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13.05.2024 • Protesta al Mattatoio di San Miniato (PI)
Stamattina, lunedì 13 maggio 2024, si è tenuta una delle più grandi manifestazioni antispeciste mai organizzate davanti al Consorzio Macelli di San Miniato (PI). Dopo la maxi azione davanti allo stabilimento di ItalPork del 25 marzo di quest’anno, abbiamo agito anche in provincia di Pisa dove il numero di vittime è minore ma pur sempre vergognoso.
In questa cittadina infatti, precisamente in via Guerrazzi 80 a pochi passi dai supermercati, è attivo da (troppi) anni uno stabilimento di smontaggio animale che spezza la vita a bovini, suini, ovini e non solo, anche con macellazione rituale (kosher, halal).
L’evento di protesta, organizzato da me in collaborazione con Agnese Balducci e regolarmente autorizzato, ha visto la partecipazione di quasi quaranta persone, attiviste e attivisti giunte/i da diverse province toscane. Un lavoro di sinergia e coordinazione che ha permesso di fungere da eco alle grida degli animali messe a tacere dalle pareti insonorizzate.

A partire dalle 7 del mattino, in presenza di Carabinieri, Vigili e Polizia che ha garantito il regolare svolgimento della protesta, abbiamo difeso gli animali che sono arrivati su diversi mezzi guidati da gente priva di empatia e giunti fino al luogo dell’orrore: decine di poveri maiali, di bovini e addirittura un povero cavallo. Creature meravigliose impaurite, con la bava alla bocca e intente a defecare.
Abbiamo cercato di parlare con le persone che lavorano in questo stabilimento, purtroppo fra di loro anche individui molto giovani, per quanto sia possibile parlare con chi ha deciso di ammazzare o di condurre alla morte come mestiere: un uomo ci ha detto che ‘quel lavoro lì’ (ossia di portare gli animali al macello, n.d.r) lo avevano fatto sia suo nonno che suo padre come per giustificare la sua presenza alla guida del camion. Con le lacrime agli occhi gli abbiamo chiesto di cambiare lavoro e proposto di aiutarlo a cercarne un altro. Per qualche istante abbiamo visto un’espressione cupa sul suo volto; altri ragazzi hanno preferito innalzare un muro di omertoso silenzio non rispondendo al perché hanno scelto quel mestiere gramo, mentre un operaio con addosso un camice bianco ha fatto un gesto volgare con le mani invitandoci a praticargli del sesso orale.
Sono state ore intense intrise di strazio.
Sapere tali creature giungere fino al loro patibolo ci ha devastate/i.
Vedere un povero vitello impaurito sbattere la testa contro le staffe del camion che lo trasportava e sentire strillare i maiali ci ha spezzato il cuore.

Per tre ore abbiamo dato voce agli animali che oggi sono stati ammazzati senza pietà e fatti a pezzi, in quel macabro luogo che è il mattatoio del Consorzio Macelli di San Miniato. Un luogo dove nell’aria si sentono feci, urine e sangue innocente.
Abbiamo condannato moralmente il loro prestarsi per soldi a questo assassinio legalizzato, dicendo chiaramente killer di animali cosa pensiamo di loro: ci vergogniamo di far parte della stessa specie. Ci vergogniamo di sapere che esistano ancora queste pratiche barbare ai danni di creature rese indifese.

→ Diretta video 1: arriva un cavallo al mattatoio
Il presidio si è concluso alle 10, ma l’azione antispecista è continuata ancora un’ora davanti ai supermercati per coinvolgere e consapevolizzare coloro che, con le proprie passive scelte alimentari, rendono possibile il massacro degli animali e pagano lo stipendio ai loro carnefici.
Abbiamo chiesto a decine di persone giunte a fare spesa se mangiassero animali.
La domanda a molti è sembrata del tutto straniante, tanto è visto normale il consumo di corpi di esseri senzienti come noi, ma c’è stato anche chi ci ha detto che non li mangia.
Abbiamo avuto modo di dialogare e di lasciare materiale informativo sulla nutrizione vegetale alle persone interessate, e di abbracciare chi non ha retto all’emotività e ha pianto davanti ai filmati che abbiamo girato stamattina.
Non tutte le persone erano a conoscenza che a poche centinaia di metri dal supermercato stessero ammazzando animali. Abbiamo visto tristezza, rabbia e disgusto sui loro volti.
L’azione si è così conclusa, con la consapevolezza di aver scosso animi, accarezzato col cuore l’ultima volta creature a cui nessuno ha voluto mai bene e con la promessa di continuare a opporci contro la violenza sugli animali fino a quando non sarà dichiarata illegale e punibile.
Vi aspettiamo adesso domenica 19 maggio 2024 davanti alla buca del palio di Fucecchio (FI) per difendere i cavalli dal loro sfruttamento.
Carmen Luciano
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°°Quando Gli Animali Scappano dal Macello Ma Noi Ce Li Riportiamo°°
Mansueti, buoni, calmi. Gli animali erbivori allevati dall’industria alimentare umana si contraddistinguono per la loro pacatezza, confusa spesso per incapacità di reagire da coloro che li ritengono esseri inferiori e con poche capacità di comprendonio.
Nonostante vivano una “vita” (che eufemismo chiamarla tale!) fatta di reclusione, privazioni, stress fisico ed emotivo e addirittura maltrattamenti e violenze sin dal concepimento, riescono comunque a sopportare ogni sorta di angheria che la specie alla quale appartengo riserva loro. Angherie che, ammettiamolo, fossero riversate sulle stesse persone che le compiono, le porterebbe ad impazzire.
C’è chi pensa che, visto l’atteggiamento di sottomissione di questi animali, sia giusto o addirittura doveroso subordinarli ad ogni tipo di volontà. Anche la più brutale.
Fino a piegarli, fino a spingerli oltre al limite della sopportazione, fino a spezzarli, smontando letteralmente la loro esistenza in piccole parti.
La storia ci insegna che coloro che vengono obbligati a vivere in condizioni di schiavitù, per reazione istintiva versano nella più totale inerzia. E’ stato così per gli schiavi umani (rei di avere la pelle scura) deportati e venduti dagli “uomini bianchi” come merce e costretti a lavorare nei campi. E’ successa la stessa cosa a persone, adulte o bambini, influenzati fino all’autoconvinzione di essere socialmente ed economicamente inferiori e dunque utili al mondo solo per coltivare campi per il signore di turno all’epoca del vassallaggio. Medesima cosa per le donne, da sempre subordinate alla volontà del padre e poi del marito, simbolo di immobilità remissiva ed abnegante per molti secoli.
Come spiegò il luminare John Stuart Mill argomentando dell’asservimento delle donne, non possiamo attendere che chi è ridotto in schiavitù faccia da tutto da solo per uscire fuori da questa condizione umanamente inaccettabile.
Servono stimoli interni ma soprattutto servono azioni ben mirate da chi, quella condizione di totale privazione, non la vive.
Esattamente come gli uomini che appoggiarono i primi movimenti femministi, o come quelli che sostennero quelli liberali per le persone “di colore”, è in nostro dovere oggi, visti i tempi, appoggiare gli ultimi che rimangono da liberare: gli animali.
Sono le altre specie infatti l’ultimo anello della catena di schiavitù da spezzare.
Fino a quando non smetteremo di vedere in loro esseri dai quali prosciugare ogni sorta di energia per mero affare commerciale, nessun’altra vita sarà immune dall’essere mercificata. Se arriveremo a rispettare e a lasciar vivere le forme di vita diversa dalla nostra, forse ci sarà speranza per quelle simili a noi.
Gli animali vogliono vivere una vita di umiliazioni e violenze in nome del profitto umano?
No, gli animali non vogliono perdere la loro vita per noi.
Non è in loro dovere, e negargliela non è un nostro diritto.
Se ne parla ancora poco, ma fortunatamente stanno aumentando le notizie riguardo ad animali che scappano davanti alla morte. Perché ne sono tanti. Ci sono!
Le notizie, ovviamente, quasi mai a favore dei fuggitivi. Gli animali vengono quasi messi in ridicolo dai giornalisti nell’apparente “folle” gesto di fuggire con disperazione da ciò che sanno bene essere la loro fine.
Alcuni esempi di ribellione animale:
- 22/11/2016 Mucca scappa a nuoto dal macello
- Video: Mucca scappa dal mattatoio
- 30/05/2016 Toro fugge dal mattatoio
- 19/04/2017 Toro scappa dal macello, finisce in un fosso e gli sparano
- 05/10/2016 Agnellino scappa dal mattatoio
- 22/12/2015 Scrofa scappa dal macello
- 02/12/2015 Toro scappa dal macello e viene abbattuto con mitraglietta
- 30/04/2007 Toro si ribella all’allevatore e viene ucciso con due colpi di carabina
- 15/09/2014 Capra scappa dal macello, i vigili del fuoco la catturano
Che dire poi del vitello scappato dal mattatoio in Germania, finito in un supermercato e brutalmente ucciso da degli agenti? Quest’immagine devasta ogni singolo atomo della mia esistenza.

Internet pullula di storie di animali che tentano la fuga per salvare la propria vita. Animali che, dopo mesi o anni di prigionia, sperano di poter sopravvivere lontano dai loro aguzzini.
Ma il dispotismo antropocentrico dell’uomo su coloro che reputa di proprietà non lascia scampo.
I fuggitivi, con l’ausilio di armi da fuoco e strumenti militari, vengono localizzati, presi e riportati nel punto esatto dove erano stati collocati: a pochi passi dal patibolo.

Particolarmente vergognoso il commento de l’altoadige.geolocal.it che, parlando della fuga di una capra dal macello, vede nella sua morte un semplice “destino“.
Il destino degli animali non è quello di nascere per soddisfare ogni nostra esigenza, di vivere all’insegna dell’utilità umana e di abbandonare il proprio corpo nel peggiore dei modi perché a noi serve. Perché ci fa guadagnare, o perché ci sta bene così.
Ancor più vergognoso poi il gesto degli uomini appartenenti a “forze dello Stato”, che da bravi burattini privi di sensibilità e raziocinio obbediscono in nome delle leggi umane oltraggiando quelle della vita.
Vere e proprie spedizioni commissionate da chi non ha scrupoli e portate a termine da chi, di scrupoli, ne ha addirittura meno.
In nome del business, in nome del falsissimo stereotipo della superiorità umana su tutto il resto, in nome del più cieco antropocentrismo.
E’ vergognoso vedere come l’atteggiamento umano nei confronti di chi viene ritenuto inferiore non sia cambiato. Cambiano le facciate delle case, la larghezza delle strade, il paesaggio e le lingue parlate ma l’ignoranza di sentirsi padroni di qualcun altro rimane la stessa. Esattamente come gli schiavi che fuggivano dalle piantagioni, o come le donne che tentavano la fuga per salvarsi dal marito padrone, anche gli animali coraggiosi che sfidano la violenza umana vengono puniti con la morte.
Tutta l’intensa energia che può contenere un corpo mosso dal desiderio di vivere viene estinta con l’abuso.
Mi mette enormemente in stato di disagio il pensiero di vivere, nell’anno 2017, in mezzo ad una massa di individui così crudeli ancora distanti dall’evoluzione.
Ma so anche che quanto vedono i miei occhi un giorno saranno azioni fortemente criticate e disprezzate dall’umanità progredita che saremo.
Sono consapevole che chi ha visioni avanguardiste soffre nel sentirsi intrappolato in un periodo storico che non gli appartiene, e che non sono la sola a provare le stesse sensazioni.
Ho voluto scrivere questo articolo per ricordare a tutti coloro che lo leggeranno che gli animali non vogliono morire, che hanno il diritto di vivere la loro esistenza lontano da luoghi vergognosi come gli allevamenti, lontano dalle gabbie, lontano da edifici che non dovrebbero nemmeno esistere quali sono i mattatoi.
Gli animali devono, DEVONO, vivere la loro vita senza che nessuno si permetta di oltraggiarla in alcun modo.
Gli episodi di ribellione sono sempre più in aumento, come in aumento è il numero di umani che si è definitivamente alienato dalla crudeltà gratuita sulle altre specie.
Consapevole che un giorno questa enorme macchia sulla coscienza dell’umanità verrà ripulita col sostegno di tutti gli umani buoni e dignitosi di esser così definiti, vi invito a continuare a lottare per chi ancora non ha diritti.
Grazie ❤
Carmen
°° Fleisch Macht Frei – L’Olocausto degli Animali °°
Mi chiedo.. che differenza ci sia tra un campo di concentramento e un Mattatoio.


Mi chiedo se gli Ebrei siano stati trasportati al luogo della morte in modo diverso da come vengono trasportati gli animali…


Mi chiedo cosa cambia tra il numero tatuato sulla pelle ebrea e quello inciso sulla pelle animale..
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Mi chiedo se gli Ebrei siano stati trattati in modo diverso da come vengono tratatti gli animali…


Mi chiedo se le condizioni degli Ebrei fossero diverse da quelle degli Animali…

Mi chiedo se la sofferenza nel morire di un Ebreo sia diversa dalla sofferenza di un animale…


Mi chiedo perchè, per gli Ebrei è finalmente finito tutto questo, e per gli animali ancora NO.


Nel giorno della Memoria, io ricordo che tutto questo è stato, e c’è sempre.











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