°° Lettera di una vegana mai morta nel 2005 °°
Questo articolo è una dedica per tutte le persone che da 12 anni continuano ad avere la stessa identica reazione appena scoprono che non mangio gli animali e i loro derivati.
Carissimi finti interessati e non per davvero preoccupati per la mia B12…
Vorrei spiegarvi una volta per tutte che non c’è niente di anormale nel non mangiare carne e pesce ( che poi è la carne degli animali marini quindi nemmeno si dovrebbe fare distinzione, ma la faccio perchè purtroppo c’è chi non fa il collegamento).
Nel 2002, quando il 19 settembre trovai sui gradini delle scale interne di scuola un volantino LAV sulla macellazione degli animali, mi si aprì un vero e proprio mondo.
E’ stato allora che ho scoperto come venivano fatti nascere, crescere, trasportati e uccisi gli animali.
Quella è stata l’ultima mattina in cui ho mangiato il panino con il salame milanese ( che portavo ogni tanto a merenda la mattina e del quale a volte sento ancora la puzza nei ricordi ).
Fino ai 12 anni dunque sono stata onnariana e quindi so benissimo cosa mangiate,
pertanto la frase “non sai cosa ti perdi!” usatela come slogan per le promozioni al banco ortofrutticolo.
L’unico quesito che mi formulò mia madre appena tornai a casa e le spiegai della mia scelta fu:
“Adesso come ci organizziamo per fare pranzi diversi?“.
Almeno lei dal principio non mi ha fracassato i maroni.
Fortunatamente.
Perchè sfortunatamente chi me li ha fracassati ha fatto capolino nella mia vita qualche mese dopo.
La prima rompiballe : La Savonarola Onnariana.
– Ero ormai vegetariana da un annetto quando la prima Savonarola Onnariana mi si presentò in veste di mamma altrui. Un bel giorno, cucinandosi una bistecca di cavallo per alcuni suoi problemi di salute, ed essendo io rimasta un po’ sconvolta, scoprì dal mio sguardo che non mangiavo carne.
” Come non mangi carne? Devi mangiare un po’ di tutto sennò ti ammali, diventi anemica e poi ti tocca mangiare carne di cavallo come me” mi disse.
Tornai a casa mortificata, ci piansi anche, ma alla fine dopo ore di riflessione la risposta, nonostante i 13 anni, fu
” Fanculo. Se gli altri fumano e sanno che fa male e può portarli a morire e continuano lo stesso, farò altrettanto anch’io. Piuttosto che vivere della morte degli altri, preferisco morire”.
La seconda rompiballe: La Sibilla Coomana.
Ero seduta a tavola quando per la prima volta una parente scoprì che non mangiavo più carne da un po’ di mesi.
“E perchè?” mi chiese all’improvviso fissandomi ferma con gli occhi lucidi e con la bocca che le era diventata piccolissima e tremolante , come se avessi rivelato di volermi gettare da un aereo con un paracadute forato sull’Oceano Atlantico.
” Perchè non voglio mangiare gli animali e costringerli a morire” fu la mia risposta imbarazzata mentre abbassavo gli occhi sul piatto. Mi sembrava così scontato il motivo.
Mi guardò come se avessi detto la cosa più sciocca e banale del mondo.
“Ma gli animali nascono per essere mangiati. Gli animali sono stati messi da Dio sulla Terra per diventare nostro cibo quindi non c’è niente di male se muoiono. Li dobbiamo mangiare.” mi disse.
“Anche se fosse, a me non importa. Io non li mangio” risposi.
Sarà stato forse per il mio essere “andata contro la volontà di Dio”, sarà stata la mia determinazione..
Sta di fatto che la risposta che seguì poco dopo fu un vero e proprio presagio sul mio destino.
” Senza carne si muore. Se continui così puoi vivere al massimo 2 o 3 anni“.
[ Nel frattempo passarono gli anni, superai con successo il mio terzo anno di vita senza morire e diventare fantasma infestante dei mattatoi e arrivai addirittura ad avere abbastanza aria nei polmoni per spegnere le 20 candeline sulla mia torta di compleanno ]
La terza rompiballe: la Laureata in Scienze dell’Alimentazione coi Punti della Ferrero.
Ero da poco diventata vegana quando una tipa , notando che non mangiavo derivati animali, mi fa
“Perchè non bevi il latte e non mangi i latticini? Non li uccidi mica gli animali così”.
Le feci una piccola introduzione sull’allevamento delle mucche da latte, sulla loro condizione di vita e sul gran finale in mattatoio dopo soli 4 anni.
“Si ma le mucche il latte lo fanno lo stesso”, mi disse.
Allora le spiegai che le mucche il latte lo “fanno” solo quando hanno un vitellino da allattare, sennò no, come tutte le femmine di specie animali mammiferi.
“Si ma se non le mungi soffrono, sai che vuol dire?”.
Contai fino a 10 e poi presi coraggio per dirle che se non gli avessero ucciso o portato via il vitellino, non avrebbero sicuramente sofferto per il semplice fatto che allattavano.
“Si ma ne fa talmente tanto una mucca che un pò possiamo prenderne anche noi, visto che ci fa bene e che è indispensabile per le nostre ossa” disse.
“Ne prendiamo un pò? Quasi 10 litri al giorno ti sembrano pochi? E poi è del tutto discutibile quanto bene possa fare il latte di un’altra specie alla nostra, soprattutto in età ormai distante dall’allattamento. Di sicuro alla mucca schiavizzata non fa bene” risposi.
La quarta rompiballe: La Disprezzatrice.
Stavo mangiando il mio panino con burger di verdure quando, vicino a me, una che stava addentando un panino con carne impanata di pollo pensò a voce alta:
“… che poi, non esiste animale più inutile, stupido e sporco del pollo. Scusami se offendo la tua sensibilità eh, ma te lo dovevo dire”. Già, perchè il problema era l’aver urtato la mia sensibilità.
” In realtà i galli e le galline stupidi non sono, e nemmeno sporchi” dissi.
Avrei voluto dirgli che sono alcuni dei pochi animali in grado di difendersi e addirittura uccidere serpenti velenosi.
Avrei voluto dirgli che il gallo è in grado di accoppiarsi con le galline praticando una specie di coito interrotto decidendo poi quale di loro fecondare favorendola come chioccia e dunque quasi sessualmente più in gamba di molti umani, ma non feci in tempo.
“Stupidi, sporchi e inutili” ripeté, addentando ancora una volta quel panino contenente una fetta di corpo di quell’animale così stupido, inutile e sporco ai suoi occhi.
La quinta rompiballe: La Paladina della Giustizia.
Dopo aver espresso la mia volontà di avere in futuro bambini e di alimentarli in maniera vegan, ecco arrivare la Paladina della Giustizia sguainando sguaiatamente la frase “Ma come ti permetti! Sei pazza! Se vuoi morire fai pure ma non coinvolgere innocenti nelle tue scelte innaturali e viziate! Dovrebbero intervenire gli assistenti sociali! Non dovreste avere figli!”.
La quinta rompiballe avrebbe meritato una standing ovation con consegna del premio Nobel per il maggior numero di stronzate pronunciate in 4 frasi e di un premio Oscar per migliore sceneggiatura del film horror ipotizzato essere la vita dei miei futuri figli.
Il sesto rompiballe : L’Aristotelico dell’Alimetazione Vegan.
I galileiani ebbero da lottare e non poco per far capire agli aristotelici che per notare l’evidente bastava alzare il naso e osservare le stelle invece di dare per certo teorie di un essere umano mortale come tutti gli altri.
Stessa tipologia di lotta, seppur in ambito diverso, avviene quotidianamente tra i fissati con l’alimentazione onnivora e i vegani.
” L’alimentazione vegan arreca squilibri, comporta carenze e problematiche fisiche irrecuperabili. L’uomo per natura è carnivoro e una vita senza carne e pesce genera malattie. Non si può vivere per sempre da vegani. Dopo un pò il fisico non regge più e si è costretti a riprendere con la vera alimentazione”.
Ma cazzo, vuoi dire a me, vissuta egregiamente per metà vita senza ovuli non fecondati di gallina, senza secrezione mammaria mixata a pus di mucche e senza tessuti muscolari di mammiferi o ovipari allevati nella merda, stressati, bombardati di ormoni/medicinali/antibiotici che NON SI PUO’ VIVERE SENZA QUESTO ELENCO DI COSE?
Scendi dalla rotella del criceto dove giri e guardati intorno , no?
Sempre più vegetariani e vegani.
Che non trapassano le porte perchè non sono spiriti, mentre gran parte della popolazione non passa dalle porte per quanto si alimenta male.
Sono passati 12 anni dalla mia scelta ( tra l’altro la migliore mai fatta in vita mia ) e ancora c’è qualcuno che osa dire, pensare, dubitare, spettegolare ..
No, non me ne pento.
Non me ne sono mai pentita e mai lo farò.
Diventare vegetariani e poi vegani è una scelta.
A 12 anni per la prima volta ho scelto per davvero.
Nascere, crescere e alimentarsi con quello che ci viene messo nel piatto non è una scelta.
E’ un’accettazione silente e passiva di un’azione mai analizzata.
La scelta si ha quando ci sono almeno due opzioni e di queste se ne preferisce una.
Io mi sono distaccata dal modus vivendi di quelli che mi circondavano e mi sono chiesta, amleticamente,
” uccidere o non uccidere?”. La scelta è ricaduta sulla seconda opzione, ovviamente.
Perchè non sono egoista.
Perchè mangiare carne vuol dire sacrificare mille vite per la propria.
Vuol dire fregarsene dell’inquinamento prodotto che ammala il Pianeta che ci ospita e fregarsene anche della mal distribuzione di risorse tra gli umani che popolano il Mondo ( per produrre 1 kg di carne ci vogliono 15 kg di cereali e 1500 l di acqua. Il 20% della popolazione divora l’80% delle risorse planetarie ).
Diventare vegan quindi, da scelta, ho scoperto essere un DOVERE MORALE E CIVILE.
Nell’età della conoscenza e della libera informazione, rimanere nella propria ignoranza è un CRIMINE.
Un crimine che costa la vita agli animali, alle persone lontane fisicamente da voi e dal vostro cuore, al pianeta che vi ha visto nascere e anche a voi. Ve lo assicuro.
Termino la mia lettera con dei link sui quali dovete assolutamente cliccare.
Aprite le menti, dimenticate gli stereotipi, iniziate ad agire coi sentimenti e non con la fame.
Guarda cosa viene fatto agli animali.
Guarda come potrebbero vivere gli animali se tu non li mangiassi.
Guarda cosa può comportare la tua dieta sbagliata.
Guarda cosa ti stai perdendo mentre continui a cucinarti le stesse cose.
Vegan Till Death.
– Carmen.
Pubblicato il 15 luglio 2014, in °°whispers in the dark°° con tag alimentazione naturale, animali, animali mammiferi, carne di cavallo, carne e pesce, Lettera di una vegana mai morta nel 2005, perchè diventare vegan, perchè non mangio animali, problemi alimentazione vegan, vegani, veganismo. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 4 commenti.
Purtroppo l’ignoranza dilaga ed è facile trovarsi davanti qualcuno che lotta contro i mulini a vento aggrappandosi a cliché ormai superati, quando poi tali personaggi te li ritrovi in casa è pure peggio.
Sono vegana da poco più di due anni, ci ho messo moltissimo a prendere questa decisione perché anch’io mi nascondevo dietro la scusa delle carenze alimentari… Poi ho aperto gli occhi e da onnivora ho fatto il “salto” tutto in una volta.
Per me sarebbe stato facile e naturale se non fosse che i primissimi ignoranti ed oppositori li avevo -e li ho- in casa con me per cui tutte le cavolate e gli attacchi che hai appena elencato sono stati la colonna sonora dei miei pasti per circa un anno. Successivamente, notando che non solo non morivo ma che la mia salute migliorava, hanno cambiato solfa -credo più per rassicurare loro stessi che altro- cominciando a dire che “tanto non sarei durata”, che prima o poi sarei tornata sui miei passi solo per evitare la noia di dovermi cucinare ogni singolo pasto o dover fare qualche domanda al cameriere prima di ordinare… Come se fosse una cosa grave. Adesso si “limitano” a darmi frecciatine ed a rincarare la dose solo se dei parenti o dei loro amici mi fanno domande o muovono delle critiche. Sono diventati pure vigliacchi.
Ciò che mi dà più fastidio è che ormai il mio essere in vita ed in buona salute – e pure bella cicciottella! 😉 – ha smontato tutte le loro assurde congetture però continuano a disapprovare questa mia scelta perché è “scomoda”. Non parlo di essere moralmente scomoda, gli attribuirei una coscienza che ancora non hanno, bensì materialmente scomoda: per loro è scomodo prenotare in un ristorante per una cena di famiglia, è scomodo spiegare a parenti o amici cosa mangio/non mangio/perché.
Con il passare del tempo ho sempre più preso coscienza del fatto che a ritardare la mia decisione di abbandonare carne e derivati animali è stato proprio il fatto che sapevo già come avrebbero reagito in casa e che, da allora in avanti, sarebbe stato un attacco continuo 24 ore su 24.
Mi rammarico molto di questa situazione perché la mia vita è cambiata in meglio da due anni a questa parte, sia a livello di salute, sia a livello mentale visto che mi sono liberata di un pesantissimo fardello che mi portavo dietro da prima dell’asilo. Adesso mi sento leggera, in pace con la mia coscienza e fiera di me.
E’ un peccato che le persone a me più care non se ne rendano minimamente conto ma pazienza… Prima o poi si stancheranno.
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ciao Valentina 🙂
Grazie per il tuo commento e per la tua esperienza.
Se posso rincuorarti, ti dico ché … sí, prima o poi si arrenderanno.
alcuni miei parenti hanno avuto bisogno di un decennio per digerire la cosa 😀
Buona fortuna e segui sempre la tua strada.
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Sono stata in clinica per problemi di salute.
Quando ho spiegato, (chiaro e forte), che sono vegana, mi hanno guardato come guardassero un COSO con filo di ferro al posto dei neuroni. Trascorsi neanche due minuti dall’inizio del tanto strabuzzare gli occhi ho detto: “Ok, immagino che qui rispettiate la libertà di religione, vero?”.
“Vero, ssssssì” mi fanno in coro.
“Ok, io appartengo ai Saltzut Gialli del Ponte di Sumatra, un sottogruppo tibetano, simpatizzante dei Paladini dell’Ordine di Santo Torus Haimatz. La mia religione mi vieta di mangiare carne, pesce e loro derivati”. “Ah, ora abbiamo capito”, altro coro, prima no, non capivano @-@
Beh, se non fossero usciti dalla stanza nel giro di UN minuto, me la sarei fatta sotto dal ridere. E intanto mi son goduta la mia vacanza ospedaliera… in flebo, frutta, verdure, ecc., e soprattutto pace.
Un abbraccio, SB. Tutta la mia simpatia e stima ❤
Eli
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per me gli animali sono i miei fratelli… sono vegana perche vivo coscientemente Pif 😉
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