Archivi Blog

°°Iniziazione al Consumo di Insetti nei Testi Scolastici°°

Cari lettori e care lettrici,
come avrete sicuramente sentito da notiziari cartacei od online, l’Unione Europea ha aperto le porte al consumo alimentare di animali non convenzionali nel nostro continente: gli insetti.



La scusa è quella di dover passare, per necessità, dal consumo di animali molto più grandi (bovini, suini, ovini, caprini ecc) a quelli che fino a ieri erano visti come infestanti se trovati negli alimenti (ci sarebbe da ridere se non fosse per la drammaticità della cosa), per tutelare l’ambiente ed avere un minor impatto sulla terra. Via libera dunque a farine proteiche a base di larve della farina, di pasta di cavallette e ad altri prodotti alimentari “arricchiti” con queste specie animali new entry.

Basandomi sulla reazione delle persone che ho attorno (parlo delle migliaia con le quali interagisco sui social), la notizia non è stata presa proprio bene, in special modo da chi ancora consuma corpi di animali. Se da una parte gli insetti sono consumati con regolarità da alcuni popoli nel mondo (soprattutto in Oriente), da noi infatti sono ancora avvolti da un’aura di pregiudizi e repulsione, sentimenti ben lontani dal senso di fame. Per cultura, gli insetti possono essere inquadrati fra le specie ctonie collegate alle sensazioni di schifo, paura, orrore, disgusto.
Difficilmente un individuo adulto, abituato dal Sistema a usare collanti per sbarazzarsi delle tarme della farina che nascono nella sua dispensa, o a usare veleni per ripulire cucine e cantine dagli scarafaggi potrà essere felice all’idea di prepararsi un bel risotto alle cimici.

Come fare dunque per iniziare a sondare il terreno, cercando di normalizzare il consumo di cavallette, vermi, tarme & co?
Partendo dai più piccoli, dalle future generazioni, ovviamente.
Ed il processo di iniziazione è già stato avviato.


Proprio ieri, sfogliando le pagine di un libro di scienze adottato come testo da una classe seconda di una scuola superiore di Empoli, lo sguardo è caduto su un dettaglio non indifferente, che riporto in foto qua sotto.

Il capitolo, dedicato alle molecole della vita (fra cui le proteine) si apre con un bel suggerimento frutto dell’AGENDA 2030:
insalata di insetti per “sconfiggere la fame” e “consumo e produzione responsabili”.
Dalle domande poste nel riquadro a quanto pare nel video proposto a ragazzi e ragazze adolescenti si mostra quante persone già mangiano gli insetti nel mondo, la differenza fra proprietà dei loro corpi e quelli dei manzi e perché “potrebbero essere cibo strategico del futuro”.

E non illudetevi che sia un caso isolato: gli insetti come cibo li ho trovati anche in un libro di testo adottato da una classe quarta di una scuola elementare di San Miniato, e chissà quali altri libri contengono informazioni analoghe per destare curiosità, cambiare le convinzioni di chi legge e spronare lettori e lettrici a provare il “cibo del futuro” per sconfiggere la fame nel mondo, consumando e producendo in modo responsabile. (Controllate sempre i testi scolastici, se avete figli e figlie)

Non ci vuole molto per comprendere come queste letture, messe dentro testi scolastici non a caso, possano essere utili a qualcuno per raggiungere il proprio obiettivo. E se è stato normalizzato il consumo di tutti gli altri animali in altri tempi, dobbiamo essere preparati/e a tutto senza stupirci di niente.

Chi dal 2020 ha vissuto degli anni con la consapevolezza amplificata, arrivando a vedere meglio, con più chiarezza, cosa siamo noi esseri umani e cosa sono gli animali per il Sistema, avrà già capito dove ci stanno indirizzando.

Articoli già tacciati di complottismo e disinformazione stanno mettendo in discussione l’utilità ma soprattutto la salubrità degli insetti come fonte proteica: c’è chi dice che a lungo andare consumare animali che in natura dovrebbero essere predati dagli uccelli non faccia bene all’organismo umano.

Tralasciando l’aspetto nutrizionale e sanitario, che non mi compete per ambito di studi, vorrei piuttosto incentrare l’attenzione su un altro quesito: abbiamo veramente bisogno di ampliare il cerchio di vittime per la nostra alimentazione? Ammazzare insetti è il futuro?


Nel 2018, quando ho incontrato il dottor Neal Barnard a Milano, nella sua conferenza qualcuno pose la domanda “perché non consumare insetti?“. Forse una provocazione, forse un dubbio reale. Il dottor Barnard, che aveva concluso un bellissimo discorso sulla nutrizione umana interamente vegetale, disse che non avevamo bisogno di mangiare gli insetti, esseri senzienti anche loro, e che una dieta bilanciata basata su fonti vegetali garantisce una buona salute.

Agganciandomi al parere di questo esperto di fama mondiale, proseguo dicendo che nemmeno dal punto di vista morale abbiamo bisogno del consumo di insetti.
Si fa leva, quasi per colpevolizzare i consumatori, sulla fame nel mondo e sulla necessità di dover gestire meglio le risorse che abbiamo.
È necessario ricordare che i miliardi di animali fatti nascere col solo fine di morire e raggiungere il piatto di qualcuno in paesi “ricchi”, vengono alimentati con cereali e legumi coltivati appositamente per loro e ad uso zootecnico.
Durante i mesi in cui vengono lasciati in vita, questi animali mangiano grandi quantità di cibo per aumentare il loro peso corporeo.
Come riportato più volte anche dalla giornalista Sabrina Giannini nel programma RAI 3 Report, questo processo di alimentazione degli animali da uccidere per alimentare esseri umani è uno spreco di nutrienti.

Dal momento che il nostro organismo è in grado di digerire cibi vegetali, il bisogno di consumare animali (fra cui insetti) è infondato.




Perché, se si può vivere in salute e garantire cibo per tutte le persone nel mondo, non si promuove l’alimentazione vegetale?

L’idea che mi sono fatta è che la promozione dell’alimentazione vegetale comporterebbe 3 risvolti nella società di cui il sistema ha paura:
• fine del massacro animale, e di conseguenza, della sopraffazione umana sulle altre specie
• uguaglianza nel mondo fra popoli e indipendenza alimentare
• persone in salute

Ci pensate?

Se viene meno l’idea di inferiorità animale e di superiorità umana, potrebbe venir meno anche l’illusione di alcune popolazioni di essere migliori o più meritevoli di altre (le discriminazioni ancora esistono, non facciamo finta che non sia così).
Se viene meno la violenza sugli animali, e la compassione si diffonde, potrebbe venir meno anche l’istinto di far del male alle persone, ai nostri simili. Giammai!

Se sopraggiunge l’idea di uguaglianza fra persone senza limiti di confini, età, religione ed etnia, e se si offre a tutti la possibilità di coltivare dei terreni un tempo usati per allevare animali, qualcuno come farà a sentirsi ricco? Se non esiste povertà, non esiste ricchezza. Se tutti possiamo avere le stesse possibilità, qualcuno non si sentirà privilegiato e migliore.

Se le persone iniziano a godere di ottima salute mangiando cibi vegetali, chi venderà più farmaci? chi venderà più quelli per far sopravvivere gli animali negli allevamenti, se non se ne allevano più? chi proporrà più vaccini per l’ennesima zoonosi e se non vi saranno più epidemie?

Insomma capite, gli interessi di qualcuno (molti “qualcuno”) potrebbero venir meno, non sia mai, e nel mondo si starebbe troppo bene, troppo in pace, troppo in armonia. Mica vorrete questo?


E invece, gli assoggettatori di animali e genti dovrebbero iniziare ad avere paura per i loro soldi e il loro potere,
dal momento in cui sono sempre più numerose le coscienze risvegliate che sanno che la società in cui viviamo ha caratteristiche negative che devono essere corrette: nessun servo, nessun padrone, nessuna cieca obbedienza, nessuna schiavitù, nessuna violenza.

Lo dico spesso: se per millenni siamo state/i in grado di vivere in questo modo biasimevole, con l’intelletto che abbiamo siamo in grado in qualsiasi momento di sovvertire l’ordine mortifero delle cose e migliorare, cambiare, darci una seconda possibilità per chiedere scusa per il male fatto a persone e ad animali, e per iniziare a esistere su questa terra meritandocela.
Con rispetto, con cura, con consapevolezza, attenzioni, amore.




Se non avete ancora smesso di mangiare animali, non perdete tempo (e salute) e cambiate le vostre abitudini alimentari subito.
Letture consigliate:

La Mia Famiglia Mangia Green – Dottoressa Silvia Goggi
È facile diventare un po’ più vegano – Dottoressa Silvia Goggi
La trappola del Formaggio – Dottor Neal Barnard
Super Cibo per la Mente – Dottor Neal Barnard
Libro ricette Vegan – AgireOra Edizioni
Perché vegan? (volantino in pdf)
Introduzione alla Cucina Vegan (pdf gratuito)
Impariamo a mangiare sano con i cibi vegetali (pdf gratuito)
Guida al Vegetarismo – Dottoressa Luciana Baroni (pdf gratuito)

Pubblicità

°°Studiare fra Tanti Ostacoli – La mia Laurea in Lingue e Letterature Straniere°°

Finalmente è arrivato il momento in cui posso raccontare apertamente la mia esperienza riguardo allo studio. Ho constatato che il mio vissuto accomuna molte – troppe – persone, per questo spero che le mie parole possano raggiungere chi sente di non farcela e ha bisogno di ricevere sostegno.

Ieri si è concluso il mio percorso universitario iniziato nel 2016 presso l’Università di Pisa. Mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere, curriculum letterario con lingua spagnola e lingua inglese.
Dietro alla graziosa corona d’alloro, dietro alla tanto desiderata tesi di laurea, dietro alla felicità e alle lacrime di commozione per il raggiungimento di un traguardo per me così importante c’è una storia che poche persone sanno, e che adesso può venire alla luce.

Cinque anni fa non avevo nemmeno il diploma di scuola superiore.

Fa una sensazione strana scrivere questa frase, forse per chi mi conosce di persona fa strano anche leggerlo, ma è la verità. Cinque anni fa non ero ancora diplomata. Avevo preso le distanze dallo studio poiché enormemente amareggiata da quanto vissuto durante il liceo. Quegli anni sono stati costellati da eventi molti tristi, e la mia passione per l’istruzione si era spenta. Il percorso che mi ha portato a ritornare sui libri e sui banchi di scuola è stato particolare e bellissimo, ma prima di arrivare a questo passaggio è necessario fare un passo indietro e attraversare il momento buio che mi ha condotto alla luce.

Finiti i tre anni di scuole medie, fra i più belli della mia vita, mi iscrissi a un istituto tecnico a indirizzo turistico della provincia di Pisa. Per una professoressa delle medie non ero da liceo, sebbene fossi portatissima per le lingue straniere e nel mio libretto ci fossero voti alti, e quindi il suo suggerimento cadde proprio su quel tipo di scuola. Lo seguii anche per rimanere in contatto con un’amica che si sarebbe iscritta allo stesso istituto (nota da 31enne: la vita mi ha insegnato che le amicizie spesso finiscono, quindi anche se siete giovani, ricordatevi di non mettere al secondo posto la vostra formazione e le vostre passioni). Da ragazzina delle medie entusiasta di intraprendere un nuovo percorso mi sono ritrovata a essere “matricola” in una scuola superiore caotica e confusionaria dove la voglia di studiare mancava in tante persone in classe. In quella situazione, fra lezioni disturbate da schiamazzi, ‘minacce’ da parte dei professori di non portarci in gita o di non farci fare scambi interculturali per la scarsa educazione dimostrata, sono durata pochi mesi.
Un giorno dallo stress svenni in pullman. Ricordo che ero in piedi, mi mantenevo alla maniglia di un sedile. Poi il buio. Mi ritornò la vista dopo non so quanto, forse dopo qualche minuto. Qualcuno mi aveva messa a sedere. Vedevo i colori alterati. Arrivata a scuola quella mattina chiamai mia mamma e le dissi che ero svenuta e che non mi sentivo bene. Ancora vedevo male i colori. Corse a prendermi, e quello fu l’evento che comportò un cambiamento radicale. Era febbraio dell’anno 2005, e quelli furono i miei ultimi giorni in quella scuola.

Mia mamma mi iscrisse, dopo aver parlato coi dirigenti scolastici, in un rinomato liceo linguistico della provincia di Firenze, dove a sua detta ‘mi sarei dovuta iscrivere sin dall’inizio’. Sapeva che mi piaceva studiare, che ero brava nelle lingue e che quella sarebbe stata la scelta migliore. In quel liceo però non mi diedero proprio un caldo benvenuto.
Ero una studentessa “d’istituto tecnico” che si era permessa di iscriversi ad anno scolastico inoltrato in un liceo, liceo dove al massimo si andava via per rifugiarsi in scuole più leggere. Avevo perso 4 mesi di lezioni di latino, lingua impegnativa, e delle altre materie le mie conoscenze erano poco al passo con il programma che mi si presentava.
Sono stati mesi duri, nei quali ho cercato di stare al ritmo, bersagliata di compiti e interrogazioni “di recupero quadrimestre precedente” da fare assieme a quelli destinati a tutti gli altri studenti come da programma. Sono arrivata stremata al mese di giugno, con quasi 10 kg di peso persi per lo stress, e con 3 debiti formativi da colmare entro l’estate. Qualcuno mi fece notare che ero stata davvero forte a resistere, visto che altre persone, iscritte da settembre, non avevano retto ed erano state bocciate. Ma per me non vi era “nessuna promessa di arrivare alla classe quinta”.
Questa macchia nera del non essermi iscritta sin da subito al liceo, la fatica provata per recuperare i voti, stare al passo con le lezioni e i problemi di famiglia si unirono purtroppo al bullismo che iniziai a vivere, soprattutto lungo il tragitto in pullman per andare a scuola. La mia colpa, come ho già raccontato sul mio blog, non era quella di essere in sovrappeso o di avere delle orecchie sporgenti (alcuni degli aspetti che vergognosamente vengono fatti pesare alle persone) ma quella di avere uno stile alimentare diverso dagli altri. Per scelta personale, non mangiavo animali già dai tempi della seconda media, avevo avuto un coniglietto come animale domestico e facevo attivismo per i diritti animali (le firme raccolte nel 2004 per la petizione contro il maltrattamento degli animali domestici hanno portati i loro frutti). Questo fu motivo di attacchi personali e di forti umiliazioni vissute nel più totale silenzio dei professori e degli autisti che guidavano il pullman e che assistevano alle scene. Non so come ho fatto a resistere agli insulti, alle provocazioni, ai tentativi di farmi piangere davanti agli altri. So solo che la voglia di vivere stava iniziando a diminuire.
Da adulta quale sono diventata (per fortuna i brutti pensieri non hanno avuto la meglio), mi vergogno enormemente per quelli che lo erano già a quel tempo, e che sarebbero potuti intervenire e non lo hanno fatto, lasciando una ragazza giovane da sola attaccata da più individui. Posso ancora oggi e in parte accettare la non reazione dei coetanei (i bulli avrebbero poi preso di mira chi si sarebbe permesso di difendermi) ma per gli adulti non ci sono scuse.
Sebbene cercassi di dedicarmi allo studio e a coltivare le amicizie, quel clima creatosi attorno a me influenzò negativamente la mia concentrazione e la mia attenzione riguardo alle materie studiate.

Come ha fatto notare la preparatissima professoressa Donatella Fantozzi che ha tenuto i corsi di Pedagogia e Metodologie Didattiche nel percorso PF24 per l’abilitazione all’insegnamento che ho seguito quest’anno all’Università di Pisa, non esistono studenti svogliati, ma solo studenti presi da altre situazioni (spesso problemi familiari) che non hanno abbastanza forza e concentrazione per lo studio. Studenti che con il giusto approccio possono essere aiutati e supportati dai docenti, che dovrebbero essere esempi di vita oltre ai genitori.
Quanto avrei voluto che questo pensiero fosse proprio a quei professori che invece di chiedermi “Carmen, c’è qualcosa che ti preoccupa e hai bisogno di parlarne?” hanno finito per schiacciarmi. Qualcuno che ha speso parole gentili verso di me c’è stato per fortuna, solo due professoresse, e a loro va un mio sincero ringraziamento.



La mia esperienza al liceo linguistico, dopo una bocciatura in quarta, terminò con la non ammissione all’esame di maturità in quinta superiore. Qualcuno tra i professori lo aveva già profetizzato a inizio anno scolastico che non sarei arrivata a giugno. Quando in aula si parlava di tesina e di argomento dell’elaborato finale, che avrei voluto fare sulla magia e su Harry Potter, notavo una malcelata ironia. Solo dopo ho capito il perché di quelle espressioni sarcastiche: inutile parlare di tesina, non l’avrei mai scritta né presentata perché avevano già deciso così.
Lasciai la scuola. Non avevo intenzione di iscrivermi in un altro istituto “più leggero” come suggerito dalla professoressa di italiano che mi dava sempre 5 come voto ai temi, umiliandomi dicendo che “cinque era comunque un bel voto”. Non avevo voglia di iniziare nuovamente la scuola in un altro ambiente. Ero senza energie. Dentro di me c’era una delusione enorme. Cercavo di pensare agli aspetti belli, agli scambi culturali, alla settimana di alternanza scuola-lavoro trascorsa presso un ambulatorio veterinario (volevo diventare veterinaria, ma paura nel vedere gli animali morire mi ha fatto capire che non era quello il mio percorso), a tutto ciò che avevo appreso…

Coccolando un gatto appena arrivato in ambulatorio



Continuavo a chiedermi però come mai avessi meritato una fine del genere.
Lavoravo già nel week end e in tutti i festivi dall’età di 17 anni, e così decisi di dedicarmi al lavoro e di abbandonare lo studio. Doveva andare così.

Poi, nel 2015, la svolta. Evidentemente, non doveva finire così.
Fui scelta per il Servizio Civile Nazionale in biblioteca. Quell’esperienza, che per me è stata bellissima e fondamentale, mi ha permesso di circondarmi di nuovo di libri e di persone coetanee che studiavano nelle salette per preparare gli esami.
Con i suggerimenti di una cugina di mia mamma poi, che ringrazio ancora tantissimo, mi sono iscritta da privatista al Liceo Linguistico Eugenio Montale di Pontedera, dove ho trovato professoresse disponibili e gentili che mi hanno accolta senza farmi vivere alcuna discriminazione.
Come mi sono preparata per l’esame di maturità? Se ci penso, è stata una follia! Fra lavoro e servizio civile ero impegnata 55 ore alla settimana. Studiavo nei pochi momenti liberi preparandomi in tutte le materie. Ho dovuto superare gli esami di pre-ammissione alla maturità. Ma ce l’ho fatta. Ho ricevuto voti alti, soprattutto in letteratura italiana, e tanti complimenti per il mio stampo giornalistico nei temi. E pensare che 5 era bel voto, no?

Mi sono diplomata assieme a ragazzi e a ragazze più più giovani di me (alcuni credevano fossi la docente di commissione esterna, sorrido ancora al ricordo). Il giorno dell’orale Valentina, una ragazza dolcissima, si presentò con un bigliettino e un cioccolatino per me: “questo è per te, è al cioccolato fondente, è vegan” mi disse.
Lo conservo ancora.

Ho conseguito il diploma di Liceo Linguistico nel 2016 portando una tesina sul veganismo e concretizzando un bel voto che sicuramente mai mi avrebbero dato nella mia prima esperienza al liceo.
L’argomento della tesina colpì molto sia i miei nuovi amici di classe, sia la professoressa di filosofia, che non solo mi chiese una copia dell’elaborato da mostrare alle future classi, ma che attraverso sue conoscenze mi ha portato a stringere amicizia con la docente Patrizia Bianchi con la quale ho tenuto tre lezioni sull’etica antispecista per classi quarte superiori.
Le cose belle della vita!



Conseguito il diploma, in vista della fine del servizio civile in biblioteca trascorso assieme a ragazzi e ragazze che avevano provato e concluso l’esperienza universitaria, mi sono chiesta “perché non provare con l’Università?
Quanto ho fatto bene a pormi quella domanda e a lanciarmi!

Con l’aiuto di mio fratello, già studente in Ingegneria Biomedica, mi sono iscritta al test d’ingresso per Lingue e Letterature Straniere all’Università di Pisa. La seconda scelta più bella della mia vita!

Cosa ha significato per me studiare all’Università di Pisa? Tutto.
Ho superato il test d’ingresso di cultura generale e per me ha avuto inizio il percorso accademico che mai avrei pensato di vivere nella mia vita. una gioia immensa.
Il primo giorno di corsi, con lo zaino pieno di quaderni nuovi in spalla, ho letteralmente pianto dalla felicità davanti al Palazzo Boilleau di Lingue e Letterature Straniere, da quell’angolo dove s’intravede la Torre pendente. E’ stato emozionante trovarmi assieme a tutte quelle persone, dietro a un banco con nuove cose da apprendere. E’ stato bello tutto. Mi sono chiesta “come ho fatto a vivere senza mai andare all’università? Come?”. Non lo so come ho fatto. E’ stata veramente fra le scelte più belle della mia vita. Dopo tanta sofferenza è come se il destino avesse voluto ricompensarmi. Ho conosciuto persone speciali, professori e professoresse sensibili ai diritti animali, ed ho potuto arricchire il mio bagaglio culturale con nuovi apprendimenti anche grazie al DSU.

Venerdì 11 giugno, dopo un percorso un po’ più lungo rispetto a quello di chi ha la fortuna e la possibilità di dedicarsi solo allo studio senza dover lavorare (ho dato degli esami in divisa lavorativa anche prima di entrare di turno, se ci penso..), si è conclusa la mia esperienza universitaria ed ho conseguito la Laurea in Lingue e Letterature Straniere.
Ho discusso una tesi incentrata sulla stregoneria, e se questo è stato possibile lo devo al mio Relatore, il professor Alessandro Grilli, che non finirò mai di ringraziare. Poche settimane fa ho conseguito anche l’abilitazione all’insegnamento, superando i 4 esami di antropologia, psicologia, metodologie didattiche e pedagogia del PF24: un altro bellissimo percorso che mi ha dato tanto, con professori preparati fra i quali spicca la professoressa Donatella Fantozzi che mi ha trasmesso tantissimo a livello umano.


E allora eccomi qua, all’indomani di una bellissima festa trascorsa con la mia famiglia e amiche carissime, a dirvi di non smettere mai di credere nei vostri sogni. So che possono apparire come semplici frasi, ma le ho vissute sulla mia pelle e sono vere. So cosa vuol dire credere di non farcela, so cosa significa sentirsi dire che non si è all’altezza, ma ho scoperto anche cosa vuol dire risollevarsi, ritrovare la fiducia in se stessi e riprendere il proprio percorso. Chiarite dentro di voi le idee, per prima cosa, realizzate quali sono le vostre capacità, le vostre passioni e i vostri desideri, e poi concretizzateli. Non importa quanto tempo impiegherete, ciascuna persona ha il suo percorso e i suoi ritmi, importa raggiungere ciò che ci si è prefissati nella vita.
A chi ha accanto persone giovani un po’ smarrite, o che stanno vivendo situazioni difficili: per favore, siate d’aiuto. Bastano a volte semplici parole d’incoraggiamento per infondere maggiore sicurezza in chi ne ha bisogno.
E’ quello che mi sono prefissata per il mio percorso professionale che voglio intraprendere come insegnante: sarò sempre disposta ad aiutare gli altri, e a ricordargli quanto è importante, nonostante tutto, essere se stessi.
E a tutti i professori e le professoresse: siate un sostegno, un esempio umano di cui avere un bellissimo ricordo, non un ostacolo.

Per chi avesse bisogno di supporto, o anche solo di essere ascoltato/a, può scrivermi a scuola@carmenluciano.com.
Sarò felice di ascoltarvi.

Ringrazio pubblicamente tutte le persone che in queste ore mi hanno inondato di messaggi carichi di stima e colmi di affetto. Sono grata per tutte le bellissime parole che mi sono state dedicate. Grazie!

Carmen Luciano

°°Due Nuove Lezioni di Etica in Didattica a Distanza°°

Dopo le lezioni in presenza tenute il 30 aprile 2019 e il 15 gennaio 2020 in collaborazione con Claudia Corsini, sono ritornata all’Istituto Superiore Statale Salvetti di Massa in qualità di relatrice per altre due nuove Lezioni di Etica per un Consumo Consapevole.



Ospite della professoressa Patrizia Bianchi e della sua collega Anna, ho tenuto in modalità Didattica a Distanza due nuovi incontri volti a sensibilizzare studenti e studentesse delle classi 4^ riguardo a tematiche molto importanti: visione antropocentrica della vita, inquinamento, impatto ambientale dovuto all’alimentazione basata su animali e derivati, condizioni e trattamento delle altre specie, soluzioni etiche per gravare meno sulla natura.
La lezione è stata parte integrante di un percorso di acquisizione di consapevolezza già intrapreso dalle docenti, ed è stato accolto con interesse dai/lle partecipanti.

Per la mia esposizione – frutto di un lavoro mirato ad intrecciare etica, rispetto per gli animali e scelte d’acquisto – ho utilizzato video, foto, immagini, statistiche da fonti verificabili ed estratti di inchieste giornalistiche (ad esempio un filmato di Indovina Chi Viene a Cena – Rai3- di Sabrina Giannini) come spunto di riflessione. Argomenti trattati troppo poco che invece servono per le nuove generazioni che saranno gli adulti del domani.
Dal punto di vista alimentare, oltre a fornire la mia personale esperienza , ho invitato i ragazzi e le ragazze ad informarsi sui pareri nutrizionali di tre esperti che reputo affidabili: il Dottor Neal Barnard, la Dottoressa Silvia Goggi e la Dottoressa Luciana Baroni. Credo di averl* spiazzat* quando ho fatto presente che non mangio animali da 19 anni: in pratica, ho smesso di alimentarmi con i loro corpi e derivati da prima che nascessero le persone intente ad ascoltarmi. Per rendere le lezioni maggiormente interessanti, ho concluso la presentazione con un quiz-videogioco al quale studenti e studentesse hanno potuto sfidarsi rispondendo alle domande specifiche sulla lezione.

I due appuntamenti sull’Etica hanno riscosso una buona partecipazione, destando curiosità, interesse e domande.
Dopo la prima delle due lezioni ho ricevuto persino un messaggio da parte di uno degli studenti, particolarmente colpito dall’esposizione, che ha voluto ringraziarmi per il modo in cui ho trasmesso loro quei concetti che per me sono essenziali.


Con il presente articolo ringrazio nuovamente le classi che hanno assistito alle mie lezioni, e le professoresse Anna e Patrizia per avermi avuta come ospite.


Rimango a disposizione di tutti i docenti e di tutte le docenti che vogliono proporre un’esperienza simile nel proprio istituto scolastico durante un percorso di educazione civica. Per informazioni e disponibilità, l’indirizzo per contattarmi è il seguente: scuola@carmenluciano.com


Al prossimo articolo!

Carmen



%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: