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°° Mamma Vegana Aggredita a Scuola: Delirio Onnivoro sul Web °°

Qualche giorno fa sui quotidiani interessati alla zona di Grosseto è comparsa una notizia davvero sconcertante.
Una madre è stata aggredita fuori dalla scuola dove è iscritta la figlia per il semplice fatto che entrambe sono vegane.
La bambina, secondo gli altri genitori, “spaventerebbe i compagni” dicendo loro che ciò che mangiano un tempo erano animali aventi vita.

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Adirato dalle informazioni che la piccola condivideva in classe qualche genitore ha pensato di reagire in modo aggressivo, prima offendendo verbalmente la signora, poi arrivando a rigarle per spregio l’auto.
Gesti vili che la dicono lunga sull’educazione e sul senso di civiltà delle persone coinvolte.

Se non bastava questo, oltre alle parole poco carine che madre e figlia si sono sentite riferire, sono spuntate altre offese sulle pagine nei social network dove la notizia è stata diffusa. Alcune delle tante ho ritenuto necessarie condividerle con voi, optando per la forma censurata, nonostante commenti siano pubblici e visibili a tutti su Facebook.

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Martina  scommetterebbe che la bimba non sia nemmeno vaccinata alludendo probabilmente alla pietà che i vegani provano per gli animali utilizzati nei test di laboratorio.
Come se gli animali fossero di proprietà umana messi a nostra disposizione per qualsiasi utilizzo e capriccio. Come se non provassero dolore. Come se venir sfigurati, aperti vivi e uccisi fosse un loro dovere nei nostri confronti.

Giacomo informa che in Toscana si starebbe pensando di sostituire l’insulto “maremma maiala” (specista) con quello “maremma vegana”.
Come se essere degli umani in grado di vivere, per volontà, senza uccidere gli animali fosse qualcosa di offensivo.

Daniele invece regala al pubblico una perla di saggezza: secondo lui la madre avrebbe cresciuto la figlia di 7 anni come un’invasata.
Solo perché la signora ha spiegato alla bambina che un’alternativa per esistere senza ledere il nostro prossimo c’è eccome.

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Andrea è d’accordo che la violenza vada condannata sempre, però
“in questo caso un po’ meno” perché diciamolo, informare gli altri che una fetta di prosciutto è stata realizzata con il corpo di un essere vivente ucciso in mattatoio non va bene e il gesto merita una reazione leggermente violenta. 

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Carlo, forse laureato con 110 e lode in scienze dei dispetti a danno dei mezzi di trasporto altrui, informa che rigare l’auto è da dilettanti. La scelta migliore sarebbe invece quella di collocare “della merda (umana?) nelle prese dell’aria”. Un cavaliere d’eleganza.

Giulio sembra essere innamorato ancora di più della sua città, divenuta set di questo film del degrado sociale, mentre Federica informa noi tutti che i toscani sui salumi non perdonano, e con la ragione.
Quale ragione?

Signori e signore, qui siamo davanti ad una vera e propria caccia agli “untori” d’informazione antispecista.
Se nel 500 e nel 600 i popolani incriminavano persone innocenti di arrecare danno portando pestilenza, oggi, a distanza di metà millennio ci ritroviamo davanti ad una situazione analoga dove persone innocenti vengono additate come colpevoli.

Quale colpa può mai avere una madre che alleva sua figlia nel modo più rispettoso possibile nei confronti del pianeta, di tutte le specie animali e delle persone?
Quale colpa può avere una bambina di 7 anni che, vedendo i compagni mangiare materie alimentari di derivazione animale, li informa che un tempo quegli animali avevano altra forma?
Sul serio c’è qualcuno che osa pensare che sia la bambina a spaventare i suoi compagni, quando ciò che di più spaventoso al mondo è l’idea che esistano luoghi dove degli esseri senzienti vengono annientati?

Sì, perché l’ingiustificata mattanza degli animali non è nient’altro che ANNIENTAMENTO del loro essere. Corpi in vita costretti a perderla, quella vita; aperti, eviscerati, sezionati, trattati con sostanze in grado di allontanare la PUTREFAZIONE, impacchettati, venduti, comprati, messi in tavola, mangiati, digeriti, defecati.

Ecco cosa accade all’organismo delle specie che hanno la sfortuna di esistere su questo bellissimo pianeta invaso dagli umani, parassiti con manie di onnipotenza.

Animali uccisi a poche settimane di vita. Cuccioli. Piccoli sottratti a madri di specie diversa, più piccoli d’età dei figli umani di 7 anni. Un abominio.

Che i genitori che hanno aggredito la signora vegana SI VERGOGNINO, sia per essersi permessi di aggredire una persona, sia per comportamento ipocrita dimostrato.
Vorrebbero che i figli continuassero a mangiare animali uccisi senza che essi sappiano come quella fettina di carne finisce nel piatto o come quell’affettato finisca nei loro panini.

I bambini non sono esseri inferiori. Ai bambini non si devono raccontare bugie, manipolando la realtà a proprio piacimento per ingannarli, per spingerli ad agire in base ai nostri desideri. Se si sostiene che è giusto ammazzare qualcuno per alimentarsi, che si faccia vedere la realtà dei macelli allora, invece di tenerla ben nascosta dal nostro sguardo.
Se i mattatoi vengono collocati lontano un motivo c’è.

Massima solidarietà alla mamma vegana, che invito ad essere più forte di ieri in questa società invasa di disumani senza sensibilità. Che il numero di genitori consapevoli aumenti, in nome del rispetto di ogni forma di vita!
Massima solidarietà alla bambina di 7 anni, fortunata nell’avere come madre una persona con una coscienza ben più ampia di altri individui.

Il futuro della nostra specie è quello di evolverci in umani capaci di vivere la propria vita senza arrecare danno a quella di chi vive su questo pianeta come noi.

Che gli “onnivori” dalla forma mentis medievale si rassegnino all’idea.


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°° Il Mondo e La Natura Visti Con Gli Occhi di Un Bambino °°

C’è chi pensa che i bambini siano incapaci di prendere decisioni, di scegliere bene o di pensare a cose importanti solo perché esistono da poco tempo. Per questo li trattano da inferiori e usano il termine ” infantile ” a mo dispregiativo.

C’è poi chi è convinto che essi siano molto più intelligenti degli adulti poiché più vicini al momento della loro creazione.

Se queste due teorie fossero ciascuna una squadra, io tiferei sicuramente per la seconda.

I bambini sono cuccioli umani che già a pochi anni di vita possono compiere gesti carichi di sentimenti o formulare idee e pensieri evoluti.
Non dovremmo stupirci della loro intelligenza e della loro sensibilità, piuttosto dovremmo cercare di mettere meno distanza possibile tra noi e loro e sostenerli nell’apprendimento e nella crescita.

Quando cresciamo tendiamo a dimenticarci di come eravamo prima, e perdiamo quelle che erano le nostre caratteristiche tipiche dell’infanzia.
La società in cui viviamo vorrebbe rassicurarci e farci credere che questo sia normale e che la vita di un individuo sia suddivisa in fasi nette e distinte tra loro che non hanno connessione alcuna.
In realtà, siamo solo bambini cresciuti.
Un po più alti, con la voce diversa, con un bagaglio emozionale e d’esperienza più carico, ma spesso alterato.

Quello che dovremmo cercare di conservare è il modo in cui riuscivamo a guardare ciò che ci circondava quando eravamo piccoli:
tutto era colmo di magia e suscitava in noi interesse. Ci sentivamo piccoli esploratori del mondo e ogni giorno poteva regalarci scoperte entusiasmanti da condividere con gli altri. Ci sentivamo piccoli dentro un mondo enorme.
Poi cresciamo, e anche se rimaniamo un puntino paragonati all’immensità della Terra, quella grandiosità non ci fa più alcun effetto.

<< Guarda Mamma ho trovato una foglia di questo colore ! >>
<< Sì, ok, adesso va a lavarti le mani che è pronto il pranzo >>

L’entusiasmo dei bambini viene spesso infranto da adulti che non tengono abbastanza conto di quanto sia importante per loro ogni novità. Un bambino che vuole condividere con un adulto una scoperta appena fatta andrebbe sostenuto nell’entusiasmo.

La vita ” dei grandi ” è fatta di impegni, cose serie, responsabilità su responsabilità, lavoro, problemi da risolvere, tristezza, sofferenza e spesso ci rimane ben poco tempo da dedicare alle altre cose.
Anche se riusciamo a dedicarci al resto, non sempre siamo capaci di farlo in modo approfondito senza fermarci alla superficie delle cose.

Siamo sicuri che la vita vera sia solo quella frenetica dove non c’è mai un minuto di tempo per pensare a noi stessi dal momento che dicono che ” il tempo è denaro ” ?
No, il tempo non è denaro.
Chiedetelo a un bambino.
Il tempo è un dono che la vita ci regala ogni giorno e che non torna più in dietro.
Se chiediamo ad un bambino cosa sia il tempo, non ci risponderebbe mai che è denaro.
Ci direbbe che il tempo è bellissimo, che sono giornate che passano e tante altre cose più “concrete” e vere delle banconote stesse.
Questo perché hanno un modo più pulito di vedere tutto, lontano dall’inquinamento ideologico che ci avvelena.

Quando penso alla mia infanzia non posso non ricordarmi di tutte le scoperte che ho fatto, dei momenti passati ad osservare gli animali, a giocare con loro, a disegnare e colorare sugli album le loro forme.
In un attimo i flash back riescono a riportare in vita emozioni vissute agli albori della mia esistenza e quello che si va a creare è qualcosa di bellissimo e difficile da spiegare a parole.

Proprio ieri è successa una cosa che mi ha portata con la mente nel passato.
Nell’insalata raccolta nell’orto abbiamo trovato svariati vermetti.
Mia mamma ogni tanto mi chiamava per portare i piccoli ospiti colorati sul balcone, nei vasi di fiori.
Vederli belli cicciottelli, morbidosi e colorati mi ha fatto sorridere esattamente come sorridevo da piccola nel vederli muoversi goffamente sulle foglie. Passavo un sacco di tempo a vedere cosa facevano gli animali, in generale.
Ma è stato il recupero di una lumachina a calcare ancora di più tutto.
Tenerla in mano, guardarla muoversi da vicino e ammirarne le forme, sopratutto quelle del musetto che mi fanno impazzire, mi ha fatto capire che qualcosa dentro di me non è mai cambiato.

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E di questo ne sono contenta.

Secondo David Robert Ord, scrittore inglese, filosofo e direttore editoriale di Namaste Publishing, ridare voce alla parte più vera di noi, ovvero l’animo bambino, è ciò che di più può riportarci all’autenticità dei sentimenti.
Nel suo libro di recente pubblicazione, ” Tutto Quello che So Sull’Amore l’Ho Imparato da Il Piccolo Principe ” (edito da Sperling & Kupfer ) racconta di come è tornato a vedere il mondo con gli occhi di un bambino grazie alla lettura del libro ” Il Piccolo Principe ” e degli aspetti sentimentali che ciò ha portato.

Se vogliamo ritornare a vivere in modo allegro, mai banale e scontato e con tante aspettative, dobbiamo spolverare il nostro lato infantile assopito da qualche parte dentro di noi.

Fermatevi un istante.
Prendetevi del tempo a da passare a guardare come le gocce di pioggia formano onde concentriche perfette quando cadono dentro le pozzanghere. State del tempo ad osservare come svanisce lentamente un arcobaleno ( un arco altissimo colorato nel cielo che compare dopo la pioggia, ma ci pensate?? ) o ad ammirare un uccellino che si gusta un frutto attaccato all’albero.

Scoprirete che la connessione tra voi e ciò che vi circonda non è mai finita e che il tempo perso a preoccuparci di inutilità di invenzione umana si può recuperare.


°° Bambini sempre più coinvolti in spot pubblicitari assassini °°

Bastano soltanto 5 minuti spesi a guardare la tv per notare quante pubblicità ingannevoli vengano messe in onda quotidianamente. E quante di esse abbiano come protagonisti i bambini.

I bambini infatti, vengono usati per sponsorizzare il prodotto al meglio, per rendere la pubblicità “carina” da vedere ogni volta e soprattutto per spingere altri infanti ad emulare ciò che viene fatto vedere in quei 30secondi pubblicitari.

Prendiamo per esempio, una delle pubblicità che più non riesco a tollerare..

Quella della Findus e del suo Capitano.

Cosa percepisce un bambino, o le persona in generale, quando ai bimbi in pubblicità viene fatto dire “Il Capitano ci ha insegnato.. bla bla bla bla” ? Il messaggio che passa, è quello che i bastoncini di merluzzo sono cibo affidabile da dare a cena ai propri figli, e questi ultimi in prima persona rimangono affascinati dal prodotto sponsorizzato rimanendo con il desiderio di provarlo. Ciò che il Capitano “non ha insegnato” però, e che dovrebbe ben sapere, è che dietro a quella forma rettangolare impanata c’è un abisso di sofferenza che porta alla morte. Sofferenza che viene nascosta, non resa nota, perchè tanto degli animali e della loro esistenza (incluso il diritto alla vita) non interessa ai tanti consumatori ignoranti.

Ciò che il Capitano non sa, e che dovrebbe sapere, è che anche i merluzzi hanno il diritto alla vita. Come gli umani, hanno il diritto di poter nascere, vivere liberamente. Solo perchè fisicamente diversi da noi,non ci si può permettere di appellare degli esseri viventi “cibo” trasformando il loro essere in futili bastoncini da friggere in padella. Se ai bambini venissero mostrati i metodi di pesca, gli interminabili istanti di panico,terrore e sofferenza che precedono la morte di queste vittime innocenti, sono sicura che non vorrebbero mai mangiare i bastoncini Findus.

Cosa dire della Simmenthal?

Fino a pochi anni fa nella pubblicità della Simmenthal c’era un tripudio di colori, fiori, sorrisi e una bambina che colorava. Quest’anno invece ci può allietare una famigliola che pranza insieme in terrazza. Ok, ma mi domando: Cosa c’entrano i colori viola,rosa,arancio,giallo quando l’unico colore che determina la Simmenthal è il rosso del sangue versato dalle mucche?

Stessa cosa: Se i bambini sapessero come vengono trucidate le povere mucche, e che quella morbida gelatina contenuta nella scatoletta è fatta con le loro ossa e tessuti connettivi, preferirebbero mangiare piuttosto una mela!. Ah, vorrei aggiungere che la qualità della Simmenthal è pari a quella di carne in scatola per gatti venduta nei peggiori discount. Definizione data da un esperto veterinario. Ora che lo sapete, rifletteteci. Poi, la salute è vostra. E la coscienza anche.

Vogliamo parlare di stracchino volante? No.. su questo ci stendo un velo pietoso.

Forse forse nemmeno i bimbi rimangono affascinati. Anzi,credo proprio che pensino a ciò che è facile pensare: “che cazzata di pubblicità!”.

E’ Quello della Lola? Non ci interessa se è di Lola, Ermengarda, Isotta o Bernadette. Il latte delle mucche E’ DEI PROPRI CUCCIOLI E BASTA. Anche nella pubblicità della Granarolo si usa la figura di un cucciolo d’uomo per spingere madri (poco educative) e pargoli a simpatizzare con questo marchio. Pubblicità del tutto ingannevole perchè le mucche non sono tenute in condizioni igieniche ottimali,non sono al pascolo nel verde, non sono libere e NON SONO FELICI! La “Lola” purtroppo non è una sola che fornisce miliardi di litri all’anno di latte per tutti i poveracci onnivori in Italia. Esistono migliaia di “Lole”, intrappolate in capanni fatiscenti, ammassate li, LEGATE, ingravidate artificialmente (ma pensate se fosse fatto a voi donne certe cose!!!) , fatte partorire e private dei loro cuccioli e munte fino all’estremo, per cinque anni, prima di finire al macello. Tutto questo è disumano. Perchè l’uomo non ha bisogno di rubare il latte ai cuccioli di altre donne dato che non ne necessita. Anche qui, se i bambini sapessero da subito che il latte che bevono al mattino con i cereali è stato negato ad un vitellino che invece è stato macellato a soli 3 mesi di vita, credo chiederebbero alle madri di bere del thè caldo.

Bambini, aprite gli occhi. Molti di voi sono più sensibili dei propri genitori. E ai genitori cosa dire? Usate il cervello.

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