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°° Pellicce di Coniglio e Lana Angora nella nuova Collezione MET °°
Quest’anno la moda sembra aver scelto come vittima sacrificale il coniglio, bellissimo animale dalle linee dolci e delicate.
Dopo lo scandalo delle O BAG con bordo in vera pelliccia, ecco che spunta un altro marchio che sostiene la morte di questi piccoli, saltellanti animali: MET.
Il brand, di proprietà dell’azienda Italservices s.p.a di San Pietro In Gù, è uno dei più conosciuti in Italia grazie alla produzione di abbigliamento alla moda dalle caratteristiche inconfondibili, soprattutto per quanto riguarda i jeans. Dal costo medio alto, MET si è sempre fatta notare soprattutto sulle riviste femminili con pubblicità accattivanti.
Fa dunque molto dispiacere e sicuramente rabbia, e lo dico anche da acquirente, scoprire che questo marchio proponga cappotti in pelliccia vera.
Nella nuova collezione visionabile sul store online compaiono infatti tra i capispalla ben due capi realizzati con pelliccia di coniglio. Il primo è un cappottino a cui l’azienda ha dato il nome RABBIT ( per non sbagliare! ), il secondo invece è il modello TIBBIA , ancora più lungo e dunque confezionato con un numero maggiore di animali scuoiati. Nelle info sulla tipoligia di materiale vi è scritto LAPIN, che in francese significa appunto coniglio.
Entrambi gli indumenti hanno il costo che si aggira oltre le 500 euro.
Ovviamente, il prezzo più alto lo hanno pagato gli animali a cui è stata tolta dal corpo la pelliccia, dal momento che hanno perso la vita.
Non bastando le pellicce, MET ha pensato di produrre e mettere in vendita anche capi di maglieria realizzati con lana ANGORA, lana che generalmente deriva sempre dalla pelliccia dei conigli. Anche se fosse di qualsiasi altro animale, non cambia.
Degli animali impiegati per divenire abbigliamento conosciamo solo il prodotto finito, ovvero i loro resti tessuti insieme.
Vengono invece , e si ben capisce, tenuti nascosti i passaggi di produzione dall’allevamento fino all’uccisione di questi piccoli esseri indifesi, che altro non sono che le vere vittime della moda.

[ Foto esemplificativa : un coniglio da lana “angora” tenuto per le orecchie durante il processo del taglio della pelliccia.]

[ Foto esemplificativa: investigazione PETA. Conigli schiavi del commercio di lana angora. Dopo il traumatico taglio della loro pelliccia rimangono in gabbia in attesa che il pelo ricresca per poi subire nuove torture. In nome della moda. ]
Come è accaduto con O BAG, anche qui torno a chiedermi: ma che senso ha?
Ma perchè mettere in commercio abbigliamento realizzato con i resti di qualcuno?
Mi sembra che il Paleolitico sia terminato da un bel pezzo e che con il passare dei secoli l’uomo sia stato in grado di scoprire nuovi materiali che non fossero l’epidermide sottratta agli animali con la forza.
Perchè dunque non optare per materiali naturali?
Quasi sicuramente anche Italservice s.p.a potrà nascondersi dietro la banale attenuante che i conigli siano alcuni degli animali più macellati nel mondo e che quindi quelle pellicce siano solo ” lo scarto” dell’industria della carne ( come ha fatto sapere Full Spot s.p.a nella mail di risposta inviata alle migliaia di persone che hanno protestato contro l’uso di bordo in pelliccia vera per le borse O Bag, n.d.r ).
Il risultato non cambia: la scelta rimane comunque vergognosa e irrispettosa della vita di questi piccoli e graziosi esseri viventi.
A nome di tutte le vite spezzate di questi animali che tanto amo vi invito a spendere un minuto del vostro tempo per inviare una mail a MET per esternare il nostro disgusto.
Gli animali non hanno voce e non possono difendersi dalla crudeltà umana, è nostro dovere morale intervenire affinchè la parte di umanità ancora rimasta nel buio dell’ignoranza retrograda si evolva e inizi a rispettare OGNI forma di vita presente al mondo.
Email tipo:
” Gentile azienda Italservices s.p.a ,
visitando il vostro negozio online MET ho notato con molto dispiacere che nella nuova collezione proponete pellicce vere fatte con i resti dei conigli e maglie tessute con lana “angora”, quasi sicuramente a loro volta confezionate con pelliccia di coniglio.
Scrivo questa mail per esternarvi il mio disgusto.
E’ impensabile che nel 2015 ancora si continui a mietere vittime in nome della moda.
Anche se fossero pellicce di conigli uccisi per scopi alimentari, rimane per me tutto assolutamente abominevole.
Gli animali esistono al mondo non per noi, non per un nostro tornaconto economico o per esserci di utilità ma per vivere liberamente la loro vita.
Vi invito ad interrompere la messa in vendita di capi realizzati con i resti di qualcuno che voleva vivere e mi auguro possiate orientarvi verso altri materiali, rispettosi della vita di tutti e dell’ambiente che ci ospita.
Vi informo che finchè la vostra azienda supporterà la mattanza animale chiederò ad amici e parenti di boicottarla preferendo marchi etici che non si basano sulla crudeltà.
Grazie per l’attenzione.
Nome, Cognome, Città. ”
Testo da inserire nel contact form che trovate cliccando QUI e da inviare via mail all’indirizzo
marketing@itsspa.it con oggetto “MET MODA CRUDELE”.
Grazie in anticipo a tutti voi che vi unirete a questa piccola protesta.
Carmen.
°° Bordi in Pelliccia: Come riconoscere quelli veri dai sintetici °°
Giunto il freddo, mentre il vento soffia gelido e le foglie iniziano a cambiare colore, anche le vetrine dei negozi cambiano: i manichini vengono vestiti con capi più pesanti e caldi.
Felpe, maglie, giubbotti, cappelli, sciarpe, guanti: tutto pronto per offrire alla clientela indumenti per far fronte all’inverno.
Ed è proprio in questo periodo che spuntano, più che mai, i bordi in pelliccia vera. Non hanno uno scopo utile e un fine pratico al capo a cui sono cuciti, ma nonostante ciò sono lì. Immancabili. Onnipresenti. Di tutti i colori, forme, dimensioni.. e di ogni tipo di animale.
Una vera e propria piaga nella moda: i bordi in pelliccia vera hanno esclusivamente un fine estetico che si basa sulla violenza e sulla morte delle specie usate contro la propria volontà.
Ogniqualvolta che trovo un capo d’abbigliamento che ne possiede uno, nonostante si possa staccare con dei bottoni appositi o con zip, preferisco sempre evitare l’intero indumento per non sostenere l’azienda che ha deciso di finanziare il mercato della pellicceria. Evito anche di acquistare capi bordati da finto pelo, poiché le pellicce sintetiche imitano in fattezza quelle vere degli animali, e non desidero dare un pessimo esempio a chi, vedendomi così vestita, per emulazione può acquistare un capo simile, magari con bordo di vero pelo.
Se anche tu non adori indossare i resti di procioni, conigli, volpi, coyote e altri poveri animali fatti nascere col solo scopo di essere scuoiati e ammazzati per cedere i loro resti, segui queste semplici dritte per evitare acquisti crudeli:
• Consiglio numero 1: allena il tatto.
Se hai un cane, un gatto o un coniglio come animale domestico, o qualcuno delle tue amicizie ne ha, fai una prova. Accarezza con la mano il suo pelo, e memorizzane la consistenza e la morbidezza.
Il pelo di un animale vero è estremamente morbido. Prendi un peluche e compara il tutto: sentirai che quello del peluche è meno morbido e più consistente poiché sintetico. I bordi in pelliccia vera sono molto morbidi, mentre quelli in pelliccia finta sono stopposi.
• Consiglio numero 2: prova a soffiare.
Sempre aiutandoti con il tuo animale domestico (senza arrecargli un disturbo eccessivo, e se l’animale è disposto) avvicinati al suo pelo in una zona in cui non prova fastidio, e prova a soffiare. Una pelliccia vera sottoposta a un getto d’aria lascia intravedere alla base dei peli la cute degli animali. I peli si spostano sotto l’aria facilmente. Un bordo in pelliccia vera cucito a un capo d’abbigliamento farà la stessa cosa: sotto il soffiare i peli si sposteranno facilmente. In un bordo sintetico invece non vedrai grandi risultati.
• Consiglio numero 3: fai attenzione al colore.
Di solito i peli di qualsiasi essere vivente hanno la base di colore diverso da quelli in superficie, sposti al sole che tende a schiarire. Analizza il pelo del tuo amico a quattro zampe: con pollice e indice separa una piccola parte di pelo. Noterai che alla base il colore è diverso. Potrebbe essere più scuro e potresti trovare altri piccoli peli che sono la ricrescita. Ricordati che una pelliccia sintetica tutti questi dettagli verosimili non li ha.
• Consiglio numero 4: leggi bene l’etichetta.
Se sull’etichetta trovi la scritta “bordo in Lapin” oppure “ANGORA” vuol dire che al collo hai l’avanzo di più coniglietti (quelli uccisi non solo dall’industria della carne). Se invece trovi la dicitura “pelliccia di Murmasky“, non vuol dire che è pelliccia sintetica. Al collo hai un procione. In entrambi i casi sono pellicce VERE di animali VERI. Le etichette spesso e volentieri sono in inglese. Purtroppo non tutte le persone conoscono questa lingua franca della moda. Pertanto, fai attenzione se trovi sull’etichetta “real fur”, perché per l’appunto è pelliccia vera.
• Consiglio numero 5: un cappotto dal prezzo abbordabile non determina un bordo finto.
Pagare poco prezzo un indumento con pelliccia non significa automaticamente che il bordo in pelliccia sarà finto. Spesso anche i capi acquistati a buon prezzo hanno bordatura realizzata con resti di animali veri. È necessario prestare sempre attenzione.
• Alcuni esempi di pelliccia, suddivisi per animale di appartenenza
• LAPIN: la pelliccia di coniglio si distingue per la ridotta dimensione dei peli, che raggiungono circa 2 centimetri di lunghezza. Siamo davanti a una pelliccia di coniglio se il manto è molto lucido ed è tutto orientato in un verso. Se si soffia sopra la pelliccia, i peli si spostano e al tatto sono estremamente morbidi. Nell’immagine sottostante vi è un esempio di cappotto in pelle bordato con pelliccia di coniglio.

• VOLPE: le volpi hanno una pelliccia molto folta dai peli lunghi di circa 6 centimetri che seguono più direzioni. Se con le dita si fa spazio tra di essi, si noterà una differenza di colore. Sulla parte più esterna la pigmentazione è più chiara. Tutto ovviamente dipende anche dalla colorazione artificiale a cui viene sottoposto il manto. Sulle etichette si trova la dicitura “fox fur”.
Un esempio di pelliccia vera di volpe:

• VISONE: i visoni sono animali piccoli dalla pelliccia molto compatta e dai peli corti di circa 3 centimetri. Il loro colore è inconfondibile: marrone con sfumature caramello. Si sente benissimo al tatto: se la pelliccia è vera, è molto morbida. Si può capire che siamo davanti a un capo con pelliccia di visone vera sia per il prezzo (nell’industria della pellicceria ha ancora un costo elevato) e per la dicitura “mink fur” sull’etichetta.

• PROCIONE: per imbattersi in una pelliccia di procione basta veramente poco. I bordi in pelliccia vera sono cuciti ai cappucci di piumini, cappotti, ma anche sopra i cappelli a forma di pompon. Il manto dei procioni ha peli lunghi quasi come quelli della volpe, circa 6 centimetri, ma risulta molto più morbido. Alla base il colore è più scuro, mentre sulla parte esterna i peli hanno una colorazione miele con ciuffi di pelo in rilievo colore nero. Sopra le etichette dentro i capi d’abbigliamento confezionati con pelliccia vera di procione è possibile leggere “murmasky, raccoon fur”.
Qui sotto un esempio da me fotografato di piumino, in vera piuma d’oca, con bordo in pelliccia di procione. L’apoteosi dello sfruttamento e della morte.

Se vuoi fare qualcosa di concreto per gli animali, e per lanciare un messaggio chiaro all’industria della moda che miete vittime, non acquistare capi in pelliccia vera.
Preferisci il sintetico, o meglio ancora, evita del tutto inserti che possono richiamare alla mente animali scuoiati come faccio anch’io.
Marchi d’abbigliamento che hanno deciso di smettere di utilizzare inserti in pelliccia:
OVS INDUSTRY, STEFANEL, GUESS, GUCCI, GIORGIO ARMANI, OBAG..
Marche sconsigliate, che potrebbero ancora vendere pellicce o che hanno in vendita pellicce:
MAX MARA, ELENA MIRO, LUISA SPAGNOLI, WOOLRICH, GEOSPIRIT , REFRIGIWEAR, PEUTEREY, BLUMARINE, YVES SAINT LAURENT, DOLCE E GABBANA, LOUIS VUITTON, MET..
Ricorda che ogni volta che fai acquisti decidi in che mondo vuoi stare.
Scegli con consapevolezza.
Grazie.











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