sono presenti su questo pianeta per essere sfruttati da noi. Nessuno ci strappa i capelli per farne dell’imbottitura da giacconi. Nessuno ci fa esplodere il fegato per farne un inutile paté. Nessuno ci obbliga a stare in spazi angusti, sotto luce artificiale e in mezzo ai nostri escrementi e a quelli degli altri compagni di sventura, per macellarci, farci a pezzi, mangiarci e defecarci nel water.
Nessuno mette in pratica sul nostro corpo quello che noi, svergognati, arriviamo a fare sui corpi altrui.
Ed è forse questo il punto: se solo per un giorno i protagonisti, le vittime, fossimo NOI e non loro, ci passerebbe la voglia di abusare di chi non si può difendere.
Per questo motivo ho deciso di inviare un messaggio alla casa editrice DeAgostini per esternare tutto il mio dissenso nei confronti di questi libretti coi quali non ci accenderei nemmeno il camino in inverno.
“Gentile DeAgostini,
ho avuto il dispiacere di imbattermi nella collana di pubblicazioni intitolata “Animali della Fattoria” e sono qui a scrivervi questo messaggio per condividere con voi tutto il mio dissenso.
A partire dalle spiegazioni contenute fino alle illustrazioni, trovo le vostre opere alquanto menzognere e intrise della volontà di edulcorare la violenza alla quale sono sottoposti gli animali. Anche se nelle pagine dei vostri libri gli abusi compiuti sui loro corpi vengono minimizzati e fatti passare per gesti normali, rimane eccome la mostruosità dell’assoggettamento animale.
I bambini, le giovani menti che saranno il futuro della nostra società, a mio avviso non meritano di apprendere una realtà manipolata così. E nemmeno gli animali meritano di essere raffigurati felici mentre subiscono sevizie.
Non acquisterò mai nemmeno uno di questi libri e inviterò i miei amici, parenti e conoscenti a fare lo stesso.
Provo infinita pena nel realizzare che una casa editrice come la vostra abbia toccato un livello così basso.
Saluti”
Se volete, potete scrivere anche voi un messaggio a DeAgostini da inviare all’indirizzo
relazioni.media@deagostini.it
Grazie a chi darà voce a chi non può difendersi.
Carmen.
°° Dalle uova nasce solo sofferenza °°
Tanto tempo fa, quando l’uomo non era ancora padrone di tutte le terre che esistono sul nostro pianeta, esistevano galli e galline capaci di volare.
Purtroppo, la loro caratteristica primaria da volatili, è scomparsa nel loro dna molto presto a causa delle persone che hanno imposto su questi animali la sedentarietà.
Per natura, galli e galline hanno una gerarchia: c’è un maschio dominante (il gallo) che possiede un harem di femmine, il cui numero può variare a seconda del “carisma” del maschio. Il gallo, oltre a organizzare e scegliere il territorio dove razzolare e cercare cibo , è colui che decide quando e chi delle sue femmine deve aspettare dei pulcini. Nessuno quasi ne è a conoscenza, ma… il gallo può accoppiarsi con più galline decidendo a di sua volontà chi fecondare e chi no! Caratteristica che non tutti gli animali hanno.
In natura, la femmina in “calore” scelta per avere pulcini, una volta incinta, si distacca dalle altre femmine fino a quando le uova non si schiudono. Dopo il concepimento la femmina cerca un luogo sicuro dove stare. Alla sua alimentazione aggiunge piccoli sassi, ingerendoli, che serviranno come minerali per rafforzare sia il guscio delle uova che il pulcino racchiuso in esso.Durante la cova, la gallina non si allontana quasi mai dai propri piccoli che crescono dentro il guscio protettivo dell’uovo.
L’istinto materno, spinge la chioccia ad essere aggressiva nei confronti di chi si azzarda ad avvicinarsi alle sue uova. Il tipico atteggiamento difensivo è quello di aumentare il volume delle proprie penne quasi fino a raddoppiare la grandezza del corpo! La gallina cova le uova per circa 3 settimane. Quando il corpo dei piccoli è già formato, con il becco dall’interno rompono il guscio. Una volta usciti completamente fuori, i piccoli si asciugano le piumette umide e iniziano a muovere i primi passi, sempre vicini a mamma chioccia!
I pulcini imparano a cercare e a selezionare il cibo grazie all’insegnamento della loro mamma che non li lascia mai.
Le femmine sono molto protettive, e proprio dal loro comportamento si ricava l’aggettivo “mamma chioccia” poi attribuito a madri umane molto apprensive.
Una volta cresciuti i pulcini, il colore delle loro piume cambierà in base al loro sesso, e diventeranno giovani galli e galline che potranno vivere circa 11 anni.
Non mancheranno gli episodi di prese di potere da parte dei nuovi nei confronti degli anziani… ma questo, fa parte della natura!
Tanto tempo fa esisteva tutto questo. Ma adesso, non c’è più. Non esistono più campi liberi dove razzolare serenamente. Non esistono più chiocce tranquille con i loro piccoli al seguito. Al posto dei predatori abituali, c’è adesso l’uomo. Quest’ultimo, dopo aver schiavizzato galli e galline rinchiudendoli in un primo momento in un recinto, li ha in secondo luogo intrappolati in piccolissime gabbie. Maschi lontani dalle femmine. Da tranquilli animali li ha tramutati in macchine per produrre uova.
Ed è questo che adesso fanno le creature di cui abbiamo parlato sopra: solo uova.
E’ orrendo pensare che le persone siano così superficiali e materialiste.
Eppure, la maggioranza della popolazione umana lo è.
L’inalienabile diritto alla vita di ciascun essere vivente, galline incluse, ha dovuto chinare la testa davanti alla necessità di alimentarsi ( in modo scorretto).
Milioni di galline , ogni giorno, sono vittime di abusi umani. Rinchiuse in gabbie (definite “batteria”) grandi circa 20 cm, non possono muoversi nè aprire le ali. Vivono in capannoni dalla luce artificiale accesa GIORNO E NOTTE. Non possono relazionarsi agli altri. Devono solo mangiare e produrre uova destinate al settore alimentare. Straziate dallo stress, molte di loro hanno preferito suicidarsi beccandosi dritte al cuore. Per evitare tutto questo, gli allevatori hanno optato per il taglio del becco ovviamente SENZA ANESTESIA.
Le uova finiscono confezionate e vendute. Le galline sfruttate e ormai esauste, dopo pochi mesi vengono macellate. Per “crearne” altre nuove, vengono fatte schiudere centinaia di uova dopo qualche settimana in incubatrice. I pulcini femmina finiscono dritti in gabbia dove prendono il posto delle galline macellate. I maschi, inutili ai fini di produzione di uova, vengono triturati vivi oppure lasciati morire asfissiati in sacchi della spazzatura. Come se una vita fosse uno scarto, materia inanimata da gettare.<<
Questo scempio avviene ogni santo giorno con il consenso di tutti in tantissime aziende.
Guardate cosa avviene in un allevamento di galline… tipo quello dell’azienda “BRUZZESE” di Olgiate Olona (Varese).
UOVA BRUZZESE – Una storia di ordinaria sofferenza | Laverabestia.org – Animal Video Community
Chiunque mangia le uova commissiona la tortura e l’uccisione di questi poveri animali.
Non c’è nessun motivo logico per continuare a mangiare le uova, dannosissime per la salute, o peggio ancora gli esseri che le fanno: le galline.
Abbandonate l’alimentazione crudele che vi hanno imposto sin da piccoli e avvicinatevi alla dieta vegana. E’ l’unico modo per non contribuire più alla mattanza di esseri innocenti. E’ l’unico modo per mantenere sano il nostro corpo. E’ l’unico modo per essere UMANI DAVVERO!
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