Archivio mensile:Maggio 2018
°°I Maiali Allevati? Stavano Meglio nel Medioevo°°
Gli animali sono sempre stati visti come esseri inferiori all’uomo, sin dagli albori dell’umanità stessa. Ma ovviamente questa non è la verità. Che tale idea sia frutto di uno stereotipo tipico della nostra specie lo dimostra il fatto che gli stessi esseri umani (di nascita diversa, di sesso femminile o di appartenenza a ceti sociali “bassi”) sono finiti collocati o accanto agli animali o giusto un gradino sopra di essi nella scala di importanza. Col tempo, col passare dei secoli e con l’accrescimento della sensibilità umana alcune false convinzioni sono state accantonate lasciando spazio a idee ben più illuminate.
Gli animali dunque, nel passato come ancora oggi, sono vittime di ingiustizie.
Ridotti a mero corpo vivente di cui farne qualsiasi cosa, vengono allevati dagli umani per i più disparati scopi.
Ed a proposito di quest’ultimi, col presente articolo intendo concentrarmi su quello alimentare.
Gli animali dunque sono sempre stati allevati per essere mangiati, nonostante l’allevamento di per sé sia una soluzione alimentare innaturale visto che i veri predatori hanno la funzione di contenere il numero di erbivori, e non di moltiplicarlo.
In un primo momento semplicemente cacciati. In un secondo momento, confinati in spazi e indotti a riprodursi tra di loro. In un terzo momento, quello attuale, rinchiusi in piccolissime gabbie e fatti riprodurre artificialmente raccogliendo seme maschile introdotto manualmente nell’organismo femminile.
Più sono passati gli anni, più il sistema di allevamento è andato intensificandosi a discapito del benessere, della libertà e degli istinti naturali degli schiavi a due o quattro zampe.
Soggetto di questa mia riflessione sono i maiali.
I maiali allevati? Stavano meglio durante il periodo medievale.
Sempre visti come cibo nell’età di mezzo, i maiali secoli fa godevano della possibilità di vivere nei boschi, ossia nelle aree incolte di proprietà signorile oppure pubblica del fisco regio. In queste aree definite zone franche i maiali vivevano in libertà, avevano la possibilità di scegliere cosa mangiare (prevalentemente ghiande) e si riproducevano in base alla natura della loro stessa specie.
Venivano poi cacciati dai contadini, o coloni, che dovevano al signore proprietario terriero un censo sia in natura che in denaro.
Nel censo annuo in natura era incluso quasi sempre un maiale.
Nell’animale veniva visto un valore abbastanza alto, a differenza delle galline e dei galli che invece non ne avevano e rientravano fra i doni di riconoscenza che i contadini dipendenti dal signore dovevano a quest’ultimo per l’utilizzo dei campi [1].
I maiali all’epoca non erano come sono adesso, e lo possiamo dedurre dalle illustrazioni che ci sono giunte dal Medioevo stesso.
I maiali erano semplicemente simili ai cinghiali odierni per colore e dimensione.
Il colore roseo e la tipologia di peluria che attualmente contraddistinguono i maiali del XXI secolo sono frutto di incroci su incroci a beneficio di chi doveva ucciderli.

Nel Medioevo quindi questi animali venivano cacciati nei boschi dove vivevano liberi e macellati per la realizzazione di alimenti che andavano a coprire lunghi periodi del calendario.
Degli odierni allevamenti estensivi o casalinghi è rimasto solo l’abbattimento annuale. Nient’altro.

Sebbene l’umanità dal Medioevo in poi abbia avuto un notevole miglioramento di stile e condizione di vita, non è accaduto lo stesso per gli animali destinati all’uso e al consumo delle persone.
Oggi questi animali vengono fatti nascere lontano dal loro habitat naturale.
L’allevamento è di tipo intensivo e ha luogo in capanni spesso illuminati artificialmente, dove la ventilazione avviene quasi sempre meccanicamente mediante impianto di ventilazione. Perché l’aria è irrespirabile. Siete mai stati in un allevamento di maiali? L’aria è così pungente da farvi desiderare di essere organismi privi della possibilità di respirare.
Le femmine vengono costrette a ripetute gravidanze, con fecondazione manuale da parte degli allevatori. I cuccioli nascono in ambienti poco confortevoli e non possono godere della possibilità di essere accuditi dalla propria madre, poiché confinata in una gabbia in posizione che esclude ogni altro tipo di movimento.
Questa foto, raffigurante un allevamento intensivo, è un chiaro esempio di ciò che accade quotidianamente nel mondo.

Siamo passati dunque dal catturare animali, capaci di vivere nel loro ambiente ideale e di provvedere a se stessi, al renderli materia vivente in attesa della morte.
Animali privati di ogni stimolo esterno, privati della possibilità di avere relazioni fra simili. Tutto ciò rende queste creature limitate, depotenziate nell’intelletto [2]
Una squallida involuzione. Una vergognosa macchia sulla coscienza collettiva.
Come possiamo alienarci da ciò?
Semplicemente rendendoci non più complici di questa fabbrica chiamata allevamento dove degli organismi sono a tutti gli effetti “macchine da produzione”.
Solo in Italia nell’anno 2010 sono stati macellati 403.046 maiali.
Fonte: Agri Istat.
E’ possibile prender visione di ciò che accade negli allevamenti visitando il sito laverabestia.org.
Altra realtà importante è l’investigazione shock di Essere Animali “Prosciutto Crudele di Parma”, censurata.
Sul sito cambiamenu.it invece si possono avere maggiori informazioni sulla scelta di vita vegan con alimentazione 100% vegetale.
Il futuro del genere umano è la compassione, è capacità di coesistere con le altre specie senza calpestare il loro diritto di esistere.
Carmen
[1] Istituzioni di Storia Medievale – Università di Pisa
[2] Secondo la scienziata statunitense Wendy Suzuki gli animali che non hanno stimoli perdono facoltà intellettive. Tristezza e assenza di interazioni spengono i neuroni destinando l’organismo al calo intellettuale.
°°[Review] Fior di Salina Erbolario: Benessere dal Profumo Acquatico°°
Le onde che s’infrangono sulla riva.
Conchiglie di varie forme e cromie che emergono dalla sabbia morbida.
Il profumo di salsedine nel vento.
Il sole che rende calda e dorata la pelle.
Sono queste le bellissime sensazioni racchiuse nella nuova linea edizione 2018
“Fior di Salina” de L’Erbolario. Ho avuto il piacere (dei sensi) di provare l’intera gamma di prodotti che contiene. Eccovi dunque il mio parere.

Racchiusi in scatole di cartoncino raffiguranti mare e saline, i prodotti Fior di Salina sono contenuti in flaconi azzurro intenso mare.

La linea comprende:
– Bagnoschiuma
– Crema Corpo
– OleoScrub Corpo
– Profumo
Ciò che rende molto interessante l’intera linea è il protagonista principale dei suoi ingredienti: il sale marino.
Estratto dalle saline Conti Vecchi nella bellissima Sardegna, il sale risulta alleato di bellezza per la nostra pelle, unito agli altri ingredienti vegetali.
- Il Bagnoschiuma
Si presenta di consistenza liquida e trasparente in flacone con apertura salva goccia. Poca quantità di prodotto versata nella vasca permette di avere una ricchissima schiuma, molto simile a quella marina.
La fragranza che genera nell’aria è soave. Il suo utilizzo rende la pelle ben detersa, lasciandola morbida e pulita.
Ho trovato questo prodotto particolarmente buono: uscita dalla vasca la mia pelle risultava davvero vellutata.Per conoscere tutti gli ingredienti, clicca qui.

- L’OleoScrub
Si presenta in un contenitore barattolo richiudibile con tappo, insieme ad una spatolina. La confezione comprende sale marino unito ad altri ingredienti (come olio di mandorle, di girasole e rosmarino). Una volta tolto il tappo con l’ausilio della spatolina si mescola il sale e si procede alla sua applicazione sulla pelle. Lo si può applicare sia su pelle asciutta che bagnata: il risultato sarà diverso. Su pelle asciutta l’applicazione dello scrub comporta maggiore esfoliazione e pulizia. Su pelle bagnata o inumidita, lo scrub diventa più delicato. Ho provato ad applicarlo in entrambi i modi per constatarne l’efficacia: il sale rimuove le cellule morte della pelle, favorendone la rigenerazione. Sul corpo rimane un sottile strato d’olio che poi viene lavato via con l’uso del bagnoschiuma. Il risultato è una pelle pulita in profondità.Per scoprire gli ingredienti, cliccare qui.

- La Crema Corpo
Racchiusa in confezione a tubo, è fluida e di colore bianco.
Sono rimasta stupita dalla rapidità di assorbimento: basta applicarla sulla pelle e dopo pochi minuti essa è già asciutta. Fantastico, soprattutto d’estate.
La crema, indossata dopo aver fatto il bagno e lo scrub con gli altri prodotti della linea, intensifica e fissa su di noi la piacevole fragranza acquatica di Fior di Salina, che reputo ottima sia per donna che per uomo.Lista degli ingredienti qui.
- Il Profumo
E’ di taglia 50 ml, custodito in una boccetta cilindrica con erogatore spray.
La fragranza è fresca, arricchita da note agrumate.
Poche vaporizzazioni su polsi e collo lasciano addosso una piacevole sensazione di mare.Erbolario, con questa sua nuova linea, ha davvero realizzato qualcosa di unico. Una linea che, come già espresso poco sopra, può essere unisex.
Una linea che unisce l’efficacia degli ingredienti vegetali alla protezione delle bellezze dell’ambiente. Acquistando questi prodotti infatti Erbolario sostiene FAI, Fondo Ambiente Italiano. Una scelta importante apprezzabile e da ammirare, che unita alla certificazione cruelty free garantito per LAV rendono la linea ancora più speciale.Dopo aver testato con molto piacere Fior di Salina, posso dire che la linea è perfetta per ricreare in casa una piccola spa personale. Il profumo che la contraddistingue la rende perfetta per l’estate, o per quei mesi in cui ne abbiamo nostalgia.
Scrub, bagnoschiuma, crema e profumo uniti insieme mi hanno fatto vivere una sensazione di benessere, la stessa che si può provare in una sera d’estate dopo una giornata di mare, quando la pelle è fresca di doccia e l’aria da sollievo dall’abbronzatura scaturita dal sole. Una fragranza rassicurante, che mette a proprio agio, che coccola i sensi.
Mi sento di dare come valutazione complessiva alla linea un meritato 9, sia per ciò che sostiene sia per la qualità e resa.
Curiosi di sentire la fragranza?
Non vi resta che recarvi in un punto vendita Erbolario e provare i tester 🙂Colgo l’occasione per fare i miei auguri ai fondatori, Franco Bergamaschi e Daniela Villa, e a tutta la famiglia Erbolario per i 40 anni dell’azienda ❤ .
Alla prossima recensione.
Carmen




































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