Archivi giornalieri: 10 gennaio 2017

°° rIcerCARE: Crowdfunding per il Progetto Glaucoma e Barriera Emato-encefalica °°

Condivido con molto piacere sul mio blog il recente comunicato stampa di rIcerCARE circa la raccolta fondi per il progetto indicato nel titolo. Vi ricordo che questa realtà si prefigge di curare la salute umana senza sperimentare su animali.

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Progetto di crowdfunding totalmente a favore della ricerca, a cura di rIcerCARE, organizzazione no-profit che fa parte del network europeo I-CARE.

rIcerCARE, organizzazione no-profit che sostiene una ricerca scientifica etica, non violenta, che non utilizzi gli animali e quindi non crei sofferenza e morte, intende finanziare il progetto riguardante la Barriera Emato-Encefalica, attraverso una raccolta fondi popolare.
L’obiettivo del crowdfunding è raccogliere la somma necessaria per completare il progetto di ricerca sulla BEE da parte del LARF, Laboratorio Analisi Ricerca e Fisiopatologia dell’Università di Genova.

 


LA BARRIERA EMATO-ENCEFALICA

Ma in cosa consiste, nel dettaglio, questo progetto di ricerca?

Gli esseri umani e l’ecosistema, abitualmente, sono esposti a più composti chimici che diventano fattori di stress cumulativi. La contemporanea esposizione a più contaminanti, infatti, può aumentarne gli effetti tossici. Dati della letteratura scientifica recente suggeriscono che i disturbi neurali possono avvenire in età precoce e che l’esposizione all’inquinamento atmosferico, a farmaci e xenobiotici sembrano avere un ruolo cruciale in questo processo. Per tali motivi, in campo tossicologico non si dovrebbe prescindere dal valutare il potenziale neurotossico dei composti chimici e delle loro miscele, tenendo conto che spesso i sintomi associati all’alterazione della funzionalità nervosa possono essere ritardati, progressivi e spesso irreversibili, influenzando negativamente sulla qualità della vita, con implicazioni importanti sia a livello sanitario sia socio-economico.

I test di tossicità generale ed in particolare quelli di neurotossicità condotti in vivo sui roditori sono di costo e complessità elevati e si stanno rivelando poco sensibili ed inadatti per lo screening di un elevato numero di prodotti chimici. Inoltre, il sistema nervoso umano differisce sostanzialmente da quello dei roditori. Si rende quindi necessario sviluppare dei modelli alternativi in vitro, basati sull’utilizzo di cellule umane per poter rilevare il potenziale tossico di composti chimici e delle loro miscele, con un alto valore predittivo sull’uomo. Inoltre, per mimare al meglio le condizioni fisiologiche presenti nel sistema nervoso in vivo, è necessario considerare e riprodurre nei modelli in vitro la barriera emato-encefalica, che regola selettivamente il passaggio di sostanze chimiche da e verso il sistema nervoso.

Un modello in vitro che riproduca il sistema nervoso e la BEE, permetterebbe di comprendere non solo l’effetto delle sostanze chimiche o dei farmaci sulle cellule nervose, ma anche la capacità di questi di oltrepassare la BEE e quindi di svolgere la loro reale attività. Molte delle terapie potenzialmente neuroriparatrici e neuroprotettive oggi disponibili non sono in grado di esplicare questi loro effetti, proprio poiché non riescono ad oltrepassare la barriera emato-encefalica spesso selettiva anche per alcuni farmaci. Poche sono le informazioni disponibili sui possibili danni a livello del sistema nervoso.

Scopo del progetto

Come è noto, gli effetti di un composto chimico direttamente su cellule nervose, potrebbe non rispecchiare l’effettivo rischio per la salute umana, dal momento che il composto introdotto nell’organismo deve oltrepassare la BEE per agire a livello cerebrale, e la BEE è selettiva e quindi non permette il passaggio di tutte le molecole. Partendo da questo presupposto si vuole allestire un modello di BEE basato su tecnologia millifluidica, che consenta il flusso di liquidi attraverso le cellule della BEE e, se queste ultime permetteranno il passaggio di un composto in esame, si potranno valutarne gli effetti sulle cellule di origine nervosa (astrociti, neuroni ecc.) . Il modello potrà essere utile per studiare gli effetti dell’esposizione a composti chimici, naturali e di sintesi (inquinanti,farmaci,estratti vegetali) su cellule nervose,interponendo un costrutto di BEE, per poter simulare al meglio la condizione in vivo.

Si tratta quindi di una ricerca che importanti ripercussioni a livello ambientale,animale e sociale, in quanto potrebbe superare la ricerca sulle cavie e aiutare a capire il reale impatto di alcuni agenti chimici e inquinanti sul sistema nervoso umano.

Il progetto di crowdfunding di rIcerCARE è disponibile sulla piattaforma ReteDelDono (Crowdfunding rIcerCARE Glaucoma e Barriera Emato-encefalica) e direttamente sul sito rIcerCARE.

http://www.ricer.care/pdf/BARRIERA-EMATO-ENCEFALICA.pdf


Ufficio Stampa rIcerCARE
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Il Nostro Crowdfunding del Progetto Glaucoma e Barriera Emato-encefalica

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°° L’Amore ai Tempi del Folle Antropocentrismo °°

Sebbene l’umanità abbia appena festeggiato l’arrivo del nuovo anno 2017, qualche individuo fra le genti sembrerebbe esser rimasto ancorato al passato nellapropria forma mentis.
Un passato fatto di realtà tristi e poco piacevoli, di errori generati da persone che ancora dovevano comprendere, che ancora dovevano ampliare la propria empatia. Persone in fase di evoluzione, soprattutto dal punto di vista morale.

Quando capita di imbattersi in post pubblici (come quello che sto per mostrarvi) non si può certo credere che siano frutto del ventunesimo secolo. Si fa enormemente fatica a crederlo.
Figurarsi in mente un sorriso aperto dinnanzi alla schiavitù, al concetto di “esseri inferiori”, alla reclusione e alla sofferenza altrui lascia il pensiero navigare fino a sbarcare sulle sponde del periodo medievale. Peccato dover realizzare che per taluni l’età di mezzo dell’etica non sia mai finita.

E così, ecco che ci ritroviamo post del genere dove un giovane uomo, poco più che ventenne, mostra fiero il luogo dove il capitalismo lo ha confinato: un mezzo di trasporto.
Ecco che possiamo ammirare, pubblicamente su vanesia volontà del raffigurato, le gesta eroiche quotidiane compiute dal soggetto: trasportare animali.

Da un luogo di schiavitù a un’altro? Dal luogo di schiavitù al luogo dove la pena di morte per innocenti verrà messa in atto?

simone devoti.jpg

Foto caricate pubblicamente dall’utente facebook, reso non riconoscibile in tutela della privacy

 

C’è qualcosa di infinitamente sconcertante nel vedere l’espressione di felicità dell’essere umano che trasporta, contrapposta a quella di smarrimento degli esseri non umani che vengono trasportati. La stessa felicità l’ho scorta in foto sul volto di un uomo che sorrideva a discapito di altri innocenti che non potevano cambiare le sorti del proprio destino…

mengele

E’ qualcosa di ulteriormente spaventoso poi leggere la parola “amare” tra righe che alludono ad un compito mortale svolto con diligenza.
Un “ottimo lavoro” dal punto di vista dell’obbedienza, ma un pessimo lavoro dal punto di vista del rispetto per l’esistenza degli altri.

Consapevole, ogni giorno di più, che il progresso etico morale verrà portato avanti da pochi e seguito per inerzia dalle masse in tempi geologici, ho realizzato che talvolta esso non sia accessibile a tutti. Purtroppo.
Sarà il caso di questo ragazzo? Nessuno lo può sapere, se non la sua coscienza.

In casi come questo, il miglioramento della mentalità circa le altre specie è sabotato dall’enorme egoismo e dal folle antropocentrismo.
In casi come questo, l’empatia viene schiacciata dal fardello della moneta, vista ahimè come più importante della vita stessa.
Ma la speranza, come di solito si dice, è l’ultima a morire.

Chi realmente muore però, senza volerlo, senza aver vissuto la vita come avrebbero voluto, sono quegli animali trasportati come merce. Merce vivente da privare della vita a tutti i costi per ricavarne resti ai quali dare un prezzo generandone guadagno.

Secoli fa lo stesso trattamento veniva riservato a schiavi umani ritenuti inferiori.
Purtroppo o per fortuna non abbiamo scatti in grado di immortalare così tanta povertà d’empatia.
Meno di un secolo fa, stipati in camion o su treni-merce, altri umani ritenuti inferiori venivano trasportati con diligenza da uno Stato all’altro. Di questi “ottimi lavori”, sebbene esistesse già la macchina fotografica, non abbiamo selfie sorridenti.
Oggi, periodo storico dove la memoria istantanea è quella che conta di più per volere di chi ci ha predisposto a preferirla, continua la tratta degli innocenti di altra specie, e se ne fa di un vanto dove tutti possono vedere e leggere.

Attendo in gloria l’estensione del sentimento d’amore, al momento riservato a cose materiali e prive di veritiero e naturale valore come i soldi, alla vita di tutti gli esseri senzienti presenti su questo pianeta.

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Oggigiorno si conosce il prezzo di tutto, ma non si conosce il valore di niente.

 

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