Archivio mensile:aprile 2011
°° Nelle squame di un pesce rosso °°
Come ci sentiamo quando, non trovando compagnia per uscire, rimaniamo a casa sul divano a vedere un film da soli?Magari inizialmente è accettabile, ma dopo qualche ora la noia ci assale. Una volta finito quel film non sappiamo cosa fare e il tutto ci provoca stress. Immaginate di stare chiusi nella vostra camera senza mai uscire, con qualcuno che vi porta pranzo e cena. Immaginate di stare da soli per giorni interi. E per tanto tempo, girando per la stanza senza meta.Immaginate di stare a contatto con esseri viventi enormi, diversi da voi, che non riescono a capire le vostre esigenze. La pazzia vi travolge lentamente, unita al senso di impotenza e di frustazione.
Come vi sentireste? Male. La vostra esistenza sarebbe completamente VUOTA.
Qualsiasi essere vivente ha bisogno di interagire con i suoi simili e di esplorare lo spazio che lo circonda. Immaginate quindi cosa può provare un piccolo pesce rosso racchiuso in qualche decilitro d’acqua in una sfera di vetro.

Per un umano qualsiasi è impossibile capire cosa prova un esserino vivente intrappolato in una vera e propria prigione a vita. Gli umani sono troppo impegnati a soddisfare le proprie volontà, nonostante molte siano la negazione del diritto alla vita di altri esseri. E’ per questo che si adora vedere un pesce rosso nuotare senza meta in quel poco d’acqua che ha a disposizione senza provare angoscia. Per puro vezzo di avere un animale acquatico in casa, magari sulla scrivania.Nessuno riesce ad immedesimarsi nell’altro. Perchè tanta cattiveria? Qual’è l’utilità del tenere un pesce prigioniero? E anche se avesse con lui altri pesci o anche se l’acquario fosse di dimensioni enormi, non sarebbe solo per il gusto estetico di avere qualcosa che si muove muto in casa il fine? Lasciamo i pesci liberi nel proprio habitat. Lasciamo che ciascun essere vivente possa vivere con i suoi simili felicemente. La vita è già piena di sofferenza per tutti, non infliggiamone altra gratuita a chi non ha modo di difendersi. Nessuno ci da il diritto di abusare dei più piccoli.
°° Pesca Sportiva: Una tortura chiamata SPORT °°
Prendete un gancio metallico e fate un foro nella vostra bocca nel palato fino a farlo arivare alla bocca a sfiorare il naso dall’interno. Poi immergete la faccia in acqua e attendete senza respirare. Sentirete la gola bruciare per la ferita, mentre il battito cardiaco aumenta frenetico a causa dell’assenza di ossigeno nei polmoni e quindi nel sangue. Piacevole. Cos’è, masochismo? No. E’ ciò che avverrebbe riportato al caso umano ad un pesce appena catturato da un lago.
Questo è ciò che prova un pesce non appena abboccato all’amo al quale è stato messo per inganno del cibo, metre viene tirato fuori con la forza dall’acqua. Momenti di terrore, disorientamento, paura, sofferenza, angoscia. Momenti che sembrano eterni mentre l’ossigeno non arriva più ai muscoli per via dell’assenza d’acqua. Minuti interi di agonia nel quale cerca di dibattersi per liberarsi dalla stretta di chi ci vuole togliere la vita. Nelle mani di chi ci tiene per esser poi maneggiati con poca cura, sbattuti a terra e FORSE rigettati in acqua mezzo storditi con una profonda ferita alla bocca. Tutto questo avviene ad opera di un’ altra specie animale chiamata UMANA, nel cui proprio tempo libero spesso non sa come altro modo divertirsi se non maltrattare gli esseri viventi che lo circondano.
Tutto questo, appunto, per DIVERTIMENTO.
Come si può infliggere una sofferenza così grande ad un essere senziente come lo siamo noi, che vive, respira, mangia, soffre, ama come noi? Solo perchè non abbiamo di meglio da fare? La pesca non è uno sport. Lo sport coinvolge il corpo umano in positivo e mira ad un suo miglioramento. Maltrattare animali non comporta nessun potenziamento fisico se non il regresso neanderthalense mentale di chi compie tali atti.

Ciò che reputo più spregevole, sono i “bravi padri di famiglia” che portano i propri pargoli a pescare. Che genitori esemplari, quelli che insegnano alle giovani vite come uccidere o traumatizzare quella degli altri.
Smettiamo di chiamare la pesca SPORT. Altro non è che maltrattamento inutile, crudele e schifoso. Quella a scopo “alimentare” poi è ASSASSINIO PURO di vittime silenziose !
Nei loro occhi il dolore di vedersi la propria esistenza NEGATA.
°° Pasqua Cristiana °°
agnellini : hanno pochi mesi, possono essere paragonati a neonati, hanno voglia di esplorare il loro piccolo mondo che li circonda. Adorano giocare tra di loro e con la loro mamma che li accudisce. Così piccoli e fragili, hanno tutta la voglia di vivere che potrebbe avere un bambino che muove i suoi primi passi. Ma non immaginerebbero mai che la loro vita potrebbe finire nel giro di pochi giorni. Alimentati per soli 3 mesi, strappati alle loro mamme, inizia il loro lungo viaggio verso la morte. In nome di Dio? In nome di Gesù? In nome della Pasqua? NO.
In nome di una fame assassina che l’uomo nutre dalla nascita della sua specie. Uccidere per mangiare è l’azione più schifosa che le persone possano compiere. Ogni anno milioni di agnellini vengono dissanguati vivi per finire cucinati sui piatti dei cristiani.
Può esser definita in ogni altra maniera, ma BUONA la Pasqua proprio non è.



CHI FA QUESTO IN NOME DI DIO, dovrebbe tornare da LUI al PIU’ PRESTO POSSIBILE!











