Archivi giornalieri: 13 gennaio 2014

°° Lettera di risposta di Alessandra a chi sostiene la ricerca con animali °°

In seguito alle decine di commenti ricevuti ( alcuni dei quali volgari e irrispettosi , ammetto io admin in prima persona ) riguardo la storia di Alessandra e del tumore che ha avuto, raccontata nella mia intervista pubblicata  una settimana fa, ecco la sua risposta a tutte le domande poste dagli utenti. E alle critiche che non sono mancate.

“Ho letto tutti i commenti che hanno scritto le persone e francamente sono rimasta scioccata e delusa.
Mi sento di dire che non sanno cosa vuol dire essere annientati dal dolore fisico e mentale come invece l’ho saputo bene io.
Addirittura “vergognati” mi hanno detto.
vergognarmi di cosa? Di aver raccontato ciò che quei pochi vittoriosi che hanno sconfitto il tumore si dimenticano di aggiungere?

A chi mi ha puntato il dito contro dicendo che sono un’ipocrita rispondo che non credo di esserlo.
Io sputo nel piatto dove ho mangiato, e questo lo sa tutto l’ospedale dove sono stata in cura!

Ci tengo a precisare che avrei preferito morire perchè quello che sono oggi, ovvero una malata per sempre, non sarei voluta diventarlo. E tutti coloro che mi conoscono lo sanno!
Ma se sono stata costretta a seguire le cure è perchè avevo un obbligo morale nei confronti di chi mi è stato accanto.

Nessuno sa cosa si scatena in una famiglia dove la figlia più piccola si ammala di questa malattia.
Chi non si farebbe in quattro per non vedere la propria madre piangere tutti i giorni? Per non vederli tutti impazzire dal dolore perchè non possono aiutarti?
E’ chi non capisce tutto questo a doversi vergognare.
Prima di puntare il dito contro e giudicare, passate quello che ho passato io.
Per la cronaca..
All’ultimo ricovero ho messo la firma e sono andata via,  contro il parere dei medici e dei miei familiari.
Alla fine ho detto “Ora basta!”.
Ho firmato l’uscita sotto mia responsabilità dall’ospedale l’ultima volta che sono stata ricoverata.
Ma per quanto riguarda il protocollo curativo avevo già finito, il trapianto era l’ultima fase.
Nell’avvenire l’idea sarebbe di non curarmi e adesso i miei familiari e mio marito mi assecondano, ma non è che gli creda molto.
Inutile dire che se una cosa non la vuoi fare non la fai.
Loro hanno cercato di farmi curare dal tumore, in realtà io ho accettato di sottopormi a cure che non approvo per provare a “curare” il loro dolore.
Precedentemente non prendevo nemmeno mai l’aspirina, non compravo farmaci. Sono sempre stata coerente nelle mie opinioni e nei modi di fare.
Ma non potevo pensare di far soffrire tutti cosi tanto per colpa mia. Per questo ho ceduto.
Aggiungo inoltre che quando mi hanno rivelato di avere il tumore non ho versato una lacrima .
L’ho accettato serenamente e in base a questo mi hanno detto che ero strana.
Sono andata sola dal medico che doveva parlarmi , ma quando poi lo hanno saputo i parenti è cominciata la corsa al salvataggio.
Bisogna trovarsi in certe situazioni per parlare.

Riguardo al tono di alcuni commenti, veramente non concepisco la cattiveria che possono raggiungere persone.
E’ chiaro che sarei morta senza le cure sperimentate su animali e che continuano ad essere sperimentate su questi innocenti, ma era quello che volevo. Morire.
E lo ribadisco anche adesso.
I miei familiari magari ne soffrono… sarò cruda nel dirlo.
Ma morirò comunque perchè mi verrà un tumore diverso per le cure che ho ricevuto, che danneggiano e indeboliscono il corpo. Magari non adesso ma tra qualche anno sì.
E’ successo a tantissimi pazienti e non escludo succeda anche a me.

A chi crede che la sperimentazione animale sia in grado di trovare cure certe al 100% vorrei dire che non sono guarita ma  sono semplicemente in remissione. Ciò vuol dire che vi è l’assenza di sintomi clinici e fisici della malattia ma che tuttavia ancora persiste.
Se la situazione rimane cosi stabile per 5 anni risulterò caso guarito, ma se trascorsi 5 anni e 1 giorno ricomincia il tumore risulterò invece caso nuovo.
Ecco perchè  le cure sembrano portare a tante guarigioni.
Ti annientano, così per 5 anni sei apposto e per le statistiche ti hanno guarito.
Se  poi ti ammali dopo quel periodo non vale, risulti caso nuovo.

Durante il periodo delle cure sono stata trattata come un numero. E lo dirò sempre.
Pertanto, mi dispiace per la ragazza che studia medicina che mi ha scritto, ma devo dirle che la categoria in cui aspira di entrare non è al 100% positiva.
Quando stavo malissimo e non ce la facevo a tollerare più il dolore ho chiesto svariate volte della morfina.
Mi hanno sempre dato gli antidolorifici che volevano loro, magari quelli più costosi e non la morfina che avrebbe alleggerito la mia sofferenza e anche le spese della struttura visto il costo inferiore paragonato a ciò che mi somministravano.
Pertanto, cara studentessa di medicina, so che all’apparenza puoi sapere  per l’esattezza tutte le dinamiche e prassi del protocollo di cura per questa malattia, ma non saprai mai cosa significa la parola TUMORE per davvero.
Lascia stare i libri ..
se non l’hai sotto la pelle il tumore non lo conoscerai mai in tutte le sue forme.

In fine, per chiudere questo mio messaggio rivolto a tutti, ancora una volta esprimo solidarietà nei confronti degli animali rinchiusi nelle gabbie nei laboratori sui quali ogni giorno vengono sperimentate cure.
Sono innocenti in galera mentre gli umani che commettono crimini sono a piede libero o ricevono sconti di pena e “premi”. Tutto questo è ingiusto.
Poi, del protocollo vi dico che purtroppo in Italia non mi è stato concesso di curarmi in maniera alternativa e se ho seguito le cure “tradizionali” è stato solo per i motivi sopra citati.
Spero che venga presto accolto il diritto alle cure alternative e che tutto questo business economico che gira tra ospedali e case farmaceutiche finisca presto.
Perchè noi malati e gli animali lo paghiamo con la vita. “

Come sempre, mi schiero dalla parte di Alessandra che ancora una volta ha fatto capire quanto sia forte e determinata nonostante il tumore.

Testare i medicinali e sperimentare su animali è indecoroso, inaccettabile e ingiusto.
Chiunque creda che la vita di un topo sia inferiore a quella di un umano ragioni bene sulla cattiveria che sta ammettendo.
Nasciamo tutti a questo Mondo e tutti vogliamo vivere.
Gli animali non ci torturano, non ci seviziano per testare le malattie che li colpiscono.
Non siamo nessuno per trattarli come oggetti privi di sentimenti e incapaci di provare dolore quando IL DOLORE LO SENTONO ECCOME.
Visto che vedete nella sperimentazione animale il BENE assoluto, la verità suprema..
e dato che siete incapaci di comprendere che non esiste motivo valido per trucidare esistenze credendo erroneamente che solo la vostra specie meriti di sovrastare le altre, vi invito allora ad
auto-donare il vostro di corpo  alla ricerca scientifica.
Sarebbe l’unico modo per rendervi utili.

Perchè gli animali non vogliono morire.
Punto.

– SbarellababyAnimals-

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°° ROBO FISH: Pesci giocattolo al posto di quelli veri°°

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Ieri pomeriggio ho avuto l’occasione di vedere per la prima volta una pubblicità che mi ha davvero incuriosito e interessato.
Nella réclame della durata di 30 secondi, sul canale Italia1, venivano pubblicizzati nuovi giocattoli per bambini firmati GIG Giochi Preziosi, uno dei marchi leader nel settore del divertimento per bimbi. Tali giocattoli prendono il nome di ROBO FISH, e come si può ben capire, sono dei pesciolini finti che hanno la caratteristica di sembrare reali nei movimenti che hanno nell’acqua.
Questi giocattolini hanno colori sgargianti e  raffigurano pesci di specie diversa, tra cui il simpaticissimo pesce pagliaccio ( Nemo della Disney, per intenderci 😉 ).

Inclusi di batterie, ogni singolo pesciolino ha il costo di circa 9,90 euro  ed è acquistabile nei migliori negozi di giocattoli, su Amazon ed Ebay.

Se oggi vi parlo di questa novità GIG è perchè la reputo assolutamente un progresso in cui vorrei vedere un miglioramento della vita dei pesci veri.
Realizzare un giocattolo con le stesse caratteristiche di un pesce, con lo stesso movimento, capace di entusiasmare i bambini è assolutamente geniale poichè permette ai bimbi di divertirsi senza avere un animale vero recluso in una boccia d’acqua.
A differenza del Mondo Sommerso di Clementoni, altamente diseducativo essendo una prigione di vetro per animali reali, ROBO FISH può essere una validissima alternativa ai pesciolini venduti come oggetti alle fiere che muoiono di solitudine nella vaschetta d’acqua una volta passata l’enfasi del bimbo o della bimba che li riceve dai genitori.
Preferire questo giocattolo ad un pesce vero è sinonimo di rispetto per le forme di vita acquatiche e di grande sensibilità.

Gli animali di fatto non devono essere scambiati per giocattoli da dare ai bambini per divertirsi.
Pertanto è nettamente migliore un ROBO FISH che nuota nell’acquario e che il bimbo può prendere nel palmo della mano giocandoci anche fuori dall’acqua che un pesciolino che respira per davvero.

A differenza dei cani e dei gatti, liberi di muoversi dove vogliono, i pesci (come anche i pappagallini e le tartarughe) hanno pochissimo spazio a disposizione. L’oggetto che li contiene è una prigione a tutti gli effetti, e quella che vivono è una non vita.
Per non parlare del fatto che chi li ha in casa può interagire veramente poco con loro.
Che senso ha tenere delle vite in un acquario?
Prevalentemente solo per l’egoistico vezzo di vedere qualcosa di colorato che si muove nell’acqua.

robofish
Come vedete non sono solo pronta a criticare, ma anche a congratularmi quelle rare volte che capita.
E questa volta non mi faccio scappare l’opportunità!
Ho voluto dunque scrivere un messaggio alla casa produttrice per fare i miei più sinceri complimenti per questo gioco innovativo che spero salvi la libertà di tanti pesci veri.
Qui di seguito potete leggere quanto ho scritto nel Form sul loro sito ( non hanno una mail di riferimento).

” Gentile azienda GIG Giochi Preziosi,
volevo farvi i miei più sinceri complimenti per aver progettato e messo in commercio un giocattolo che spero possa salvare la vita e la libertà a centinaia di pesci veri: sto parlando del ROBO FISH.
L’idea è davvero carina e sono sicura che i bambini apprezzeranno molto la possibilità di poter avere un giocattolo simile ad un pesce vero che nuota nell’acquario e che invece di morire ,come accade quasi sempre a quelli veri, continua a nuotare cambiando semplicemente le batterie.
Quasi sicuramente la finalità del giocattolo non era quella della salvaguardia dei pesci veri, ma voglio comunque apprezzare l’eticità tra le righe.
Spero che conquisti più bambini  possibile e che prenda il posto dei tristissimi pesci veri che sopravvivono negli acquari dopo esser stati vinti alle fiere.
Cordiali saluti”

🙂

°° Vivisezione: Quando al posto degli animali c’erano gli umani.. °°

05. Huong Xuan bei Hue

Ormai la parola “vivisezione” è sulle bocche di tutti.
Tutti a parlare della ragazza pseudo malata che ha il tempo di fotografarsi col suo cane tenendo in mano un foglio sul quale ha scritto “#io sto con la ricerca”, mentre magari a qualche km da casa sua ci sono cani aperti vivi nei laboratori di sperimentazione, che però non sono suoi, quindi chi se ne frega..
Tutti a parlare degli animalisti, categoria alla quale appartengo, che sembrano diventati una minaccia per tutti quelli che non si vogliono svegliare dal torpido sonno indotto da chi ci vuole assopiti, non svegli e poco reattivi.
Tutti a dire che la ricerca su animali è giusta e che non va assolutamente toccata perché “salva le vite”.

Peccato che questi mostri di empatia non tengano presente un piccolo dettaglio: la memoria storica.
Per “animale” si può intendere tutti gli animali, dunque anche l’uomo.
Basta leggere un semplicissimo libro di scienze delle elementari per scoprire, per chi ancora non lo sapesse, che nel Regno Animale presenzia pure la specie umana.

Bene.

E’ proprio di questo che voglio parlare.
Della sperimentazione umana, ovvero della vivisezione effettuata su umani che assolutamente non hanno mai dato il loro consenso ad esser torturati dai loro carnefici/sperimentatori. Un po’ come oggi avviene ai topi, ai cani, ai gatti e a tanti altri animali che finiscono nelle sadiche mani degli sperimentatori.

Le torture che oggi vengono imposte agli animali, in modo simile, hanno visto come protagonisti persone umane già a partire dall’antichità.
Persone che rientravano nella categoria di schiavi, reputati dunque non meritevoli del diritto di vivere poiché inferiori, al pari degli animali oggi.
Questo accadeva anche in epoca tolemaica, e la sperimentazione è continuata fino ai giorni nostri.
La vivisezione è stata dunque praticata a lungo sugli esseri umani. Herophilos, il “padre della anatomia” e fondatore della prima scuola medica di Alessandria, effettuò, secondo Tertulliano almeno 600 vivisezioni su prigionieri.
Nel Medioevo per esempio era prassi comune sperimentare su umani per la chirurgia, negli studi di fisiologia e nei test farmacologici.
Nell’Epoca moderna si ebbero veri e propri esperimenti sulle persone per quanto riguarda i vaccini.
Persone ignare di cosa stesse accadendo al proprio organismo.
I militari, per esempio quelli britannici coinvolti nello studio sulla sifilide di Tuskegee , furono spesso le “cavie” preferite.
Ma fu con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale che si arrivò all’apice dell’abominio.
Noti infatti sono gli esperimenti che  furono effettuati sugli ebrei ad opera del dott. Josef MengeleShiro Ishii fondatore della Unità 731 dell’esercito giapponese e del Dr Fukujiro Ishiyama, presso la Kyushu Imperial University Hospital.
Uomini, donne, bambini, anziani..
All’interno di alcuni campi di concentramento vi erano veri e propri laboratori dove centinaia di persone ritenute inferiori per il loro credo religioso venivano sottoposte alle più assurde e crudeli torture fisiche.
Alcuni esempi?


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Esperimenti di decompressione per il salvataggio da grande altezza ad opera del Dott. Sigmund Rascher, medico maggiore della Luftwaffe sui deportati prigionieri del lager di Dachau.
L’esperimento consisteva nel rinchiudere le cavie umane in stanze dove veniva abbassata gradualmente la pressione atmosferica fino ad arrivare alla totale assenza di ossigeno.
Tale atto sarebbe dovuto servire a comprendere come salvare i paracadutisti con atterraggio da 13 km circa.
Alla fine del test i corpi dei deportati venivano sezionati ed esaminati.
Poteva succedere che nella fase di sezionamento alcuni di essi fossero ancora vivi.

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Esperimenti di congelamento/raffreddamento prolungato sempre ad opera dello stesso  Sigmund Rascher.
I test consistevano nel capire come un militare si sarebbe potuto salvare nel precipitare dell’aereo che lo trasportava in acque gelide.
Pertanto i detenuti venivano gettati in vasche con acqua gelida ( temperatura di 4° circa) per ben 95 minuti.
Quando capitava raramente che i deportati non morissero congelati, essi venivano estratti dall’acqua ed esaminati.
Messi su un letto, venivano legati strettamente a una o due donne nomadi completamente nude, che facevano per ore (talvolta per giorni) da stufe umane per fare loro riprendere conoscenza. La percentuale di sopravvivenza era relativamente elevata ma i prigionieri soffrivano poi di disturbi cardiocircolatori ed altre patologie.

Non si aveva nemmeno pietà per i bambini,
e lo dimostrano le ricerche sui gemelli monozigotici.

I bambini venivano esaminati e misurati in ogni centimetro del loro corpo appurandone le differenze.
Venivano poi addormentati con una iniezione di Evipan sul braccio e poi uccisi con cloroformio iniettato direttamente nel cuore.
Questo tipo di esperimento fu condotto da  Josef Mengele ( in foto con il suo mentore) , ad Auschwitz e Birkenau.

Particolarmente invasivi erano anche gli esperimenti condotti a partire dal luglio 1944 nel campo di concentramento di Buchenwald dal medico SS danese Carl Peter Vaernet per ricercare una cura ormonale all’omosessualità.
Tali esperimenti consistevano nell’impianto di massicce dosi di testosterone su deportati omosessuali alla ricerca di una “cura” che avrebbe dovuto rendere eterosessuali i soggetti trattati.
Non sono mancate le sevizie anche agli anziani, a cui venivano spezzati gli arti per esaminare l’indice di dolore provato e la resistenza fisica prima di morire.
Stessa cosa accadde ad uomini impiegati durante gli esperimenti di espianto-impianto del cervello.
In pratica, si prendevano due deportati ai quali si apriva la scatola cranica (non è noto se con anestesia oppure no) per permettere lo scambio del cervello.
Al termine dell’esperimento, ovviamente, i tester umani se non erano già morti, venivano uccisi.

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Tutto quello che avete appena letto è successo davvero.
Sono azioni realmente messe in atto da tanti uomini nei confronti di altri loro simili che hanno avuto una tragica fine, senza motivo.
Tutti gli esperimenti condotti dimostrano solo un’enorme cattiveria da parte di chi li ha voluti e finanziati.
Senza alcun motivo valido sono stati torturati umani ritenuti inferiori.

Gli esperimenti su di noi purtroppo continuano ancora oggi.
Come spiega DOTTOR X nel libro ” Cavie Umane Nel Nuovo Millennio ”
attualmente sono condotti test farmacologici senza che nessuno ne chieda il consenso . I dottori infatti prescriverebbero medicinali ai pazienti senza avere la garanzia che tali farmaci siano oppure no stati testati, e quindi definibili “in fase di validazione“.
Pertanto, tutti i pazienti a cui vengono somministrati diventerebbero in automatico tester viventi per la casa farmaceutica che li produce e mette in vendita.
Esperimenti sicuramente meno invasivi di quelli fatti dai nazisti agli ebrei, ma che comunque fanno notare con preoccupazione la bassa importanza della nostra salute e della nostra vita secondo l’industria farmaceutica.

E se la nostra vita è poco importante davanti al Dio Denaro, figuriamoci invece quella degli animali, i quali test non vengono nemmeno tenuti nascosti bensì sbandierati come fosse qualcosa di cui vantarsi.

La differenza tra i test su umani del passato e quelli su animali di oggi?
Nessuna.
Entrambi hanno in comune l’inutilità del gesto e la cattiveria iniziale che genera tale gesto.
Oggigiorno nei paesi che si reputano civili come Italia, Germania, Francia, Svizzera, Gran Bretagna ecc non vengono più sottoposte a sevizie le persone, ma in cambio le gabbie si sono fatte più piccole per ospitare vittime più piccole.

Così ci ritroviamo disseminati in tutta Europa, ma anche nel resto del Mondo, laboratori ben lontani dagli occhi di chi non deve vedere dove MILIONI DI ANIMALI MUOIONO FATTI A PEZZI, TORTURATI, SFIGURATI.
Privati del loro diritto di esistere.
Che sia per testare i danni del fumo, che sia per provare l’efficacia di un cosmetico, della tenuta di un rossetto o per cercare una cura al cancro,
I TEST SU ANIMALI ( gatti, cani, scimmie, topi, ratti, cavie,conigli ecc) SONO SPERIMENTAZIONE INUTILE E CRUDELE.
Negli anni hanno soltanto sottolineato quanto l’uomo sia disumano nei confronti delle altre creature che popolano il Pianeta. FORME DI VITA ASSOLUTAMENTE PIU’ INTELLIGENTI DELL’UOMO STESSO IN QUANTO NON CAPACI DI GENERARE SOFFERENZA FISICA VOLONTARIAMENTE.

Siamo nel 2014, e ancora ci si macchia la coscienza e il camice di sangue innocente.
Che senso abbia testare il tumore su un topolino per poi ucciderlo ed esaminarlo quando muoiono milioni di umani di tumore lo stesso me lo devono spiegare i signori dottori.

Non esiste il continuare a tutelare questo abominio!
Se la scienza si prefigge di TENTARE di salvare una vita trucidandone altre 100, si fa per dire, rende vano il suo intento.
Dobbiamo smetterla di riversare sugli animali tutta la nostra violenza, il nostro sfrenato egoismo. Loro non ci fanno questo, e non lo meritano.
Non sono oggetti, non nascono per soddisfare ogni nostra esigenza.
Chiunque continui a dormire nel sonno dell’ignoranza indotta da Media, Stato e Sistema, si dia una grossa svegliata.

Ostacolare la richiesta, anzi il DIRITTO, di trovare cure per malattie attraverso test alternativi è da disumani.
Non ci sono test alternativi validi?
Chi vi dice che quelli adottati adesso lo siano?
Le persone continuano a morire.
Gli animali continuano ad essere uccisi.

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E mi chiedo se sarebbero sempre pronti a difendere a spada tratta la sperimentazione animale se in quelle gabbie al freddo ci fossero loro, i sostenitori della “S.A” ( Sperimentazione Animale, perché scriverlo per esteso da noia a loro), se quelle mani assassine ricoperte da guanti di lattice afferrassero il loro corpo per legarli ad un tavolo e procedere con lo sporco lavoro.
Troppo facile sostenere moralmente la sperimentazione con il corpo degli altri.

Chiunque continui a difendere la sperimentazione animale REALIZZI nell’immediato che anche l’uomo è un animale, e che pertanto ben venga la sua stessa immolazione, se reputa la ricerca efficiente ed indiscutibile.

Agli animali, come agli ebrei in passato, non viene chiesto se siano d’accodo o meno di perdere la vita per trovare cure a patologie che l’uomo stesso va a cercarsi mediante un pessimo stile alimentare e attraverso l’inquinamento.

Mettetevi nei panni di chi non può urlare perché gli hanno cucito la bocca.
Mettetevi nei panni di chi non può vedere cosa gli succede intorno perchè gli hanno chiuso per sempre gli occhi.
Mettetevi nei panni di chi muore inutilmente e fatevi un esame di coscienza,
se ne siete dotati.

 

Non c’è cosa più squallida del dover combattere i propri simili per indurli capire che trattare male il prossimo è sbagliato.
Veramente assurdo.

vivisezione17

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