Archivio mensile:giugno 2023

°°[Cultura] Sylvia Plath: The Rabbit Catcher e la Sofferenza Creaturale°°

Sylvia Plath è stata fra le poetesse inglesi più importanti e promettenti del periodo Modernista.
La sua tragica fine ha sottratto al mondo della letteratura e della poesia chissà quali altri componimenti carichi di riflessioni e sentimenti che avremmo potuto leggere.

Di lei si parla relativamente poco. Ho avuto la possibilità di conoscere la sua storia e la sua arte letteraria solo attraverso il Corso di Letteratura Inglese Contemporanea seguito all’Università di Pisa, tenuto dal professor Fausto Ciompi.


Sylvia nacque in America, a Boston, nel 1932.
Perse il padre quando era molto giovane, ed il rapporto con lui avuto mentre era in vita influenzò molto l’idea che aveva della mascolinità. Il legame con la madre Aurelia, che lei definiva ‘Medusa’, fu molto problematico a causa del suo incarnare ideali patriarcali. Personalità estremamente delicata e sensibile, tentò più volte il suicidio, prima di riuscire nell’intento di porre fine alla sua vita.

Sylvia era appassionata di letteratura, era sensibile, era promettente. Fu durante i suoi studi a Cambridge, in Inghilterra, che incontrò per la prima volta Ted Hughes, futuro poeta laureato inglese e ben presto suo marito.

Ted e Sylvia si sposarono, e dalla loro unione nacquero Frieda e Nicholas (quest’ultimo, morì suicida). Nel 1961 il matrimonio, già instabile per le differenze caratteriali dei due, subì un duro colpo con la conoscenza di Assya Wevill. Assya, particolarmente femminile, aveva preso in affitto parte della loro casa assieme al marito. Non passò molto tempo che diventò una delle molteplici amanti di Ted.
Un giorno Sylvia, non sopportando più l’idea di condurre un’esistenza simile, mise al sicuro i bambini nella loro camera, sigillò la cucina e si suicidò inalando i gas del forno. Era l’11 febbraio 1963, e Sylvia aveva solo 30 anni.

Assya, che nel frattempo aveva avuto una bambina presumibilmente da Ted, decise di porre fine alla sua esistenza attuando lo stesso suicidio di Sylvia, con la differenza che non mise al sicuro la piccola Sura, ma decise di portarla via con sé.


Sylvia è stata una poetessa espressionista. In sé aveva grandi energie e grandi passioni. Si ispirò molto a T.S. Eliot, e dopo averlo conosciuto fu Ted Hughes stesso la sua fonte di ispirazione.
Nella sua poetica troviamo molte descrizioni, così accurate che sembra che il suo vissuto sia dipinto con la penna. Attraverso i versi è riuscita a mettere a nudo la sua interiorità, tanto che la sua poesia è definita dai critici confessional poetry. Una poesia di emozioni estreme, di passioni, di tristezza, di sincerità e di autenticità.

Il motivo per cui Sylvia Plath è presente sul mio blog nell’area dedicata alla cultura risiede nella sua poesia The Rabbit Catcher, che verrà analizzata in chiave antispecista in questo articolo.
Come già anticipa il titolo dell’opera, il componimento parla della caccia di frodo ai conigli, una pratica illegale ai tempi in Inghilterra poiché violava le leggi del Regno. Ciò che è interessante è il sentimento di Sylvia nei confronti di questa pratica, e la sua vicinanza alle vittime intrappolate.


It was a place of force—
The wind gagging my mouth with my own blown hair,
Tearing off my voice, and the sea
Blinding me with its lights, the lives of the dead
Unreeling in it, spreading like oil.

I tasted the malignity of the gorse,
Its black spikes,
The extreme unction of its yellow candle-flowers.
They had an efficiency, a great beauty,
And were extravagant, like torture.

There was only one place to get to.
Simmering, perfumed,
The paths narrowed into the hollow.
And the snares almost effaced themselves—
Zeros, shutting on nothing,

Set close, like birth pangs.
The absence of shrieks
Made a hole in the hot day, a vacancy.
The glassy light was a clear wall,
The thickets quiet.

I felt a still busyness, an intent.
I felt hands round a tea mug, dull, blunt,
Ringing the white china.
How they awaited him, those little deaths!
They waited like sweethearts. They excited him.

And we, too, had a relationship—
Tight wires between us,
Pegs too deep to uproot, and a mind like a ring
Sliding shut on some quick thing,
The constriction killing me also.



Era un luogo di forza—
Il vento, che li smuoveva, mi imbavagliava coi miei stessi capelli
Strappandomi la voce, e il mare
Mi accecava con le sue luci, le vite dei morti
Scorrevano in esso, diffondendosi come petrolio.

Ho assaporato la perfidia della ginestra,
Le sue spine nere,
L’estrema unzione dei suoi fiori giallo cera.
Avevano efficacia, una grande bellezza,
Ed erano eccessivi, come una tortura.

C’era solo un luogo dove poter passare.
Ribollendo, profumati,
I sentieri si restringevano verso la cavità del terreno.
E le trappole quasi si nascondevano—
Zeri, chiudendosi di scatto sul niente.

Messi vicino, come doglie.
L’assenza di grida
Creava un vuoto in quella giornata afosa, un’assenza.
La luce vitrea era un muro chiaro,
I cespugli erano silenti.

Sentivo un’immobile frenesia, una volontà.
Sentivo mani cingere una tazza da tè, smussata, opaca,
Che facevano risuonare la porcellana bianca.
Come lo aspettavano, quelle piccole vittime!
Lo aspettavano come innamorate. Lo eccitavano.

E noi, pure, avevamo una relazione—
Lacci stretti fra di noi,
Ganci troppo profondi per essere estirpati, e una mente come un anello
Chiuso lentamente su una cosa veloce,
La presa stava uccidendo anche me.

Traduzione: Carmen Luciano


La poesia nasce da un ritaglio di tempo libero passato in famiglia. Sylvia e Ted sono con i figli nel verde dei campi inglesi poco distanti dalla loro casa nel Devon, in prossimità del mare. Una natura che non sente benevola.
Ad un certo punto, mentre camminano, Sylvia nota delle trappole per catturare i conigli, disposte dai contadini del luogo di nascosto dalle autorità.
Sylvia si immedesima con estrema naturalezza nelle vittime di quelle trappole. Le toglie dal suolo, cerca di romperle, le getta via davanti agli occhi increduli di Ted, che invece riteneva quegli strumenti fonti di sostentamento per chi li aveva collocati nelle campagne. L’uomo scriverà diversi anni dopo una poesia dallo stesso titolo per dare la sua versione del fatto accaduto.

Sylvia vede nella sofferenza del coniglio, che nel suo leggiadro e silenzioso movimento finisce intrappolato fra i denti metallici del marchingegno perdendo così la vita di stenti, anche la sua sofferenza. Una sofferenza creaturale che la fa sentire vittima assieme alle altre vittime di altre specie. Sente dentro di sé la sofferenza di quell’animaletto che niente di male aveva fatto al mondo per meritare una fine simile. Sensibile e delicato l’animale, sensibile e delicata lei; tintinnano le catene dei cacciatori di frodo, così come tintinna la fede nuziale su una tazza di thè.
Sylvia paragona il suo matrimonio soffocante alla trappola che ha tolto la vita alla creatura.
The constriction killing me also“: così termina la poesia, che non lascia spazio ad altre interpretazioni. Quel matrimonio sente che la sta uccidendo, destinandola allo stesso destino del coniglio trovato nella trappola.

Probabilmente Sylvia non aveva abbracciato né vegetarismo né veganismo, anche se devo documentarmi maggiormente in merito. Leggendo la sua opera The Bell Jar infatti non mancano riferimenti al consumo di carne da parte dei personaggi. Ma da questa poesia emerge chiaramente il suo sentimento di vicinanza verso creature fatte nascere per soffrire, subire e morire, e tutta la sua empatia nei confronti della loro sofferenza, motivo per cui non potevo non parlarne sul mio blog dedicandole questo articolo.

Conoscevate già questa poetessa?
Avevate già letto questa poesia?
Quale sensazione vi suscita la sua lettura?
Fatemelo sapere nei commenti.




Carmen Luciano
Dott.ssa in Lingue e Letterature Straniere
Lingue, Letterature e Filologie Euromericane

°°[ADRIA] Festa del Sacrificio: Pronta una Protesta Animalista°°

Care lettrici e cari lettori,
mi è giunta la segnalazione che fra pochissimi giorni ad Adria avrà inizio la rituale “Festa del Sacrificio”, una ‘festa’ dove non manca la presenza di vittime animali, portata avanti da fedeli della religione musulmana.



Devo essere sincera, non mi intendo molto e nello specifico delle religioni, perché sono fra le invenzioni umane dall’influsso effetto domino che meno catturano il mio interesse e ho preso le distanze anche da quella che mi era stata affibbiata, ma per comprendere meglio la segnalazione che mi è giunta ho dovuto informarmi sufficientemente di cosa si tratta.

Ogni anno verso il mese di luglio si celebra la festa chiamata Eid al-Adha per ricordare il montone ucciso da Abramo, suggerito da un angelo, al posto di suo figlio Isacco che intendeva immolare a Dio. Un fatto di sangue animale raccontato sia sulla Bibbia che sul Corano.
Per ricordare questo avvenimento in cui un dio pretendeva la morte di un essere umano e la cui ira è stata placata con l’uccisione di un animale, dunque, le famiglie uccidono a loro volta un animale.

Non potete immaginare la mia espressione facciale e il vortice di sentimenti negativi che si fanno spazio nel mio essere mentre mi occupo della stesura di questo articolo e vi fornisco tali informazioni.

Quando avrò più tempo a disposizione mi occuperò in modo più approfondito dell’antropocentrismo nelle religioni, dello specismo violento che esse portano avanti, della figura della vittima sacrificale e di tanti altri aspetti sui quali ho avuto modo di riflettere durante il mio percorso universitario che si è ormai concluso.

Per adesso, una sola e retorica domanda:
per quale motivo, se un tale Abramo ha ucciso un montone, altri esseri umani che non sono Abramo millenni dopo devono ricordarlo facendo soffrire altri animali?

Questa è riprovevole violenza ai danni delle creature del mondo giustificata dalla religione.
Violenza che deve terminare anche in tutte le altre sue forme presenti nella società, che siano religiose, laiche, pagane, esoteriche.

In occasione della Festa del Sacrificio che si terrà ad Adria, a Rovigo, nei giorni 28,29 e 30 giugno, attivisti e attiviste del mondo animalista si sono attivati per protestare contro l’uccisione dei poveri animali eletti come vittime sacrificali.
Lo fa presente Gabriella Gibin, Presidente del Coordinamento Tutela Diritti Animali Provincia di Rovigo, che mi ha segnalato questo evento agghiacciante.

È previsto un presidio autorizzato tutti e tre i giorni, dalle ore 7 alle 16, in Via Squero 4 a Cavanella Po, nel comune di Adria, proprio davanti a uno dei più grandi mattatoi rituali.

Tutte le persone, di qualsiasi religione e credo, sono invitate a partecipare contro la mattanza di creature innocenti che avrà luogo in quei giorni nel silenzio collettivo della società “civile” in cui viviamo. Per partecipare potete contattare il numero 3342848835 per ricevere maggiori informazioni e coordinarvi.

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Chi, per distanza e impegni come me, non potesse partecipare può unirsi alla protesta email che ho organizzato per dare voce alle esistenze che verranno ingiustamente ammazzate.
Potete copiare il testo sottostante o scriverne uno di vostro pugno, mantenendo toni civili ed educati come sempre.


Email da inviare a: ambiente@comune.adria.ro.it, coreis@coreis.it

Gentile Comune di Adria,
Gentile Comunità Religiosa Islamica Italiana,
ho appreso che nei giorni 28, 29 e 30 a Cavanella Po (e in altri luoghi in Italia) si terrà la “Festa del Sacrificio” per ricordare un passo del Corano dove Abramo immolò un montone al posto del suo figlio primogenito. Scrivo la presente email per prendere le distanze morali e spirituali dall’uccisione rituale degli animali che avverrà proprio in occasione di questa ricorrenza.
La religione è un elemento peculiare che caratterizza la nostra specie, ed è giusto che ciascun individuo segua oppure no quella che più gli aggrada, ma gli animali non hanno una religione ed è ingiusto che soccombano in nome dei nostri culti.
Quale specie al mondo si arroga il diritto di negarci la vita perché deve sacrificarci a un dio?
Quale specie animale si crede superiore a noi tanto da voler decidere quando è il momento di toglierci dal mondo per banchettare sui nostri resti?
Nessuna. Nessuna creatura fra quelle che la natura ospita ha mai fatto pesare le proprie volontà sul nostro diritto a esistere.
Trovo sconcertante che ai giorni nostri si continui a fare deliberatamente del male a creature innocenti che dovrebbero avere tutto il diritto di vivere sulla terra lontano dai nostri sanguinari capricci.
Questa email è in segno di protesta pacifica e razionale contro la Festa del Sacrificio, e per invitarvi a riflettere su quanto sia necessario cambiare modus vivendi e agendi.
È il momento di dire basta alla violenza. È il momento di smettere di giustificare la fine imposta alle altre creature imbellettata dalla fede.
Nessun concetto astratto deve venire prima del rispetto per la vita, per il corpo concreto e che può provare dolore, paura e sofferenza come quello degli animali.
Le altre specie non ci appartengono, esistono al mondo per sé stesse. Non siamo padroni di nessuna vita su questo pianeta. Gli animali non hanno nessun dovere nei nostri confronti, e dovremmo smetterla subito e per una volta per tutte di approfittarci di loro.
Moltissime persone in Italia e nel mondo lo hanno giù fatto: abbracciare uno stile di vita che non arreca sofferenza e morte a esseri senzienti. È questa la cosa più importante, prima di qualsiasi altro rituale: proteggere la vita, rispettarla, lasciarla VIVERE.
Concludo questa email con un pensiero di William Ralph Inge, da Outspoken Essays: Second Series “The Idea of Progress”, datato 1922: abbiamo schiavizzato il resto della creazione animale e abbiamo trattato i nostri cugini di pelo e piume così male che senza ombra di dubbio, se loro dovessero formulare una religione, raffigurerebbero il diavolo con sembianze umane.

Saluti.
Nome, Cognome, Città


Ringrazio pubblicamente tutte le persone che si uniranno a questa protesta, a tutte quelle che saranno presenti a manifestare davanti al luogo di esecuzione e a Gabriella Gibin per tutto l’impegno che porta avanti in difesa degli animali.

Gabriella Gibin e la pecorella Giulia


°°Protesta Email – NO ALLE CORSE DEI CAVALLI AL PALIO DI SIENA°°

Care lettrici e cari lettori,
domenica 2 luglio e mercoledì 16 agosto a Siena si terranno nuovamente le corse dei cavalli per il palio storico della città. In occasione di tale evento, che da decenni vede il coinvolgimento di questi animali senza aver mai chiesto loro il consenso, La7 trasmetterà una diretta TV dandogli cassa di risonanza a livello nazionale.

In nome di tutti i cavalli morti durante il palio, in nome di tutti quelli utilizzati in passato e che continuano ad essere utilizzati per un evento che non dovrebbe coinvolgere in nessun modo le altre specie assoggettandole per interesse e aspetti ludici, vi invito a prendere parte a questa protesta via email.

Il testo della mail è stato scritto in collaborazione con l’attivista animalista Anna Cento.

Esprimiamo numerosi e numerose il nostro dissenso sia agli organizzatori del palio di Siena, sia all’emittente televisiva che darà spazio a questa subordinazione animale anacronistica.

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Gentile Comune di Siena,
Gentile Palio di Siena,
Gentili Redazioni


La presente email è per esternarvi la mia personale presa di posizione, ferrea, contro l’uso dei cavalli per il vostro Palio. Palio che negli anni passati ha comportato la morte di alcuni degli esemplari coinvolti e a cui non è mai stato chiesto il proprio consenso.
È atroce realizzare che nel 2023 ancora non vi sia rispetto vero e coerente per la libertà di questa specie: che queste creature siano ad uso e consumo umano, che la loro potenza fisica sia alla mercé del nostro genere, è una costruzione culturale e sociale, violentemente antropocentrica, che non ha più motivo di essere perpetuata nel millennio che stiamo vivendo.
Nascono e sono già materia di possesso di qualcuno. Vengono commerciate, vendute, comprate. Passano di proprietario in proprietario subendo le decisioni del proprio detentore. Una vita fatta di obblighi e doveri innaturali nei confronti di esseri umani, quando in natura non esistono né servi né padroni.
Trovo le corse imposte a questi esseri senzienti meramente anacronistiche, corse alle quali non dovrebbero mai partecipare come ignari protagonisti dati i tragici epiloghi che si sono manifestati in edizioni passate.
A voi che continuate questo uso degli animali va tutto il mio biasimo, come anche a chi trasmette le dirette delle corse in televisione per intrattenere gente che non saprà mai cosa vuol dire rischiare la vita per far divertire un’altra specie.

L’associazione nazionale Italian Horse Protection Onlus ha reso noto attraverso MOW del 2022 il resoconto dei cavalli morti durante il Palio di Siena, o successivamente per le ferite che hanno subito, negli ultimi 30 anni. A sostegno dell’associazione e degli animali si è espressa anche la scrittrice Isabella Santacroce[1]: “L’amore senese per i cavalli è frainteso, ipocrita e anche limitato nel tempo: si ferma laddove il cavallo cessa di essere performante. Il palio è un retaggio del passato, di popoli che vivevano un momento di sfogo e di rivalità sulle spalle di animali costretti a subire la loro violenza: una cosa del genere non può essere definita tradizione e non ha niente a che fare con la cultura.[…] …oggi, grazie anche alle conoscenze scientifiche e etologiche, sappiamo che è tutta una montatura e abbiamo il dovere di liberare i cavalli da quella subcultura”. Creature che hanno cessato di esistere e si trovano obbligate a fare qualcosa di innaturale: correre, imbrigliate, un percorso con un individuo umano sulla schiena. Sebbene le manifestazioni che riecheggiano epoche passate, come quella medievale, siano suggestive, l’utilizzo degli animali per fini ludici e d’interesse antropocentrico, non lo è. Vi invitiamo ancora una volta, come viene fatto da anni, a lasciare in pace i cavalli e a trasformare il palio in una competizione umana dove mai esisterebbero: frustini, morsi alla bocca, subordinazione e assoggettamento ma solo voglia di mettersi in gioco tra simili e di sfidarsi in modo sano.

Saluti.

Allegato report IHP: i cavalli morti dal 1975 al 2011 1975 (1)

ORBETELLO viene abbattuto il giorno seguente al Palio del 2 luglio in seguito a molteplici fratture, lacerazioni ed emorragie 1976 (1)

RIO MARIN viene abbattuto poco dopo la conclusione del Palio del 2 luglio in seguito alla frattura del metacarpo destro.. 1977 (1)

TESEO I viene abbattuto nei giorni successivi al Palio del 16 agosto durante il quale aveva subito una frattura all’arto anteriore destro. 1978 (1)

BALLERA infortunatasi all’arto anteriore sinistro durante la prima prova del 13 agosto viene abbattuta prima ancora dei Palio del 16 agosto. 1979 (5)

ZURIGO muore per una grave emorragia circa venti minuti dopo la conclusione dei Palio del 4 luglio. Un cavallo castrato di 4 anni, alla fatidica curva del Casato urta contro il margine di una paratia riportando una profonda ferita lacero-contusa alla base del collo che gli provoca una violenta emorragia. L’animale, impazzito dal dolore, continua a correre senza fantino per altri due giri, finché si accascia a terra e muore per shock emorragico. Con lui in quello stesso anno sono ben cinque i cavalli che vengono a morte.

ZIRBO viene abbattuto subito dopo il Palio di luglio a causa di una frattura all’anteriore destro.

QUEBEL viene abbattuto subito dopo il Palio del 16 agosto durante il quale aveva riportato una lussazione all’anteriore sinistro.

CASPERIA viene abbattuta in seguito a una frattura all’anteriore destro derivata da una caduta, durante la prima batteria della tratta.

NIAGARA muore per insufficienza miocardica due giorni dopo il Palio del 16 agosto. 1980 (2)

VOLTURNO viene abbattuto subito dopo il Palio del 2 luglio in seguito alla frattura dell’arto anteriore destro.

ALESSIO DE OZIERI infortunatosi il 29 giugno durante la prima batteria della tratta al tendine delle falangi e dei nodello, viene abbattuto il 22 luglio. 1981 (2)

BLACK MAGIC viene abbattuto nei giorni successivi al Palio del 16 agosto durante il quale si era infortunato all’anteriore destro.

BANDIDA DE RIO-ROS viene abbattuta nei giorni successivi al Palio del 16 agosto durante il quale si era gravemente infortunata. 1982 (3)

TESSERA viene abbattuta nei giorni successivi al Palio del 2 luglio in seguito a una distorsione alla spalla destra.

CINZANO III infortunatosi all’arto anteriore sinistro durante le batterie della tratta del 13 agosto, viene abbattuto nei giorni successivi all’incidente.

CLAUDIA IV viene abbattuta a causa della frattura del nodello anteriore sinistro, subita durante la prova generale del 15 agosto. 1983 (3)

BAMBOLA DE PLOAGHE viene abbattuta nei primi giorni dell’agosto ‘83, un mese dopo il Palio corso il 3 luglio durante il quale aveva riportato la lussazione dell’arto anteriore destro CASSIUS viene abbattuto il giorno stesso del Palio dei 16 agosto durante il quale aveva riportato la frattura della prima falange dell’anteriore sinistro..

BRAMANTE III viene abbattuto l’indomani dei Palio del 16 agosto in seguito a frattura della prima falange dell’arto anteriore destro. 1985 (1)

BALENTE viene abbattuto il giorno stesso dei Palio del 16 agosto a causa di gravissime lesioni dei nodello posteriore sinistro e delle falangi. 1986 (3)

TREBBIANO caduto durante la prima batteria di prova per la tratta, in seguito a emorragia interna per lacerazione del muscolo cardiaco muore pochi minuti dopo l’incidente

Morte EMIRO BENNY (13/9/1986), Lupa infortunatosi nella stalla della Contrada (frattura multipla della tibia sinistra) alla vigilia del Palio del 13 settembre viene abbattuto sul posto.

BIZZARRO viene abbattuto nei giorni successivi al Palio del 13 settembre in seguito a un grave infortunio allo zoccolo anteriore sinistro..

Infortunio OLIMPIA MANCINI (15/8/1986), Valdimontone durante la 3ª Prova 1987 (1)

BRANDANO viene abbattuto subito dopo il Palio del 2 luglio durante il quale si era procurato una frattura all’arto anteriore destro. 1988 (1)

ITALICU viene abbattuto dopo il Palio dei 2 luglio in seguito alla frattura dell’arto anteriore destro.1990 (3)

VIENNA GIRL viene abbattuta in seguito all’ infortunio riportato durante la tratta dei 29 giugno GAUCHO muore a causa di un urto violentissimo subito alla curva di San Martino durante il Palio del 2 luglio.

SORANO muore in seguito a uno scontro con un altro cavallo durante una prova clandestina del Palio tenuta nella notte dell’11 agosto. 1991 (2)

SIECOLO viene abbattuto in seguito alle gravi lesioni riportate durante il Palio del 3 luglio

VICTORIA PRINCIPAL viene abbattuta in seguito a un grave infortunio riportato durante il Palio del 3 luglio..

Infortunio Nicoleo (15/8/1991), Giraffa durante la Prova Generale 1992 (1)

EUGENIO muore in seguito a infortunio durante il Palio di luglio. 1993 (2)

WAY TO SKY muore a seguito di uno scontro di tre cavalli durante il Palio di luglio.

PINTURETTA muore a seguito di uno scontro di tre cavalli durante il Palio di luglio

Infortunio COHO (2/7/1993), Giraffa durante la Mossa 1995

Infortunio DELFORT SONG (2/7/1995), Nicchio prima del palio 1996 (2)

MINOREDDA muore per cause non note durante il Palio del 2 luglio.

SOLSTIZIO D’ ESTATE si frattura le zampe anteriori e viene abbattuto sul campo durante il Palio di agosto.

Infortunio MUSETTO (15/8/1996), Chiocciola durante la 2° prova 1998 (3)

LOBIS ANDREA (detto Penna Bianca) viene abbattuto sul campo nel Palio d’agosto;

TUAREG muore dopo pochi giorni nella clinica veterinaria dove era stato ricoverato dopo l’incidente occorso durante il Palio d’agosto

BRACCIO DI FERRO abbattuto nella clinica del Ceppo dopo il Palio del 2 luglio in seguito alla caduta che gli procurava la lesione alla prima falange dell’anteriore sinistro per sopravvenuti problemi settici e circolatori.

2000
Infortunio ZULLINA (15/8/2000), Oca per malattia?

2002
infortunio BRENTO (16/8/2002), Selva durante la mossa 2004 (1)
AMOROSO castrone baio di 8 anni del Bruco, che si è spezzato il collo contro una bandierina in ferro alla curva di San Martino

2006
Infortunio DESMON (15/8/2006), Torre durante la 3ª prova

2007
Infortunio BRENTO (1/7/2007), Chiocciola durante la 1° prova

2009
Infortunio IESAEL (2/7/2009), Civetta durante la Prova Generale

2010 (1)
morte GIOVE DEUS (29/7/2010),
Onda: eutanasia a seguito di incidente durante il palio del 2 luglio, taglio allo zoccolo. Vedi lettera a Sindaco.
Infortunio GUSCHIONE (15/8/2010),
Giraffa: durante la Prova Generale, impostando il primo San Martino è andato letteralmente via con il posteriore, dovendo dunque appoggiare tutto il peso sull’anteriore destro per non cadere. *

2011: 1 morto morte
MESSI (1/7/2011), Chiocciola: durante la 4° prova muore presumibilmente per shock cardio-circolatorio alla clinica del Ceppo, dopo il violento urto nella curva di San Martino.

2012: 3 feriti
Infortunio NESTORE DE AIGHENTA (1/7/2012), Chiocciola: infrazione alla terza falange dell’anteriore destro infortunio
LAMAGNO (1/7/2012), Tartuca: infrazione di un processo retrossale della terza falange dell’anteriore sinistro
infortunio MOEDI (16/8/2012), Civetta: frattura completa prima falange anteriore sinistro

* 2011: 1 morto morte PERICLEA (29/6/2015 durante le prove). Eutanasia alla clinica del Ceppo, dopo grave incidente con cavallo che precedeva

2022
Cinque cavalli infortunati, uno grave



Da inviare a:

sindaco@comune.siena.it, info@ctps.it, ufficiostampa@la7.it, info@la7.it

PEC → comune.siena@postacert.toscana.it


Grazie a chi si unirà a questa protesta!


[1] Palio di Siena, Isabella Santacroce:
“Gli esseri umani sono inconsapevoli di quanto ogni martirio compiuto su di noi ricada”. Il report dei cavalli morti negli ultimi 30 anni. MOW Mag.

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