°° #ClimateStrike: Rinnovata Consapevolezza o Malcelata Ipocrisia? °°
Venerdì 15 Marzo 2019 si è tenuto lo Sciopero Mondiale per il Clima. L’idea del “Climate Strike“, partita da una giovane attivista svedese di nome Greta Thunberg, ha riscosso enorme successo riuscendo a coinvolgere studenti di ogni età.
Così, stamattina, migliaia di persone si sono riversate nelle piazze delle principali città italiane, come avvenuto in tutto il mondo. Con cartelli alla mano, fischietti e striscioni tantissimi bambini, ragazzi e adulti hanno marciato in strada al grido di “non esiste un pianeta di serie B“.
Anche Pisa, la mia città, ha aderito al Climate Strike. Alle 9.30 piazza XX Settembre era gremita di persone. Così tanta gente in strada non la vedevo da tempo. Cliccate QUI per la diretta video.





Il cartello realizzato da me, sostenuto da Silvia.
Ritrovarmi in quel tumulto desideroso di dare voce alla natura mi ha davvero riempito di gioia: ovunque c’erano bambini con cartelli bellissimi, cori si innalzavano con sottofondo di musica di tamburi, ragazzi e ragazze avevano simboli del pianeta terra dipinti sulle guance.
La felicità, però, è durata poco. E’ bastato osservare alcuni comportamenti per realizzare che forse, là in mezzo, qualcuno era presente solo per emulazione e senza reale spirito di difesa ambientalista.
Sotto le logge accanto a piazza XX Settembre ho visto ragazzi strappare pezzi enormi dalle scatole di cartone lasciate dai venditori di libri usati. Scatole riposte sotto i banchi coperti da teli, che servivano a riporre i libri rimasti invenduti. Questo per scrivere cartelli sul momento. Un controsenso incredibile, scrivere slogan di rispetto per la terra senza rispettare i propri simili.
Ho visto inoltre tante persone fumare, e gettare le cicche di sigaretta a terra, mentre urlavano libertà per il pianeta. Molte altre invece sorseggiavano acqua da bottigliette di plastica, e sorreggevano cartelli sull’impatto ambientale. Che dire dei cappotti bordati in pelliccia vera di animali? Ma l’apoteosi dell’incoerenza è arrivata quando il nostro cartello con slogan di rispetto per ogni forma di vita è stato letto da chi non ha ancora fatto la connessione: facce stralunate e confuse nel vedersi associare l’ecologia al rifiuto di alimentarsi di animali.
“Cosa c’entra l’alimentazione con l’inquinamento?” ho sentito chiedere una ragazza ad una sua amica mentre riceveva un volantino da un gruppo di attivisti vegani. Per fortuna non eravamo i soli ad aver portato questo tipo di informazione. Sfortunatamente, non vi era un numero sufficiente di persone per chiarire le idee a tanti.
Stando ad uno studio dell’Università di Oxford e di Agroscope l’industria della macellazione animale occupa l’83% dei terreni agricoli, producendo il 60% delle emissioni di gas serra. Gas che condannano il nostro pianeta al surriscaldamento che porta gravi conseguenze: siccità, aridità del suolo, scioglimento dei ghiacciai, innalzamento delle acque e quanto ne consegue.
Del fiume di persone riversatosi in strada per manifestare, solo poche gocce erano davvero mosse da ideali veri, solidi e coerenti.
Quanto ha smosso la giovanissima Greta rimane una bellissima realtà. Da persona che è cambiata nel tempo e continua a cambiare, mi auguro che questa giornata possa rimanere impressa nella mente di chi si è attivato per manifestare. Che sia un punto d’inizio, di partenza, per un’evoluzione interiore che non può far altro che giungere al vero e totale rispetto per gli animali e il pianeta. Che tutte le persone che hanno scioperato per il clima possano realizzare che non è tanto “ai piani alti” che si cambiano le cose, ma che è la forza del popolo “dal basso” a costituire una forza incredibile capace di portare progressi.
Se davvero vogliamo salvare il pianeta dobbiamo smettere di moltiplicare e ammazzare i suoi ospiti: gli animali.
Scoprite le realtà nascoste di allevamenti, macellazione, pesca, caccia e tutto ciò che ruota intorno al business della morte degli animali: www.laverabestia.org
Avvicinatevi ad uno stile di vita etico, basato su un’alimentazione totalmente vegetale. Cliccando QUI troverete qualche consiglio.
Carmen.
Pubblicato il 15 marzo 2019, in ° attivismo ° con tag climate strike, climatestrike, Greta Thunberg, ipocrisia, pisa sciopero per il clima, sciopero per il clima, think green live vegan love animals. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.
Buongiorno Carmen
approvo pienamente quanto hai scritto.
Mi occupo anche professionalmente di molti argomenti legati al cosidetto cambiamento climatico e dopo molte letture e ricerche mi sono convinto di alcune cose.
Il cambiamento climatico attuale esiste, certo, probabilmente in buona parte di origine antropica, Ma non è la prima volta nella storia umana, e ancor di più più antica. Alla metà del XVI secolo ha avuto inizio la “Piccola età glaciale” un periodo freddo (quindi un cambiamento del clima opposto a quello attuale) che è durato fino alla metà del XIX secolo. A quell’epoca invece delle manifestazioni facevano le processioni, ma anche allora la variazione del clima faceva paura. Perchè? semplice: perchè la specie umana pretende di vivere in un mondo fatto esclusivamente a suo uso e consumo, dove qualsiasi variazione che non può controllare dà fastidio.
Io oggi credo che il cambiamento climatico abbia catalizzato tante paure del genere umano. MA in realtà, senza negare che esista e che comporti dei problemi, è solo la punta dell’iceberg di problemi molto più grossi. Invece il messaggio che passa è che se risolviamo in un modo o nell’altro il problema del clima (cioè, se controlliamo anche quello come vogliamo controllare tutta la natura), andrà tutto bene e potremo continuare a vivere come adesso.
Il problema vero è la pretesa della specie umana di controllare, dominare, usare tutto il pianeta, in primis le altre specie animali con cui lo condividiamo, a proprio uso e per il proprio esclusivo “benessere”. Finchè non cambiamo questa visione del mondo, ogni impegno e manifestazione sul singolo problema non ha senso.
marco
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Ciao Marco, hai ragione e questo aspetto che hai esternato è molto interessante. Il problema è che in antichità non usavano materiali così inquinanti. Un esempio: per trovare reperti conduciamo campagne scavo. Fra secoli, per scoprire come viviamo noi adesso, non ne avranno bisogno perché ci sarà immondizia a sufficienza.
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