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°°5/03/2019 – Prima Udienza del Processo ad Andrea Moscati – VEGANO STAMMI LONTANO°°

Martedì 5 Marzo 2019
Si è tenuta oggi alle 13.00 presso il Tribunale di Arezzo la prima udienza del processo a uno degli amministratori di “Vegano Stammi Lontano”, denunciato nel 2017 e rinviato a giudizio per diffamazione aggravata.

L’udienza ha visto come imputato Andrea Moscati, che si è presentato davanti alla Legge accompagnato dal suo avvocato di fiducia.

Il Giudice da prassi ha stabilito che avranno luogo due udienze successive a quella odierna: una per ascoltare i testimoni della parte offesa (me), fissata per il 12 Novembre 2019 ore 11.30, l’altra con data da definirsi per ascoltare i testimoni della controparte.

Affiancata dal mio legale, mi sono costituita parte civile nella causa con richiesta di risarcimento danni.
Risarcimento che, come già annunciato sul mio blog e mediante gli altri canali social a me collegati, diverrà beneficenza per sostenere gli animali salvati dal macello, esistenze tormentate e mercificate sulle quali la pagina collegata a Moscati fonda la propria quotidiana ironia.

Poco importa se dopo anni, in questo che è stato il primissimo incontro di persona con l’imputato, egli si sia comportato incredibilmente bene con modi garbati, sorrisi e numerosi saluti: sono intenzionata ad andare avanti in questa vicenda con la speranza che giustizia venga fatta.
Inprimis per rispetto della mia persona, in secundis a nome di tutti coloro che in qualche modo si sono sentiti direttamente o indirettamente infastiditi dai contenuti della suddetta pagina, intertiis per amore di un’ideologia nobile che ho fatto mia nel 2002 e che vede in ogni essere vivente un “qualcuno” e non un “qualcosa”.

Nel frattempo, vi informo che è stato possibile risalire all’identità di un’altra persona antivegan artefice di un video diffamatorio sul mio conto: si tratta di un uomo del sud Italia. Verranno ovviamente presi provvedimenti legali anche nei suoi confronti.

Accarezzando uno degli animali salvati dalla macellazione, presso il santuario Ippoasi

Ringraziando infinitamente le 45 persone che vi hanno aderito, vi informo che rimarrà aperta la raccolta fondi per sostenere le spese legali, fondi che si uniranno alle donazioni costituite dal risarcimento in caso di condanna a processo concluso.

Ai prossimi aggiornamenti e..
lottate sempre per il riconoscimento dei diritti animali, perché manifestare il vostro pensiero, seppur divergente dalla collettività, costituisce una libertà inalienabile a ciascun uomo e a ciascuna donna.

Carmen.

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°°[Review] Zaino Limited Edition Miomojo for AnimalsAsia°°

Ciao a tutt*!

Qualche giorno fa mi sono fatta un regalino speciale, un nuovo zaino per l’università, ed eccomi qui a condividerlo con voi 🙂

Si tratta del backpack Miomojo for AnimalsAsia.

È leggero, in poliestere effetto juta intrecciata ed è particolarmente grazioso con i suoi colori beige e marrone.

Si apre con cerniera a zip nella parte superiore, come fosse una busta. L’estremità si piega e grazie alla presenza di due calamite rimane l’effetto estetico come in foto.

Sul davanti porta una seconda zip che aprendola rivela una tasca per collocare ciò che vogliamo.

Sul retro porta le spalline, marroni, leggermente imbottite.

L’interno dello zaino è sempre in poliestere ma di colore marrone con loghi Miomojo e presenta tasche porta accessori.

Cucito sul davanti e impresso sulle zip c’è il logo dell’associazione AnimalsAsia.

Lo zaino infatti, in edizione limitata, si prefigge di sostenere questa realtà animalista che da anni si batte per i diritti degli orsi della luna.

Gli orsi della luna sono sfruttati nelle fattorie della bile per l’estrazione della stessa. Chiusi dentro gabbie con un tubo inserito nel fegato, questi animali vengono sfruttati per anni. Anche per tutta la loro esistenza.

Ho deciso di comprare questo zaino perché adoro il marchio Miomojo e per la nobile causa. Oltre ad offrire modelli di accessori davvero carini (ho già una mini beauty bag di questo brand) Miomojo è un’azienda seria impegnata per l’ambiente e per i suoi abitati. Gode della certificazione Vegan di Vegan Society e i materiali usati sono atossici ed ecologici.

Sostiene molti enti di protezione animale e permette ai clienti di scegliere a chi devolvere il 10% degli acquisti.

Ho pagato lo zaino 59.90 euro. La percentuale di donazione l’ho devoluta ad Essere Animali. Il pacco è arrivato in pochi giorni (spedizione gratuita) e insieme allo zaino ho trovato dei regali *-*

Eccoli.

Due pochette con zip in tessuto dal motivo floreale, una maglia con il simbolo degli orsi della luna (in cotone e bamboo) e un’agendina.

Miomojo spesso regala set di questo tipo e io ho approfittato della promozione di fine luglio.

Ho già provato lo zaino e mi piace molto anche per come contiene libri e quaderni. Vi farò poi sapere fra qualche mese la sua resistenza fra ore di corso all’università di Pisa.

Curiosi di conoscere altri modelli? Visitate il sito www.miomojo.com.

Alla prossima recensione!

Carmen

°°Intervista a Manfredi Rondina Chef: La Forza della Cucina Naturale°°

Dopo la bellissima esperienza del The Vegetarian Chance, Festival di Cucina e Cultura Vegetariana tenutosi nel mese di maggio a Milano, ho il piacere di proporvi un’intervista concessami da uno degli 8 chef che si sono sfidati ai fornelli, preparando piatti naturalmente strabilianti: si tratta di Manfredi Rondina, il più giovane in gara, che mi ha particolarmente colpito con il suo formaggio “fermaggio” vegetale a base di noci e per il pizzico di etica con cui ha condito la descrizione dei suoi piatti.

Buona lettura.

 

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 Caro Manfredi, come ti sei avvicinato all’alimentazione vegetariana e vegana?
 Segui una di esse personalmente?
Lessi un articolo nel quale si parlava degli animali come esseri viventi capaci di emozioni ed empatia, che allattano i propri cuccioli come noi facciamo con i nostri. Iniziai a non considerarli più come cibo ma come amici da rispettare. Il cambiamento fu repentino e il giorno seguente smisi di mangiare la carne e iniziai il mio cambiamento personale, ridimensionandomi all’interno dell’universo come cellula di un grande organismo che non può nutrirsi dei suoi fratelli per alimentarsi. Sono vegetariano da quasi 5 anni e sto eliminando anche l’utilizzo dei latticini e delle uova per creare una cucina nuova e salutare.

 Poche settimane fa si è tenuto il festival The Vegetarian Chance a Milano, dove hai partecipato alla gara di cucina con altri chef e sei stato giudicato da una giuria importante. Come hai vissuto questa esperienza?
L’esperienza è stata fantastica, trovarmi all’interno di una realtà dove non ero considerato un alieno che parla di cose strane ma come una persona da ascoltare perché ha qualcosa di importante da dire. Il concorso mi ha arricchito moltissimo, l’incontro con Pietro Leeman la sua cucina e il suo modo di cucinare mi ha scosso profondamente, facendomi capire che il percorso che sto facendo è giusto e va perseguito.

 I tuoi piatti proposti in gara sono piaciuti particolarmente. Il formaggio vegetale poi ha conquistato l’area stampa. Qual è il segreto della sua preparazione?
Il mio formaggio vegetale che ho chiamato “Fermaggio” da fermentazione è l’evoluzione
del cugino formaggio. La sua preparazione è molto semplice e non c’è un segreto
particolare, semplicemente richiede cura ed attenzione, rispetto delle temperature e dei
tempi di fermentazione. La preparazione di un buon rejuvelac fresco è molto importante, scegliendo cereali di qualità meglio se antichi. La frutta secca utilizzata nella preparazione del fermaggio è l’ingrediente principale quindi dovremmo sceglierne di biologica e non trattata chimicamente scegliendo produttori ecosostenibili e da mercati equo-solidali per quanto riguarda gli anacardi.

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Il “Fermaggio” dello Chef Manfredi Rondina preparato in occasione del Vegetarian Chance

 In base alla tua opinione, le scuole alberghiere forniscono sufficiente preparazione degli studenti in ambito di cucina vegetale?
Durante la mia formazione presso l’istituto alberghiero di Cave (RM) si parlava ben poco di vegetarianesimo eccezion fatta per alcuni cenni sopratutto nelle lingue straniere. Invece recentemente ho avuto il piacere di lavorare con una stagista al 3° anno di alberghiero che nella sua scuola (Treviso) aveva preparato dei menù completamente vegetariani quindi conosceva l’humus di ceci e i falafel: preparazioni di base in questo tipo di cucina. Da questo possiamo dedurre o supporre che le cose stanno cambiando e si stanno muovendo verso una maggiore consapevolezza alimentare anche nei docenti degli istituti alberghieri.

 

 Attraverso la cucina a tuo avviso si può trasmettere empatia?
La cucina è un canale diretto per trasmettere emozioni. Mentre cuciniamo, il nostro stato
d’animo che emana tutto intorno da noi, penetra il cibo che stiamo preparando con le
nostre mani e con i nostri pensieri, è uno scambio di energia tra noi e gli alimenti quindi
dobbiamo avere la premura di cucinare le nostre pietanze con un sentimento d’amore,
questo farà si che il risultato finale sia ottimo da mangiare, da vedere e da assimilare. Al
contrario se noi cucinassimo con rabbia o preoccupazione, otterremmo un piatto senza
sapore, dal brutto aspetto e che potrebbe risultare pesante o indigesto: quando si è
arrabbiati meglio non cucinare ne mangiare perché potremmo inquinare l’alimento. Sì, la cucina può trasmettere empatia!

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Uno dei piatti dello Chef – Foto di Michela Fabriani

 

 Quali sono le tue ambizioni?
Non ambisco a scalare la piramide sociale, desidero profondamente vivere un’esistenza
serena alla ricerca della felicità e della pace per me e per il nostro pianeta. Sembra una
risposta da miss mondo ma credo che diffondendo uno stile di vita sano nel rispetto del
prossimo e degli animali, del mondo vegetale e di ogni altro essere vivente, possiamo
cambiare le sorti della storia creando un mondo pieno di benessere e gioia.

 Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho intrapreso un percorso da libero professionista, uscendo fuori dalle cucine dei ristoranti in cui lavoravo gran parte della settimana per dedicarmi ad un tipo di lavoro più itinerante e fantasioso dove dar vita alle mie idee di eventi e incontri con il cibo, organizzando feste e show cooking. Mi sto dedicando alla produzione del mio Fermaggio e sto cercando di aprire un laboratorio di produzione.

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Chef Manfredi Rondina a lavoro – Foto di Michela Fabriani

 Nella vita di tutti i giorni adori stare ai fornelli? Se sì, cosa cucini?
Cucino sempre, ovunque mi trovi. Adoro cucinare e mangiare bene e dato che è una cosa
che mi riesce molto bene, mi piace condividere questa mia passione con me e con gli altri. Si perché bisogna anche prendersi cura del proprio corpo offrendogli ottimi pasti magari da consumare in buona compagnia su una tavola ben apparecchiata o sul telo steso su un prato in montagna. Anche l’occhio vuole la sua parte quindi bisogna sempre abbellire il contorno del pasto.

 Cosa non può mai mancare nella tua dispensa?
La frutta è una cosa che deve essere sempre presente nella mia fruttiera, ne mangio
moltissima e non mi sento mai appagato se non ne ho abbastanza e di stagione. La
verdura fresca comprata da contadini ormai diventati familiari. La farina di ottima qualità da produzione biologica e integrale o setacciata, la frutta secca e i semi, alimenti ricchissimi che danno la carica alle nostre giornate. Il sale deve essere integrale, l’olio extravergine di oliva di buona qualità, lo zucchero integrale. Insomma la nostra dispensa deve essere ricca e colorata: dovremmo spendere meno per altre cose e più nella qualità del nostro cibo. Ne gioverà la nostra salute.

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Manfredi Rondina – Foto di Michela Fabriani

 Qual è il tuo piatto preferito?
Amo la cucina povera, le preparazioni semplici fatte con amore: riso e lenticchie che
prepara mia nonna è uno dei miei piatti preferiti. Non ho un piatto preferito in particolare.

 Dai un consiglio ai ragazzi che vorrebbero intraprendere il tuo stesso percorso
professionale
Siate curiosi! non fermatevi alla prima esperienza, cercate fatelo con passione e voglia di
crescere. Puntate a lavorare con persone di esperienza che possano insegnarvi più cose
possibili. Non sentitevi mai arrivati e abbiate la volontà di crescere continuamente in
continua formazione, perché il mondo della cucina è un mondo infinito e dalle molteplici
sfaccettature. Inizialmente dobbiamo accontentarci di essere pagati molto poco o di non
esserlo affatto, ma bisogna andare avanti e non accontentarsi di uno stipendio sicuro al
posto di un posto di lavoro stimolante.

Potrete seguire Manfredi Rondina
sul suo blog personale
LaForzaDellaNatura.com
e sulla sua pagina Facebook ufficiale.

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I Fermaggi di Manfredi Rondina Chef

 

(c) Think Green – Live Vegan – Love Animals // Carmen Luciano

 

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