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°°[Psicologia] Sessualizzazione del Corpo Femminile nella Pubblicità°°
Nuovo appuntamento con la rubrica di Psicologia a cura della Dottoressa Ligeai Zauli, Psicologa Sessuologa.
L’argomento di oggi è la mercificazione, nonché la sessualizzazione, del corpo femminile nella pubblicità.
Quante volte abbiamo visto réclame con donne ammiccanti, con abiti succinti, promuovere cibi o altri beni?
Soprattutto per le pubblicità di alimenti di origine animale tale scelta pubblicitaria è molto gettonata.
Cosa spinge ad accostare il corpo femminile, desiderio sessuale, a corpi di animali macellati?

SESSUALIZZAZIONE DEL CORPO FEMMINILE NELLA PUBBLICITÀ
Che un corpo femminile sia piacevole da osservare lo dice anche la scienza. Uno studio americano che ha sottoposto donne e uomini ad un esperimento sull’attrazione provata di fronte ad immagini e video neutri o di natura sessuale (e perfino relative a scimmie che si accoppiano) ha dimostrato che non solo gli uomini, ma anche le donne, mostrano una certa attivazione di fronte ad un corpo femminile, a prescindere dal proprio orientamento sessuale. Per questo è sempre stato in voga utilizzare il corpo di una donna nelle pubblicità: per attirare l’attenzione della maggior parte della gente.
Tutto è partito negli anni Cinquanta, dove la donna era rappresentata come la moglie casalinga, subordinata all’uomo, remissiva ed anche oggetto sessuale, più o meno esplicito.
Qualcosa è cambiato? Sì, l’espressione, ma non di certo la forma. La dicotomia donna madre o moglie/santa versus donna non sposata/poco di buono è insita nella nostra cultura da decenni e tale stereotipo risulta ancora apparentemente indistruttibile. ll corpo della donna viene rappresentato nudo o seminudo nelle pubblicità, non perché la donna voglia esprimere la sua libertà nel mostrarlo e sia quindi una sua scelta consapevole, ma perché rappresenta un qualcosa che produce vendite. Il corpo femminile viene oggi strumentalizzato non tanto per sottolineare il ruolo casalingo e materno della donna, ma per porre il focus sui suoi connotati sessuali, questo è evidente e palese: nelle pubblicità, nelle trasmissioni dove la donna sembra puramente una decorazione.

Che sia l’acqua, uno yogurt o addirittura una pezzo di carne (quindi una parte corporea di un essere senziente ucciso) la donna che appare nelle réclame non viene mai vista come una persona e la sua dignità risulta completamente ignorata.
Tipico risulta il fenomeno della parcellizzazione dell’immagine, cioè la presentazione di una parte del corpo femminile privata del volto, al solo scopo di richiamare l’attenzione; questo fa si che il richiamo sessuale sia più esplicito ed istintivo.
Si mette in primo piano la bocca, i fianchi, i seni o le natiche e non il corpo nella sua interezza, come nelle bellissime statue Greche.
In più, come se non bastasse, i corpi mostrati fanno riferimento a certi stereotipi di bellezza: giovinezza, magrezza, con filtri e ritocchi.
Gli elementi caratterizzanti questa forma di sessualizzazione del corpo femminile, oltre alla frammentazione, sono l’annullamento della donna in quanto persona, lo sguardo provocante e gli stereotipi di genere associati anche alle bambine.
Quasi non ci si fa più caso, non è vero? Perché vedere sempre un determinato stimolo ci fa abituare, si ci assuefa ad esso.
Questo è molto pericoloso; legittimare un comportamento, alimentando stereotipi o banalizzando non fa che rendere culturalmente accettabile qualcosa che in realtà non dovrebbe esserlo.
Invece andrebbe combattuto e disprezzato, in quanto l’oggettivazione sessuale rischia di portare al meccanismo psicologico alla base di episodi di violenza e un certo stereotipo di genere poi inevitabilmente crea conseguenze anche sull’immagine maschile, costretta e vincolata in stereotipi complementari (l’uomo rude, che non parla, che non si emoziona, che non deve chiedere mai e così via).

Infine, paragonare il corpo di una donna a pezzi di animali morti è qualcosa di altamente ripugnante e spregevole per svariate ragioni.
Se per qualcuno pare un gesto goliardico, che strappa pure risate, dall’altra parte il sessismo esplicito e di bassa lega per fortuna smuove critiche e crea disgusto.
E’ possibile segnalare la pubblicità che non rispettano etica, morale e valori sul sito dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, compilando il seguente form:
http://www.iap.it/le-attivita/per-i-cittadini/inviare-una-segnalazione/
°°[Psicologia] Amore a Distanza (Al Tempo della Quarantena)°°
Della distanza fisica fra sé e la persona che si ama ne hanno fatto un topos i più grandi poeti, scrittori e trovatori della storia della letteratura.
Bernart de Ventadorn con la sua midons, Jaufre Rudel con l’amata domna, Dante Alighieri con la sua Beatrice, Petrarca con la sua Laura..
Ma cosa si prova ad essere lontani dalla persona amata nella vita reale che ricambia il nostro amore a differenza dei testi lirici mirati alla sublimazione poetica?
Cosa si prova, in specifico, ad essere fisicamente lontani dalla dolce metà nel bel mezzo di una quarantena che ci costringe a stare a casa per motivi sanitari?
E’ questo l’argomento del quinto articolo in collaborazione con Ligeia Zauli, Psicologa Sessuologa.

AMORE A DISTANZA (AL TEMPO DELLA QUARANTENA)
In questo momento storico particolare, alcune coppie non conviventi sono al momento separate e chi si stava appena conoscendo e frequentando, non ha l’opportunità di vedersi fisicamente.
Un conto poi è la condizione di chi vive una storia a distanza per scelta (personale, lavorativa etc), che può comunque organizzarsi in appuntamenti ed incontri, mentre adesso non si può fare e non si sa nemmeno per quanto tempo.
Qualcuno soffre e si addolora per la distanza, prova ansia a riguardo, per non potersi toccare, abbracciare, fare l’amore.
Come poter affrontare al meglio l’isolamento e, perché no, trarne addirittura giovamento?
La tecnologia è sicuramente di aiuto, ora più che mai: oltre alla classica chiamata telefonica, ci si può video-chiamare in modo da potersi anche vedere oltre che sentire (in 2 o più persone contemporaneamente) , si può giocare insieme online, seguire lo stesso corso, guardare la stessa serie Tv e film per poi commentare.
E’ una situazione nuova per tutt*, dove il bene comune dovrebbe prevalere sui bisogni personali, però essere separat* per qualcuno è un dispiacere inevitabile: non conta se sia una distanza di un quartiere o di chilometri, qualsiasi distanza ci sia non si può, al momento, evitarla.
Cosa manca?
Per chi viveva insieme manca la quotidianità, la presenza continuativa, l’idea e la percezione che la persona sia lì, al proprio fianco. Anche se questo, a volte, in condizioni normali, rischia pure di far sì che ci si dia troppo per scontato. Una coppia equilibrata e solida ha le risorse necessarie per affrontare un periodo di separazione forzata e per, volendo, vederne gli aspetti positivi.
Ti starai chiedendo cosa ci possa essere di positivo nel separarsi forzatamente da chi si ama. Provo a spiegartelo.
Stare lontano dal/la propri* partner permette di concentrarsi su di sé, rafforzando la propria autonomia ed indipendenza, aspetti fondamentali per avere una relazione equilibrata. Quello che si chiama “sano egoismo“, per intenderci, quindi dedicarsi a ciò che piace, coccolarsi con la preparazione di un piatto speciale, con un bagno caldo, con una maschera per il viso e così via, a ognuno il suo, a seconda appunto, di cosa piace.
Stare lontan* permette anche di stimolare la fantasia, alla ricerca di nuove modalità per condividere qualcosa insieme, per mantenere attivo e vivo il rapporto nonostante la distanza. Non mi riferisco solo alla componente erotica – che è sicuramente un aspetto importante in una coppia. A proposito di questo, non dimenticare di curare questo aspetto, magari con una telefonata piccante o altro. Lascia spazio alla fantasia; sarà una sorpresa gradita.
La distanza ci insegna anche ad essere consapevol* del fatto che, anche se non possiamo vedere l’altr*, l’altr* c’è. Sentire a distanza la presenza, fatta di “piccoli” gesti quotidiani o di attenzioni specifiche, piuttosto che di sorprese inaspettate, è una gioia che rafforza il rapporto. Questa circostanza, inoltre, farà aumentare il desiderio, sia fisico che emotivo. Quando poi ci sarà la possibilità di rivedersi, ogni percezione fisica sarà amplificata e si apprezzerà ancora di più il poter condividere un momento, una cena, un incontro.
C’è anche chi invece si sente letteralmente pers* perché da sol*, chi non si percepisce capace di affrontare la quotidianità senza avere accanto la persona amata o chi è in preda a fragilità che emergono vista la situazione nuova; in questo caso, sarebbe allora opportuno rendersi conto che qualcosa non va, che siamo in presenza di una forte dipendenza dall’altr*. E’ il momento giusto per lavorarci, dal punto di vista psicologico, con l’aiuto di un/a Professionista.
E’ importante per il benessere di tutt* creare dei rituali quotidiani che ci ricordino la vita di tutti i giorni (potrebbe essere dedicarsi al make up, fissare un video-aperitivo con le amicizie, con tanto di bevuta e snack durante le chiacchiere, l’allenamento fatto in casa, che è fattibile e fa bene, al corpo, ma anche alla mente).
Infine, per chi invece si stava conoscendo e frequentando prima dell’8 marzo, questa è un’occasione speciale per dare spazio al corteggiamento, alla seduzione, ad aspetti molto spesso trascurati. Senza fretta di arrivare al dunque, assaporando tutta la magia del sentirsi, scoprendosi poco a poco, conoscendo non solo gli aspetti superficiali e tipici di una prima conoscenza, ma avendo tutto il tempo per andare in profondità.
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°°[Psicologia] Il Narcisismo nelle Persone Vegan°°
Quarto appuntamento con la rubrica a cura della Dottoressa Ligeia Zauli, Psicologa Sessuologa. In questo articolo l’argomento trattato è il narcisismo.
Ma prima, un breve cenno mitologico letterario.
Conoscete il mito di Narciso ed Eco?
Si narra che Eco, una bella e giovane ninfa, vedendo per la prima volta in un bosco l’altrettanto giovane e bellissimo Narciso s’innamorò di lui.
Narciso era figlio di Cefisio, dio delle acque, e di Liriope, una ninfa.
Il ragazzo, tanto fiero e superbo della sua bellezza, non si curò dei sentimenti né dell’interesse di Eco nei suoi confronti.
Eco continuò a seguirlo senza farsi più vedere. L’amore per lui la portò ad un lento consumarsi: presto il suo corpo divenne trasparente e si dissolse nel vento, distrutto dal dolore di un amore non corrisposto. Ne rimase solo la voce che riecheggiava nei luoghi silvani e nelle caverne, intenta a richiamare il ragazzo che mai andò alla sua ricerca.
La morte ingiusta e dolorosa di Eco innescò una profetizzata fine del giovane stesso che un giorno, specchiandosi per la prima volta nelle acque limpide di un fiume, s’innamorò della sua stessa immagine. Nel vano tentativo di toccare quel corpo riflesso nell’acqua Narciso cadde nel fiume e lì trovo la morte. Sulle sponde dei fiumi, da quel giorno, nacquero bellissimi fiori gialli chiamati Narcisi.

NARCISISMO VEGAN
Quando pensiamo a chi è vegan, immaginiamo istintivamente una persona rispettosa, sensibile, empatica, non solo nei confronti degli animali, ma anche degli esseri umani.
Eppure, c’è un disturbo che si può celare anche dietro ad una scelta così importante: il disturbo narcisistico di personalità.
Avrai sicuramente incontrato una persona nella tua vita talmente egocentrata da parlare solo di se stessa, pavoneggiandosi di ciò che fa ed ha fatto, senza ascoltare minimamente gli altri, rivelando esibizionismo ed egocentrismo smisurati, alla ricerca di apprezzamenti.
Questa persona si è presentata molto bene, è affascinante, ci sa fare, è piacevole nei modi (e spesso anche nell’aspetto esteriore).
In questa era, possiamo dire che tutt* manifestiamo atteggiamenti narcisistici, specialmente attraverso i social; con le foto, i selfie, i post.
Un atteggiamento non significa però avere una patologia.
Un soggetto con disturbo narcisistico di personalità si presenta con specifiche caratteristiche. Ecco a cosa prestare attenzione.
FORTE SENSO DI SUPERIORITÀ E MANCANZA DI EMPATIA
La necessità di sentirsi apprezzat* e di piacere è così forte da risultare eccessiva e la tendenza a sentirsi superiore trapela velocemente dalle sue parole e dai suoi comportamenti.
Non sapendo cosa sia l’empatia, il soggetto non è in grado di riconoscere le emozioni o i bisogni altrui. Vede e sente solo se stess*.
MARCATA SEDUTTIVITÀ
La persona appare seducente, simpatica, sicura di sé; ci sa fare con le parole e la maggiorparte delle persone con cui parla, ne resta affascinata (specialmente chi di sesso opposto).
USO DELLA MANIPOLAZIONE
Un soggetto narcisista è abile nella manipolazione e nella menzogna patologica; fa ciò per raggiungere i suoi scopi e le persone per lui/lei sono solo mezzi per ottenere quello che vuole.
DERESPONSABILIZZAZIONE
Una tipicità di questo tipo di personalità è proprio il fatto di non assumersi mai la responsabilità delle
proprie azioni. Se gli/le viene fatto notare, farà di tutto per rigirare il discorso e scaricare la colpa.
Oltre alla colpevolizzazione, al ricatto emotivo e affettivo, un/a Narcisista usa la denigrazione e la svalutazione delle reazione e delle emozioni dell’altr*, cercando di sottomettere chi lo/la circonda attraverso il suo modo di fare e il suo linguaggio.
Si può quindi cadere nella trappola di una persona Narcisista.
Ricordo che sia uomini che donne possono manifestare questo disturbo e nessuno è immune.
Mi viene spesso chiesto se un soggetto narcisista si possa innamorare e amare veramente.
La risposta è no.
La persona manipolatrice agisce al fine di cercare di riempire il suo senso di vuoto: l’amore non è un sentimento che scaturisce in queste circostanze; per cui è anche molto difficile che soffra per amore.
Il/la narcisista farà di tutto per ricercare le debolezze altrui e sfruttarle per rendere vulnerabile la persona con sui si relaziona: si serve della svalutazione, di continue critiche, sottolineando i difetti altrui per potere mantenere il controllo e dominare.
Desiderando conquistare ed essere costantemente idolatrat*, il soggetto narcisista preferirà circondarsi da persone gelose per rafforzare i suoi tratti megalomani, per passare da vittima (“Sei tu che sei gelos*, io non ho fatto nulla”), perché chi è gelos* è più facilmente manipolabile (solitamente c’è un’insicurezza personale di fondo dietro alla gelosia eccessiva).
Avere a che fare con un/a Narcisista è devastante e molto pericoloso. Scoprire i campanelli di allarme prima di invischiarsi troppo sarebbe la cosa ottimale.
Ho parlato di relazioni sentimentali, ma un soggetto del genere potrebbe essere un/a familiare, un/a amic*, un/a collega.
Per ulteriori approfondimenti, rimando alla mia Pagina di Facebook “Ligeia Zauli Psicologa Sessuologa”: ho parlato per mesi nel dettaglio di Narcisismo patologico.
Ligeia Zauli

Avete mai conosciuto una persona narcisista anche nell’ambiente vegan?
Raccontatecelo.
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