Cari lettori e care lettrici, scrivo questo articolo in quanto urge un chiarimento serio riguardo al tema delle galline “ovaiole“. Il consumo e il non consumo di ovuli di gallina è un argomento spinoso che ho trattato sulla mia pagina Facebook in questi giorni, per spronare le persone vegetariane a diventare vegan, e che mi ha fatto capire quanto si sia ancora lontani/e dal rispetto per queste creature grazie ai feedback che ho ricevuto.
Molte persone, incluse sedicenti vegan, sono convinte e intestardite del fatto che non vi sia nulla di male nel consumare uova di “galline felici”, perché: • questi animali le fanno lo stesso • vengono tenute libere • sono (a volte) salvate da allevamenti intensivi • viene concesso loro di morire “di vecchiaia”
Ma perché, anche se tenute libere in cortile e addirittura amate, è profondamente sbagliato mangiare i loro ovuli?
Prima di argomentare questo articolo con i miei pensieri, vorrei invitarvi a prendere visione del video “Uova Felici” che il collega antispecista Gianni Palagi ha pubblicato sul suo account YouTube. Un video della durata di 8 minuti che deve essere visto per iniziare a sfatare miti sulle uova e sulle galline.
Il perché sia ingiusto approfittarsi delle uova delle galline, anche di quelle tenute “libere”, è ampiamente spiegato nel video sopra riportato. In aggiunta alle informazioni fornite dal video, vorrei adesso esternare i miei pensieri dal punto di vista etico e morale.
• LA DETENZIONE DELLE GALLINE PER FINI UTILITARISTICIÈ UN RETAGGIO SPECISTA
È necessario, parlando di una delle specie più sfruttate dal genere umano, prendere consapevolezza e ammettere che quando si parla di acquisto/adozione/salvataggio di galline per tenerle con sé, la scelta è quasi sempre dettata dall’idea che da esse si otterranno le uova. Sono rari i casi in cui le persone decidono di adottare una gallina col solo scopo di tenerla da compagnia, senza pretendere nulla in cambio e senza approfittarsi di quanto fuoriesce dal suo organismo. Accade nei santuari di animali salvati dal macello, accade in alcuni rifugi, accade fra pochi cittadini privati. Il più delle volte però, purtroppo, la detenzione ha come fine primario, se non il solo ed unico, l’ottenere appunto gli ovuli e averli “freschi” di giornata.
C’è chi ha avuto il coraggio di dire che le uova le galline le fanno lo stesso, che è un peccato buttarle via, e che nel prenderle non vi è nulla di male perché così si viene compensati dei favori che vengono fatti loro (“protezione”, alimentazione ecc).
L’idea che degli animali debbano sdebitarsi con gli esseri umani poiché questi hanno deciso (senza il consenso degli animali in questione ovviamente) di detenerli, confinarli dentro i propri spazi privati, è di una bassezza disarmante, frutto di uno specismo antropocentrico irrazionale, radicato nella mente, e di catene mentali che devono essere spezzate.
Togliamoci dalla testa il racconto distorto e non veritiero che vede come protagonista la specie umana, in un mondo con altre creature messe nelle sue mani, alla sua mercé. Gli esseri umani non sono padroni di nessuna delle vite che li circondano, non detengono alcun potere. Sono solo alcune forme di vita che coesistono con altre forme di vita su un pianeta. Non esistono gerarchie, non esistono specie superiori o inferiori. Fine.
Nessuna delle specie presenti sulla Terra è in debito con noi. Nessuna ha l’obbligo, il dovere di servirci, di darci qualcosa di sé, di porgerci parte del proprio corpo, di alimentarci, di soddisfare ogni nostro capriccio.
Dovremmo imparare, una volta per tutte, che ogni esistenza al mondo esiste per fare esperienza, e che non abbiamo alcun diritto di trasformare la loro in privazione, negazione, cattività, detenzione, sfruttamento e morte.
• L’OVULAZIONE DELLE GALLINE NON È ALLA NOSTRA MERCE’
La nostra società porta avanti azioni a cui è stato dato inizio da generazioni passate, da persone che non hanno un’identità o un volto a noi conosciuti e alle quali non possiamo più chiedere i motivi e il perché di tali usanze. È un segno di profondità d’animo e di coscienza mettere in discussione quanto ci appare “normale”, e realizzare che talvolta si continua a fare ciò che per secoli si è fatto per mera abitudine. Se c’è stato un periodo in cui delle persone, per bisogno, hanno iniziato a derubare le galline delle proprie uova (ovuli che se fecondati diventano loro figli e figlie), non è detto che ad oggi, nel XXI secolo, si debba continuare a consumare i loro derivati corporei.
Le galline esistono al mondo per se stesse, non perché sono macchinari di produzione di alimenti destinati alla specie umana. Nei secoli, negli ultimi decenni sono state selezionate appositamente per rendere i loro corpi più produttivi, oltre le loro possibilità naturali. Tutto ciò è un insulto alla vita, è un affronto al rispetto per la loro esistenza.
• NECESSARIA L’IMMEDESIMAZIONE
Soprattutto le donne, che hanno le ovaie e possibilità di ovulare come queste femmine, dovrebbero spezzare le catene di assoggettamento che schiavizzano le galline confinandole nello stereotipo di “animale da cui attingere qualcosa”. Quale animale alleva donne umane col fine di ottenere donne che ovulano 30 volte in più delle loro possibilità fisiche? Quale specie si tiene in cortile delle donne, alimentandole per carità, ma solo per togliergli di volta in volta l’ovulo?
Donne, mi rivolgo a voi: se qualcuno vi tenesse dentro uno spazio confinato perché dal vostro corpo esce quasi un ovulo al giorno, vi sentireste libere? sareste felici? non vi sentireste forse un tantino USATE? I periodi storici in cui eravamo utili solo come incubatrice si seme maschile per procreare sono finiti, facciamo finire anche quello in cui altre femmine sono rese schiave e sottomesse.
• OVULI DI GALLINA NON NECESSARI PER LA NOSTRA ALIMENTAZIONE
Ci sono studi che dimostrano che non è dannoso il consumo di uova, altri invece che affermano il contrario. Non importa. Ciò che dovrebbe essere chiaro a tutti/e è che gli ovuli delle galline non sono necessari nella nostra alimentazione. Non ne abbiamo bisogno, si vive egregiamente senza.
→ Per preparare dolci non sono indispensabili. Se avete delle ricette con uova fra gli ingredienti, potete sostituirle seguendo questa guida di Vegolosi → Al posto delle frittate, cariche di colesterolo, si possono fare farifrittate con farina di ceci → Per realizzare ricette più complesse, si possono usare alternative interamente vegetali. Alcuni esempi:
• VeggFast Total (per le ricette che implicano uso dell’uovo intero) • VeggFast Red (per le ricette dove si utilizza il tuorlo) • VeggFast White (per le ricette dove si utilizza l’albume)
• Cosa accade se si smette di mangiare uova di galline? – non sosteniamo più gli allevamenti intensivi o estensivi dove vengono sfruttate e successivamente spedite al mattatoio – non sosteniamo più la selezione di femmine dall’organismo più ovulante – non portiamo avanti lo stereotipo di “gallina = animale da cui trarre qualcosa” – impariamo a rispettare le loro esistenze – viviamo senza vedere nelle altre creature delle vite di cui approfittarsi – le nostre ricette saranno interamente vegetali, più leggere e libere dallo specismo
• Cosa fare con le uova delle galline che si hanno con sé? Si può prendere esempio dai santuari, come quello Capra Libera Tutti, che scrive:
CHE CI FACCIAMO CON LE UOVA?
Nella società in cui viviamo sembra quasi inconcepibile pensare che gli altri animali possano esistere – sia a livello individuale che in quanto membri di una collettività – semplicemente come soggetti di vita, senza una finalità utile a soddisfare determinati “bisogni” umani.
Eppure – attraverso la quotidianità di questo luogo e dei suoi abitanti – cerchiamo di raccontare che vera natura degli animali convenzionalmente allevati e definiti “da reddito” è molto distante da quella propagandata dall’industria e dalla pubblicità, e che essa non coincide affatto con la funzione produttiva che il sistema assegna loro per legittimarne e normalizzarne l’utilizzo e lo sfruttamento.
Nei santuari gli animali sono finalmente liberi di vivere senza uno scopo indotto, senza produrre utili e guadagni.
Spesso ci viene chiesto perché non ci sosteniamo vendendo le uova o il latte degli abitanti del Santuario: come se dovessero in qualche modo sdebitarsi della libertà che li aiutiamo a riconquistare.
Ma il punto è proprio questo: nei santuari gli animali sono liberi di fare ciò per cui ogni essere vivente nasce: vivere.
Lo ripeteremo fino allo sfinimento: le uniche cose che gli abitanti del Santuario Capra Libera Tutti producono sono consapevolezza e cambiamento nelle persone che vengono a contatto con le loro storie!
Qui è possibile incontrarli, conoscerli e riconoscerli come esseri viventi e senzienti artefici della propria esistenza e liberi di autodeterminarsi.
Quando venite a trovarci prendetevi qualche minuto per osservare le galline libere riappropriarsi dei loro corpi, dei loro ritmi, del loro spazio. Focalizzatevi sulla loro individualità e non sul prodotto dietro il quale, altrove, questa individualità viene nascosta.
E se proprio volete saperlo, “che ci fanno con le uova” chiedetelo a loro: perché solo a loro appartengono.
Inizia così il gingle di una delle tante pubblicità televisive di aziende che invogliano gli spettatori a preferire i loro prodotti in occasione delle festività natalizie.
Nelle immagini che scorrono sullo schermo tutto viene esaltato, fatto passare per bello, carico di sentimenti e di bontà.
” A Natale siamo tutti più buoni “, continuano a ripetere da anni come fosse un mantra le persone,
magari per auto-convincersi, visto che non è proprio così.
La realtà infatti è ben diversa.
Natale, ancora per troppi, è il periodo per eccellenza dove egoismo, specismo, indifferenza, assenza di empatia un pizzico di cattiveria trovano posto nelle case delle persone. Soprattutto in cucina.
Proprio per spingere a riflettere chi ha ancora non lo ha mai fatto sono qui a ricordare cosa c’è dietro ai principali “classici” natalizi.
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A NATALE PUOI…
…permettere che milioni di galline passino la loro breve esistenza in capannoni sovraffollati, o peggio ancora dentro minuscole gabbie ( gli allevamenti in batteria esistono ancora in Italia, n.d.r ) , sfruttate come macchine di produzione uova. In natura, libere, ne deporrebbero 22. In allevamento vengono indotte a deporre almeno un ovulo al giorno.
Puoi permettere anche che vengano fatte schiudere svariate uova per far nascere pulcini femmina, ovvero nuove sostitute ovaiole, mentre i maschi vengono tritati vivi o gettati nell’immondizia dal momento che sono improduttivi e dunque inutili.
Si parla di milioni di esserini fatti nascere per esistere solo pochi giorni. Piccole esistenze che in frazioni di secondi tra le lame dei macchinari perdono la vita nel peggiore dei modi.
Puoi permettere tutto questo semplicemente comprando anche solo uno dei panettoni e pandori “classici”, che contengono uova, in vendita nei supermercati o in pasticceria.
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A NATALE PUOI…
…disinteressarti completamente della schiavitù in cui riversano migliaia di mucche, confinate dentro le quattro mura delle stalle dove di anno in anno. Tanto che ti frega? Mica ci stai tu, no?
Ingravidate manualmente partoriscono vitellini che verranno portati via da loro e che vengono uccisi pochi mesi dopo o
buttati via direttamente , essendo “merce” di scarto. Una vita da “mucca da latte” fatta di privazioni, violenze fisiche , sofferenza, isolamento. Una vita straziante che termina con una morte precoce, al mattatoio.
Il tuo disinteressamento totale nei confronti della loro prigionia ti permetterà di accaparrarti al supermercato il cioccolato che tanto adorano i tuoi figli.
Cioccolato realizzato col cacao probabilmente sottopagato coltivato da popolazioni meno abbienti e fatto sicuramente con il latte che spettava ai figli di qualcun altro.
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A NATALE PUOI…
…anziché di un dito, prenderti direttamente tutto il braccio di qualcuno!
Di un maiale, per esempio.
Maiale nato dentro un allevamento dove sua madre lo ha allattato confinata e immobilizzata dentro una gabbia e dove ha vissuto pochi mesi prima di essere trasportato in tir verso il mattatoio.
Maiale che probabilmente è morto annegato dentro la vasca d’acqua bollente, dal momento che non sempre l’elettronarcosi e il colpo di pistola in fronte portano l’imminente decesso dell’animale.
Una vita passata a mettere su peso affinché tu possa avere quell’arto che tanto desideri da esibire con fierezza sulla tavola, adornato di lenticchie.
Perché festeggiare senza la zampa mozzata a qualcuno è roba da plebei, e tu che devi seguire la tendenza non puoi permetterti una mancanza del genere.
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A NATALE PUOI…
… permettere che uno degli animali acquatici più intelligenti che ci siano ( forse più intelligenti di chi li pesca! ) venga sbattuto con la testa su una superficie dura fino alla morte. Proprio perché tu senza il polpo il menù del cenone non riesci nemmeno a ipotizzarlo.
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A NATALE PUOI…
… sostenere la cattura o l’allevamento di animali che verranno tenuti dentro teche di vetro con le chele legate, senza mai più essere alimentati, fino a quando non passerai al banco pescheria dove previo pagamento acquisterai la loro vita per qualche decina di euro. Come se la vita di qualcuno avesse un valore economico.
Dopo poche ore li butterai vivi dentro una pentola d’acqua bollente. Tanto le loro grida mica le senti chiudendo il coperchio.
Bello morire ustionati, vero?
Fantastico.
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A Natale puoi decidere di continuare a esistere sulla morte degli animali portandone in tavola specie diverse per “festeggiare” questa data, ma sei sicuro/a che VUOI? Sicuro/a che DEVI per forza??
Puoi al contrario optare per una scelta più consapevole e rispettosa: quella di preparare un menù gustoso dove nessun essere vivente è stato ucciso per diventarne protagonista da morto.
Gli animali non sono cibo
e festeggiare per religione la nascita di qualcuno togliendo la vita a qualcun altro è un crudele controsenso.
Una festività da passare in famiglia non può contare più dell’esistenza di animali che sul serio non ci hanno fatto niente di male per essere trattati e uccisi così, senza pietà.
Il mio augurio sta nello sperare che possiate tutti capire veramente quanta violenza si nasconde dietro gli alimenti derivati dallo sfruttamento animale che buttate con leggerezza d’animo nel carrello della spesa.
Una violenza che dovreste, per sentirvi “più buoni”, evitare di sostenere economicamente.
Ci sono infiniti piatti da realizzare e da portare in tavola per pranzi e cene natalizi fatti interamente con ingredienti vegetali ( ortaggi, verdure, cereali, legumi, semi ).
Questo Natale cambiate menù e lasciate agli animali il diritto di esistere.
ALLEVAMENTI DI GALLINE IN GABBIE FUORILEGGE IN VENETO E IN EMILIA ROMAGNA
VIDEO-INVESTIGAZIONE DIFFUSA DALLA LAV: “PERCHE’ I SERVIZI VETERINARI ASL NON HANNO CHIUSO QUESTE AZIENDE?”
Una clamorosa video-investigazione (www.youtube.com/watch?v=ONx7sp1KHKI) diffusa in Italia dalla LAV smaschera due aziende agricole italiane che detengono più di 100.000 galline ovaiole in gabbie di batteria convenzionali illegali: gli allevamenti si trovano in provincia di Verona e a Forlì. L’investigazione, pervenuta all’associazione Four Paws e svolta a fine febbraio, mostra fino a 15 galline segregate in una gabbia, in spregio alla legge, e persino galline che depongono le uova nei pressi di cataste di animali morti, con evidenti problemi sotto il profilo igienico-sanitario.
Il filmato – trasmesso ieri da Striscia la Notizia (Canale 5) in un servizio di Edoardo Stoppa – mostra anche diversi tipi di gabbie convenzionali illegali, galline con i becchi tagliati per ridurre gli infortuni di altri uccelli e gli atti di cannibalismo. Centinaia di galline non sono sopravvissute a questa illegalità: i loro cadaveri sono stati gettati in un contenitore enorme. All’interno delle due aziende agricole non c’è alcuna luce naturale, il pavimento è in rete metallica e non c’è alcun arricchimento. Enormi le quantità di uova rotte e sprecate, dalla dubbia destinazione.
La Direttiva del Consiglio dell’Unione europea 1999/74/CE che ha vietato, a partire dal 1° gennaio 2012, le gabbie convenzionali per le galline ovaiole – le galline devono essere tenute all’aperto, a terra o in “gabbie modificate”, con almeno 750 cm² di superficie a disposizione di ciascuna gallina, un nido, lettiera, posatoi e dispositivi per accorciare le unghie in modo da soddisfare i loro bisogni biologici e comportamentali – è nota da ben 14 anni, ma alcuni allevatori continuano a violare il diritto dell’Unione Europea. Dopo più di un anno dall’entrata in vigore della Direttiva recepita dal Decreto Legislativo 267 del 2003 e sebbene l’Italia sia ufficialmente tra i destinatari della comunicazione di costituzione in mora da parte della Commissione UE, a causa del mancato recepimento di questa Direttiva, la LAV denuncia questa inaccettabile illegalità.
“Abbiamo denunciato queste illegalità per il reato di maltrattamento (art. 544 ter cp) e di frode in commercio – afferma Roberto Bennati, vicepresidente della LAV – Chiediamo tolleranza zero: perché i Servizi veterinari Asl non hanno chiuso queste aziende? Gli allevatori hanno avuto più di un decennio per adeguarsi, dalle istituzioni ci aspettiamo ogni sforzo per garantire la legalità e adeguati controlli. La Commissione Europea ha già esortato a rafforzare le procedure di infrazione con multe alte per tali pratiche illegali.”
“Una volta immesse sul mercato, non è possibile distinguere queste uova da quelle legali: chiediamo alle autorità competenti di indagare a 360 gradi sui possibili profili di illegalità tra cui l’ipotesi di violazione della concorrenza – prosegue Roberto Bennati – Possiamo ipotizzare che le uova fossero vendute in prodotti trasformati come pasta, dolci e maionese. Questa illegalità è ingiusta per gli animali vittime, per i cittadini ma anche per la maggior parte degli agricoltori europei che si sono adeguati alle nuove norme: questi allevamenti fuorilegge fanno enormi profitti violando la legge, la concorrenza e l’etica!”
In vista della Pasqua, tradizionalmente caratterizzata da un elevato consumo di uova, la LAV invita i cittadini a preferire le ricette senza ingredienti di origine animale: suwww.cambiamenu.it tanti consigli pieni di gusto! Scopri il menu di Pasqua della LAV:http://www.cambiamenu.it/menu/A-Pasqua-scegli-di-Cambiare-Menu
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