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[Intervista] Da Allevatrice di Maiali a Vegana Attivista: la Storia di Chiara Collizzolli

Care lettrici e cari lettori,

in questo articolo ho il piacere di parlarvi del meraviglioso cambiamento avvenuto nella vita di Chiara Collizzolli, artista di incommensurabile bravura, che da allevatrice a livello intensivo di maiali è diventata vegan, eliminando dalla propria alimentazione qualsiasi alimento di origine animale e prendendo le distanze da ogni forma di violenza. Inclusa quella perpetuata dalla sua famiglia. Quando ho scoperto del suo passato sono rimasta veramente colpita: è raro infatti imbattersi in storie simili dove consapevolezza e lucida razionalità portano a sovvertire completamente l’ordine di ciò che si è sempre ritenuto normale. Ho desiderato molto approfondire il suo vissuto, condividendolo con voi affinché possa essere sia un incoraggiamento ad andare avanti lungo la strada che ha come meta il riconoscimento universale dei diritti animali, sia da esempio per chi ancora vive con scarsa empatia.

Ho intervistato Chiara ponendole diverse domande, e lei – senza alcun filtro né desiderio di rimanere in anonimato – ha risposto apertamente per il mio blog.
Buona lettura.



Ciao Chiara, grazie per aver accolto con piacere la mia intervista per condividere la tua esperienza con le persone che seguono il mio blog. Iniziamo con una domanda importante:
per quanto tempo hai mangiato animali e cosa pensavi di loro?


Sono nata onnivora come quasi tutti purtroppo in Italia e ho smesso di mangiare carne e pesce nel 1992, a 23 anni, non appena mi spiegarono come fosse possibile vivere senza uccidere animali. Sono diventata vegana purtroppo molto più tardi, nel 2012, quando ho visto i primi video degli allevamenti intensivi di mucche da latte e di galline ovaiole su Facebook. Non avendo galline o mucche in azienda (a parte alcune galline che razzolavano liberamente all’esterno) non ero assolutamente consapevole degli orrori di questo tipo di allevamento intensivo

Hai avuto, assieme alla tua famiglia, un allevamento di animali: a quale specie appartenevano e quando è iniziato questo business?

La mia famiglia ha allevato maiali per varie generazioni fin dal 1800. Erano maiali di razze selezionate appositamente per produrre prosciutto crudo e salumi, quindi crescevano e aumentavano di peso molto rapidamente.

♦ Come vivevano questi maiali? Puoi raccontarci dello spazio dove erano confinati e del loro percorso dell’allevamento al mattatoio?

Il nostro era un allevamento intensivo cosiddetto “modello”. Ciò significa che non era dei peggiori, nel senso che non avevamo le tremende gabbie di contenzione e le scrofe avevano un’area di ‘sgambamento’ all’esterno. Tutti i capannoni avevano luce naturale e ai maiali che si ammalavano venivano prestate cure veterinarie o praticata l’eutanasia. Questo dovrebbe essere ovvio e obbligatorio per ogni allevamento. Nella realtà purtroppo non è così, curare o praticare l’eutanasia a un maiale viene considerato un costo inutile quindi li si lascia morire anche tra atroci sofferenze. Tuttavia pur essendo migliore della maggior parte degli allevamenti intensivi, il nostro era comunque un lager dove creature altamente intelligenti e sensibili venivano messe all’ingrasso in spazi ristretti e squallidi di cemento e poi mandate al macello dopo neanche un anno di età. Dopo un periodo all’ingrasso che durava alcuni mesi i maiali, praticamente ancora dei cuccioli di nemmeno un anno di età venivano caricati su dei camion e mandati in un grande macello locale.

♦ Da allevatrice, quali erano le tue sensazioni ed emozioni quando entravi nell’allevamento? Sentivi che le tue azioni erano giuste? Hai mai pensato a quando arrivavano al macello immedesimandoti in loro?

Premetto che l’allevamento lo mandavano avanti materialmente i miei zii. Mio padre era socio ma non si occupava direttamente della gestione e abitavamo a un’ora di distanza. Non avevo quindi a che fare direttamente con i maiali tranne sporadiche visite in cui mi venivano mostrati pochi lati “positivi “ tipo i suinetti nati da poco che erano ovviamente bellissimi ecc. Non avevo poi assolutamente mai accesso ai momenti in cui i poveri maiali venivano caricati sui camion e mandati al macello, in quanto potevano fare resistenza e in questo caso venivano colpiti col pungolo elettrico per obbligarli a salire sul camion. Tutto questo veniva fatto dagli addetti ai lavori e solo gli zii erano consapevoli delle modalità.
Ricordo una volta, ero ragazzina, in cui ho incrociato lo sguardo di una scrofa distesa nell’area esterna di sgambamento. Mi è sembrato un essere profondamente intelligente e mi sono chiesta il perché dovessimo avere la crudele necessità di fare consumo di carne. Purtroppo all’epoca (parlo degli anni ’80) non c’era l’informazione di adesso e la classe medica era compatta nel dichiarare che carne e pesce erano assolutamente indispensabili per mantenere la propria salute. Consideravo quindi il mangiare carne e il conseguente allevare e uccidere animali a scopo alimentare come una tristissima necessità per la nostra sopravvivenza.

Quando è iniziato a cambiare il tuo pensiero e come sei arrivata a far evolvere la tua visione di queste creature?

Che i maiali, le mucche, i polli ecc. fossero creature che meritavano rispetto l’avevo sempre pensato e mal riuscivo a conciliarlo con il fatto di doverli mangiare. Però all’epoca la pressione per il consumo di carne era fortissima, molto più di adesso. Mi ricordo mio nonno medico che controllava fin da quando ero piccola che mangiassi carne o pesce tutti i giorni. La svolta avvenne a 23 anni quando feci un viaggio in India nel gennaio del 1992. Scoprii che milioni di indiani erano vegetariani dalla nascita ed erano in perfetta salute e che quindi mangiare carne e pesce non era affatto una necessità come mi era sempre stato fatto credere. Di conseguenza smisi di colpo di mangiare carne e pesce per sempre. Ricordo ancora il giorno, il 5 gennaio 1992. Oggi c’è molta più informazione ma all’epoca non esisteva il web, di conseguenza un certo tipo di conoscenza era molto più limitata.

Come è cambiata la tua vita da quando hai smesso di mangiare animali?

La mia vita è cambiata enormemente in meglio. Pur essendo una scelta fatta per motivi etici, mi ha portato grandi benefici anche a livello di salute. A distanza di 32 anni dalla mia scelta vegetariana (gli ultimi 12 da vegana) posso dire di avere sempre avuto una salute di ferro e grande energia. Da vegana ho corso 10 maratone compresa quella di New York senza assumere alcun integratore di ferro o altro. L’unica cosa che integro è la vitamina B12. Adesso a 56 anni posso dire di avere una qualità della pelle e dei capelli e un tono muscolare che sono molto migliori della maggior parte delle coetanee onnivore. Difatti nessun onnivoro mi da più consigli per la salute o per l’alimentazione, evidentemente il mio aspetto parla da solo. A livello psicologico però sono diventata molto più sensibile alla sofferenza animale, pensiero che prima rimuovevo. Questo mi provoca costantemente angoscia e non è facile conviverci. Il mio sogno più grande è un mondo libero dalla sofferenza animale

Il Poeta Percy Bysshe Shelley nei suoi scritti in difesa dell’alimentazione vegetale (1813), che hanno base scientifica grazie agli studi e alle ricerche condotte da medici che non mangiavano animali già nel 1800 e con cui egli era in contatto, critica aspramente l’allevamento e il ruolo dei macellai: cosa ne pensi oggi di tutto questo e in specifico di questa categoria?

Penso che abbia perfettamente ragione. In realtà oggi la maggioranza dei macellai semplicemente rivende la carne di animali già macellati e quindi non rientra strettamente nella categoria indicata da Shelley. Il problema sono gli allevatori e soprattutto gli addetti ai macelli. Per fare un lavoro del genere senza impazzire devi per forza spegnere completamente la tua sensibilità umana e diventare un sociopatico. Nei macelli lavora chi non trova altre alternative, o peggio chi è predisposto a un certo tipo di violenza e questo è terribilmente inquietante e spaventoso. Al giorno d’oggi i lavori peggiori nei macelli vengono svolti quasi sempre da immigrati che non hanno alternative e che appena trovano qualcosa di meglio si licenziano immediatamente. La nostra società fa fare il lavoro sporco a quelli che sono a tutti gli effetti degli individui in semi schiavitù sottopagata e si volta dall’altra parte. Tutto questo è terribilmente crudele e ipocrita.

Perché secondo te molte persone continuano a mangiare animali?

Me lo sono chiesta spesso, notando le abitudini alimentari della maggioranza delle persone. Mi sono purtroppo accorta di essere un’eccezione. Come sai meglio di me, la gente in generale pur conoscendo la sofferenza animale continua a mangiare carne e derivati. Mi sono chiesta il perché e ho continuato a chiedere, studiare, scervellarmi e guardare la cosa da ogni punto di vista possibile finché non ho capito. L’illuminazione mi è venuta visitando il campo dì concentramento di Dachau dieci giorni fa. Si trova in un posto bellissimo, in mezzo alla campagna bavarese, tra ridenti fattorie, boschi e limpidi ruscelli. Dachau è una tranquilla cittadina popolata da persone normalissime. Eppure hanno convissuto con l’orrore per più di 10 anni. Tutti sapevano cosa succedeva lì dentro eppure facevano finta di nulla. Perché? Perché all’epoca era LEGALE. Quindi se era legale la gente pensava fosse giusto. Pur sapendo benissimo che tortura e maltrattamenti sono un crimine. Oggi la gente sa benissimo che torturare e maltrattare animali per ottenere carne e derivati che NON SONO NECESSARI per la nostra salute è sbagliato. Però è ammesso dalla legge, così ognuno mette a dormire la propria coscienza così come facevano i tedeschi durante il nazismo. Sono sicura che un domani ci saranno luoghi come Dachau ma in memoria dell’olocausto animale, luoghi che la gente visiterà con orrore chiedendosi come potessimo essere tanto barbari e crudeli. La storia giudicherà la nostra epoca come barbara al pari del nazismo e lo sfruttamento animale sarà considerato al pari della schiavitù umana.

Un maiale condotto al macello, pochi minuti prima di essere scaricato e ammazzato nel mattatoio di San Miniato. Foto: Carmenluciano.com 2024 ©

Quale messaggio vorresti lanciare alle persone che leggeranno la tua intervista?

Il mio messaggio è di non pensare che se una cosa è praticata dalla maggioranza delle persone allora va bene farla. Il fatto che quasi tutti mangino carne e derivati animali non toglie nulla alla terribile violenza che una tale azione comporta. Non è poi assolutamente vero che ognuno di noi singolarmente non possa fare una grande differenza con le proprie scelte. Ogni persona che diventa vegana salva negli anni milioni di animali. In sintesi chiedo di non cercare facili scuse e di non rifiutarsi di vedere le terribile conseguenze delle proprie azioni sugli animali.



© Carmen Luciano, 2024
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[PISTOIA] Protesta Antispecista al Mattatoio ItalPork • 25.03.2024

Care lettrici e cari lettori,

stamattina, lunedì 25 marzo 2024, si è tenuta una protesta autorizzata davanti al mattatoio di ItalPork a Buggiano (PT) organizzata da un nutrito gruppo di persone attiviste per il riconoscimento dei diritti animali. Avendo preso parte a questo presidio, eccomi qui a raccontarvi come si è svolto, e quali emozioni abbiamo vissuto stazionando quattro ore davanti a quel luogo di morte.



La manifestazione ha avuto inizio alle ore 7:00, orario in cui i camion pieni di animali erano già in arrivo. Vestiti di nero, con numerosi cartelli e striscioni alla mano, muniti di megafoni e microfono, siamo stati eco della voce di quelle creature indifese. Ci siamo rivolti in modo risoluto verso coloro che li trasportavano, verso coloro che ne ‘lavoravano’ i loro corpi ormai esanimi, e verso coloro che erano incaricati di negargli la vita in un punto che non ci era accessibile.



‘Per motivi di sicurezza’ ci hanno impedito di poter stazionare davanti all’ingresso dei camion, quello posto davanti al luogo preciso di scarico delle povere esistenze collegato al sito dello smontaggio.
Ciononostante, abbiamo filmato quei momenti drammatici dell’arrivo dei condannati a morte, chiusi dentro camion dalle paratie alzate affinché non si vedesse l’interno.

Abbiamo sentito l’odore della paura; abbiamo sentito l’odore di urine e feci, dalle macchie lasciate dai camion al loro passaggio; abbiamo incrociato per pochi istanti quei meravigliosi occhi che vedevano il mondo per la prima volta.


E poi abbiamo sentito le grida, quelle di terrore, quelle di chi sa che sta per succedere qualcosa di brutto, quelle di chi non si può difendere e viene spinto verso l’immonda, maledetta arma che gli strapperà la vita.

Se esiste una divinità creatrice del tutto, solo essa sa quanto abbiamo duramente criticato il vergognoso operato di questi individui, individui senza empatia né pietà, e quanto abbiamo sofferto nel vedere fratelli e sorelle di specie diversa portati fino al patibolo pur essendo innocenti.
Trasportati dentro mezzi con raffigurazioni orwelliane di animali felici di venire abusati: la vergogna nella vergogna.



Se il disinteresse dei compratori di animali morti – che giungevano alla ‘bottega’ ad acquistare i resti di quelle esistenze macellate da altri – ci ha indignato e infiammato l’anima, il sopraggiungere di persone che ci hanno ringraziato per essere lì ci ha commosso fino alle lacrime.

Un uomo oggi, un cittadino di Buggiano che vive vicino al luogo della vergogna, ci ha ringraziato per la nostra azione di dissenso. “Sento le grida di dolore“, ha detto, “di quelle povere bestie, tutti i giorni quando scaricano. Sempre“. Al mio chiedergli cosa sentisse, nell’udire quelle grida, ha aggiunto “dolore quanto loro. Hanno più diritto le bestie delle persone. Se potessi restare resterei qui con voi. Bravi. Grazie“.
Un altro si è unito a noi, rimanendo a presidiare accanto ai nostri cartelli.
Altre persone si sono fermate, hanno fatto video e foto, hanno preso materiale informativo sull’alimentazione vegetale e sui danni dell’industria zootecnica.


È stata una delle azioni più potenti alle quali abbia mai preso parte in quasi 34 anni di vita.
Vedere gli animali, i miei amati animali, stipati come merce e nelle mani di gente violenta mi ha devastato. Vedere queste persone, sia operai che clienti, approfittarsi dei loro corpi ha scatenato un uragano di parole di sdegno e di risentimento verso il loro operato. Liberatorio, poter dire in faccia a chi ci fa vergognare di essere umani che, appunto, ci vergogniamo di saperci della stessa specie di appartenenza.

Concludo questo articolo ricordando che queste persone ‘lavorano’ ogni giorno sulla pelle di creature senzienti grazie a chi riempie il frigo e il proprio stomaco con i loro poveri resti.
Nessuna differenza fra chi ammazza e chi compra vite già ammazzate.

Ringrazio chi oggi era lì presente in difesa della vita, e tutte le persone che hanno deciso di non sostenere più la violenza e la sopraffazione umana ai danni delle altre specie: siete la mia famiglia, ed è un dono sapere che esistete.


Guarda i video
ITALPORK: arriva un tir a tre piani pieno di maiali
Diretta video della protesta davanti ItalPork
All’interno di un allevamento intensivo di maiali, con Ugo Bettio

°°ASL, DIGOS ed Esercito Irrompono al Rifugio Cuori Liberi: NESSUNO TOCCHI GLI ANIMALI!°°

Care lettrici e cari lettori,
arriva un messaggio straziante dal Rifugio Cuori Liberi ODV di Sairano (PV).
Gli attivisti e le attiviste che da giorni presidiano davanti al luogo di pace per gli animali alle 16.00 circa di oggi, venerdì 15 settembre 2023, ci hanno fatto sapere che sono arrivati gli operatori dell’ASL, DIGOS e addirittura l’Esercito.

L’invito è quello a correre sul posto, per chi può, per dare aiuto a chi sta chiedendo a gran voce che non vengano uccisi i maiali rifugiati nel Rifugio Permanente.
Attivisti e attiviste stanno facendo muro per difendere con i propri corpi quelli di queste creature ingiustamente perseguitate da un sistema violento, che le vuole solo schiave e vittime.
Hanno creato delle barricate per rallentare ed evitare questa mattanza.
Attiviste si sono legate alle reti che delimitano il Rifugio.

Chiunque abitasse nella provincia di Pavia corra a dare una mano, vi prego.
→ VIA BELVASCHI 6, SAIRANO (PV)

A tutte le altre persone chiedo di scrivere senza sosta al Sindaco del Comune di Zinasco affinché questo scempio non accada, e alla Provincia di Pavia.




Email da inviare a:
sindaco@comune.zinasco.pv.it
urp@provincia.pv.it

Gentile Sindaco Massimo Nascimbene,
Gentile Provincia di Pavia,
ho appreso dagli appelli disperati degli attivisti e delle attiviste che accudiscono gli animali del Rifugio Permanente di Sairano (PV) che sono arrivati gli operatori ASL, gli agenti della DIGOS e addirittura l’Esercito per uccidere i maiali dell’associazione.
Vi chiedo di bloccare questa inutile mattanza e di ascoltare la richiesta al rispetto per la vita che vi sta giungendo non solo da Rifugi ed Associazioni Animaliste, ma anche dalla parte sensibile della cittadinanza italiana.
Vi chiediamo di agire per il bene e di non ammazzare queste creature, già sottratte alla violenza umana, che meritano rispetto e di poter essere salvate e curate, se possibile.
Non vi stiamo chiedendo l’impossibile, vi stiamo chiedendo di ESSERE UMANI e di far cessare ogni forma di sopruso ai danni di specie non umane che vivono su questo mondo.
Non uccidete i maiali del Rifugio Cuori Liberi! Non uccidete la vostra sensibilità!
Non fate violenza su figli e figlie della natura!

Nome, Cognome, Città



Spero vivamente che questo scempio di vite non accada.
Siamo in lotta, siamo in guerra. I nostri fratelli e le nostre sorelle di specie diversa stanno subendo delle vere persecuzioni. È il momento di far cessare tutta questa vergognosa violenza che caratterizza la nostra specie. Tutta questa crudeltà mossa da cieco interesse economico deve finire!


© Carmen Luciano
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