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°°Lettera Aperta a Flavio Castellani: Basta Pellicce e Piume Vere°°
Dieci anni fa, in occasione del matrimonio dei miei zii, ho scelto per la cerimonia un bellissimo abito viola cangiante in una boutique di abiti firmati.
L’abito che mi aveva conquistata era stato disegnato e confezionato a marchio Flavio Castellani, un noto brand di Prato che all’epoca non conoscevo molto.
A distanza di un decennio, qualche giorno fa, facendo shopping in un Outlet Village ho notato un negozio monomarca. Curiosa di vedere cosa proponesse vi sono entrata.
La mia permanenza nello store è stata da record: mi sono bastati pochi secondi per decidere di uscire. Appesi a degli espositori c’erano infatti dei cappotti e delle giacche con bordi in pelliccia. Mi sono avvicinata per toccarli ed ho capito subito che erano inserti appartenenti ad animali veri. Pertanto, ho abbandonato il negozio.
E’ molto triste sapere che nel terzo millennio l’essere umano si copra ancora con pelli, pellicce e piume di altre specie.
E che lo faccia imponendo agli animali una vita di reclusione in allevamento, finalizzata al monitorare le parti corporee che verranno loro sottratte con la morte.
Dando uno sguardo sul sito di Falvio Castellani ho potuto appurare che diversi dei suoi abiti sono bordati con piume di struzzo e pelliccia di volpe.
Inserisco nell’articolo uno screen a titolo informativo.
Chiedo pertanto pubblicamente alla stilista Rita Ricci, che collabora con Castellani: non è un affronto alla grazia umana pretendere di avere ai polsi o addosso parti corporee di animali che difficilmente potremmo incontrare liberi in natura?
Perché una volpe deve nascere in allevamento, vivere magari in gabbia, esistere per un determinato periodo deciso dall’allevatore e poi finire uccisa per essere scuoiata?
Perché il corpo, vivo o deceduto che sia, di uno struzzo deve subire il processo di spiumaggio?
(Esempio di una volpe allevata – foto Essere Animali)
Domande retoriche, le mie.
A mio avviso la specie umana dovrebbe avere con una certa urgenza la volontà di comprendere che gli animali che esistono in natura non sono a nostra disposizione.
Le altre forme di vita non sono di nostra proprietà, e in esse dovremmo smettere di vedere delle fonti da cui attingere ciò che più ci aggrada per foraggiare il business che abbiamo messo in piedi.
Si può provvedere al vestire con stile e classe il proprio corpo anche senza far pesare la nostra presuntuosa “superiorità” di specie alle altre che con noi condividono il pianeta. Sono tanti gli stilisti che hanno deciso di non produrre più capi d’abbigliamento con materiali animali.
Per il motivo più sopra indicato, non accadrà mai più che la mia scelta ricada sul marchio Flavio Castellani, ad oggi ancora molto distante per sensibilità dalla mia.
Spero vivamente che la clientela femminile sia sempre più in linea coi diritti animali, in modo tale da spronare cambiamenti in ambito commerciale con le proprie scelte d’acquisto. Il mondo del mercato infatti vede l’evoluzione dell’offerta in base anche alla richiesta.
Richiediamo allora sempre e soltanto realtà materiali che non abbiano comportato la sofferenza e la morte di nessuno, umano o animale che sia.
Carmen.
°°Pelliccia Vera di Visone, Procione, Volpe, Coniglio e Alpaca per gli Charm FENDI°°
Per gli animali non c’è mai tregua.
Dopo le cover per Iphone, ancora in vendita su qualche e-commerce, ecco nuovi accessori “moda” crudeli nei confronti degli animali realizzati con i loro resti. Si tratta degli Charm firmati dalla nota griffe FENDI: portachiavi a forma di cono gelato, pupazzetti, frutta o tondi con la propria iniziale al centro.
Materia utilizzata per il loro confezionamento: metallo per i moschettoni, pelle di vitello e pelliccia di agnello, alpaca, visone, procione, volpe o coniglio.
Tali accessori collezione 2017/2018 sono attualmente in vendita sul sito di Fendi stesso: decine di modelli dai colori diversi da usare come portachiavi o per “abbellire” la propria borsa.
Costo: dai 400 fino a superare i 1000 euro. Quanto sia costato agli animali in termini di sofferenza e privazione della vita invece non ci è dato saperlo.
Realtà come questa, oltre a gettare addosso un senso di sconforto (non è facile realizzare che le persone arrivino a tanto, n.d.r) risvegliano il sentimento di rifiuto che genera una condanna morale nei confronti del marchio.
Com’è possibile che nel XXI secolo la pelliccia sottratta agli animali sia ancora vista come “lusso”? Come si può pensare che sia giusto privare della propria parte superficiale corporea alcuni degli abitanti di questo pianeta che ci ospita?
Prima di arrivare al dunque, vorrei mostrarvi delle foto scattate dentro allevamenti di animali da pelliccia per daevi un’idea. Gli animali vittime di Fendi se la passano meglio?
• Conigli in allevamento e durante l’abbattimento.
• Procioni in gabbia.
• Visoni allevati per la loro pelliccia.
Come potete vedere tutti gli animali considerati “da pelliccia” (come se esistessero al mondo per cederci qualcosa!) sono confinati dentro gabbie. Le gabbie, a quanto pare, vengono collocate all’esterno affinché il loro organismo infoltisca i peli per proteggersi dal freddo. Raggiunta la pelliccia adatta, vengono uccisi con metodi cruenti: attraverso scariche elettriche date da due elettrodi posti uno in bocca e uno nell’ano che scuotono il corpo e lo lasciano privo di vita, o con bastonate sulla parte finale della testa. Che l’industria della pelliccia sia sanguinaria e violenta lo hanno mostrato e dimostrato più volte le associazioni di difesa animale che da anni lottano per l’abolizione di questa barbara pratica.
Credo che non ci sia niente di bello, colorato, fine ed elegante nel portare attaccati alla borsa peli di animali sfruttati e uccisi. Perché mai delle creature così belle dovrebbero perdere la vita per diventare meri accessori? Come si può spendere centinaia, o un migliaio, di euro per tali bruttezze? Brutte sia nella forma che nell’etica. Ma poi.. abbiamo bisogno di avere attaccati alle chiavi i resti di qualcuno per sentirci alla moda?
Moda, stile e buon gusto NON possono amdare d’accordo con allevamento, schiavitù, violenza e massacro.
Per questo motivo ho deciso di scrivere a Fendi affinché abbiano la possibilità di conoscere un’opinione diversa dalla loro. Un pensiero che va sicuramente a difendere chi non può farlo.
Gentile azienda Fendi, ho notato sul vostro sito la presenza di accessori moda realizzati con pelliccia vera. Scrivo questo messaggio per dirvi che alpaca, procioni, conigli, volpi e visoni sono molto più belli da vivi, liberi di esistere, che morti, scuoiati e appesi ai vostri charms. Incredibile: date il prezzo di 400-1000 euro a piccole mostruosità del genere e poi non conoscete il valore della vita. Vi informo che sono assolutamente contraria alla vostra condotta, che condanno moralmente. Non vi fa onore mercificare i resti delle altre specie ma anzi, ciò fa constatare l’assenza di rispetto e di sensibilità che vi accomuna ad altre griffe di cui non comprerò mai niente. Fino a quando per voi sarà giusto finanziare l’allevamento e l’uccisione di animali, per me sarà giusto evitare di comprare qualsiasi cosa abbia il vostro nome sopra. Inviterò a fare lo stesso amici, parenti e conoscenti. Invito inoltre voi a smettere di vendere accessori in pelliccia e pelle animale. Ci sono tantissime alternative valide, non è necessario macchiarsi le mani di sangue innocente!
Inviata attraverso il contact form presente sul sito del marchio stesso.
Chiunque voglia dare voce agli animali può farlo facendo copia-incolla del testo sopra riportato o scrivendo di proprio pugno un messaggio, mantenendo toni educati, da inviare cliccando qui.
Grazie in anticipo a tutte le persone che decideranno di difendere gli animali.
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