°°Amadori e gli Hamburgers quasi Vegani°°

Mentre facevo un giro in un supermercato Carrefour alla ricerca di alimenti vegani già pronti, l’attenzione mi è caduta su una confezione atipica che spiccava tra le altre contenenti carne.
Packaging verde scuro, carote, insalata, quinoa raffigurate sulla superficie.
Ma poi il marchio: AMADORI.

Per un istante mi si è azzerato il livello di B12 dall’incredulità


Per tutti i panetti di tofu insapore, Amadori ha fatto i burgers vegetali?!” mi sono chiesta mentre aprivo lo sportello del banco frigo e avvicinavo la confezione ai miei occhi.
Lo stupore è durato poco: in mezzo agli ortaggi e a tutto quel fogliame da far invidia ad Adamo ed Eva in cerca di vegetazione per coprirsi ho intravisto un piccolissimo simbolo raffigurante un pollo.

<<Fonte di Fibre>>
<<63% di ingredienti vegetali>>

Ma arriviamo al dunque.

E’ interessante notare come un’azienda storica come quella Amadori, che da anni smonta animali, abbia deciso di proporre ai clienti un alimento che per oltre la metà è vegetale.
E’ molto interessante constatare la volontà di tale marchio di proporre qualcosa di nuovo senza stravolgere il consueto impegno nel massacrare galline. A differenza sua invece altre aziende hanno puntato su alimenti vegetariani o 100% vegetali (come Findus, Fratelli Beretta ecc).
E’ interessantissimo che la scelta dei colori e delle immagini per presentare il prodotto sia ricaduta su verdure verdi e carote arancioni.
Non una traccia di rosso, rosso come il sangue che fuoriesce ai corpi degli sventurati protagonisti di tali hamburgers.
Forse non c’era spazio

Ma non erano i prodotti vegani, alternative alla carne, ad avere confezioni e rappresentazioni così simili ai rivali “classici” da poter generare confusione nei clienti? 😉

Chissà cosa ne pensa Matteo Lenardon (autore dell’articolo “perché non c’è niente di etico nella vita di un vegano” pubblicato su The Vision nel 2017) nello scoprire che la tanto demonizzata quinoa non la usano solo quei cattivoni dei vegani.

E chissà cosa ne pensano gli animali costretti a morire per diventare parte integrante di un alimento che potrebbe avere altre fonti proteiche.
Animali mercificati, ridotti a mera materia organica inanimata da un business che non risparmia nessuno, che non chiude mai un occhio sulla sofferenza altrui nonostante un numero spropositato di animali chiuda gli occhi per sempre.


Carmen

Dettaglio di una confezione di carne di pollo, marchio generico.

Possiamo Salvare il Mondo, Prima di Cena
Perché il clima siamo noi

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Pubblicato il 14 ottobre 2019, in ° Critiche ° con tag , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 4 commenti.

  1. Marco Vagliasindi

    Ciao Cara Carmen
    hai messo un luce un tema molto interessante, su cui mi sono interrogato spesso. Noi vegani o vegetariani stiamo diventando (per fortuna) tanti. E quindi un mercato economicamente interessante. Di conseguenza sono tante le aziende che stanno lanciando la linea vegan o vegetariana. Questa però è un’arma a doppio taglio. Da un lato è bene che con le nostre scelte possiamo influenzare l’industria e l’economica. Dall’altro il pericolo è che si instauri l’idea che le scelte vegan CONVIVANO con quelle carnivore. La stessa azienda (come avevi messo in luce in un tuo post sulla Kio-ene) continua a scannare polli, maiali e vitelli e poi fa la linea vegan, Così, pensano loro, tutti sono contenti (a parte gli animali scannati ma questo è un dettaglio…) e noi non perdiamo nessuna fetta di mercato. E così noi compriamo il nostro bel burger veg e diamo i soldi alla stessa azienda che nello stabilimento di fianco mette pulcini nel tritacarne. Molti mi dicono spesso “ma che te ne frega, tu sei libero di mangiare quello che vuoi e lascia liberi gli altri di mangiare quello che vogliono”. Il punto è che a noi non interessa la nostra “libertà” di non mangiare animali, ci mancherebbe altro… a noi interessa la libertà degli animali tenuti in gabbia e scannati a pochi mesi! Quindi? personalmente, dopo l’amara scoperta della kio-ene (che l’ha proprio fatta sporca, fingendosi azienda eticamente corretta) cerco di comprare solo prodotti delle pochissime aziende che fanno SOLO prodotti vegan. E anche di limitare il consumo di questi prodotti che comunque sono dei lavorati, e cercare il più possibile alimenti più “primari”, tipo partire dai legumi grezzi etc. Certo non sempre è facile, ci vuole un pò più di tempo e nella vita di tutti i giorni volenti o nolenti siamo spesso di corsa…. ma ce la si può fare. Soprattutto cerchiamo di far capire alle industrie che non ci fanno fessi con una confezione colorata di verde, noi vogliamo cambiare questo mondo (almeno per quel che riguarda gli animali), non conviverci
    grazie di tutto il lavoro che fai!!
    marco

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    • Ciao Marco!
      Grazie come sempre per i tuoi commenti ricchi di contenuti e spunti positivi!
      Anche io opto per i legumi e gli alimenti meno lavorati possibile. Ed evito marchi che tengono il piede in due staffe. Lo trovo importantissimo. Alla fine non è morale sostenere economicamente marchi che continuano a uccidere animali.

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  2. manuelnegrovegano

    Brava!

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