Archivio mensile:marzo 2024

Protesta a Viareggio: Tolto il Menu Vegano dalle Mense Scolastiche

Care lettrici e cari lettori,

mentre il DSU ToscanaAzienda per il Diritto allo Studio sta ricevendo da gennaio pubblici elogi per essere arrivato in cima alla classifica delle “Mense per il Clima” più sostenibili d’Italia (con ben tre punti ristoro dalle ampie opzioni vegan) una realtà nella stessa regione sta remando nella direzione opposta.

Alcuni piatti della mensa universitaria Martiri di Pisa 100% vegetali



Si tratta dell’azienda ICare di Viareggio.
Come si può leggere dal comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale, a partire dal mese di aprile 2024 la dieta vegana sparirà dalle mense scolastiche del Comune di Viareggio. Una scelta infelice che l’azienda informa essere stata intrapresa poiché la suddetta dieta non è stata ammessa dalle ‘Linee Guida della Ristorazione Scolastica’. Pertanto, in accordo con l’Ufficio Educazione del Comune e con l’Azienda USL Toscana Nord Ovest, a partire dal mese di aprile non verranno più serviti pasti interamente vegetali a chi solitamente ne faceva richiesta.

Sembra uno scherzo di pessimo gusto, e invece è una vergognosa realtà che sta influenzando negativamente tante famiglie con bambini e bambine che hanno fatto propria la filosofia di vita vegan.

La decisione ha letteralmente scatenato l’ira di chi vede, ingiustamente, negato il proprio diritto alla libera scelta alimentare. Con il presente articolo intendo dunque dare il mio pieno appoggio a quelle famiglie che, di punto in bianco, non potranno più far usufruire dei servizi scolastici figlie e figli per motivi ormai sfatati dalla scienza.

Da ragazzina diventata vegetariana a 12 anni che ha sofferto perché negli anni 2000 non esisteva alcuna possibilità di mangiare pasti interamente vegetali a scuola, e che spesso mangiava solo un piatto di pasta e del pane (poiché privi di animali) pur avendo due ore di educazione fisica a seguire e un notevole dispendio di energie, trovo questa decisione del tutto sconcertante.
Tutte le privazioni vissute durante i pasti (regolarmente pagati per intero, pur non potendo mangiare tutto) alle Scuole Medie sono state compensate ‘da grande’ durante il mio percorso da studentessa universitaria presso l’ateneo di Pisa.
Dal 2016, anno d’inizio della mia carriera universitaria, ho visto l’Azienda DSU fare enormi passi in avanti verso l’alimentazione vegetale. Ho anche constatato una grande apertura da parte dei dirigenti e del personale: è stato questo ad avermi permesso di lasciare nei punti ristoro, previo consenso, migliaia di opuscoli, ricettari e materiale informativo sullo stile alimentare senza crudeltà.
Concludo nelle prossime settimane il mio bellissimo percorso accademico consapevole del prezioso lavoro che è stato portato avanti e del fatto che studenti e studentesse che s’iscriveranno avranno la fortuna di avere mense al passo con i tempi, capaci di offrire piatti gustosi interamente vegetali.

Tornando a Viareggio, trovo vergognoso che si sia esclusa l’alimentazione vegana dalle offerte del menu scolastico, quando è ormai scientificamente provato che tale stile nutrizionale è adeguato per ogni fase della vita di una persona.
Queste mie affermazioni trovano fondamento nelle ricerche e nelle informazioni divulgate sia dalla SSNV – Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – che da medici ed esperti in nutrizione vegetale. Solo alcuni esempi: Silvia Goggi, Luciana Baroni, Roberta Bartocci. Mentre a livello internazionale è il dottor Neal Barnard a essere fra i più attivi promotori della dieta vegetale.

A queste voci autorevoli, in qualità di dottoressa in Lingue e Letterature Straniere, e a breve in Lingue, Letterature e Filologie Euroamericane, vorrei aggiungere quella di Percy Bysshe Shelley. Se potesse, il poeta protagonista della mia tesi di laurea magistrale, esprimerebbe tutto il suo rammarico nel sapere di questa triste decisione presa nel comune dove ha ricevuto rito funebre dagli amici.
Shelley, che Viareggio ha omaggiato con una statua e una piazza in suo ricordo, era un fervente sostenitore della dieta vegetale, in primis per motivi etici. Scrisse una corposa nota, la numero 17, nella sua opera Queen Mab in difesa dell’alimentazione naturale, e ben due pamphlet a seguire: A Vindication of Natural Diet e On The Vegetable System of Diet. Forse le realtà coinvolte nella negazione delle opzioni vegane a scuola, a partire dal Comune stesso, non sanno o non ricordano che i testi sopra citati furono ispirati da altre opere scritte in difesa della dieta vegetale del 1800. Fra queste opere, quella dell’amico medico del poeta: il dottor John Frank Newton, conosciuto assieme al dottore William Lambe.
Newton, in un periodo storico in cui la mortalità era alta non solo per i più piccoli, sperimentò su sé e sulla sua famiglia i benefici dell’alimentazione vegetale abbinata a sola acqua pura: dopo 7 anni, nessuno delle 17 persone della famiglia, fra adulti e bambini, era morto. Godevano tutti di ottima salute e coloro che soffrivano di problematiche come l’asma si ritrovarono a non soffrirne più.
Anche Shelley, che ricordo essere morto tragicamente nelle acque del Tirreno e successivamente restituito dal mare sulle spiagge di Viareggio nel 1822, credeva fermamente nella naturalità della dieta vegetale. “Siamo animali frugivori, e attraverso l’anatomia comparata si può notare che non abbiamo nessuna caratteristica in comune con gli animali carnivori”. Questo, e altre preziose informazioni sul suo pensiero, sono state riportate nella mia tesi “Ashes and sparks, my words among mankind!: la matrice antispecista nel pensiero e negli scritti di Percy Bysshe Shelley” che discuterò ad aprile e che verrà pubblicata.



La decisione di ICare in collaborazione con il Comune di Viareggio e con l’azienda USL Toscana Nord Ovest pertanto appare ai miei occhi del tutto non al passo con il nostro secolo.

Invito l’azienda a rivedere la propria posizione, a interpellare esperti in nutrizione vegetale e a garantire pubblico servizio alle famiglie consapevoli che hanno abbracciato uno stile di vita empatico, rompendo schemi culturali socialmente costruiti e naturalizzati dal sistema come quello del consumo – usando parole shelleyiane -dei nostri fellow animals.

Chi desiderasse, può unirsi alla mia campagna di invio e-mail mirata a esprimere dissenso verso tutti gli enti coinvolti.

Oggetto: CHE VENGA REINTRODOTTA LA DIETA VEGETALE NELLE MENSE

Gentile azienda ICare,
Gentile Ufficio Educazione – Comune di Viareggio
Gentile Sindaco Del Ghingaro

ho appreso con grande sgomento della decisione da voi presa riguardo all’eliminazione del menu vegano (100% vegetale) dalle mense scolastiche dei Nidi d’Infanzia, Scuole Primarie e Secondarie del comune di Viareggio. Mi unisco a questa campagna di sensibilizzazione e di pubblico dissenso promossa dalla Vegan Blogger Carmen Luciano la quale non mangia animali dall’età di 12 anni.
Trovo anch’io questa decisione del tutto anacronistica e non al passo con le recenti evidenze scientifiche in ambito di nutrizione. L’alimentazione vegana, come affermano voci autorevoli come quella dei medici Neal Barnard, Silvia Goggi, Luciana Baroni della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana, è adatta a ogni stadio della vita.
Lo sapeva anche il poeta Percy Bysshe Shelley, che restituito esanime dal mare alle vostre spiagge ha dato lustro alla città di Viareggio. Shelley scrisse ben tre testi in difesa dell’alimentazione vegetale: la nota 17 di “Queen Mab”, “A Vindication of Natural Diet” e “On the Vegetable System of Diet”. Trattati che sembrano attuali per come l’alimentazione vegetale viene difesa in ambito medico, nutrizionale, scientifico, etico e sociale. Un Ufficio Educazione che si rispetti, in una città che ha dedicato una piazza con annessa statua a tale poeta e libero pensatore, non può non tenerne di conto.
Vi invito a rivedere la vostra posizione sull’offerta vegetale nei menu scolastici, affidandovi a esperti di nutrizione vegana che vantiamo in Italia, per garantire il servizio ai bambini che non mangiano animali.
Questo non solo per rispetto delle specie ingiustamente sfruttate e macellate, ma anche per la salute umana e di quella del pianeta che ci ospita. Prendete esempio dal DSU Toscana che con i suoi ristoranti universitari si è distinta come azienda per la qualità e la varietà di proposte vegetali nel menu.

Distinti saluti.

Nome, cognome, città

Da inviare a:
protocollo@icareviareggio.it
pubblicaistruzione@comune.viareggio.lu.it
sindaco@comune.viareggio.lu.it


Grazie a chi si unirà a questo invio di e-mail di protesta.


Carmen Luciano

[TORINO] Piano di Abbattimento Piccioni: Sabato 7 Aprile Protesta Antispecista in Piazza Castello

Care lettrici e cari lettori,

le continue promesse di morte da parte degli umani nei confronti degli animali continuano incessanti in tutta Italia, coinvolgendo anche le creature più bistrattate dalla società: i piccioni.
Nonostante siano stati sfruttati come messaggeri durante i periodi di guerra del secolo scorso (tanti di loro sono morti per scontri bellici che la loro natura non contempla), oggi questi animali sono ingabbiati nello stereotipo di ‘specie infestante’ e pertanto meritevoli di essere perseguitati e uccisi senza pietà.
Poco importa poi se gli umani, coloro che vedono nei piccioni una minaccia, siano i primi a esserlo per l’intero pianeta con le proprie condotte immorali ai danni di specie vegetali e animali.

In svariate regioni d’Italia, come si è visto dal mio blog anche in Toscana, si stanno adottando ‘misure contenitive’ che non nobilitano in alcun modo l’animo della nostra specie, e che stridono con tutta l’intelligenza e la civiltà che tanto vengono millantate: fucili puntati addosso e morte.

Anche in Piemonte è stato approvato un piano di abbattimento dei piccioni perché, come spesso si legge di loro, mangiano sementi e germogli causando un danno economico all’agricoltura.
Agghiacciante vedere come tutto ruoti sempre e solo attorno ai soldi, invenzione umana che piega e sottomette tutte le altre specie che ne finiscono vittime.

Se gli animali provvedessero allo stesso modo nei nostri confronti per i danni che abbiamo fatto in passato all’ambiente che essi vivono e per i danni che continuiamo a fare al pianeta, non esisterebbe più un solo essere umano.

Per esprimere dissenso verso l’iniziativa di uccidere questi animali è stata avviata una campagna di invio e-mail di protesta, e organizzata una manifestazione in Piazza Castello a Torino intitolata “Giù le mani dai piccioni”. Il presidio, regolarmente autorizzato, si svolgerà sabato 6 aprile 2024 dalle ore 14:30 alle 17:30 ed è stato organizzato da La Collina dei Conigli ODV. Vedrà la partecipazione di altre diverse associazioni di tutela animale fra cui LAV Torino, AVI Associazione Vegani Internazionale, META, CADAPA, Fronte Animalista. La lista è in costante aumento.

Alla protesta parteciperà inoltre Martina di Piccioni Paralimpici, che ho avuto il piacere di avere accanto durante la manifestazione tenutasi a San Giuliano Terme nel mese di febbraio e recentemente in difesa delle colombe sfruttate per rituali religiosi a Sulmona.

Chi ha organizzato il presidio intende chiedere che si adottino altre strategie non crudeli per fare in modo che questi animali non arrechino ‘disturbo’, ‘fastidio’, ‘danni’ (questo si dice di loro) all’agricoltura.
Ciò che si chiede è che vengano aperti tavoli di lavoro con esperti in etologia animale, trovando misure contenitive al passo con i tempi.
Usare armi e imporre morte non è accettabile.



Qui di seguito il testo da inviare per esprimere dissenso contro la città metropolitana di Torino per la decisione di abbattere i piccioni:

Gent. Sindaco Stefano Lo Russo,
intendiamo esprimere tutto il nostro dissenso per l’approvazione, da parte dell’attuale amministrazione torinese, del “piano di contenimento dei colombi” in tutta la città metropolitana di Torino, province comprese.
Come lei saprà bene, questo scellerato provvedimento prevede che i piccioni vengano catturati per mezzo di gabbie trappola e successivamente uccisi per “traslocazione cervicale od altri metodi eutanasici” non specificati.
In campagna i volatili potranno addirittura essere impallinati. Riteniamo inaccettabili nel 2024 l’attuazione di metodi tanto violenti e crudeli. Metodi non degni di un comune e di un paese civile.
È sconcertante che il consiglio metropolitano di Torino, in particolare la dirigente Elena Di Bella ed il dipartimento di tutela della fauna, non siano stati in grado finora di adottare soluzioni più etiche per evitare il sovrannumero dei colombi. E così, dalla loro incapacità ed inattività, l’ideazione di tale massacro. Ciò non è assolutamente accettabile!!!
Chiediamo a gran voce un incontro istituzionale per arrivare ad una soluzione condivisa che eviti l’uccisione programmata dei volatili (tra il 2024 ed il 2029) con un enorme impiego di soldi pubblici pari a 2.5 milioni di euro.
Vorremmo sottoporre a Lei, Sindaco, il recente caso di un altro comune italiano, quello di San Giuliano Terme dove il sindaco, Sergio di Maio, dopo aver accolto una delegazione di ambientalisti, ha aperto un dialogo ed ha deciso di sospendere l’ordinanza di abbattimento dei volatili. Vogliamo augurarci che anche Lei vorrà seguire questo esempio positivo.
Informiamo inoltre l’amministrazione torinese che esistono misure eticamente accettabili al “problema” dei piccioni come il controllo farmacologico della riproduzione. Limitare la fertilità dei volatili è possibile e considerato il metodo migliore da molte amministrazioni pubbliche in tutto il mondo.
Il principio attivo viene inserito in chicchi di mais, di cui i piccioni sono ghiotti, somministrati durante il periodo produttivo e distribuiti in punti precisi della città.
Metodi non solo più etici e meno costosi ma che eviterebbero anche la “formazione” di operatori per una cruenta uccisione dei piccioni per traslocazione cervicale e l’uso di armi da caccia in campagna. Pessimi esempi per la cittadinanza e del tutto diseducativo per bambini e giovani .
Crediamo in un mondo più giusto ed eticamente migliore a cui ognuno di noi deve contribuire, Lei compreso signor Sindaco. Come primo cittadino sia un esempio di equilibrio, ascolto e rispetto della vita per ogni essere vivente! Lei è responsabile degli animali presenti sul suo territorio tra cui i selvatici come i piccioni.
Alternative accettabili al “contenimento” dei volatili esistono e sono in uso da molto tempo con risultati efficaci.
Noi non permetteremo che questa strage venga compiuta sotto i nostri occhi!

Nome, Cognome, Città

Da inviare a:
segreteria.sindaco@comune.torino.it
ufficiotutelaanimali@comune.torino.it
urp@comune.torino.it


Ringrazio tutte le persone che prenderanno parte alla campagna d’invio e-mail e che protesteranno a Torino contro questo inutile massacro. Dobbiamo imparare a coesistere con gli animali.

Per rimanere in aggiornamento in tempo reale con l’organizzazione del presidio,
cliccare QUI. Si aprirà la pagina Facebook dell’evento.

Carmen Luciano

[PISTOIA] Protesta Antispecista al Mattatoio ItalPork • 25.03.2024

Care lettrici e cari lettori,

stamattina, lunedì 25 marzo 2024, si è tenuta una protesta autorizzata davanti al mattatoio di ItalPork a Buggiano (PT) organizzata da un nutrito gruppo di persone attiviste per il riconoscimento dei diritti animali. Avendo preso parte a questo presidio, eccomi qui a raccontarvi come si è svolto, e quali emozioni abbiamo vissuto stazionando quattro ore davanti a quel luogo di morte.



La manifestazione ha avuto inizio alle ore 7:00, orario in cui i camion pieni di animali erano già in arrivo. Vestiti di nero, con numerosi cartelli e striscioni alla mano, muniti di megafoni e microfono, siamo stati eco della voce di quelle creature indifese. Ci siamo rivolti in modo risoluto verso coloro che li trasportavano, verso coloro che ne ‘lavoravano’ i loro corpi ormai esanimi, e verso coloro che erano incaricati di negargli la vita in un punto che non ci era accessibile.



‘Per motivi di sicurezza’ ci hanno impedito di poter stazionare davanti all’ingresso dei camion, quello posto davanti al luogo preciso di scarico delle povere esistenze collegato al sito dello smontaggio.
Ciononostante, abbiamo filmato quei momenti drammatici dell’arrivo dei condannati a morte, chiusi dentro camion dalle paratie alzate affinché non si vedesse l’interno.

Abbiamo sentito l’odore della paura; abbiamo sentito l’odore di urine e feci, dalle macchie lasciate dai camion al loro passaggio; abbiamo incrociato per pochi istanti quei meravigliosi occhi che vedevano il mondo per la prima volta.


E poi abbiamo sentito le grida, quelle di terrore, quelle di chi sa che sta per succedere qualcosa di brutto, quelle di chi non si può difendere e viene spinto verso l’immonda, maledetta arma che gli strapperà la vita.

Se esiste una divinità creatrice del tutto, solo essa sa quanto abbiamo duramente criticato il vergognoso operato di questi individui, individui senza empatia né pietà, e quanto abbiamo sofferto nel vedere fratelli e sorelle di specie diversa portati fino al patibolo pur essendo innocenti.
Trasportati dentro mezzi con raffigurazioni orwelliane di animali felici di venire abusati: la vergogna nella vergogna.



Se il disinteresse dei compratori di animali morti – che giungevano alla ‘bottega’ ad acquistare i resti di quelle esistenze macellate da altri – ci ha indignato e infiammato l’anima, il sopraggiungere di persone che ci hanno ringraziato per essere lì ci ha commosso fino alle lacrime.

Un uomo oggi, un cittadino di Buggiano che vive vicino al luogo della vergogna, ci ha ringraziato per la nostra azione di dissenso. “Sento le grida di dolore“, ha detto, “di quelle povere bestie, tutti i giorni quando scaricano. Sempre“. Al mio chiedergli cosa sentisse, nell’udire quelle grida, ha aggiunto “dolore quanto loro. Hanno più diritto le bestie delle persone. Se potessi restare resterei qui con voi. Bravi. Grazie“.
Un altro si è unito a noi, rimanendo a presidiare accanto ai nostri cartelli.
Altre persone si sono fermate, hanno fatto video e foto, hanno preso materiale informativo sull’alimentazione vegetale e sui danni dell’industria zootecnica.


È stata una delle azioni più potenti alle quali abbia mai preso parte in quasi 34 anni di vita.
Vedere gli animali, i miei amati animali, stipati come merce e nelle mani di gente violenta mi ha devastato. Vedere queste persone, sia operai che clienti, approfittarsi dei loro corpi ha scatenato un uragano di parole di sdegno e di risentimento verso il loro operato. Liberatorio, poter dire in faccia a chi ci fa vergognare di essere umani che, appunto, ci vergogniamo di saperci della stessa specie di appartenenza.

Concludo questo articolo ricordando che queste persone ‘lavorano’ ogni giorno sulla pelle di creature senzienti grazie a chi riempie il frigo e il proprio stomaco con i loro poveri resti.
Nessuna differenza fra chi ammazza e chi compra vite già ammazzate.

Ringrazio chi oggi era lì presente in difesa della vita, e tutte le persone che hanno deciso di non sostenere più la violenza e la sopraffazione umana ai danni delle altre specie: siete la mia famiglia, ed è un dono sapere che esistete.


Guarda i video
ITALPORK: arriva un tir a tre piani pieno di maiali
Diretta video della protesta davanti ItalPork
All’interno di un allevamento intensivo di maiali, con Ugo Bettio