Archivi Blog
°°I Maiali Allevati? Stavano Meglio nel Medioevo°°
Gli animali sono sempre stati visti come esseri inferiori all’uomo, sin dagli albori dell’umanità stessa. Ma ovviamente questa non è la verità. Che tale idea sia frutto di uno stereotipo tipico della nostra specie lo dimostra il fatto che gli stessi esseri umani (di nascita diversa, di sesso femminile o di appartenenza a ceti sociali “bassi”) sono finiti collocati o accanto agli animali o giusto un gradino sopra di essi nella scala di importanza. Col tempo, col passare dei secoli e con l’accrescimento della sensibilità umana alcune false convinzioni sono state accantonate lasciando spazio a idee ben più illuminate.
Gli animali dunque, nel passato come ancora oggi, sono vittime di ingiustizie.
Ridotti a mero corpo vivente di cui farne qualsiasi cosa, vengono allevati dagli umani per i più disparati scopi.
Ed a proposito di quest’ultimi, col presente articolo intendo concentrarmi su quello alimentare.
Gli animali dunque sono sempre stati allevati per essere mangiati, nonostante l’allevamento di per sé sia una soluzione alimentare innaturale visto che i veri predatori hanno la funzione di contenere il numero di erbivori, e non di moltiplicarlo.
In un primo momento semplicemente cacciati. In un secondo momento, confinati in spazi e indotti a riprodursi tra di loro. In un terzo momento, quello attuale, rinchiusi in piccolissime gabbie e fatti riprodurre artificialmente raccogliendo seme maschile introdotto manualmente nell’organismo femminile.
Più sono passati gli anni, più il sistema di allevamento è andato intensificandosi a discapito del benessere, della libertà e degli istinti naturali degli schiavi a due o quattro zampe.
Soggetto di questa mia riflessione sono i maiali.
I maiali allevati? Stavano meglio durante il periodo medievale.
Sempre visti come cibo nell’età di mezzo, i maiali secoli fa godevano della possibilità di vivere nei boschi, ossia nelle aree incolte di proprietà signorile oppure pubblica del fisco regio. In queste aree definite zone franche i maiali vivevano in libertà, avevano la possibilità di scegliere cosa mangiare (prevalentemente ghiande) e si riproducevano in base alla natura della loro stessa specie.
Venivano poi cacciati dai contadini, o coloni, che dovevano al signore proprietario terriero un censo sia in natura che in denaro.
Nel censo annuo in natura era incluso quasi sempre un maiale.
Nell’animale veniva visto un valore abbastanza alto, a differenza delle galline e dei galli che invece non ne avevano e rientravano fra i doni di riconoscenza che i contadini dipendenti dal signore dovevano a quest’ultimo per l’utilizzo dei campi [1].
I maiali all’epoca non erano come sono adesso, e lo possiamo dedurre dalle illustrazioni che ci sono giunte dal Medioevo stesso.
I maiali erano semplicemente simili ai cinghiali odierni per colore e dimensione.
Il colore roseo e la tipologia di peluria che attualmente contraddistinguono i maiali del XXI secolo sono frutto di incroci su incroci a beneficio di chi doveva ucciderli.
Nel Medioevo quindi questi animali venivano cacciati nei boschi dove vivevano liberi e macellati per la realizzazione di alimenti che andavano a coprire lunghi periodi del calendario.
Degli odierni allevamenti estensivi o casalinghi è rimasto solo l’abbattimento annuale. Nient’altro.
Sebbene l’umanità dal Medioevo in poi abbia avuto un notevole miglioramento di stile e condizione di vita, non è accaduto lo stesso per gli animali destinati all’uso e al consumo delle persone.
Oggi questi animali vengono fatti nascere lontano dal loro habitat naturale.
L’allevamento è di tipo intensivo e ha luogo in capanni spesso illuminati artificialmente, dove la ventilazione avviene quasi sempre meccanicamente mediante impianto di ventilazione. Perché l’aria è irrespirabile. Siete mai stati in un allevamento di maiali? L’aria è così pungente da farvi desiderare di essere organismi privi della possibilità di respirare.
Le femmine vengono costrette a ripetute gravidanze, con fecondazione manuale da parte degli allevatori. I cuccioli nascono in ambienti poco confortevoli e non possono godere della possibilità di essere accuditi dalla propria madre, poiché confinata in una gabbia in posizione che esclude ogni altro tipo di movimento.
Questa foto, raffigurante un allevamento intensivo, è un chiaro esempio di ciò che accade quotidianamente nel mondo.
Siamo passati dunque dal catturare animali, capaci di vivere nel loro ambiente ideale e di provvedere a se stessi, al renderli materia vivente in attesa della morte.
Animali privati di ogni stimolo esterno, privati della possibilità di avere relazioni fra simili. Tutto ciò rende queste creature limitate, depotenziate nell’intelletto [2]
Una squallida involuzione. Una vergognosa macchia sulla coscienza collettiva.
Come possiamo alienarci da ciò?
Semplicemente rendendoci non più complici di questa fabbrica chiamata allevamento dove degli organismi sono a tutti gli effetti “macchine da produzione”.
Solo in Italia nell’anno 2010 sono stati macellati 403.046 maiali.
Fonte: Agri Istat.
E’ possibile prender visione di ciò che accade negli allevamenti visitando il sito laverabestia.org.
Altra realtà importante è l’investigazione shock di Essere Animali “Prosciutto Crudele di Parma”, censurata.
Sul sito cambiamenu.it invece si possono avere maggiori informazioni sulla scelta di vita vegan con alimentazione 100% vegetale.
Il futuro del genere umano è la compassione, è capacità di coesistere con le altre specie senza calpestare il loro diritto di esistere.
Carmen
[1] Istituzioni di Storia Medievale – Università di Pisa
[2] Secondo la scienziata statunitense Wendy Suzuki gli animali che non hanno stimoli perdono facoltà intellettive. Tristezza e assenza di interazioni spengono i neuroni destinando l’organismo al calo intellettuale.
°° 8.04.2017 Animal Equality @ Pisa – Foto & Dettagli °°
Sabato 8 Aprile 2017 a Pisa si è tenuto il secondo appuntamento con lo stand di Animal Equality, associazione che da circa 11 anni promuove consapevolezza e difende gli animali in più Stati nel mondo.
Anche stavolta ho avuto il piacere di fare volontariato al tavolo informativo.
Eccovi qualche dettaglio in più! 😉
Come nel mese precedente, lo stand Animal Equality è stato situato in Corso Italia, davanti al negozio di cosmetici vegetariani e vegani LUSH.
Dalle 11 alle 18.00 abbiamo distribuito materiale informativo sui diritti degli animali, sull’alimentazione vegetale e sull’abbandono della tradizione del consumare carne d’agnello per Pasqua. E’ stata una giornata particolarmente carica.
Sono state tantissime infatti le persone che si sono fermate allo stand per avere maggiori informazioni e per provare iAnimal, la realtà virtuale firmata Animal Equality che permette di immergersi a 360° nel mondo degli allevamenti intensivi.
Gruppi di amici, ragazzi, coppie e persone di ogni età si sono fermati per provare il dispositivo. Ci sono stati momenti in cui si sono formate code d’attesa.
Ben 55 persone, fra italiani e turisti, hanno vissuto minuti interi della breve vita dei maiali allevati dall’industria alimentare.
Le reazioni sono state tutte molto interessanti.
La maggior parte delle persone che si sono fermate per provare iAnimal era costituita da ragazzi tra i 15 e i 20 anni.
Alcuni spinti dalla curiosità di provare l’apparecchio elettronico, altri dalla volontà di capire come il cibo di origine animale viene realizzato.
Anche molti turisti si sono fermati. Abbiamo spiegato loro in inglese ed in spagnolo in cosa consistesse il viaggio attraverso gli occhi degli animali allevati.
“Faccio parte del settore alberghiero” ha detto un ragazzo mentre indossava il visore.
“E’ il mio ambiente quindi sono curioso di vedere”.
Dopo aver preso visione del filmato in realtà virtuale gli abbiamo chiesto cosa ne pensasse.
“Sì, ero a conoscenza di come vengono trattati i maiali negli allevamenti e di come vengono uccisi. Sentirsi all’interno delle scene però fa tutt’altro effetto” ha ammesso.
“Avevo visto delle scene sulla macellazione degli animali tempo fa, ma non immaginavo fossero così crudeli le persone che lavorano in questo settore” ha dichiarato un signore.
“Non ce la faccio a continuare a vederlo” ha detto una ragazza mentre chiedeva aiuto per togliere visore e cuffie con il video che ancora continuava.
“E’ incredibile ciò che accade negli allevamenti” ha espresso un ragazzo visibilmente scioccato. “Non ho parole. E’ davvero brutto”.
“La scena più impressionante è stata quella dove il maiale vede il suo stesso sangue per terra” ha spiegato un ragazzo.
“Fate benissimo a mostrare queste cose. L’industria dovrebbe essere trasparente e far vedere come questi esseri vengono trasformati in cibo, ma è ovvio che non accade perché le persone rimarrebbero scioccate” ha aggiunto una signora dopo aver provato iAnimal.
“Non riuscirò mai più a mangiare carne di maiale in vita mia” ha detto un altro ragazzo.
“Quello che facciamo agli altri abitanti di questo pianeta è abominevole. Ci pensi? Li facciamo nascere per ucciderli. Mangiamo le loro sofferenze. Per fortuna le cose stanno cambiando. Voi giovani avete delle vibrazioni, delle energie nettamente superiori alle generazioni passate. Continuiamo così verso la strada della sensibilizzazione e della sensibilità perché dobbiamo arrivare alla coesistenza pacifica tra uomo e animale” ha espresso un signore.
“I miei parenti in Albania avevano o hanno ancora degli animali da cortile. Li ho visti come li uccidevano ma io non ce l’ho mai fatta a fare le stesse cose che facevano loro.
Quando uno li alleva in casa almeno hanno una vita dignitosa, ma negli allevamenti intensivi sono ridotti a oggetti. E’ bruttissimo” è stata l’opinione di un ragazzo.
“Come ti è sembrato? Sapevi cosa si nascondeva dietro l’industria della macellazione animale?” ho chiesto ad un ragazzo che ha deciso di togliere il visore prima della fine del filmato. “Io non.. non..” ha iniziato a dire, prima di portarsi la mano alla bocca senza riuscire a dirmi altro. Impressionato dalla cruda realtà è corso lontano a sedersi su un muretto per rimanere qualche minuto con la testa fra le mani.
Come ho già scritto nell’articolo di resoconto del primo appuntamento con Animal Equality a Pisa, fare questo tipo di volontariato per me è davvero gratificante.
Credo che l’associazione abbia trovato il mezzo perfetto per mostrare come vengono trattati gli animali. Quasi nessuno sa con esattezza come funziona l’industria dello smontaggio animale. Sebbene articoli, foto e documentari siano materiale importante per far consapevolizzare le persone, la realtà virtuale ha quel qualcosa in più.
Una volta indossato il visore e posizionate le cuffie, per qualche minuto si è totalmente estraniati dalla realtà che ci circonda. Si rimane in compagnia di noi stessi, e della nostra coscienza. Ci si sente parte di quello scenario truce, e inaccettabile.
Quei minuti, quelle immagini che coinvolgono i nostri sensi rimangono impresse nella nostra mente. Diventano ricordi che vanno a riempire i cassetti della nostra memoria. Cassetti che, vuoi o non vuoi, si aprono a loro piacimento.
Ritengo pertanto importante che questo progetto continui, e darò sempre il mio sostegno affinché iAnimal arrivi in più piazze possibili.
Le persone devono sapere, devono essere informate.
La verità deve essere divulgata.
Rimanete collegati al mio blog per scoprire quali saranno le future date di Animal Equality in Toscana.
– Carmen.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.