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°° Inchiesta sul Veganismo – D Repubblica °°
Nel numero di D Repubblica di questa settimana (23-29 gennaio) è stato pubblicato un articolo inerente all’alimentazione vegetariana e a quella vegana molto interessante sia per quanto riguarda in contenuto scritto sia per le immagini scelte.
In caso siate riusciti a trovare in edicola l’inserto, ho scattato per voi delle foto alla rivista con il solo intento di permettervi di leggerne le informazioni riportate.

Le prime due pagine dell’inchiesta mostrano uno scenario ben lontano da quello che immaginiamo possa essere un campo coltivato ad uso alimentare per gli animali allevati.
Una distesa infinita di terreno con cereali, con davanti aree rettangolari non erbose nelle quali sono confinati degli animali.

La terza e la quarta pagina rivelano invece i retroscena dell’industria dello smontaggio dei suini: nelle foto, che mettono un’angoscia incredibile, possiamo vedere 60 femmine sdraiate, rinchiuse dentro gabbie metalliche di colore rosso. Tra le sbarre passano i loro piccoli. Uno di loro è immortalato mentre un operaio gli inietta chissà quale sostanza nella schiena. Da notare la reazione del piccolo, terrorizzato.

Qui di seguito l’articolo completo a cura di Chiara Baldi.


Dopo aver letto l’articolo mi sento di dire alla signora Mara Di Noia che non concordo per niente con lei. Diventare vegan non è un’imposizione ma una scelta seria, concreta per rispettare davvero gli animali e i suoi abitanti. Scelta che dobbiamo fare TUTTI, senza distinzione, senza sotterfugi.
Più che tutelare le popolazioni che vivono prevalentemente sulla strage di animali terrestri e acquatici dovremmo spostare la nostra attenzione sulle vittime.
Etnie, popolazioni e quant’altro che fino ad oggi hanno massacrato un numero non quantificabile di esistenze devono evolversi una volta per tutte.
E’ in gioco la vita degli animali, delle persone e la salute del pianeta intero.
Tradizioni che ledono gli altri o la Terra stessa meritano di essere soppresse.
Sono proprio queste a cui dobbiamo togliere la vita, non agli animali.
Personalmente, ritengo la scelta che ho fatto di diventare vegan la migliore mai presa nella mia vita. Ho stravolto completamente la mia esistenza. Mi sono sentita smarrita, in un primo momento, perché le bugie che l’umanità racconta a se stessa e ai nuovi arrivati sono un percorso che incanala la mente facendole credere che ne esista uno delineato.
Quando ti trovi fuori dalla carreggiata del non vero, ciò che ti circonda è pura libertà di pensiero. Ritorna il contatto con la natura, e rifioriscono la consapevolezza, la sensibilità, la compassione. Gli animali sono qui per vivere la loro vita, non per essere straziati da noi.
Detto questo, sottolineo i dati forniti dalla Vegan Society: ogni anno una persona vegan salva la vita a 171 animali.
Che ogni secondo della vostra esistenza possa essere d’aiuto a chi vuole vivere, e non un contributo alla condanna a morte altrui.
°° Cambiamenti Ecologici in Camera da Letto: il Cuscino Vegetale °°
Una mattina di qualche settimana fa, rifacendo il letto, ho riflettuto per la prima volta su una cosa a cui non avevo mai dato molto peso: l’imbottitura del cuscino.
Mentre lo stavo sistemando, dalla federa un ricciolino di lana è sgusciato fuori finendo sulle lenzuola. Dopo averlo preso e inserito nuovamente all’interno del cotone mi sono chiesta come fosse possibile, personalmente parlando, che mi svegliassi per impiegare le mie giornate a diffondere il messaggio antispecista riposando poi la notte su un accessorio imbottito con parti corporee di alcuni animali. Un controsenso quasi equiparabile al trattare di diritti dei bambini calpestando in casa tappeti tessuti sfruttando la manodopera minorile.
In primo luogo mi sono data una risposta semplice: l’imbottitura era la stessa da anni e io continuavo a tenerla per non creare un rifiuto in più e comprare un oggetto nuovo.

In effetti quella lana ha quasi la mia stessa età.
Ricordo che quando ero piccola i miei parenti fecero un acquisto collettivo da un signore che aveva le pecore per il formaggio in paese. Ricordo ancora bene quando quel giorno arrivarono dei sacchi enormi a casa dei nonni, e ricordo pure il lavoro minuzioso di suddivisione per imbottirci i cuscini. Faceva caldo e la lana era stata prima lavata bene e poi messa ad asciugare al sole. Una volta asciutta venne messa in ogni cuscino disponibile in casa (quelli sui letti, sui divani e in quelli extra per eventuali ospiti). Veniva lavata periodicamente per mantenere i guanciali puliti ed era una noia incredibile lavare nella vasca, a mano, tutti quei riccioli che scappavano da ogni parte. Era una noia mortale anche stenderli su un lenzuolo pulito sul balcone per farli asciugare. Se scappava via col vento qualche ricciolino, andava riacciuffato.
La lana all’interno del mio cuscino quindi era parte di quell’acquisto, comprata decenni fa e divenuta imbottitura per il mio guanciale sopra al quale ho riposato tutti gli anni trascorsi della mia vita. Fino a ieri.
In secondo luogo invece mi sono detta che questa scusante non poteva essere più accettata. Ieri, sono felice di dirlo, ho finalmente smesso di usare questo accessorio frutto dell’idea che gli animali esistano al mondo per divenire utilità per il genere umano.
Come è accaduto ai capi d’abbigliamento nel mio armadio (maglie e cappotto di lana) o agli accessori (2 cinture di pelle comprate nel 2007, quando ancora non ero consapevole) anche il cuscino è stato sostituito con una new entry ecologica e non crudele.
Navigando su un negozio online ho trovato molte varianti “vegetali” ai cuscini classici (esatto, vegetali!) e ne ho comprata una. Le recensioni super positive mi hanno convinta a fare il grande passo, e così ho acquistato per 30 euro un cuscino in pula di farro.
C’erano anche le varianti in pula di miglio o di grano saraceno, ma ero più ispirata dal farro.
Il cuscino è arrivato ieri in una scatola di cartone ecologica dopo pochi giorni di spedizione (gratuita). Ne sono rimasta subito colpita: pesante ma leggero, soffice e profumato.
Realizzato a mano da ECOARTIGIANATO e imbottito con pula di farro da coltivazione bio in nord Italia. Anche la federa è in cotone biologico non sbiancato e non presenta alcun tipo di chiusura metallica.
Curiosissima di provarlo, sono andata in camera per inserirlo in una seconda federa.
Una volta appoggiato sul letto anche il mio micio Russell si è accorto della novità, ed è corso a sdraiarcisi sopra notando con piacere i chicchini all’interno disporsi a seconda del suo peso.

Nelle recensioni a 5 stelle ricevute dall’accessorio avevo letto che questo tipo di cuscino migliora la qualità del sonno evitando di incrementare la cervicale o altri dolori muscolari.
Ero curiosa anche di testarlo da questo punto di vista. Dopo averlo provato posso garantire che è tutto vero. Ho dormito benissimo (a parte Russell che voleva rubarmi il posto) proprio grazie all’imbottitura capace di prendere la forma in base a come ci si addormenta sopra. Per farvi vedere cosa accade quando ci si appoggia su di esso ho realizzato questo scatto del prima e del dopo.

Come potete vedere rimane la forma della mano.
Questo significa che durante la notte, in base ai nostri movimenti, l’imbottitura segua la nostra postura evitando di dar fastidio alle spalle o alla testa.
Sono veramente, veramente soddisfatta di questo acquisto e sul serio mi dispiace non averlo fatto prima. Anche in questo caso, una scelta etica è stata in grado di portare benefici anche a me.
Accade proprio questo quando facciamo qualcosa per diminuire la sofferenza agli altri: viene meno anche la nostra.
Non dormirò più sullo strato superficiale protettivo tolto a chissà chi e questo mi fa sentire la coscienza più leggera.
Non butterò via la lana del vecchio cuscino per non generare un nuovo rifiuto. Piuttosto la regalerò sicuramente a qualcuno che ne ha bisogno con preghiera di non acquistarne altra in futuro.
Consiglio invece l’acquisto, se necessario, di varianti come questa vegetale che aiutano il commercio etico & ecologico senza sfruttare l’organismo degli animali.
Perché per il nostro benessere non è giusto causare agli altri il malessere.
Se non sapevate dell’esistenza di questi cuscini, spero di avervi dato uno spunto positivo attraverso il presente articolo.
– Carmen.











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