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°°Obbligo Vaccinale, Bambini e Discriminazione: La Testimonianza di Benedetta°°
Sono passati undici anni da quando Benedetta B. è finita sui quotidiani nazionali per essere stata fra quelle poche persone che nel 2012 hanno scavalcato le recinzioni dell’allevamento lager di Green Hill per salvare i cani beagle che vi erano rinchiusi.
Da quella memorabile liberazione che innescò un processo penale finito con l’assoluzione degli attivisti, e che ha segnato indelebilmente la storia del movimento animalista in Italia e nel mondo, sono trascorsi oltre due lustri costellati di nuove esperienze.
Benedetta, all’epoca ventenne, oggi è una giovane donna trentenne madre di tre splendide creature, che oltre a continuare a lottare contro le ingiustizie sugli animali si oppone a quelle riversate sugli esseri umani.
Questo articolo nasce dalla volontà di raccontare pubblicamente le sue vicissitudini riguardanti un tema tabù della nostra società: l’obbligo vaccinale.
Benedetta, madre di Gioele, Marco Aurelio e Maria Vittoria, sta vivendo delle situazioni difficili intrise di discriminazione sociale per la scelta di non vaccinare nessuno dei suoi bimbi. Una scelta dettata da ragioni salutistiche, ma anche da quelle morali: come dodici anni fa, continua a non sostenere una scienza che si basa sulla sperimentazione animale.
Qui di seguito riporto la sua lettera-testimonianza.

“Ciao Carmen, voglio raccontare a te e alle persone che seguono il tuo blog cosa sto vivendo e cosa ho già vissuto in passato.
Nel 2017, il mio primo figlio Gioele stava frequentando il secondo anno di materna quando uscì la legge 119. In breve veniva stabilito che i vaccini obbligatori da 0 a 16 anni diventavano 10 e ai bimbi non in regala veniva precluso l’accesso a nidi e materne di ogni genere, sia pubblici che privati. Vista invece l’obbligatorietà d’istruzione, dalle elementari in poi veniva deciso che ti beccavi una multa da 100 a 500 euro.
Prima i vaccini obbligatori erano 4 (considerati obbligatori ma in realtà per chi non aveva adempiuto all’obbligo vaccinale non erano previste “punizioni“).
Da subito, fui sollecitata dalla preside, tramite ripetute chiamate, a regolarizzare la situazione.
Al tempo, vista la novità, si poteva ancora effettuare la prenotazione dei vaccini e poi disdire all’ultimo per “guadagnare tempo” e così feci per diversi mesi sperando di riuscire a far terminare a Gioele il percorso che aveva cominciato.
A Marzo purtroppo ricevetti l’ultima telefonata della preside: Gioele veniva sospeso fino a che non avessi consegnato il libretto vaccinale con tutte e 10 le vaccinazioni.
Fino all’inizio delle elementari ha fatto l’asilo nel bosco, esperienza che si è rivelata unica e bellissima. C’è da dire che l’asilo nel bosco si trova in una frazione vicino a dove abitiamo, e per arrivarci la strada è molto ripida e il costo per la frequenza è elevato. Situazione analoga per la scuola Steineriana in un altro paese vicino casa nostra, costi elevatissimi e pranzo da casa.
In queste scuole alternative i bimbi vengono presi poi dai 3 anni.
Il mio secondo figlio, Marco Aurelio, l’anno scorso (aveva due anni) e io e mio marito, lavorando entrambi e non potendo avere accesso al nido per la questione vaccinale, lo abbiamo portato alla Ludoteca, dove faceva l’orario del nido, cioè dalle 8 e mezzo alle 16.
Portavo io il pranzo e faceva lì anche la nanna pomeridiana.
Lì ci siamo trovati molto bene ma Marco Aurelio era inserito, ovviamente, con bimbi di tutte le età.
La ludoteca dovrebbe essere un posto dove portare tuo figlio per le emergenze, la sua funzione non è di educare, è un posto “di fortuna”.
Tant’è che il bimbo ha cominciato a dire sempre più parolacce, la stessa tata mi aveva raccontato che spesso i bimbi grandi (anche dodicenni) bestemmiavano ed erano ingestibili.
Quest’anno, che Marco ha raggiunto i tre anni, avevo dunque pensato di portare anche lui all’asilo nel bosco ma non c’era posto.
Né lì, né altrove nelle vicinanze.
Io e mio marito ci siamo visti perciò costretti a iscrivere il bimbo alla scuola materna.
Già a Gennaio lo avevo iscritto (per settembre) alla materna comunale.
Dopo la graduatoria, Marco Aurelio è stato accettato alla Montessori a San Frediano (Cascina).
Materna gratuita dietro casa che aveva frequentato anche il fratello Gioele prima di venire espulso a metà del secondo anno.
A Febbraio però mi ha chiamato la preside e mi ha detto di annullare l’iscrizione perché dai controlli dell’Asl risultava non in regola.
Questo mentre frequentava la ludoteca, l’unico posto che gli era permesso di frequentare.
A Settembre l’ho iscritto in un’altra materna a pagamento e attualmente la sta frequentando.
Qui il bimbo si trova bene e ci va volentieri ma da un momento all’altro è certo che arriverà la chiamata per la sospensione della frequenza.
Sono inorridita da questa discriminazione, da queste imposizioni che dobbiamo accettare passivamente.
Se qualcosa è potenzialmente dannoso dovrei poter decidere se farlo o meno. Soprattutto se si parla di bambini, se si parla di mio figlio.
Voglio che si sappia cosa succede se non si rispetta le regole ingiuste che vengono imposte dall’alto.
Vieni fatto fuori. Ti mettono i bastoni fra le ruote.
Hanno pure messo i nidi gratis quest’anno, dove potrebbe andare la mia ultima figlia Maria Vittoria che ha quasi 2 anni. E invece no, perché ho deciso di non farle 10 vaccini.
Io sono contraria ma paradossalmente, chi è d’accordo su 9 vaccini e magari non vuol fare al proprio figlio il vaccino contro la varicella (esempio) viene costretto a farlo o tagliato fuori comunque.
Sto cercando di imparare a creare una petizione, siamo tanti e se ci uniamo magari si smuove qualcosa.
Ti ringrazio per avermi ascoltato e ringrazio le persone che hanno letto la mia testimonianza”.
Ringrazio Benedetta per aver deciso di parlare di questa triste situazione che sta vivendo, una situazione sicuramente non isolata e che nessuno dovrebbe mai vivere.
Se qualcuno desiderasse dare suggerimenti od offrire aiuto può inviarmi una mail all’indirizzo info@carmenluciano.com, il messaggio verrà inoltrato a Benedetta.
°°[Lucca] Manifestazione contro Divieti, Obblighi e Green Pass°°
Sabato 24 Luglio 2021 nelle principali piazze Italiane si è tenuta una manifestazione nazionale contro le restringenti novità del Governo Draghi.
Il mio compagno ed io, assieme ad altri amici e amiche, ne abbiamo preso parte da cittadini/e unendoci a quella tenutasi a Lucca in Piazza Napoleone. Quando siamo arrivati la manifestazione era iniziata da circa 20 minuti e in piazza c’erano già centinaia di persone di ogni età: famiglie intere, adulti, giovani, bambini.
Qualcuno aveva preparato un cartello come noi, altri invece degli striscioni. Nessuno però aveva pensato a portare con sé un megafono, strumento utilissimo per amplificare la voce e permettere a tutti di ascoltare bene.
Quando siamo arrivati muniti dell’apparecchio – che ho acquistato grazie a un evento benefit e che ho usato alle manifestazioni animaliste autorizzate e da me organizzate in passato – c’è stato letteralmente una bellissima esultanza.
Abbiamo quindi dato modo a chi desiderava parlare di farlo attraverso il megafono, invitando i partecipanti a distanziarsi. Nella piazza si è formato così un cerchio umano che educatamente e civilmente hanno espresso le proprie idee.
Riuniti dalle 17.30 c’erano padri e madri di famiglia, commercianti, operatori sanitari, medici, studenti, figli e figlie.
Persone lucide e consapevoli, ben diverse da quelle disdicevolmente definite “no-vax” da un sistema (e da una stampa) che crea nuovi stigmi per separare ancora di più i subalterni.
Al megafono, avvalendosi dell’articolo 21 della Costituzione, hanno parlato diverse personalità. Di alcuni interventi interessantissimi sono riuscita a fare dei filmati, che trovate qui sul mio canale Youtube.
Dalla folla acclamante libertà di scelta sono emersi aspetti fondamentali:
• desiderio di essere liber* di scegliere cosa introdurre oppure no nel proprio organismo
• libertà di poter essere scettici davanti a un siero con probabili effetti indesiderati a breve termine, con altri a lungo termine ignoti
• volontà di essere liber* di dire no dal momento che chi si vaccina si assume la responsabilità di eventuali reazioni avverse
• maggiore chiarezza riguardo al contenuto del vaccino
• non appoggio di misure restrittive volte a negare l’accesso alle persone alle più semplici forme di socializzazione quali cinema, ristoranti, bar, locali
• necessità di rispetto per i familiari di persone ospedalizzate e maggiore umanità nel trattamento
• tutela dei giovani, che hanno subito circa due anni di confinamento e che si sono ritrovati a non avere più contatto con i propri coetanei
• rispetto e solidarietà per la classe sanitaria sui quali operatori e professionisti grava il peso di un obbligo vaccinale
• intenzione di far rispettare il proprio diritto di libertà, sia d’espressione che di scelta sanitaria
• opposizione a qualsiasi forma di neo-discriminazione
La manifestazione si è sciolta attorno alle 19. Alla fine di essa il mio compagno ed io siamo stati avvicinati da due agenti della Digos in borghese che ci hanno chiesto i documenti. Pensando fossimo gli organizzatori, ci hanno invitato a inviare una email per presa visione per le future manifestazioni. Come abbiamo spiegato, l’evento non è stato da noi organizzato, ne abbiamo solo preso parte e ci siamo ritrovati al suo centro mediante la presenza del megafono, che è stato utile. Conosco perfettamente l’iter per autorizzare qualsiasi presidio ed ho sempre informato carabinieri o polizia almeno 5 giorni prima della data fissata, questo perché manifestare il proprio pensiero è un diritto, ma farlo allertando le forze dell’ordine è anche un dovere civico. Ad ogni modo, in altre città come quella di Firenze, la polizia è stata acclamata dai manifestanti per il proprio modus agendi.




La mia posizione sui vaccini
A distanza di un anno e mezzo dall’inizio di questo caos, sento che è giunto il momento di esternare anche attraverso il mio blog la mia opinione sui vaccini, sugli obblighi e su tutto ciò che stiamo vivendo.
Non sono no-mask, non sono no-vax, non sono nessuna delle etichette create per sminuire il libero pensiero di chi non accetta silente qualsiasi cosa.
Non ho mai detto né pensato che il virus sia una frottola. Non ho mai detto che il virus non esiste. Ne sono morte alcune persone che conosceva la mia famiglia, ed altri miei amici hanno contratto il Covid con sintomi lievi.
Dico però che non sostengo, non appoggio né accetto quanto è stato ricamato attorno. L’ennesima occasione per approfittarsi economicamente della paura delle persone, perché la paura è uno strumento potente che la classe egemone ha da tempi immemori usato sui subalterni per ottenere qualsiasi cosa. E ci è riuscita, quella classe egemone, se il risultato è stato leggere “mi farei iniettare qualsiasi cosa pur di tornare alla vita di prima”, sentire persone inneggiare alla riapertura dei campi di concentramento e assistere a una società spaccata in due. Non è stata fatta nessuna opera di promozione per stile di vita e alimentazione sana. Non ho visto attenzione sulla prevenzione, che a mio avviso è importantissima. Anzi, gli sportivi ad un tratto sono diventati i nuovi capri espiatori perché l’anno scorso in pieno lockdown desideravano andare a fare attività fisica all’esterno. Con una pandemia da zoonosi (da quanto è emerso dai giornali) ancora vedo sagre (dove si banchetta col corpo delle altre specie) svolgersi indisturbate, e gente che si permette di dire che si vaccina per il bene dell’umanità ma che continua a divorare animali, quando far nascere e macellare ogni giorni milioni di creature è ecologicamente insostenibile. Come se bastassero due iniezioni per far finire tutto e tornare allegramente alla vita di prima. Ma è la vita di prima che ci ha portati fin qua. Anzi, alcuni di noi ne sono stati trascinati. Parlo di coloro che come me da anni si rifiutano di sostenere lo smontaggio animale e la distruzione della natura. Ho lavorato per giornate intere con la mascherina in faccia e i guanti monouso alle mani rischiando svenimenti in mezzo alla clientela. Ho sempre tenuto le distanze. Ho diminuito drasticamente le uscite. Me ne sono stata chiusa dei mesi in casa, come tutti. Alla riapertura ho quasi azzerato la vita sociale e non ho né festeggiato il compleanno né la laurea per evitare di mettere in pericolo la salute degli invitati. Ho subito come tutti limitazioni, e mi sono più volte chiesta se saremmo arrivati a questo se si fosse rispettata veramente la vita nel suo concetto più puro.
Poco intelligente da parte della nostra specie pensare di cavarcela con poco. Urge un cambio drastico nello stile di vita. Urge la fine di ogni sopruso, di ogni massacro.
In questo tempo amici medici e infermieri mi hanno parlato di terapie domiciliari ostacolate. Virologi e scienziati dalle idee diverse messi a tacere col ricatto di perdere il lavoro o di essere radiati. C’è stata addirittura una enorme censura verso un canale d’informazione libera. E adesso pure questa pseudodittura del green pass? Ditemi se non è un green-washing. Cosa ha di verde? Se non mi vaccino non posso andare al ristorante? Ne farò a meno, ma non mi piego a vergognosi ricatti “verdi”. Io non mi inietto nulla. Non metto in corpo mirabolanti soluzioni testate ancora una volta su animali, di cui non si sa praticamente nulla delle reazioni avverse a lungo termine.
E aprendo il discorso test su animali, è stato un’enorme sconforto vedere amici e amiche di lotta per il riconoscimento dei diritti animali farsi il selfie a iniezione fatta. Abbiamo perso un’occasione importante, forse la più importante, per ribellarci ai test sulle altre specie. Ora poteva essere il momento di dissentire e di schierarsi a favore di una ricerca senza crudeltà e di pretenderla, perché se ci sono i fondi per produrre le armi possono esserci fondi pure per finanziare altro di costruttivo. Ma alcuni antispecisti si sono rivelati più specisti degli specisti stessi, tradendo i propri ideali di libertà animale esternando frasi cattive verso i propri simili. Da questo punto di vista prendo anche le distanze dal comunicato di The Vegan Society che parla di vegani che potrebbero continuare a sentirsi vegani pur avendo fatto il vaccino che è stato sperimentato su animali, perché le leggi sono così e l’importante sarebbe rimanere in vita per continuare a lottare per i loro diritti, per essere gli “avvocati” delle altre specie. Questa per me è ipocrisia.
A mio avviso non ha senso abbracciare con cieca fiducia nuovi esperimenti per tornare a manifestare contro la sperimentazione su animali, o cedere alle privazioni per poi vedere in chi non tradisce la propria coscienza dei nuovi nemici untori. Nel 2021 siamo ancora a tormentare esistenze che appartengono alla natura.
Le facciamo moltiplicare all’inverosimile, le stipiamo in pochissimo spazio, le bombardiamo di farmaci per non farle crepare prima, inquiniamo il mondo con le loro deiezioni, intossichiamo l’aria con i loro gas, ne divoriamo i resti, poi ci ammaliamo e pretendiamo di trovare una cura per continuare la nostra vita egoista e antropocentrica testando soluzioni su di loro.
Ma dove pensiamo di andare?
Se il Covid è stata una lezione per il genere umano non abbiamo imparato niente.
Se il Covid è l’ennesimo pretesto per l’egemonia di toglierci la libertà, vuol dire che dobbiamo ancora imparare molto.
Ciò che si legge nei libri di storia non è confinato entro quelle pagine. La storia non è una materia da sapere negli avvenimenti per prendere 10 o un 30 e lode, la storia si ripete, e non per forza le situazioni migliorano col passare dei secoli. Occorre tenere alto l’onore di chi ha lottato per il riconoscimento dei diritti, ma anche preservare le libertà ottenute col sangue innocente.
Quindi, a chi pensa che la libertà individuale mia e di altre persone che hanno manifestato sia una minaccia sociale vorrei ricordare che se è tutto frutto di una zoonosi dobbiamo ringraziare chi alleva, trasporta, e massacra animali se siamo arrivati fin qua.
Sarei una sciocca illusa se credessi ciecamente che ogni nuova imposizione sia finalizzata al bene collettivo. Da un sistema che produce e vende armi, che finanza guerre, che non garantisce uguaglianza né giustizia e che permette la morte di miliardi di esistenze innocenti – da dare in pasto agli umani che poi si ammalano pure – non mi aspetto il bene collettivo. E scusatemi se non vivo di illusioni.
Res(is)tiamo forti.

°° FIRENZE: Protesta contro Novartis 15.12.2012 °°
PRESIDIO AUTORIZZATO DALLA QUESTURA DI FIRENZE
SABATO 15 DICEMBRE – ORE 11.00 – VIA CAVOUR
DAVANTI ALLA SEDE DELLA REGIONE
PROTESTA CONTRO IL FINANZIAMENTO PUBBLICO ALLA NOVARTIS DI SIENA
L.I.D.A. Firenze Onlus ha da tempo preso posizione contro il finanziamento pubblico della Regione Toscana nei confronti della Novartis di Siena, azienda farmaceutica che testa vaccini sperimentando sugli animali.
23 milioni di euro di fondi pubblici, sono stati destinati a questa azienda, sostenendo così la tortura e la morte inutile di milioni di animali (ricordiamo che da poco sono stati tolti dal commercio 6 milioni di vaccini della Novartis perché pericolosi per l’essere umano).

La nostra associazione tramite la sig.ra Stefania Sarsini, ex consigliera LIDA Firenze, ha da tempo fissato un incontro fra il presidente Enrico Rossi e il direttore dell’Antidote Europe, prof. André Ménache, il quale illustrerà al Rossi i metodi sostitutivi alla sperimentazione animale, spingendolo (si spera) a esortare la Novartis ad abbracciare una nuova scienza, etica e senza crudeltà, prevista dai metodi sostitutivi.
Questo incontro è fissato per il giorno precedente al presidio, 14 dicembre.
Ora più che mai è necessario fare pressioni e far sentire la voce degli animalisti, dare voce ai senza voce e spingere le nostre istituzioni a sostenere e finanziare soltanto quelle aziende che si avvalgono di metodi sostitutivi nella ricerca.
Durante il presidio verranno diffusi volantini contro la sperimentazione animale e verranno raccolte firme per l’iniziativa popolare STOP VIVISECTION, per cui LIDA Firenze ha istituito un Comitato finalizzato alla raccolta di firme.
L.I.D.A. Firenze Onlus – www.lidafirenze.it
Lega Italiana dei Diritti dell’Animale
Iscritta al Registro Regionale Associazioni Volontariato
con Atto Dirigenziale n. 2672 del 12/08/2010 al n. 768












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