Archivio mensile:dicembre 2016

°° [Ricetta] Pizzette di Farina Integrale con Mozzarella Vegetale Jeezo

Benvenut* su questo nuovo articolo-ricetta 🙂 .
Oggi vi spiegherò come preparare a casa delle buonissime pizzette al pomodoro con formaggio vegetale, un’idea gustosa e facile da realizzare per arricchire secondi piatti o per gli aperitivi.

 

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Ingredienti:
– 500 g di farina di grano duro integrale
– 1/2 cucchiaio di sale da cucina iodato
– 1 cucchiaio di olio d’oliva
– 1/2 cubetto di lievito di birra morbido
– passato di pomodoro
– 300 g di acqua
– 1/2 confezione di Jeezo Bianco

Procedura:

In un recipiente da cucina ampio versate 400 g di farina di grano duro integrale. Spostatela ai bordi del contenitore lasciando uno spazio vuoto all’interno. Aggiungete l’acqua, il sale e il cubetto di lievito (sbriciolandolo con le dita) e iniziate a mescolare lentamente stando attenti a non formare grumi.
Man mano che l’impasto prenderà forma, spolverate i restanti 100 g di farina che avevate tenuto da parte affinché il composto sia morbido e liscio.
Una volta preparato, formate delle piccole palline di impasto e disponetele su una teglia sulla quale avrete messo precedentemente un velo di farina. Lasciate lievitare poi per qualche ora.
Una volta lievitati i piccoli impasti, date forma alle pizzette.
Versate con attenzione, utilizzando un cucchiaio da cucina, la passata di pomodoro precedentemente cotta in un pentolino con olio e origano (a piacere).
Affettate la mozzarella vegetale Jeezo Bianco. Per questa ricetta ho deciso di fare delle stelline decorative, ma voi potrete tagliare il formaggio come meglio preferite. Disponete Jeezo Bianco sulle pizzette e infornate tutto a 200° per circa 20 minuti. Una volta che le pizzette saranno cotte, spegnete il forno e lasciate raffreddare qualche minuto.

L’unione tra la farina integrale e la mozzarella vegetale Jeezo daranno vita ad un alimento gustoso dal sapore nuovo, capace di conquistare sicuramente anche coloro che non sono soliti mangiare alimenti 100% vegetali.

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Alla prossima ricetta 🙂

°°AIA: Il Colosso della Mattanza Animale passa al VEG °°

L’abitudine di alimentarsi con i resti di esseri senzienti di altre specie ormai lo sanno tutti che è scorretta dal punto di vista etico, ambientale e soprattutto salutare.
La sostengono ovviamente coloro che hanno un tornaconto economico, ma l’interesse per la salute del proprio portafoglio non può nulla contro la verità.
Nel frattempo infatti, fra una notizia falsa di un bambino vegano denutrito e l’altra, il numero di persone che abbandona la pratica di mangiare animali per passare ad un tipo di alimentazione 100% vegetale, possibile e nettamente migliore (ve lo garantisco!), è in fortissimo aumento.
Questo risveglio della coscienza e della consapevolezza umana, definito “moda” dagli stolti, sta andando enormemente contro gli interessi economici degli schiavisti
.

E così, succede che colossi dell’industria della carne si facciano due conti in tasca e si pongano due domande.
Sarà il caso di continuare a propinare carcasse di animali allevati?
Sarà il caso di iniziare a stare attenti ai cambiamenti della società che poi acquista?

Dopo Beretta, Wuber, Citterio, Granarolo e Mukki vi informo con enorme sorpresa che si è appena unito al gruppo dei redenti per metà il colosso AIA.
Incredibile ma vero.

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Proprietà foto: AIA

Dopo decenni passati a vendere “alimenti” realizzati con i resti degli animali allevati come schiavi negli allevamenti, AIA ha finalmente deciso che fosse giunto il momento di usare i vegetali come ingredienti per la realizzazione di alcuni prodotti novità.
Noi lo sapevamo da un pezzo che le proteine ci fossero eccome nei vegetali, ma AIA a quanto pare lo ha scoperto solo da poco e forse è proprio per questo che è stata stampata sulla confezione la dicitura “RICCHI DI PROTEINE” 😉 .

Sul loro sito, fra le immancabili specialità di carne, adesso compaiono quelle vegetariane: burgers, medaglioni e nagghy.


Sono molto felice di sapere che questa azienda, per il cui introito economico sono morte chissà quante vite, si stia dando una leggera mossa nello stare al passo con le scelte alimentari attuali.
E’ sicuramente un piccolo passo in avanti, ma per una persona consapevole e intenta a difendere i diritti degli animali oppressi e soppressi come me, non è abbastanza.
Per questo motivo, esattamente come deciso per le altre aziende, non è mia intenzione comprare alcun alimento novità vegetale AIA.
Questo fino a quando l’azienda continuerà a vendere i corpi privati della vita degli esseri che più amo al mondo.

Il mio compito è quello di informarvi, cari lettori e care lettrici, come è giusto che sia.
A voi la libera scelta di acquistare oppure no ❤
– Carmen



Il Veganismo
Una scelta di vita per gli animali, la salute e l’ambiente

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°° MOTTA: Come Rendersi Ridicoli Rifiutando il Progresso Etico °°

In questi giorni, fra la moltitudine di pubblicità natalizie che bombardano i consumatori invitandoli ad acquistare, sta passando in televisione quella dell’azienda Motta inerente ad un suo prodotto: il panettone.
A differenza della réclame degli anni passati però, dove veniva mostrato l’alimento preconfezionato per le sue caratteristiche, l’attuale più che promuovere il dolce natalizio sembra quasi sfottere tra le righe l’alimentazione vegana.

Anzi, togliamo il “quasi”.
La didascalia del video caricato su youtube non lascia alcun dubbio:
<< Il Panettone Motta è il Panettone originale, dal 1919. Per questo, Motta non intende rinunciare alla sua ricetta. Anche se oggi vanno di moda ben altri ingredienti.>>

Secondo Motta dunque oggi vanno di moda altri ingredienti, e se sono quelli menzionati dalla voce maschile dello spot si parla di Tofu, Seitan, Bacche di Goji, Papaya, Alga Essiccata.
Cosa dire?
La pubblicità oltre ad essere di uno squallore impressionante è anche definibile priva di informazioni veritiere circa la “nuova moda” che intendono criticare.

Innanzitutto, se le bacche di Goji, la Papaya e l’alga essiccata possono essere definiti ingredienti, Seitan e Tofu non è corretto inquadrarli allo stesso modo. Quest’ultimi infatti sono alimenti composti da più ingredienti: il primo è realizzato attraverso una lunga lavorazione di farina di cereali ed acqua, il secondo invece è composto da acqua, soia e addensanti vegetali.
Scambiare alimenti che esistono da oltre 400 anni in Oriente per un ingrediente che va di moda la dice lunga sulla conoscenza di Motta in ambito alimentare.

Ma andiamo avanti:
L’ignoranza di Motta è palese anche nella scelta degli alimenti da poter inserire come new entry per il loro panettone: il Seitan infatti è un alimento salato e il Tofu non compare di certo in nessuna ricetta per la preparazione casalinga di pandori e panettoni.

Ma non finisce qua.
Supporre che i cibi con i nuovi ingredienti che vanno di moda siano fatti lievitare in pochi secondi per poi esser cotti al microonde è totalmente assurdo.
Lo sanno ormai anche le formiche che l’alimentazione vegan promuove la lievitazione lenta (anche con pasta madre) e la cottura con strumenti che non siano il microonde (di cui, tra l’altro,si parla molto degli effetti nocivi).

Se l’azienda Motta intendeva rendersi ridicola gli occhi di tutti facendo ridere 4 stolti retrogradi, direi che ci è riuscita alla grande.

Fare ironia in modo anche poco intelligente su antiche filosofie di vita etiche che nell’odierno stanno finalmente trovando largo consenso è decisamente controproducente.
Non c’è assolutamente niente da criticare in chi è intento e attento a modificare vecchie ricette portandole dritte al miglioramento. La tradizione altro non è che un qualcosa protratto nel tempo, avviata da qualcuno e riproposta in modo automatico da terzi che molte volte nemmeno si domandano se sia utile.
La tradizione è giusto che venga modificata o interrotta se è artefice di sofferenza per qualcuno.
La tradizione di Motta lo è.
Motta infatti dovrebbe saperlo, che grazie al suo voler rimanere ancorata alla ricetta del 1919, tanti animali verranno sfruttati come macchine da produzione per latte e uova.
E non c’è niente da ridere.

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Si può ridere delle cose leggere, si può ridere di se stessi, ma ridere sulla scelta di qualcuno che intende alienarsi dallo sfruttamento inutile e gratuito delle altre specie è da persone squallide e prive di raziocinio.

Per fortuna, oltre a tutte questi dettagli negativi trovati nella pubblicità, emerge un fattore positivo: l’autodistruzione.
Sono convinta che Motta pagherà a caro prezzo l’atteggiamento restio nei confronti del progresso alimentare che si sta avendo grazie alla presa di coscienza delle persone.
Darwin docet: solo chi è in grado di adattarsi sopravvive, tutto il resto muore.

E io, addentando una fetta di buonissimo pandoro vegan realizzato senza ovuli non fecondati di gallina e senza secrezione mammaria di vacca ingravidata a mano, mi gusto lo spettacolare eclissarsi progressivo di questa azienda scorretta mentre le altre etiche trovano spazio e consensi.

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