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°°Diventeremo tutti vegan? All’inizio no. Ma alla fine sì°°
Quando è in atto un cambiamento è difficile tirare le somme e stabilire se esso rimarrà fermo a metà o vedrà il suo completamento nel tempo. C’è chi è totalmente fiducioso nella riuscita, e poi c’è chi è contrario e ne auspica il fallimento.
Oggi sappiamo che la trasformazione della società umana è incentrata sul salto di qualità empatico che influenza stile di vita ed alimentazione.
Dopo secoli trascorsi con i diritti umani come protagonisti, adesso è il turno di quelli delle altre specie.
Gli animali sono da sempre stati visti come beni di possesso, e conseguentemente collocati nella categoria posta al livello più basso della scala d’importanza dell’immaginario umano.
Se in principio poche personalità illustri, di spicco, hanno espresso rispetto e compassione nei confronti di queste vite, oggi è ormai diffusa l’idea che quanto l’umanità ha riservato loro nei secoli è una delle più grandi ingiustizie mai protratte nella storia.
Usati come cibo, abbigliamento, mezzo di spostamento, mezzo di intrattenimento e tanto altro. Gli animali non hanno mai goduto di alcun tipo di tutela.
La nascita di società vegetariane e vegane ha portato fra le persone informazione su uno stile di vita alternativo. La lotta animalista poi, nata pressoché una manciata di decine di anni fa, ha fatto passi enormi arrivando a numerose conquiste in tutto il mondo.
Ma oggi, con milioni di persone vegetariane e vegan disseminate fra tutti i continenti, con multinazionali e colossi commerciali che si aprono alla produzione 100% vegetale, cosa possiamo dire?
Saremo veramente tutti vegani in futuro?
La prima risposta che mi sento di dire è no.
Non saremo tutti vegani. Almeno non nell’immediato futuro.
Ci sono ancora tantissime persone che vivono ignare di quanto sia sbagliato e dannoso allevare animali e mangiarli. Ci sono ancora fin troppe realtà commerciali che non vogliono assolutamente perdere il loro “lavoro” e i propri clienti.
Gli interessi, in poche parole, sono ancora altissimi e gli introiti economici così ingenti da portare i coinvolti nella mattanza animale ad adottare qualsiasi strategia per dissuadere “le masse” dal diventare vegan. Media inclusi.
In più, non di poco conto, ci sono tutti coloro che della carne ad uso alimentare hanno una vera e propria dipendenza.
Il movimento vegan dunque è destinato a fallire nell’intento di portare equilibrio fra umani e animali?
No. Non credo.
Credo piuttosto nella citazione “non puoi fermare un cambiamento la cui ora è giunta” (Victor Hugo). Se in un primo momento infatti non diventeranno tutti vegani, in un secondo momento invece ho idea che accadrà.
Ciò che quelli che lucrano sugli animali non tengono di conto è di tre fattori importanti:
1) La sensibilità
2) L’educazione al rispetto
3) L’emulazione
La sensibilità è strettamente collegata alla compassione, ed entrambe sono qualità innate e congenite di ciascuno di noi. Solo che in taluni esse sono assopite. Chi ha percezioni più sottili è capace di amplificare queste doti. Ciò è visibile già in alcuni bambini, che diverranno adulti distinti dagli altri. La sensibilità è contagiosa. Stare a contatto con chi ha rispetto per ogni forma di vita sensibilizza chi sta intorno.
L’educazione al rispetto invece sta alla base delle nuove famiglie vegane che si stanno formando proprio in questi anni. A differenza del rispetto stereotipato al quale siamo abituati ed iniziati sin da piccoli, il vero rispetto prevede l’alienarsi da ogni tipo di pensiero scorretto nei confronti degli animali. Significa non vedere il cavallo come un mezzo da traino e non vedere le pecore come esseri che “producono” lana, giusto per fare due esempi. Un’educazione di questo tipo rimane nell’individuo che la riceve a vita, rendendolo in grado di estenderla a chi lo circonda.
L’emulazione, come terzo fattore, è sottovalutata ma a mio avviso importantissima. I bambini, sin dallo stato neonatale, imparano a comunicare, ad esprimersi coi movimenti proprio emulando gli adulti. E’ attraverso l’emulazione che un bimbo o una bimba imparano a camminare, proprio vedendo gli altri in piedi. Ciò che ci circonda e i gesti di chi ci circonda dunque arrivano a noi come un qualcosa di naturale da copiare.
E’ proprio grazie all’emulazione che siamo giunti fino ad oggi ammazzando gli animali. I grandi mostravano ai ragazzini come si faceva spronandoli a fare lo stesso per imparare. I giovani, sentendosi grosse aspettative su di sé, obbedivano perché tali azioni erano messe in atto da familiari. E sappiamo bene quanto possa influire su un individuo il grado di parentela.
Se siamo arrivati fino ad oggi dunque mangiano gli animali, vestendo con i resti animali, guardando gli animali allo zoo, al circo o all’acquario è per mera emulazione.
In che modo quindi sarà la stessa emulazione a portarci a diventare vegani?
Semplice, con l’aumentare delle persone vegane stesse.
Se in un primo momento il cambiamento avverrà spontaneo in coloro che sono destinati a portare avanti e a diffondere un messaggio antispecista, alla fine sarà assorbito per “osmosi” anche da tutti gli altri. Esattamente come oggi, ancora per poco, nasciamo con la consapevolezza di compiere gesti normali, presto nasceranno nuove generazioni consapevoli che non mangiare animali sia assolutamente normale. Con la differenza che in un futuro vegano nessuno si sveglierà mai dal torpore della coscienza chiedendosi “ehi ma perché non uccidiamo nessuno?”.
Ciò che è giusto e ciò che non lo è lo sappiamo bene per natura. Tutti.
Come abbiamo accettato per fin troppo tempo il male, o di vivere in una società violenta senza batter ciglio, siamo in grado di accettare anche quanto di più giusto può esserci al mondo e di vivere nella più totale pace.
Chi pensa che una società sana con saldi principi dove nessun diritto viene calpestato sia utopia, dovrebbe prendere la macchina del tempo e tornare in epoche dove i diritti dei “neri” erano utopia. Dove i diritti delle “femmine”, erano utopia. Dove la vita umana poteva essere schiavizzata, barattata, venduta o annullata.
Oppure in quei periodi storici dove non esisteva la possibilità di esprimere la propria opinione, perché gli unici a saper scrivere e a poterlo fare erano coloro sottoposti al potere regio.
Agli albori di un cambiamento è quasi naturale la sfiducia nel processo di evoluzione. Ridicolo o no che possa sembrarci, il cambiamento accade e va avanti come un domino senza che possa essere fermato.
Fa parte di noi in un disegno umano che forse non tutti possono comprendere.
Non ci si sveglia da un giorno all’altro pensando “oggi voglio cambiare il mondo”. Accade e basta. Perché forse è così che deve andare.
Mi sento di dire che sono molto fortunata di essere nata nel XXI secolo, perché la liberazione degli ultimi rimarrà nella storia dell’umanità esattamente come le altre conquiste civili. E forse sarà l’evento più importante fra tutti.
Sono anche consapevole del lato triste di questo periodo storico, ossia quello di sentirsi spesso schiacciati da una società che non sento davvero mia, rea di essere avanguardista per diritti animali. Ma sono consapevole della mia importanza. E di quella di tutto coloro impegnati nella lotta per i diritti animali.
E non importa quanto soffriremo o staremo male. Il nostro impegno verrà ripagato.
Chissà se un giorno gli archeologi del futuro andranno alla ricerca di ciò che ha portato alla scintilla del cambiamento. Chissà se esisterà sempre internet, e se i pensieri scritti su siti e blog verranno riportati alla luce come pergamene d’Egitto. Sarebbe bellissimo far capire ai posteri come abbiamo usato, dalla sua diffusione su larga scala ad oggi, il mondo di internet per difendere il mondo reale e tutti i suoi abitanti.
Carmen
°°[Intervista] Lola Marco: Super Mamma Vegan fra Allattamento, Autoproduzione e Ricette Vegetali°°
Se è vero che il lato positivo dei social network è quello di avvicinare persone che nella realtà magari non si sarebbero mai conosciute, è proprio grazie ad essi se ho potuto scoprire che al mondo esiste Lola Marco Gisbert.
Lola, con la quale ho stretto amicizia virtualmente qualche anno fa, è una delle persone che più ammiro, e per le quali nutro sincera stima.
Giovane, bella, sensibile, rispettosa della vita degli animali, amorevole nei confronti della natura, piena di interessi. E’ madre di un bellissimo bambino, vegan come lei, che ho visto crescere nel suo grembo e venire accolto al mondo circondato da tenerezza e affetto. Il bello di seguire la vita altrui attraverso attimi immortalati in foto condivise.
Lola è una ragazza troppo graziosa ed empatica per rimanere un semplice contatto fra quelli coi quali interagisco. Credo sia una persona capace di dare buon esempio, e pertanto eccomi qui, in questo nuovo articolo interamente dedicato a lei dove attraverso le mie domande ha raccontato qualche dettaglio di sé.
• Ciao Lola.
Come è nato in te il desiderio di diventare vegan?
La fonte di ispirazione è stata la mia gatta. E’ avvenuto circa 5 anni fa, un giorno l’ho
guardata e mi sono chiesta “perché continuo a mangiare gli animali?
E’ coerente scegliere di mangiare una mucca o una gallina e non un gatto? Perché questa grande ingiustizia se loro soffrono allo stesso modo?”
Credo che questo pensiero lo portassi dentro di me da molto tempo, sicuramente
dall’infanzia, ma non avevo avuto l’opportunità di aprire gli occhi. Questo mi ha aiutato a fare il primo passo e a riflettere sul fatto che gli animali sono individui con sentimenti e che non possiamo essere empatici solo con gli animali domestici e non con quelli “da fattoria”, quelli dimenticati. Allora ho cominciato un bellissimo percorso di vita insieme a colui che ora è mio marito, un percorso che ci ha migliorato a 360° e che non potevamo non scegliere anche per nostro figlio.
• Che rapporto hai con la natura e i suoi abitanti?
Il mio rapporto con la natura è in continua evoluzione, ogni giorno mi faccio nuove
domande e provo a migliorarmi. Non solo non consumiamo prodotti animali ma evitiamo anche gli indumenti in pelle, pellicce, lana e seta, e sempre per questione etiche non visitiamo zoo, acquari, circhi o fattorie didattiche. L’ultima scelta consapevole per rispetto verso la natura è stata l’uso dei pannolini lavabili che utilizziamo per il nostro piccolo da quasi un anno. Siamo molto soddisfatti!
• Sei mamma di un bellissimo bambino: raccontaci la tua esperienza con la gravidanza vegan.
Da un anno e mezzo sono mamma di un solare bimbo di nome Lorenzo, anche lui segue un’alimentazione a base vegetale. A 6 mesi abbiamo iniziato l’alimentazione
complementare a richiesta (auto-svezzamento) insieme al latte di mamma ed è sempre cresciuto benissimo. Il nostro pediatra quando andiamo a fare i controlli ci da sempre lo stesso benvenuto dicendo “signora, questo bimbo è una meraviglia!”.
Ho vissuto una bellissima gravidanza vegan, sono stata fortunata a non aver mai avuto nemmeno uno dei sintomi tipici, le mie analisi erano sempre perfette e avevo tantissima energia. Già da prima del concepimento ho cominciato a documentarmi sull’alimentazione vegan in gravidanza e allattamento, e poi per lo svezzamento del bambino. Devo dire che oggi in italia c’è tanta preparazione e si trova facilmente della bibliografia su alimentazione in gravidanza, allattamento e svezzamento. E’ stato anche molto utile poter contare sull’aiuto diretto della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana [1] e la sua rete di professionisti sempre disposti a risolvere i tuoi dubbi su integrazione, esami da fare, ecc.
Mi piacerebbe consigliare due libri che ho trovato molto validi nel mio percorso:
il testo della Dottoressa Luciana Baroni “Il piatto veg mamy” su alimentazione in gravidanza e allattamento e il testo di Francesca Gregori e Maria Teresa Tosatti “Svezzamento veg” sull’alimentazione complementare o autosvezzamento.
• Chi ti segue sa che stai proseguendo con l’allattamento al seno: cosa ti senti di
consigliare alle altre mamme?
Allatto al seno il mio bambino di 18 mesi, e anche se abbiamo iniziato con qualche
difficoltà ne è valsa la pena. E’ stata ed è un’esperienza meravigliosa, forse una delle più belle ed intense della mia vita. Il latte materno è l’alimento principale durante il primo anno di vita e come ogni mammifero solo quello specifico della specie riesce ad essere perfetto per il proprio cucciolo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità [2] consiglia di allattare non solo per tutto il primo anno ma anche durante il secondo anno di vita del bambino e se mamma e bimbo lo desiderano anche oltre. E questo è dovuto al fatto che il latte materno non smette mai di essere nutriente, cambiando la sua composizione a seconda delle necessità del bambino. Questo alimento prezioso fornisce anche una protezione immunologica al bambino oltre che una buona dose di coccole. Il mio bimbo anche se mangia di tutto continua ad integrare con il latte di mamma e ancora fa le sue 6-8 poppate nell’arco delle 24 ore. Mi sento di consigliare alla mamma che desidera allattare il suo bambino di informarsi già durante la gravidanza proprio per non seguire
eventuali consigli sbagliati, e in caso di problemi contattare la figura professionale che si occupa di allattamento, le Consulenti Certificate. Mi piacerebbe poi
consigliare un prezioso libro molto conosciuto in Italia sull’allattamento:
“Un dono per tutta la vita” di Carlos Gonzalez.
• Svelaci un piatto o una merenda a cui il tuo bambino non sa resistere.
Per merenda il mio bimbo adora molte cose, il pane con Tahin (crema di sesamo), gli
avocadi, la frutta secca, la frutta fresca, yogurt di soia, la torta e grissini fatti in casa.
Un piatto per cui va matto? Le polpettine di lenticchie e grano saraceno con sugo di
pomodoro, o la pasta di farro con crema di anacardi, fave spezzate e piselli, e tanti tanti altri 🙂

Il piccolo Lorenzo
• Sei molto interessata in autoproduzione e al ritorno alla vita semplice: secondo te lo stile di vita eco-compatibile può essere d’esempio e raggiungere tante persone?
Di solito si pensa che l’autoproduzione toglie molto tempo ed energia ma la verità è che basta sapersi organizzare e diventa facile e veloce! Sembrerà esagerato, ma impiego più tempo e fatica ad andare ad acquistare i grissini che a farli 🙂
Lo stesso per il pane, imposto la macchina del pane la sera e abbiamo pane fresco anche per la mattina. Stessa cosa per i dolci, qui ne inforniamo tanti e li trovo un ottimo modo per creare delle merende nutritive mettendoci dentro tanti ingredienti che raramente troviamo nei prodotti già fatti, usando ad esempio farine di qualità, frutta secca, semi vari, ecc. L’autoproduzione in cucina è un modo economico e salutare per far da magiare ai nostri piccoli, ed è anche una bellissima esperienza educativa per coloro che presto decideranno di mettere le mani e partecipare 😉
Da quando è nato il nostro cucciolo ho cominciato anche a fare prodotti di igiene per la casa a base di oli essenziali ed altri prodotti naturali. Nel mio piccolo provo ad incoraggiare le mamme a ridurre il consumo di prodotti animali e a cercare di praticare una cucina genuina, semplice e ovviamente fatta in casa. Il ritorno
alle origini in certi aspetti della nostra vita non può che giovare a noi stessi e alla natura, per questo mi auguro che sempre più persone si rendano conto che il contributo di ciascuno di noi è importante, lo dobbiamo alla natura, agli animali e ai nostri figli.
Un affettuoso ringraziamento a Lola per essersi prestata per questa mia intervista.
[1] SSNV Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – www.scienzavegetariana.it
[2] http://www.who.int/fr/news-room/detail/11-04-2018-who-and-unicef-issue-new-guidance-to-promote-breastfeeding-in-health-facilities-globally
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