Archivio mensile:ottobre 2025
Pubblico Dissenso verso Tutela Rurale e la sua Opposizione al Veganismo nelle Scuole
Care lettrici e cari lettori,
stasera, venerdì 31 ottobre 2025, a Crodo (VB) è indetto un incontro promosso da “Tutela Rurale” dal titolo “L’IDEOLOGIA VEGAN-ANIMALISTA DEVE RESTARE FUORI DALLA SCUOLA“. Mentre in tutta Italia le famiglie affascinate dalla cultura inglese trascorreranno una serata all’insegna del ‘dolcetto o scherzetto’, festeggiando Halloween, Tutela Rurale ha organizzato questo incontro pubblico sul tema dell’ideologia vegan animalista nelle scuole, con la partecipazione di figure pubbliche e del mondo dell’allevamento di animali. Se si pensa al terrore e alla paura che provano realmente gli animali fatti a pezzi all’interno dei mattatoi in tutta Italia da gente priva di pietà, la data potrebbe apparire perfetta.

Questo incontro è stato voluto dopo che sul Diario Amico (pensate che per svariato tempo è stato promosso un ‘diario Inalpi’ con messaggi a favore del consumo di derivati animali nelle scuole pubbliche), supporto cartaceo diffuso con 7.000 copie distribuite negli istituti del VCO (Provincia del Verbano-Cusio-Ossola) è comparso un racconto ‘animalista’ scritto da una ragazzina di 12 anni. Questo racconto, premiato con la pubblicazione per aver vinto un concorso, in cui una mucca dice che non ne può più di venire sfruttata per il latte, ha destato indignazione da parte degli allevatori e dei genitori simpatizzanti dell’allevamento nella zona. Segno che la coscienza può di tanto in tanto svegliarsi dal torpore dello specismo. E mentre su Change.org è partita il 21 ottobre una petizione per chiedere il ritiro di Diario Amico, superata di gran lunga per numero di firme raccolte dalla nostra contro-petizione per chiedere che il testo non venga ritirato, ecco che stasera i sopracitati esseri umani si incontreranno per disquisire della ‘propaganda vegan animalista’ che a loro detta non deve entrare nelle scuole.
Peccato per loro che il veganismo sia già entrato da anni nelle scuole, promuovendo compassione e rispetto per ogni creatura, e che le personalità del passato che si sono rifiutate di mangiare animali siano incluse nelle conoscenze didattiche da decenni e decenni fra i vari autori e le varie autrici studiate a scuola, nei licei e all’università.
Analizzando i fatti dal punto di vista antropologico, non si può fare altro che appurare che siamo davanti a una realtà che prima o poi si sarebbe manifestata nella società umana. La cultura della sopraffazione della nostra specie sulle altre specie, una costruzione sociale che si erge da secoli sull’effetto domino del ‘si è sempre fatto‘, ‘è giusto così‘ e che piazza il genere umano al vertice di una fittizia piramide gerarchica, relegando gli animali nella parte più bassa se non al di fuori della piramide stessa per livello di importanza, sta perdendo consenso. Come ogni dogma privo di concretezza logica, esso per esistere ha bisogno di persone che non si pongano domande né cerchino risposte, ma che si limitino ad accettarlo per vero.
Purtroppo per gli interessi economici di chi basa il suo stipendio sullo sfruttamento dei corpi di esseri senzienti – che non hanno mai dato autorizzazione per venire impiegati, occorre ricordarlo -, la società sta (ri)prendendo coscienza dopo un periodo di buio morale intensificato dal capitalismo e dall’industrializzazione.
Se una bambina di 12 anni è arrivata a scrivere un racconto dove si dà eco ai lamenti delle vacche sfruttate negli allevamenti (intensivi o estensivi che siano), se questo testo è stato ritenuto meritevole di venire letto e diffuso, e se coloro che vedono negli animali ‘materia’ di cui disporre a piacimento per avere uno stipendio si sono risentiti per tale pubblicazione, il cambiamento è in atto. E, come scriveva Victor Hugo, non lo si può fermare se la sua ora è giunta.
Nei giorni scorsi le docenti coinvolte nella pubblicazione del racconto animalista, persone divenute oggetto delle contestazioni degli allevatori et similia, hanno ricevuto numerose e-mail di sostegno morale grazie a chi ha preso parte all’iniziativa da me lanciata e promossa sul mio blog. Alla mia personale missiva, nella quale copia-conoscenza ho incluso l’indirizzo email anche di Tutela Rurale, è seguita una risposta scritta da Michele Corti.
Il signor Corti mi ha riferito – lo riporto per dovere di cronaca, e penso che essendo questi i suoi pensieri non abbia nulla contro la loro pubblica condivisione – che sarebbe “spudorato montare la testa ai ragazzini e spingerli a bullizzare i loro compagni perché figli di allevatori di montagna, preoccupati del benessere dei loro animali e di mantenere un ambiente biodiverso e fruibile dai cittadini, anche dai vegan-animalisti che gli sputano addosso“. Dubito fortemente che ragazzine e ragazzini vegan desiderino bullizzare compagni e compagne che mangiano animali o che sono figlie e figli di allevatori. Le famiglie antispeciste hanno provato sulla propria pelle cosa significa venire stigmatizzati poiché ‘diversi’, non credo affatto che si vogliano abbassare allo stesso livello di coloro dai quali hanno ricevuto tormento.
Mi ha inoltre scritto che l’uomo (da notare il linguaggio ancorato al maschile, n.d.r) avrebbe acquisito le facoltà mentali che possiede grazie al cibo animale e la stessa ominazione sarebbe stata possibile in forza di una dieta onnivora che comprende anche la carne. Ha aggiunto che i nostri antenati “hanno fissato nel corredo genetico la facoltà di sintesi della lattasi che consente anche agli adulti di consumare il latte” e che, gli dispiace per noi, “i popoli pastorali che consumano latticini sono popoli in buona salute e forti”. Secondo la sua ottica, privare dei latticini i ragazzi in crescita significherebbe compromettere il loro sviluppo. “Non per nulla dovete ricorrere alle vitamine di sintesi“. Un susseguirsi di esternazioni che trovano contraddittorio nel mondo dell’antropologia, della medicina e della scienza dell’alimentazione. Il latte è specie specifico, ogni mammifero ha quello perfettamente formulato dalla natura per la crescita delle neonate e dei neonati, e tale secrezione cessa la sua vitale importanza quando la creatura lattante inizia a mangiare cibo solido. Siamo l’unica specie che consuma il latte di altre esistenze, e lo fa con la coercizione e imponendo sottomissione. Si stima che il 50% della popolazione sia intollerante al lattosio [1], per questo sugli scaffali dei supermercati si possono trovare svariate marche di latte senza lattosio. Questo atteggiamento immorale e la pretesa di voler consumare ciò che non ci spetta per natura però ha ripercussioni sulla salute umana. Riportando l’opinione dell’illustre dottor Neal Barnard, fondatore della Physicians Committee for Responsible Medicine, il latte è innecessario, influisce negativamente sulla salute umana e genera l’aumento del rischio di contrarre malattie come alcuni tipi di cancro e del diabete di tipo 1 [2]. Riguardo al diabete, solo in Italia milioni di persone ne sono affette [3], con gravi conseguenze anche sulla salute del sistema sanitario stesso. Si stima che ogni ora muoiano 9 persone a causa di questa malattia.
Continuando con le esternazioni del signor Corti, ha riferito che loro rispettano gli animali e sono contrari a trasformarli in cose. “Gli allevatori chiamano gli animali per nome e li rispettano, li curano e non sono contenti di macellarli“. Su queste parole ci sarebbe molto da dire, ma penso che le parole parlino da sole alle coscienze già risvegliate. Il fatto di dichiarare che non si è contenti di macellare degli esseri senzienti fatti della nostra stessa sostanza e che non differiscono da noi biologicamente, implica che non è nella nostra natura uccidere. Come scriveva John Oswald nel 1791, traduzione mia, “se la natura avesse creato l’essere umano animale predatore, avrebbe impiantato nel suo animo un istinto avverso al suo scopo? Avrebbe permesso che la specie umana potesse mangiare il proprio cibo col senso di colpa, che ogni boccone fosse comprato col dolore, e che ogni pasto umano fosse avvelenato dal rimorso?” [4]. Che la nostra natura non sia sanguinaria lo dimostrano anche ricerche scientifiche e archeologiche: le forme di vita primordiali della nostra specie avevano un’alimentazione prevalentemente vegetale [5].
Sempre secondo Corti, il problema dell’ideologia vegan è che a suo avviso “intende imporre con l’intolleranza le proprie scelte anti fisiologiche, che ignorano l’evoluzione umana e la coevoluzione con le specie addomesticate, alla generalità della popolazione secondo modalità totalitarie“.
Al di là del fatto che alimentarsi totalmente di cibi vegetali non è anti-fisiologico bensì più che naturale (evidentemente il signor Corti non conosce Plutarco, Epicuro, Pitagora e tutta la folta schiera di pensatori e pensatrici che nei millenni si sono alimentati di soli vegetali promuovendo necessaria compassione) [6], non mi risulta che vi siano corpi militari che irrompono nelle macellerie, nelle pescherie, negli allevamenti di tutto il mondo per fermare il massacro di animali, esercitando altrettanta violenza su chi ne riversa sulle altre specie. Non mi risulta che esista un totalitarismo vegano che impone alle persone di non uccidere animali. Tutto ciò appare ai miei occhi una visione quasi Butleriana mista a distopia vegefobica. La realtà concreta dei fatti, al di là della proiezione freudiana che avviene su chi non mangia animali, è che sono gli animali vittime del totalitarismo umano, e che l’imposizione trova spazio fra gli allevamenti e i mattatoi.
“Ci batteremo pertanto perché l’ideologia vegan-animalista non sia veicolata dalla Scuola pubblica in forme unilaterali e subdole perché essa deve garantire il pluralismo e il confronto” ha concluso il signor Corti nella mail di risposta al mio pieno sostegno alle docenti criticate.
Da laureata in lingue e letterature straniere, da dottoressa magistrale in lingue, letterature e filologie euroamericane, da autrice di un saggio su Percy Bysshe Shelley e la sua difesa degli animali e dell’alimentazione vegetale, da relatrice in numerose lezioni antispeciste tenute nelle scuole e con un background di studi liceali dove ho vissuto bullismo per la mia alimentazione non crudele abbracciata ai 12 anni di età e da blogger che ha denunciato e portato a processo una delle pagine antivegan nate su Facebook, posso affermare che la scuola pubblica per quasi un secolo abbia veicolato messaggi ampiamente a sfavore degli animali. Basti pensare allo stereotipo di ‘animali della fattoria‘ che ancora oggi è presente nei libri e in alcuni testi scolastici.
Gli animali sono esseri senzienti che esistono da prima della nostra infelice comparsa su questa terra. Devono godere del diritto alla vita, lontani dai nostri profitti, dal nostro egoismo e dalla crudeltà umana. È giusto e moralmente necessario che la scuola faccia spazio, finalmente, al contraddittorio e che la sensibilità venga spronata nelle giovani menti. Per troppo tempo l’empatia, innata e congenita caratteristica, è stata ridotta dalla volontà di distaccarla dal nostro animo.
Se abbiamo la società che abbiamo, costellata di violenze, è anche grazie al modo in cui abbiamo vissuto e convissuto con gli animali: a loro discapito.
Smettiamo di sfruttare le altre creature e diamo alla nostra specie una possibilità di vita su questo pianeta che sia dignitoso ed evoluto.
Basta soprusi, basta sfruttamento, basta allevamenti e basta macellazioni!
Dott.ssa Carmen Luciano
Blogger e Attivista Antispecista per il Riconoscimento dei Diritti Animali
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Fonti:
[1] https://www.sanitcasalotti.com/intolleranza-al-lattosio/
[2] https://www.pcrm.org/good-nutrition/nutrition-information/health-concerns-about-dairy
[3] https://www.diabete.com/impatto-del-diabete-italia/
[4] John Oswald, The Cry of Nature – 1791
[5] https://www.smithsonianmag.com/smart-news/ape-like-human-ancestors-were-largely-vegetarian-33-million-years-ago-in-south-africa-fossil-teeth-reveal-180985873/
[6] Si veda “VEGETABLE DIET: as sanctioned by medical men, and by experience in all ages. Including a System of Vegetable Cookery. By DR. WM. A. Alcott” – 1859 https://www.gutenberg.org/files/30478/30478-h/30478-h.htm
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MAIL DI DISSENSO da inviare a chi stasera, 31 ottobre 2025, prenderà parte all’incontro per opporsi al messaggio animalista e vegan nelle scuole.
Oggetto: Dalla parte degli animali sfruttati e uccisi – Sì all’empatia nelle scuole
Gentile Sindaco Folchi,
Gentile Pamela Napoli,
Gentile Michele Corti,
Gentile Giovanni Todaro,
Gentile Daniele Botti,
Gentile Vittoria Riboni
Ho appreso che durante la serata del 31 ottobre 2025 è previsto un incontro da voi organizzato per discutere dell’ideologia vegan-animalista che vorreste che rimanesse fuori dalle scuole, a seguito della pubblicazione di un racconto dalla parte degli animali sul “Diario Amico”. Non potendo partecipare fisicamente all’incontro, mi unisco all’azione collettiva promossa dal blog antispecista Think Green • Live Vegan • Love Animals per mettervi a conoscenza della mia totale solidarietà verso gli animali. Mentre voi disquisite su cosa debba passare o no dalle scuole per timore che cessi il business specista, in Italia e in tutto il mondo esseri senzienti sono confinati e rinchiusi dentro allevamenti (intensivi o estensivi che siano) che oltraggiano il loro naturale diritto alla libertà. Animali che, se avessero la possibilità di pubblicare ciò che provano, sentono, subiscono e che pensano di chi li abusa, probabilmente molti esseri umani non uscirebbero più di casa per la vergogna. Altro che racconto animalista su Diario Amico. Si stima che vengano ammazzate circa 40.000 creature al secondo. Un numero vertiginoso. Un ‘animalicidio’, totalmente legalizzato, che dimostra quanto male possa generare una sola specie, la nostra, che vive su questo pianeta pretendendo di sottomettere tutte le altre con la violenza e la coercizione. Con questa e-mail intendo informarvi che da tempo nel mio piatto non ci sono più vittime, poiché non sostengo né sosterrò mai più le varie attività che ottengono reddito dall’assoggettamento animale, che trasformano fisicità delle altre specie in materia organica e che intendono dare in pasto i loro infelici corpi alle persone.
Credo fermamente che sia giunto il momento di smettere di tormentare le altre forme di vita che coesistono su questo pianeta assieme a noi. Nessuna di loro ci riserva gli stessi abominevoli trattamenti che parte dell’umanità riserva loro. Dite ipocritamente che non siete contenti di macellare gli animali: perché allora lo fate? Perché non li lasciate in pace di vivere la loro vita? Mai vorreste vivere ciò che essi vivono negli allevamenti e nei mattatoi: questo basta per farvi comprendere che l’allevamento e la macellazione non sono due realtà compatibili con la sensibilità umana.
Nelle scuole, dopo decenni di messaggi specisti dove gli animali sono stati mostrati per ciò che realmente non sono (cibo, strumenti, mezzi di trasporto, esseri di cui disporre a piacimento) è giusto che si faccia spazio a idee che smontano stereotipi e dogmi che veicolano l’errato messaggio di una specie umana in diritto di arbitrare su vita e morte altrui.
Dalla parte di Diario Amico, dalla parte della ragazzina autrice della storia ‘incriminata’, dalla parte di chi l’ha pubblicata, dalla parte di chi porta l’antispecismo nelle scuole e dalla parte degli animali che non possono difendersi. SEMPRE!
Nome, cognome, città
Mail da inviare a: sindaco@comune.crodo.vb.it, tutelarurale@gmail.com, segreteria@tutelarurale.org, verbania@bibliotechevco.it, direttore@prealpina.it, redazione@vco24.it
In CCN: carmen.veganblogger@gmail.com
NB: il testo può anche essere modificato con parole e pensieri propri, mantenendo sempre toni civili.
Grazie.


[Collegno] Rubati Tutti gli Attrezzi di una Coppia di Volontari Animalisti
Nella giornata di sabato 25 ottobre 2025, a Collegno, in provincia di Torino, è stato portato via l’intero contenuto di un mezzo nel parcheggio del supermercato Coop.
Tutto è avvenuto all’aperto, sotto ai lampioni che illuminavano le auto parcheggiate e col via vai dei clienti. A diffonderne la notizia è stata la coppia vittima del furto, due volontari e attivisti per i diritti animali, Cristian e Alessia, del gruppo “Carrots Power“.
Come riportato in un post pubblicato sul profilo dell’attivista Alessia, dopo una giornata intera di lavori per aiutare gli animali si sono fermati al supermercato per fare spesa. Dalle 19.30 alle 20, mentre erano nel punto vendita per fare acquisti, qualcuno ha fatto un foro nella serratura ed ha portato via l’intero contenuto del mezzo: attrezzatura per il lavoro, usata anche per fare volontariato, per un valore complessivo di circa 4.500 euro. Un danno enorme non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche da quello umano: era tutta attrezzatura che avrebbero utilizzato incluso questo fine settimana per aiutare gli animali. Invece, questa domenica, a causa di persone incivili che danneggiano gli altri, non potranno finire il recinto per una colonia felina che si erano prefissati di concludere.

Il mezzo di Alessia e Cristian conteneva
–Makita:
Sparachiodi
Circolare a mano
Caricabatterie
Batterie
Avvitatore
Demolitore grosso
Tassellatore
Fresa verticale
Flessibile a cavo
Pialletto
Multifunzione oscillante
-Altro:
Circolare da banco
Cassetta idraulica
Tassellatore Parkside
2 borse attrezzi con chiavi, pinze, ecc.
La coppia ha lanciato una raccolta fondi sul sito GoFundMe, chiedendo aiuto per riuscire a riacquistare tutta la costosa attrezzatura che gli è stata ingiustamente sottratta.
Chi volesse donare e inviare un contributo, può farlo sul sito di raccolta fondi cliccando QUI, via Satispay (3351745133) oppure via PayPal all’indirizzo alessia.bruno95@libero.it inserendo l’opzione ‘invio denaro ad amici’.
Ho provveduto a portare all’attenzione del primo cittadino e dei giornali di zona questa triste notizia, con la speranza che possa arrivare un aiuto anche da parte della cittadinanza di Collegno.
Grazie a chi vorrà dare una mano a queste due splendide persone che fanno tanto per gli ultimi fra gli ultimi.
Carmen Luciano
In difesa del DIARIO AMICO e dalla parte degli animali
Care lettrici e cari lettori,
in questo nuovo articolo voglio portare alla vostra attenzione una polemica specista nata in questi giorni e che ha a che fare con gli animali e il riconoscimento dei loro diritti.
In Piemonte, più esattamente nelle scuole del VCO (Verbano-Cusio-Ossola), stando alle informazioni che si trovano in rete, sono state distribuite 7.000 copie del “Diario Amico“, un diario inclusivo con contenuti volti a sensibilizzare le nuove generazioni. Dentro questo diario, la cui distribuzione è avvenuta con l’impegno del Provveditorato della zona, comparirebbe un testo scritto da una giovane ragazza che ha infiammato i ‘sensibili’ animi degli allevatori di vacche del luogo.
Una ragazzina di 12 anni di Baveno ha infatti composto un racconto in cui un gatto (animale che ad oggi, oggettivamente, gode di maggiore tutela rispetto ad altre specie) intervista altri animali chiedendo loro come vivano. Il testo, che è stato inserito nel Diario poiché vincitore di un concorso ad hoc dedicato a ragazze e ragazzi, porta alla luce come le vacche vengano usate negli allevamenti. In maniera semplice e genuina, attraverso l’esperienza del personaggio, vengono denunciati i trattamenti riservati a questi poveri animali nelle stalle in tutto il mondo.
I contenuti del racconto non sono piaciuti affatto a chi, evidentemente, deve farsi un esame di coscienza, tant’è che è esplosa una violenta critica verso il testo, il messaggio veicolato e contro chi ha reso possibile la sua pubblicazione. A muovere feroci critiche sarebbero stati genitori-allevatori entrati in contatto con il Diario.
Così, il racconto che dà voce ad animali legalmente sfruttati per generare guadagno per persone prive di empatia, è stato tacciato di opera da ‘lavaggio del cervello’ che ‘diffama’ il ‘lavoro’ di tante persone. E adesso, è addirittura comparsa una petizione online per chiedere il ritiro del suddetto diario, pretendendo rispetto per la categoria di schiavisti.

Trovo tutto ciò veramente imbarazzante.
Dare addosso a un testo di una ragazzina che ha idee ben chiare già da piccola, e sulla cui mente non ha lavorato con successo la cultura specista che viene imposta dal nostro sistema sin dall’infanzia, è sul serio deplorevole.
A questa giovane autrice esprimo pubblicamente tutta la mia vicinanza, e la ringrazio per questo prezioso racconto in difesa degli animali. Non conosco la sua identità, non so se segue la mia pagina o il mio blog, ma vorrei tanto esprimerle profonda gratitudine per il suo impegno.
Ci accomuna questa età così emblematica: a 12 anni si è a metà fra infanzia e adolescenza. È l’età in cui non si è più bambini e si muovono i primi passi verso il mondo degli adulti. Per me è stato uno shock scoprire che il mondo degli adulti, che da piccola ritenevo perfetti, fosse costellato di ingiustizie e cattiverie. Mi sono ribellata con tutta me stessa e ho conquistato la libertà di non mangiare animali e di iniziare a fare attivismo per loro.
Questa ragazzina, e tutti i ragazzi e le ragazze che già da giovani si attivano per difendere le altre creature, non devono ricevere altro che sostegno, merito e riconoscenza.
In una società dove ancora si compiono cattiverie definite vilmente ‘bravate’ ai danni degli animali (gatti lanciati da burroni, caprette uccise ai compleanni, e tante altre crudeltà che riempiono le pagine di cronaca dei giornali), sapere che esistono giovani persone così empatiche dà speranza alla nostra specie.
Spero che questa ragazzina, finita nel vortice di critiche vergognose da parte di chi SA cosa impone ai poveri animali, non si scoraggi e non abbia paura di continuare a difendere le altre creature:
non è affatto vero che la nostra natura è quella di abusare delle altre specie; non è affatto vero che abbiamo bisogno di schiavizzare gli animali per trarne profitto; non è affatto vero che l’essere umano è superiore alle altre forme di vita tanto da averne in diritto di usarle a piacimento.
Chi vive a discapito di altri esseri senzienti deve solo provare vergogna e fare una lunga autoanalisi delle proprie azioni che MAI, e dico MAI, vorrebbe subire in prima persona.
BASTA SFRUTTAMENTO.
BASTA SCHIAVITU’
BASTA ALLEVAMENTI
BASTA SOTTOMISSIONE E ASSOGGETTAMENTO ANIMALE
Dott.ssa Carmen Luciano
Blogger e Attivista per i Diritti Animali
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Facciamo sentire la nostra vicinanza a chi in questo momento sta vivendo duri attacchi da chi guadagna sui poveri animali.
Scriviamo una mail di sostegno a:
sara.antiglio@scuola.istruzione.it, antonella.disessa@scuola.istruzione.it, concetta.noto@istruzione.it, USP.VB@ISTRUZIONE.IT
Oggetto: Pieno sostegno a Diario Amico e al racconto animalista
Testo tipo:
Gentili dottoresse,
ho appreso dai giornali della forte critica ricevuta da parte di persone coinvolte nello sfruttamento degli animali ‘da reddito’ per quanto riguarda il testo di una ragazzina di 12 anni pubblicato su Diario Amico. Con la presente email intendo esprimere tutta la mia vicinanza e solidarietà: i contenuti del testo trovano il mio pieno appoggio. Nel XXI secolo non è possibile tollerare la ‘legale’ schiavitù delle altre creature. Le mucche sono femmine ridotte a macchinari viventi di produzione latte, private di ogni diritto e libertà e messe in condizioni di vivere una vita da creature sottomesse.
È sconcertante che nel nostro periodo storico, caratterizzato dalla nascita dell’intelligenza artificiale, poi si dia esempio di arretratezza mentale umana: il latte è specie specifico e siamo gli unici animali che sottraggono secrezione mammaria che spetta ad altri cuccioli!
Ribadisco con fermezza il massimo appoggio al testo della ragazzina pubblicato su Diario Amico, e vi chiedo, se possibile, di farle sapere che non è sola e ha milioni di cittadini e cittadine in Italia dalla sua parte che ripudiano ogni forma di prevaricazione specista.
Distinti saluti.
Nome, cognome, città
Importante:
POTETE FIRMARE QUI la contro-petizione che ho lanciato a favore di Diario Amico e in opposizione a quella che ne vorrebbe il suo ritiro.











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