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Protesta a Viareggio: Tolto il Menu Vegano dalle Mense Scolastiche

Care lettrici e cari lettori,

mentre il DSU ToscanaAzienda per il Diritto allo Studio sta ricevendo da gennaio pubblici elogi per essere arrivato in cima alla classifica delle “Mense per il Clima” più sostenibili d’Italia (con ben tre punti ristoro dalle ampie opzioni vegan) una realtà nella stessa regione sta remando nella direzione opposta.

Alcuni piatti della mensa universitaria Martiri di Pisa 100% vegetali



Si tratta dell’azienda ICare di Viareggio.
Come si può leggere dal comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale, a partire dal mese di aprile 2024 la dieta vegana sparirà dalle mense scolastiche del Comune di Viareggio. Una scelta infelice che l’azienda informa essere stata intrapresa poiché la suddetta dieta non è stata ammessa dalle ‘Linee Guida della Ristorazione Scolastica’. Pertanto, in accordo con l’Ufficio Educazione del Comune e con l’Azienda USL Toscana Nord Ovest, a partire dal mese di aprile non verranno più serviti pasti interamente vegetali a chi solitamente ne faceva richiesta.

Sembra uno scherzo di pessimo gusto, e invece è una vergognosa realtà che sta influenzando negativamente tante famiglie con bambini e bambine che hanno fatto propria la filosofia di vita vegan.

La decisione ha letteralmente scatenato l’ira di chi vede, ingiustamente, negato il proprio diritto alla libera scelta alimentare. Con il presente articolo intendo dunque dare il mio pieno appoggio a quelle famiglie che, di punto in bianco, non potranno più far usufruire dei servizi scolastici figlie e figli per motivi ormai sfatati dalla scienza.

Da ragazzina diventata vegetariana a 12 anni che ha sofferto perché negli anni 2000 non esisteva alcuna possibilità di mangiare pasti interamente vegetali a scuola, e che spesso mangiava solo un piatto di pasta e del pane (poiché privi di animali) pur avendo due ore di educazione fisica a seguire e un notevole dispendio di energie, trovo questa decisione del tutto sconcertante.
Tutte le privazioni vissute durante i pasti (regolarmente pagati per intero, pur non potendo mangiare tutto) alle Scuole Medie sono state compensate ‘da grande’ durante il mio percorso da studentessa universitaria presso l’ateneo di Pisa.
Dal 2016, anno d’inizio della mia carriera universitaria, ho visto l’Azienda DSU fare enormi passi in avanti verso l’alimentazione vegetale. Ho anche constatato una grande apertura da parte dei dirigenti e del personale: è stato questo ad avermi permesso di lasciare nei punti ristoro, previo consenso, migliaia di opuscoli, ricettari e materiale informativo sullo stile alimentare senza crudeltà.
Concludo nelle prossime settimane il mio bellissimo percorso accademico consapevole del prezioso lavoro che è stato portato avanti e del fatto che studenti e studentesse che s’iscriveranno avranno la fortuna di avere mense al passo con i tempi, capaci di offrire piatti gustosi interamente vegetali.

Tornando a Viareggio, trovo vergognoso che si sia esclusa l’alimentazione vegana dalle offerte del menu scolastico, quando è ormai scientificamente provato che tale stile nutrizionale è adeguato per ogni fase della vita di una persona.
Queste mie affermazioni trovano fondamento nelle ricerche e nelle informazioni divulgate sia dalla SSNV – Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – che da medici ed esperti in nutrizione vegetale. Solo alcuni esempi: Silvia Goggi, Luciana Baroni, Roberta Bartocci. Mentre a livello internazionale è il dottor Neal Barnard a essere fra i più attivi promotori della dieta vegetale.

A queste voci autorevoli, in qualità di dottoressa in Lingue e Letterature Straniere, e a breve in Lingue, Letterature e Filologie Euroamericane, vorrei aggiungere quella di Percy Bysshe Shelley. Se potesse, il poeta protagonista della mia tesi di laurea magistrale, esprimerebbe tutto il suo rammarico nel sapere di questa triste decisione presa nel comune dove ha ricevuto rito funebre dagli amici.
Shelley, che Viareggio ha omaggiato con una statua e una piazza in suo ricordo, era un fervente sostenitore della dieta vegetale, in primis per motivi etici. Scrisse una corposa nota, la numero 17, nella sua opera Queen Mab in difesa dell’alimentazione naturale, e ben due pamphlet a seguire: A Vindication of Natural Diet e On The Vegetable System of Diet. Forse le realtà coinvolte nella negazione delle opzioni vegane a scuola, a partire dal Comune stesso, non sanno o non ricordano che i testi sopra citati furono ispirati da altre opere scritte in difesa della dieta vegetale del 1800. Fra queste opere, quella dell’amico medico del poeta: il dottor John Frank Newton, conosciuto assieme al dottore William Lambe.
Newton, in un periodo storico in cui la mortalità era alta non solo per i più piccoli, sperimentò su sé e sulla sua famiglia i benefici dell’alimentazione vegetale abbinata a sola acqua pura: dopo 7 anni, nessuno delle 17 persone della famiglia, fra adulti e bambini, era morto. Godevano tutti di ottima salute e coloro che soffrivano di problematiche come l’asma si ritrovarono a non soffrirne più.
Anche Shelley, che ricordo essere morto tragicamente nelle acque del Tirreno e successivamente restituito dal mare sulle spiagge di Viareggio nel 1822, credeva fermamente nella naturalità della dieta vegetale. “Siamo animali frugivori, e attraverso l’anatomia comparata si può notare che non abbiamo nessuna caratteristica in comune con gli animali carnivori”. Questo, e altre preziose informazioni sul suo pensiero, sono state riportate nella mia tesi “Ashes and sparks, my words among mankind!: la matrice antispecista nel pensiero e negli scritti di Percy Bysshe Shelley” che discuterò ad aprile e che verrà pubblicata.



La decisione di ICare in collaborazione con il Comune di Viareggio e con l’azienda USL Toscana Nord Ovest pertanto appare ai miei occhi del tutto non al passo con il nostro secolo.

Invito l’azienda a rivedere la propria posizione, a interpellare esperti in nutrizione vegetale e a garantire pubblico servizio alle famiglie consapevoli che hanno abbracciato uno stile di vita empatico, rompendo schemi culturali socialmente costruiti e naturalizzati dal sistema come quello del consumo – usando parole shelleyiane -dei nostri fellow animals.

Chi desiderasse, può unirsi alla mia campagna di invio e-mail mirata a esprimere dissenso verso tutti gli enti coinvolti.

Oggetto: CHE VENGA REINTRODOTTA LA DIETA VEGETALE NELLE MENSE

Gentile azienda ICare,
Gentile Ufficio Educazione – Comune di Viareggio
Gentile Sindaco Del Ghingaro

ho appreso con grande sgomento della decisione da voi presa riguardo all’eliminazione del menu vegano (100% vegetale) dalle mense scolastiche dei Nidi d’Infanzia, Scuole Primarie e Secondarie del comune di Viareggio. Mi unisco a questa campagna di sensibilizzazione e di pubblico dissenso promossa dalla Vegan Blogger Carmen Luciano la quale non mangia animali dall’età di 12 anni.
Trovo anch’io questa decisione del tutto anacronistica e non al passo con le recenti evidenze scientifiche in ambito di nutrizione. L’alimentazione vegana, come affermano voci autorevoli come quella dei medici Neal Barnard, Silvia Goggi, Luciana Baroni della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, è adatta a ogni stadio della vita.
Lo sapeva anche il poeta Percy Bysshe Shelley, che restituito esanime dal mare alle vostre spiagge ha dato lustro alla città di Viareggio. Shelley scrisse ben tre testi in difesa dell’alimentazione vegetale: la nota 17 di “Queen Mab”, “A Vindication of Natural Diet” e “On the Vegetable System of Diet”. Trattati che sembrano attuali per come l’alimentazione vegetale viene difesa in ambito medico, nutrizionale, scientifico, etico e sociale. Un Ufficio Educazione che si rispetti, in una città che ha dedicato una piazza con annessa statua a tale poeta e libero pensatore, non può non tenerne di conto.
Vi invito a rivedere la vostra posizione sull’offerta vegetale nei menu scolastici, affidandovi a esperti di nutrizione vegana che vantiamo in Italia, per garantire il servizio ai bambini che non mangiano animali.
Questo non solo per rispetto delle specie ingiustamente sfruttate e macellate, ma anche per la salute umana e di quella del pianeta che ci ospita. Prendete esempio dal DSU Toscana che con i suoi ristoranti universitari si è distinta come azienda per la qualità e la varietà di proposte vegetali nel menu.

Distinti saluti.

Nome, cognome, città

Da inviare a:
protocollo@icareviareggio.it
pubblicaistruzione@comune.viareggio.lu.it
sindaco@comune.viareggio.lu.it


Grazie a chi si unirà a questo invio di e-mail di protesta.


Carmen Luciano

°°Iniziazione al Consumo di Insetti nei Testi Scolastici°°

Cari lettori e care lettrici,
come avrete sicuramente sentito da notiziari cartacei od online, l’Unione Europea ha aperto le porte al consumo alimentare di animali non convenzionali nel nostro continente: gli insetti.



La scusa è quella di dover passare, per necessità, dal consumo di animali molto più grandi (bovini, suini, ovini, caprini ecc) a quelli che fino a ieri erano visti come infestanti se trovati negli alimenti (ci sarebbe da ridere se non fosse per la drammaticità della cosa), per tutelare l’ambiente ed avere un minor impatto sulla terra. Via libera dunque a farine proteiche a base di larve della farina, di pasta di cavallette e ad altri prodotti alimentari “arricchiti” con queste specie animali new entry.

Basandomi sulla reazione delle persone che ho attorno (parlo delle migliaia con le quali interagisco sui social), la notizia non è stata presa proprio bene, in special modo da chi ancora consuma corpi di animali. Se da una parte gli insetti sono consumati con regolarità da alcuni popoli nel mondo (soprattutto in Oriente), da noi infatti sono ancora avvolti da un’aura di pregiudizi e repulsione, sentimenti ben lontani dal senso di fame. Per cultura, gli insetti possono essere inquadrati fra le specie ctonie collegate alle sensazioni di schifo, paura, orrore, disgusto.
Difficilmente un individuo adulto, abituato dal Sistema a usare collanti per sbarazzarsi delle tarme della farina che nascono nella sua dispensa, o a usare veleni per ripulire cucine e cantine dagli scarafaggi potrà essere felice all’idea di prepararsi un bel risotto alle cimici.

Come fare dunque per iniziare a sondare il terreno, cercando di normalizzare il consumo di cavallette, vermi, tarme & co?
Partendo dai più piccoli, dalle future generazioni, ovviamente.
Ed il processo di iniziazione è già stato avviato.


Proprio ieri, sfogliando le pagine di un libro di scienze adottato come testo da una classe seconda di una scuola superiore di Empoli, lo sguardo è caduto su un dettaglio non indifferente, che riporto in foto qua sotto.

Il capitolo, dedicato alle molecole della vita (fra cui le proteine) si apre con un bel suggerimento frutto dell’AGENDA 2030:
insalata di insetti per “sconfiggere la fame” e “consumo e produzione responsabili”.
Dalle domande poste nel riquadro a quanto pare nel video proposto a ragazzi e ragazze adolescenti si mostra quante persone già mangiano gli insetti nel mondo, la differenza fra proprietà dei loro corpi e quelli dei manzi e perché “potrebbero essere cibo strategico del futuro”.

E non illudetevi che sia un caso isolato: gli insetti come cibo li ho trovati anche in un libro di testo adottato da una classe quarta di una scuola elementare di San Miniato, e chissà quali altri libri contengono informazioni analoghe per destare curiosità, cambiare le convinzioni di chi legge e spronare lettori e lettrici a provare il “cibo del futuro” per sconfiggere la fame nel mondo, consumando e producendo in modo responsabile. (Controllate sempre i testi scolastici, se avete figli e figlie)

Non ci vuole molto per comprendere come queste letture, messe dentro testi scolastici non a caso, possano essere utili a qualcuno per raggiungere il proprio obiettivo. E se è stato normalizzato il consumo di tutti gli altri animali in altri tempi, dobbiamo essere preparati/e a tutto senza stupirci di niente.

Chi dal 2020 ha vissuto degli anni con la consapevolezza amplificata, arrivando a vedere meglio, con più chiarezza, cosa siamo noi esseri umani e cosa sono gli animali per il Sistema, avrà già capito dove ci stanno indirizzando.

Articoli già tacciati di complottismo e disinformazione stanno mettendo in discussione l’utilità ma soprattutto la salubrità degli insetti come fonte proteica: c’è chi dice che a lungo andare consumare animali che in natura dovrebbero essere predati dagli uccelli non faccia bene all’organismo umano.

Tralasciando l’aspetto nutrizionale e sanitario, che non mi compete per ambito di studi, vorrei piuttosto incentrare l’attenzione su un altro quesito: abbiamo veramente bisogno di ampliare il cerchio di vittime per la nostra alimentazione? Ammazzare insetti è il futuro?


Nel 2018, quando ho incontrato il dottor Neal Barnard a Milano, nella sua conferenza qualcuno pose la domanda “perché non consumare insetti?“. Forse una provocazione, forse un dubbio reale. Il dottor Barnard, che aveva concluso un bellissimo discorso sulla nutrizione umana interamente vegetale, disse che non avevamo bisogno di mangiare gli insetti, esseri senzienti anche loro, e che una dieta bilanciata basata su fonti vegetali garantisce una buona salute.

Agganciandomi al parere di questo esperto di fama mondiale, proseguo dicendo che nemmeno dal punto di vista morale abbiamo bisogno del consumo di insetti.
Si fa leva, quasi per colpevolizzare i consumatori, sulla fame nel mondo e sulla necessità di dover gestire meglio le risorse che abbiamo.
È necessario ricordare che i miliardi di animali fatti nascere col solo fine di morire e raggiungere il piatto di qualcuno in paesi “ricchi”, vengono alimentati con cereali e legumi coltivati appositamente per loro e ad uso zootecnico.
Durante i mesi in cui vengono lasciati in vita, questi animali mangiano grandi quantità di cibo per aumentare il loro peso corporeo.
Come riportato più volte anche dalla giornalista Sabrina Giannini nel programma RAI 3 Report, questo processo di alimentazione degli animali da uccidere per alimentare esseri umani è uno spreco di nutrienti.

Dal momento che il nostro organismo è in grado di digerire cibi vegetali, il bisogno di consumare animali (fra cui insetti) è infondato.




Perché, se si può vivere in salute e garantire cibo per tutte le persone nel mondo, non si promuove l’alimentazione vegetale?

L’idea che mi sono fatta è che la promozione dell’alimentazione vegetale comporterebbe 3 risvolti nella società di cui il sistema ha paura:
• fine del massacro animale, e di conseguenza, della sopraffazione umana sulle altre specie
• uguaglianza nel mondo fra popoli e indipendenza alimentare
• persone in salute

Ci pensate?

Se viene meno l’idea di inferiorità animale e di superiorità umana, potrebbe venir meno anche l’illusione di alcune popolazioni di essere migliori o più meritevoli di altre (le discriminazioni ancora esistono, non facciamo finta che non sia così).
Se viene meno la violenza sugli animali, e la compassione si diffonde, potrebbe venir meno anche l’istinto di far del male alle persone, ai nostri simili. Giammai!

Se sopraggiunge l’idea di uguaglianza fra persone senza limiti di confini, età, religione ed etnia, e se si offre a tutti la possibilità di coltivare dei terreni un tempo usati per allevare animali, qualcuno come farà a sentirsi ricco? Se non esiste povertà, non esiste ricchezza. Se tutti possiamo avere le stesse possibilità, qualcuno non si sentirà privilegiato e migliore.

Se le persone iniziano a godere di ottima salute mangiando cibi vegetali, chi venderà più farmaci? chi venderà più quelli per far sopravvivere gli animali negli allevamenti, se non se ne allevano più? chi proporrà più vaccini per l’ennesima zoonosi e se non vi saranno più epidemie?

Insomma capite, gli interessi di qualcuno (molti “qualcuno”) potrebbero venir meno, non sia mai, e nel mondo si starebbe troppo bene, troppo in pace, troppo in armonia. Mica vorrete questo?


E invece, gli assoggettatori di animali e genti dovrebbero iniziare ad avere paura per i loro soldi e il loro potere,
dal momento in cui sono sempre più numerose le coscienze risvegliate che sanno che la società in cui viviamo ha caratteristiche negative che devono essere corrette: nessun servo, nessun padrone, nessuna cieca obbedienza, nessuna schiavitù, nessuna violenza.

Lo dico spesso: se per millenni siamo state/i in grado di vivere in questo modo biasimevole, con l’intelletto che abbiamo siamo in grado in qualsiasi momento di sovvertire l’ordine mortifero delle cose e migliorare, cambiare, darci una seconda possibilità per chiedere scusa per il male fatto a persone e ad animali, e per iniziare a esistere su questa terra meritandocela.
Con rispetto, con cura, con consapevolezza, attenzioni, amore.




Se non avete ancora smesso di mangiare animali, non perdete tempo (e salute) e cambiate le vostre abitudini alimentari subito.
Letture consigliate:

La Mia Famiglia Mangia Green – Dottoressa Silvia Goggi
È facile diventare un po’ più vegano – Dottoressa Silvia Goggi
La trappola del Formaggio – Dottor Neal Barnard
Super Cibo per la Mente – Dottor Neal Barnard
Libro ricette Vegan – AgireOra Edizioni
Perché vegan? (volantino in pdf)
Introduzione alla Cucina Vegan (pdf gratuito)
Impariamo a mangiare sano con i cibi vegetali (pdf gratuito)
Guida al Vegetarismo – Dottoressa Luciana Baroni (pdf gratuito)

°°[Libro] E’ Facile Diventare (Un Po’ Più) Vegano – Silvia Goggi°°

Bentornati e bentornate sul mio blog.
Vi accolgo con un nuovo articolo dedicato alla lettura 🙂

Protagonista di questo post è il secondo libro scritto
dalla Dottoressa Silvia Goggi: E’ Facile Diventare un po’ più Vegano

Dopo il successo ottenuto nel 2019 con “La Mia Famiglia Mangia Green” (Sonda Edizioni) Silvia Goggi torna a parlarci della scelta alimentare vegana, e lo fa col suo modo professionale e simpatico inconfondibile .

Pubblicato da Rizzoli nel mese di Gennaio 2020 e subito finito nella classifica dei libri più venduti, “E’ Facile Diventare un po’ più Vegano affronta nelle sue 250 pagine e 8 capitoli l’importante argomento del passaggio da un’alimentazione standardizzata dalla società a una nutrizione consapevole, sana, naturale che esclude sofferenza e morte.

Dopo un’interessante introduzione, la lettura ci porta verso la metamorfosi da non vegan a vegan della dottoressa, che si racconta nella sua scelta alimentare, e di vita: avreste mai immaginato che da scettica sul tema ne sarebbe diventata poi pioniera grazie al doversi informare per una sua amica?

Nel primo capitolo la dottoressa ci parla dell’importanza dei cibi vegetali e dei nutrienti che troviamo in essi, sfatando luoghi comuni su proteine, ferro, B12 e Omega 3.
Nel secondo capitolo sono riportate dritte su come fare la spesa: diventando vegan si può risparmiare molto sullo scontrino finale.
Il terzo capitolo è dedicato all’organizzazione dei pasti, e la dottoressa ci offre alcuni menù-tipo da poter seguire.
La corretta nutrizione dei più piccoli invece è protagonista del capitolo quarto: le informazioni contenute sono, a mio avviso, utili sia per chi non è vegan sia per coloro che già lo sono.
I tre capitoli seguenti spiegano poi dei benefici per l’organismo che offre una scelta alimentare vegetale, ma anche della sua sostenibilità a livello di impatto ambientale e di vite animali.
Ho molto apprezzato il lavoro d’indagine svolto dalla dottoressa per riportare nero su bianco cosa vivono gli animali negli allevamenti, ed ho scoperto cose sull’industria ittica che nemmeno io sapevo in 18 anni di scelta veg(etari)ana.
L’ultimo capitolo, l’ottavo, è invece incentrato sul modus agendi vegan e su come sapersi approcciare a chi ancora si alimenta con resti e derivati animali. Mi è spuntato un sorriso nel leggere << non c’è bisogno di far sapere a tutti il vostro orientamento alimentare aggiungendo sul profilo facebook la lettera V tra nome e cognome >> perché io l’ho avuta davvero la lettera V per far sapere a tutti del mio orientamento alimentare e avrei continuato a tenerla se Facebook non avesse cambiato impostazioni 😛


Autoironia a parte, anche questo nuovo libro della dottoressa Goggi è una preziosa pubblicazione che consiglio di leggere. Scoprirete cosa significa peer-review, riceverete le necessarie informazioni per iniziare (se vorrete) un nuovo percorso di vita e realizzerete una cosa importantissima: che vi è una grande differenza tra mangiare e nutrirsi.

Trovate “E’ Facile Diventare un po’ più Vegano” nelle librerie fisiche e online.

Alla prossima recensione!

Carmen


La mia Famiglia mangia GreenVoto medio su 6 recensioni: Da non perdere

È Facile Diventare un po' più Vegano
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