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Difesa delle Colombe “a Scopo di Lucro”: Le Mendaci Affermazioni sul Caso di Sulmona
Care lettrici e cari lettori,
la campagna di sensibilizzazione avviata per chiedere al Comune di Sulmona e alla Confraternita di Loreto, in modo del tutto civile, di non usare più animali per la tradizionale “Madonna che scappa in piazza” è sfociata in risvolti molto gravi.
Venerdì 22 marzo è stato pubblicato un articolo su un quotidiano online, poi diffuso nel web, con esternazioni del tutto infondate rese pubbliche da un consigliere comunale, affiancate al mio nome.

Angelo D’Aloisio, del Movimento 5 Stelle di Sulmona, sarebbe dunque stupito dalla protesta avviata da Martina • Piccioni Paralimpici e da me, trovandola “assurda”.
Se tale campagna di sensibilizzazione ha coinvolto, e continua a coinvolgere, così tante persone evidentemente quanto da noi espresso e portato avanti si basa su qualcosa di concreto, ossia la l’impellente volontà di molti di sapere gli animali lontani da tradizioni, usanze, culti e tradizioni umane.
Ma arriviamo al dunque.
Come si può leggere dal fermo immagine, il consigliere ha pensato di sollevare un dubbio circa la natura dell’azione di sensibilizzazione intrapresa, virando il discorso sull’aspetto economico.
Forse non è un caso, che sul quotidiano “OndaTV” il titolo sensazionalistico scelto sia stato “Colombe della Madonna: chieste donazioni per campagna degli animalisti. Protesta D’Aloisio“.
“Non proprio una campagna per i volatili”, viene scritto in didascalia su Facebook.

“E non solo, ho scoperto che chi ha avviato questa protesta chiede anche donazioni sul suo iban“.
Visto il metodo d’indagine, forse è una fortuna che il signor D’Aloisio si dedichi alla politica e non a scoperte che interessano il bene dell’umanità.
La “scoperta” del consigliere comunale sarebbe stata il link fissato in alto nel profilo di Martina • Piccioni Paralimpici, su Instagram. Un link che riporta non al proprio IBAN, come erroneamente indicato, ma a un conto Paypal dove chi desidera può inviare una donazione spontanea per sostenere l’operato di Martina che va incontro a ingenti spese per il recupero, la riabilitazione e il reinserimento dei piccioni e di altri animali, ai quali viene data una seconda possibilità di vita.
Ma le colombe usate a Sulmona non c’entrano.
Come si può constatare sia dal video di Martina sull’invio email a Sulmona che dai miei articoli, nessuna richiesta di denaro è mai stata fatta né da lei né da me in occasione di questa campagna di sensibilizzazione in difesa delle colombe. Nessun atto di strumentalizzazione è stato compiuto.

Continuando con l’analisi delle esternazioni, D’Aloisio chiede:
“Davvero? Ma non è più sensato trovare un lavoro piuttosto che strumentalizzare su inesistenti violenze agli animali?”
La sua domanda retorica, che trovo del tutto imbarazzante, non lascia dubbi.
Peccato per l’onestà intellettuale di qualcuno che Martina abbia eccome un lavoro, e che non stia affatto usando questa lecita richiesta di smettere di usare animali per ottenere soldi.
“Sono veramente basita e disgustata. Sarebbe bello far vedere a queste persone come io non solo non lucro sulle donazioni, ma addirittura le donazioni a me non bastano. Il mio stipendio (non basato sul recupero degli animali, n.d.r), oltre ai beni primari di cui ho bisogno, va tutto al recupero di queste creature” ha espresso Martina in merito.
Gravissime sono state le affermazioni di una donna, pubblicate in un commento sulla pagina del Movimento 5 Stelle di Sulmona, che ha espresso:

Accuse pesanti – di cui è già stata fatta dovuta documentazione – che mi auguro Martina denunci per diffamazione aggravata a mezzo stampa.
Sulla vicenda è intervenuta anche Fabrizia Morelli, consigliera comunale del Comune di Fucecchio (FI), anche lei del Movimento 5 Stelle ma con una sensibilità nettamente diversa nei confronti degli animali:
“Il Movimento 5 Stelle è uno dei pochi partiti che da sempre ha oggetto nel proprio programma la tutela degli animali e l’abolizione della caccia. Mi meraviglio di come un gruppo come quello di Sulmona accetti lo sfruttamento di animali per manifestazioni civili.
Ben vengano le tradizioni antiche ma senza uso degli animali. Ci sono moltissime diverse modalità per coinvolgere bambini, persone e tanto altro che rendano la manifestazione comunque bella e valorizzata. È l’ora di cambiarla la tradizione e di omologarsi ai principi che questo Movimento ha sempre professato. Mi affianco dunque alla protesta di Carmen Luciano e sono pienamente d’accordo con lei e con chiunque abbia criticato quest’azione.
Sbagliare si può, basta riconoscerlo e cercare di migliorare la sensibilità verso ogni essere vivente.
Confido dunque, in una prossima manifestazione vostra senza uso di animali.
Le colombe non sono giocattoli, pensateci”.
Tornando alle parole di D’Aloisio “Ma davvero pensiamo che liberare queste colombe sia una forma di violenza?” è necessario ricordare il significato del verbo LIBERARE.
Da Treccani:
1. Rendere libero, restituire alla libertà
2. salvare da pericoli, da un male, sottrarre a danni, molestie e sim.
Stando alle risposte che fino ad ora ci sono giunte dai comunicati riportati dai giornali,
le colombe sarebbero allevate in un allevamento a qualche chilometro dalla piazza dove la domenica di pasqua vengono fatte “volare”.
Dal punto di vista pratico e linguistico questa non è liberazione, ma solo utilizzo e impiego di tali creature al fine di abbellire e rendere suggestiva una scena di tradizione, culto e usanza religiosa.
Tale utilizzo avviene assieme all’esplosione di mortaretti e botti, in una piazza gremita di persone.
Le colombe farebbero volentieri a meno di esser fatte volare in questo contesto.
Occorre ricordare, ancora una volta, che la campagna di sensibilizzazione accolta da numerose persone è stata avviata per chiedere che si smetta di coinvolgere gli animali, esistenze che non hanno religione, in eventi umani.
Visto e considerato il feedback politico di Sulmona, facciamo allora appello alla sensibilità delle persone: disertate eventi dove gli animali vengono coinvolti, dove vengono usati, nei quali vengono tirati in ballo. Questo ovunque, in Italia e nel mondo. Il diritto alla libera esistenza deve venire prima di ogni altra cosa.
Gli animali sono creature reali, vere, vive, inclini allo stress e alla paura a cui deve essere riconosciuto il diritto alla libera esistenza lontano da realtà antropocentriche e speciste.
Non sostenete con la vostra presenza nessuna usanza che veda in loro dei decori, dei simboli.
Gli animali esistono su questo pianeta per sé stessi, non per noi.
Visto e considerato poi l’immancabile ‘muro di gomma’ innalzato della chiesa ogniqualvolta si cerca di far comprendere che le altre creature devono essere lasciate in pace, chiesa che appare restia al cambiamento e ad accettare che la sensibilità umana stia evolvendo, valutate di prendere formalmente le distanze dalla suddetta mediante l’apostasia.
Trovate il modulo per richiedere lo sbattezzo sul sito dell’UAAR – Unione Atei Agnostici Razionalisti.
Non frequentare la chiesa non basta: occorre far rimuovere il proprio nominativo dai registri affinché non si venga più conteggiati nel numero di ‘fedeli’ che sostengono le loro iniziative. Anche quelle che purtroppo continuano a coinvolgere gli animali.











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