°°ROMA: Installata Orrenda Statua di un Maiale Morto°°

Cari e care followers, mi giunge la segnalazione di un fatto davvero sconcertante che desidero rendere pubblico sul mio blog affinché si sappia, e affinché si possa intervenire.

A Roma in zona Trastevere è stata installata una statua raffigurante un maiale trasformato in “porchetta”.
Come spiega la segnalante Claudia Fiorani nel suo post, che ha scattato le foto che seguono:

Una porchetta scolpita nel travertino: due elementi cardine della città evidentemente. Il corpo del maiale è rappresentato esattamente come si vede nelle tante vetrine con la porchetta vera, che io trovo da sempre di una violenza estetica agghiacciante. Se fosse provocatoria avrebbe ottenuto il suo effetto, poiché è talmente disgustosa e deturpa talmente tanto la piazza da desiderare che imploda su se stessa e che l’Assessore alla Cultura del Comune di Roma se ripiji. Se fosse un’ode alla porchetta, come ha detto una signora lì vicino, non siamo ad Ariccia e ritengo sia fuori contesto. Fatto sta che è una cosa orrenda che non migliora la città e anzi la offende , perché la cultura e l’arte a mio avviso sono altro. Perché investire soldi ed energie “creative” in certi obbrobri? L’unica cosa “spiritosa” è la scritta che hanno fatto sotto… Roma, meriti di più. Per me è semplicemente uno sfregio, sotto ogni punto di vista

Trovo anch’io sconcertante che si sia non solo ideato, ma realizzato una statua simile dal titolo “Dal panino si va in piazza“. E pensare che il progetto si chiama “Leggerezza, Ossigeno, Respiro, Vita, Energia”. Cinque elementi che un maiale al quale è stato imposto di diventare materia organica non può più far propri.

Provo enorme vergogna per l’artista Amedeo Longo – se artista si può definire – che l’ha progettata, ma anche per chi ne ha concesso e autorizzato l’installazione, ed in questo caso (stando alla dicitura sulla targhetta) dovrebbe essere l’istituto RUFA – Rome University of Fine Arts. “Fine arts”, immaginiamo se non fossero state tali.


Mi rendo conto che spiegare cosa si prova davanti ad un oggetto simile, da antispecisti a degli specisti, non è fare semplice. Ma ci proverò.

I maiali sono fra gli animali più macellati al mondo. Solo in Italia, in questi primi sei mesi del 2021, sono stati macellati 3.645.144 individui [dati Istat]. Si tratta di creature che nascono quasi sempre in un allevamento al chiuso, dentro dei capannoni, da scrofe che nemmeno possono muoversi. Dal momento della nascita inizia il conto alla rovescia verso la morte. I piccoli vengono tenuti in vita e alimentati col solo fine di aumentare peso, perché della loro presenza al mondo importa solo il quantitativo di peso corporeo da poter vendere.
Nessuno di loro saprà mai cosa vuol dire vivere in libertà, potersi relazionare con i propri simili, fare esperienza di ciò che riserva la natura. Nessuno di loro diverrà mai anziano, e nemmeno uno fra loro morirà di morte naturale.
Ciò che li attende è una vita breve fatta di privazioni, d’adattamento a luoghi innaturali, di sofferenza ed infine di morte.
Quale bambino o quale bambina appena nati hanno questo triste destino davanti a sé? Nessuno.
Questo vuol dire specismo: trattare una specie in modo diverso rispetto ad altre, o rispetto alla propria.
Proveremmo disgusto se qualcuno facesse partorire una donna e decidesse di far vivere qualche mese il proprio figlio per poi smembrarlo e darlo in pasto per soldi. Eppure è quanto accade coi figli delle femmine animali tenute schiave negli allevamenti.

Sul volto dei maiali uccisi e resi “porchetta” troviamo la loro sofferenza cristallizzata.
Questa statua, a mio avviso, altro non è che l’esaltazione “artistica” di quella sofferenza.
E’ l’assoggettamento animale reso monumento, la subordinazione animale e la crudeltà umana fatte oggetto.

Dal panino si va in piazza?
In una società veramente rispettosa della vita un macabro spettacolo simile non avrebbe mai visto la luce, perché la macellazione degli animali non esisterebbe nemmeno.
Siamo ancora molto distanti dal raggiungimento di quello status.

La strada da fare è ancora lunga, ma per fortuna il percorso è già iniziato ed è intrapreso da un numero sempre maggiore di persone. Per questo tale statua ha scatenato, fra le tante sensazioni, anche quella di disgusto: perché non siamo tutte persone insensibili, e non tutte nel panino mettiamo i resti di esseri viventi. Esistono anche quelle che non sostengono i maltrattamenti e la violenza sugli animali, e che quando si tratta di rivendicare il diritto universale alla vita si fanno sentire.


Chi desiderasse esternare il proprio disappunto in merito può farlo inviando una email all’indirizzo rufa@unirufa.it, ma anche a urp@beniculturali.it, direzione.mun01@comune.roma.it dal momento che l’evento “Piazze Romane” è patrocinato dal Municipio di Roma e dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo.

Inviare un messaggio tipo:

“Gentile RUFA – Rome University of Fine Arts,
Gentile Municipio di Roma,
Gentile Ministero dei Beni Culturali e del Turismo

ho saputo che a Roma in zona Trastevere è stata installata una statua intitolata “dal panino si va in piazza” raffigurante un maiale ucciso reso porchetta. Se vi scrivo questo messaggio è per mettervi al corrente di quanto questa installazione abbia suscitato in me repulsione e disgusto.
Faccio parte di quel numero sempre più crescente di persone che non sostengono in alcun modo lo sfruttamento e la morte degli animali, e a mio avviso una statua del genere non è solo un insulto a quest’ultimi, ma anche alla sensibilità umana. Non credo servisse arrivare a tanto, ossia di rendere plateale ed artistico l’assoggettamento delle altre specie e la violenza e la sopraffazione del genere umano. Trovo questa “opera” (se così si può chiamare) davvero triste e di cattivo gusto. A nome delle persone che rispettano la vita in modo universale, e per rispetto degli otre 10 milioni di maiali uccisi ogni anno solo in Italia, spero che questo “oggetto” venga al più presto rimosso.
Saluti”

Nome, Cognome, Città


Grazie a chi vorrà scrivere un messaggio per schierarsi dalla parte di chi non si può difendere.


Carmen

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Pubblicato il 20 giugno 2021, in ° Critiche ° con tag , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 9 commenti.

  1. Vorrei specificare che l’Assessore alla Cultura di Roma Capitale non c’entra nulla. E’ una iniziativa del I Municipio. Sabrina Alfonsi (PD)

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  2. Ma nessuno ha notato il bestemmione?

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    • Certo che è stata notata la scritta “God” fatta da qualcuno con bassezza culturale ben più ampia. A mio avviso è un dettaglio specista anche quello. Chissà quando smetteremo di usare termini impiegati per definire gli animali come aggettivo dispregiativo.

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  3. Purtroppo il percorso per una certa evoluzione etica in rispetto per gli animali è talmente lenta che siamo obbligati ad assistere a schifezze ..(artista compreso..) di sculture di questo genere … Fortunatamente molti hanno già fatto i loro passi “avanti”.. e speriamo che il cammino ,non per pochi ,ma per tanti continui..

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