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°°[Review] Rasoio In Bambù Riutilizzabile°°
Ciao!
In questo articolo vi parlo di un acquisto fatto l’anno scorso, periodo in cui ho iniziato a porre maggiore attenzione sull’impatto ambientale delle mie scelte.
Si tratta di un rasoio in bambù che è andato a sostituire quelli usa e getta in plastica che avevo. Potrebbe sembrare da stereotipo un accessorio “da uomo” e basta, invece non è così. Per radersi velocemente quando non si ha tempo di depilarsi con metodi alternativi è perfetto per la pelle di chiunque!
Fra tanti marchi che si possono trovare in vendita ho scelto BamBaw: di questo brand avevo già il set di posate in bambù e mi ero trovata molto bene, per questo mi sono fidata. E non ho sbagliato 😉

Ho acquistato il rasoio online al costo di circa 16 euro ed è arrivato a casa custodito in una scatolina di cartone con tutte le informazioni sopra riportate. L’impugnatura è in legno di bambù, solida e resistente.
Essendo un materiale naturale, ogni rasoio è diverso nelle venature lignee.
La base è metallica esattamente come la testina.
Sebbene nelle informazioni di vendita fosse scritto che era sprovvisto di lama (infatti ne ho comprate svariate platino a marchio Astra), in realtà all’interno della confezione ne ho trovata una.

Dimenticate la leggerezza dei rasoi usa e getta in plastica: questo in bambù è decisamente più pesante, ma ciò che conta è il suo essere leggero a livello ambientale e il modo deciso in cui asporta dalla pelle i peli.
Per inserire la lama basta svitare la testina.
Prima di procedere alla depilazione è necessario distendere sulla zona una lozione o semplicemente del sapone per fare in modo che la lama scivoli senza attrito.
Essendo un rasoio di sicurezza bastano i giusti accorgimenti per utilizzarlo senza causarsi taglietti.
Personalmente l’ho utilizzato molto in estate sulle gambe e sotto le braccia. Se lo si impugna bene seguendo la linea del corpo lascia la pelle pulita.
Ma adesso parliamo degli aspetti ecologici: avere un solo rasoio, anziché usarne infiniti usa e getta nell’arco della propria vita, aiuta a diminuire il numero di rifiuti che si producono. I rasoi in plastica con lame in metallo che si trovano in vendita in qualsiasi supermercato non sono riciclabili. Andrebbero smontati componente per componente, ma dubito anche anche così sezionati possano essere recuperati come materia di riutilizzo.
Che anche un piccolo pezzetto di plastica possa essere un pericolo per la natura e i suoi abitanti lo dimostra questa foto scattata dal Gumbo Nature Center: una tartaruga è deceduta a causa della plastica ingerita. All’interno del suo organismo sono stati trovati ben 140 frammenti plastici.

Image: © City of Boca Raton, Gumbo Limbo Nature Center
Il rasoio in bambù come unico rifiuto genera la lama in metallo dopo svariati utilizzi. I metalli possono tranquillamente essere recuperati e riutilizzati.
E se è una soluzione ecologica efficace per le donne, fidatevi lo è anche per la depilazione maschile: basta leggere le decine di recensioni positive lasciate dagli uomini che lo hanno già acquistato.
Questo rasoio a doppio filo può essere combinato con una crema al burro di karitè come quello Lamazuna (vegan & cruelty free) per una rasatura perfetta e liscia.
Alla prossima recensione!
Carmen
°°L’incredibile quantità di rifiuti in plastica prodotta dagli ospedali°°
L’ospedale è un luogo dove le persone trovano cure e assistenza necessarie in caso di bisogno. Un luogo dove umani aiutano altri umani, e questo è lodevole e socialmente utile se tutto funziona come deve.
Tralasciando questi aspetti, dal punto di vista dell’impatto ambientale l’ospedale costituisce un peso non indifferente sulla natura.
Sappiamo bene che quando si parla di salute bisogna avere più accorgimenti possibili in fatto di igiene per garantire ai pazienti ambienti salubri. Per questo motivo vengono impiegati strumenti sterili.
Il punto è che quest’ultimi sono quasi sempre usa e getta, e per di più fabbricati in plastica o materiali non riciclabili.
Recandomi in una struttura ospedaliera per assistenza familiare ho potuto appurare quanti rifiuti di natura plastica si producano quotidianamente.
Alcuni esempi?
Guanti indossati pochi minuti e gettati, traverse per pazienti con problemi di incontinenza, aghi, siringhe, cerotti, tubi, bottiglie d’acqua e contenitori per il cibo per la distribuzione dei pasti. E tanto, tanto altro.
Tutto ciò finisce nel sacco nero. A meno che non venga separato successivamente tutto nei centri di raccolta. Ma ho forti dubbi.
Avete mai provato a fare un calcolo?
Se moltiplichiamo gli strumenti o utensili in plastica usati per singolo paziente per numero di volte in cui ne hanno bisogno quotidianamente avremo una cifra non indifferente. Se questa cifra la moltiplichiamo a sua volta per il numero di giorni di degenza il risultato sono sacchi enormi di rifiuti.
E se moltiplicassimo questi sacchi per ogni singolo paziente in cura in tutti gli ospedali d’Italia? Il risultato è allarmante.
Cosa accade a questi rifiuti? Vanno dritto all’inceneritore? Finiscono nelle discariche sotto terra?
Non so dare una risposta a queste domande.
Posso solo dire che spero tanto che la plastica venga presto sostituita con altri tipi di materiali innovativi, ecocompatibili e compostabili.
Già da adesso le strutture ospedaliere potrebbero optare per il mater-bi per il coperto usa e getta per far pranzare e cenare i pazienti.
Siamo coscienti e consapevoli dei danni ambientali che provocano le cose che produciamo e urge un’inversione di rotta. A meno che non ci stia bene così, ovvero di rendere il mondo la discarica del sistema solare.
Continuo ad essere ottimista. E a cercare nel mio piccolo di fare la differenza.
Chissà che bello quando riusciremo a guarire le persone senza far ammalare l’ambiente…
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