Archivio mensile:agosto 2024
[San Miniato] 23.08.2024 Nuova Protesta contro la “Sagra del Cunigliolo Fritto”
Care lettrici e cari lettori,
vi informo che venerdì 23 agosto 2024 a La Serra, frazione nel comune di San Miniato (PI) dalle 19 alle 22 si terrà una manifestazione autorizzata contro l’uccisione dei conigli proprio davanti all’area dedicata alla triste “Sagra del Cunigliolo Fritto”. La protesta è organizzata da due attiviste per i diritti animali della provincia di Pisa e appoggiata dall’associazione A Code Unite che si occupa di salvare moltissime creature, fra cui anche i conigli, vittime di questa insulsa festa di paese. L’evento ha pieno sostegno anche da parte mia e del mio blog, pertanto sarò presente al presidio assieme ad altre attiviste e altri attivisti.
Come accade da fin troppi anni, ogni estate nel mese di agosto a San Miniato va in scena l’orrido banchettare con i corpi straziati dei conigli, i cui cari resti vengono usati per preparare pietanze da servire sotto ai tendoni in località La Serra.
Uno scempio di vite che, come dico da tempo immemore, potrebbe essere evitato semplicemente cambiando menu di questo evento gastronomico samminiatese.
Più volte si è cercato di far riflettere sull’inutile crudeltà inflitta a questi piccoli esseri senzienti, provando ad avviare un confronto con gli organizzatori della suddetta sagra (CIRCOLO ARCI LA SERRA), ma senza successo. Sono giunta alla conclusione che esistono rocce più malleabili della forma mentis di alcune persone, fossilizzate sullo stereotipo animale=materia organica del tutto anacronistico e infondato.
Nel 2014, dieci anni fa, per chiedere scusa a nome di San Miniato ai conigli ammazzati senza pietà nelle edizioni passate avevo organizzato in collaborazione con il sensibile parroco della zona “La Serra Verde”, un evento lungo un week end intero con stand, musica, buon cibo 100% vegetale e tanta beneficenza. Il ricavato dell’evento infatti è andato a sostenere l’associazione Il Prato dei Conigli che si occupa tutt’oggi di salvare queste meravigliose creature.
Nonostante sia passato molto tempo, a San Miniato ancora si continua a far fare del male in mattatoio a decine e decine di esemplari di questa specie, che è fra gli animali da compagnia più diffusi in Italia.
Una mattanza che può essere evitata con un minimo di empatia e di rispetto per ogni forma di vita, ma anche con lucida razionalità: non abbiamo bisogno di tormentare le altre esistenze sulla terra per vivere la nostra vita.
Vi aspettiamo allora domenica alle ore 19 davanti ai tendoni della sagra per difendere insieme i conigli, in Via Maremmana 2 a San Miniato (PI), località La Serra.
Chi volesse può inviare una mail di dissenso all’indirizzo:
lesagredelaserra@gmail.com
Testo:
Gentile Le Sagre de La Serra
trovo sconcertante che stiate continuando a proporre eventi che tirano letteralmente in ballo la vita degli animali. Ho appreso con molta tristezza che anche questa estate avete organizzato la “sagra del cunigliolo fritto”. Sapere che creature così sensibili e delicate siano state allevate e ammazzate senza pietà per finire nelle tavole da voi imbandite è veramente nauseante.
Vi invito a organizzare solo eventi dove nessun essere senziente finisce come vittima nel piatto perché la vita è un dono e noi non siamo NESSUNO PER NEGARLA AGLI ALTRI.
Distinti saluti
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→ Post di A Code Unite
+++AGGIORNAMENTO+++
La manifestazione del 18 agosto è stata annullata causa maltempo. La nuova data è venerdì 23 agosto.

[Intervista] Da Allevatrice di Maiali a Vegana Attivista: la Storia di Chiara Collizzolli
Care lettrici e cari lettori,
in questo articolo ho il piacere di parlarvi del meraviglioso cambiamento avvenuto nella vita di Chiara Collizzolli, artista di incommensurabile bravura, che da allevatrice a livello intensivo di maiali è diventata vegan, eliminando dalla propria alimentazione qualsiasi alimento di origine animale e prendendo le distanze da ogni forma di violenza. Inclusa quella perpetuata dalla sua famiglia. Quando ho scoperto del suo passato sono rimasta veramente colpita: è raro infatti imbattersi in storie simili dove consapevolezza e lucida razionalità portano a sovvertire completamente l’ordine di ciò che si è sempre ritenuto normale. Ho desiderato molto approfondire il suo vissuto, condividendolo con voi affinché possa essere sia un incoraggiamento ad andare avanti lungo la strada che ha come meta il riconoscimento universale dei diritti animali, sia da esempio per chi ancora vive con scarsa empatia.
Ho intervistato Chiara ponendole diverse domande, e lei – senza alcun filtro né desiderio di rimanere in anonimato – ha risposto apertamente per il mio blog.
Buona lettura.

♦ Ciao Chiara, grazie per aver accolto con piacere la mia intervista per condividere la tua esperienza con le persone che seguono il mio blog. Iniziamo con una domanda importante:
per quanto tempo hai mangiato animali e cosa pensavi di loro?
Sono nata onnivora come quasi tutti purtroppo in Italia e ho smesso di mangiare carne e pesce nel 1992, a 23 anni, non appena mi spiegarono come fosse possibile vivere senza uccidere animali. Sono diventata vegana purtroppo molto più tardi, nel 2012, quando ho visto i primi video degli allevamenti intensivi di mucche da latte e di galline ovaiole su Facebook. Non avendo galline o mucche in azienda (a parte alcune galline che razzolavano liberamente all’esterno) non ero assolutamente consapevole degli orrori di questo tipo di allevamento intensivo
♦ Hai avuto, assieme alla tua famiglia, un allevamento di animali: a quale specie appartenevano e quando è iniziato questo business?
La mia famiglia ha allevato maiali per varie generazioni fin dal 1800. Erano maiali di razze selezionate appositamente per produrre prosciutto crudo e salumi, quindi crescevano e aumentavano di peso molto rapidamente.
♦ Come vivevano questi maiali? Puoi raccontarci dello spazio dove erano confinati e del loro percorso dell’allevamento al mattatoio?
Il nostro era un allevamento intensivo cosiddetto “modello”. Ciò significa che non era dei peggiori, nel senso che non avevamo le tremende gabbie di contenzione e le scrofe avevano un’area di ‘sgambamento’ all’esterno. Tutti i capannoni avevano luce naturale e ai maiali che si ammalavano venivano prestate cure veterinarie o praticata l’eutanasia. Questo dovrebbe essere ovvio e obbligatorio per ogni allevamento. Nella realtà purtroppo non è così, curare o praticare l’eutanasia a un maiale viene considerato un costo inutile quindi li si lascia morire anche tra atroci sofferenze. Tuttavia pur essendo migliore della maggior parte degli allevamenti intensivi, il nostro era comunque un lager dove creature altamente intelligenti e sensibili venivano messe all’ingrasso in spazi ristretti e squallidi di cemento e poi mandate al macello dopo neanche un anno di età. Dopo un periodo all’ingrasso che durava alcuni mesi i maiali, praticamente ancora dei cuccioli di nemmeno un anno di età venivano caricati su dei camion e mandati in un grande macello locale.
♦ Da allevatrice, quali erano le tue sensazioni ed emozioni quando entravi nell’allevamento? Sentivi che le tue azioni erano giuste? Hai mai pensato a quando arrivavano al macello immedesimandoti in loro?
Premetto che l’allevamento lo mandavano avanti materialmente i miei zii. Mio padre era socio ma non si occupava direttamente della gestione e abitavamo a un’ora di distanza. Non avevo quindi a che fare direttamente con i maiali tranne sporadiche visite in cui mi venivano mostrati pochi lati “positivi “ tipo i suinetti nati da poco che erano ovviamente bellissimi ecc. Non avevo poi assolutamente mai accesso ai momenti in cui i poveri maiali venivano caricati sui camion e mandati al macello, in quanto potevano fare resistenza e in questo caso venivano colpiti col pungolo elettrico per obbligarli a salire sul camion. Tutto questo veniva fatto dagli addetti ai lavori e solo gli zii erano consapevoli delle modalità.
Ricordo una volta, ero ragazzina, in cui ho incrociato lo sguardo di una scrofa distesa nell’area esterna di sgambamento. Mi è sembrato un essere profondamente intelligente e mi sono chiesta il perché dovessimo avere la crudele necessità di fare consumo di carne. Purtroppo all’epoca (parlo degli anni ’80) non c’era l’informazione di adesso e la classe medica era compatta nel dichiarare che carne e pesce erano assolutamente indispensabili per mantenere la propria salute. Consideravo quindi il mangiare carne e il conseguente allevare e uccidere animali a scopo alimentare come una tristissima necessità per la nostra sopravvivenza.
♦ Quando è iniziato a cambiare il tuo pensiero e come sei arrivata a far evolvere la tua visione di queste creature?
Che i maiali, le mucche, i polli ecc. fossero creature che meritavano rispetto l’avevo sempre pensato e mal riuscivo a conciliarlo con il fatto di doverli mangiare. Però all’epoca la pressione per il consumo di carne era fortissima, molto più di adesso. Mi ricordo mio nonno medico che controllava fin da quando ero piccola che mangiassi carne o pesce tutti i giorni. La svolta avvenne a 23 anni quando feci un viaggio in India nel gennaio del 1992. Scoprii che milioni di indiani erano vegetariani dalla nascita ed erano in perfetta salute e che quindi mangiare carne e pesce non era affatto una necessità come mi era sempre stato fatto credere. Di conseguenza smisi di colpo di mangiare carne e pesce per sempre. Ricordo ancora il giorno, il 5 gennaio 1992. Oggi c’è molta più informazione ma all’epoca non esisteva il web, di conseguenza un certo tipo di conoscenza era molto più limitata.
♦ Come è cambiata la tua vita da quando hai smesso di mangiare animali?
La mia vita è cambiata enormemente in meglio. Pur essendo una scelta fatta per motivi etici, mi ha portato grandi benefici anche a livello di salute. A distanza di 32 anni dalla mia scelta vegetariana (gli ultimi 12 da vegana) posso dire di avere sempre avuto una salute di ferro e grande energia. Da vegana ho corso 10 maratone compresa quella di New York senza assumere alcun integratore di ferro o altro. L’unica cosa che integro è la vitamina B12. Adesso a 56 anni posso dire di avere una qualità della pelle e dei capelli e un tono muscolare che sono molto migliori della maggior parte delle coetanee onnivore. Difatti nessun onnivoro mi da più consigli per la salute o per l’alimentazione, evidentemente il mio aspetto parla da solo. A livello psicologico però sono diventata molto più sensibile alla sofferenza animale, pensiero che prima rimuovevo. Questo mi provoca costantemente angoscia e non è facile conviverci. Il mio sogno più grande è un mondo libero dalla sofferenza animale
♦ Il Poeta Percy Bysshe Shelley nei suoi scritti in difesa dell’alimentazione vegetale (1813), che hanno base scientifica grazie agli studi e alle ricerche condotte da medici che non mangiavano animali già nel 1800 e con cui egli era in contatto, critica aspramente l’allevamento e il ruolo dei macellai: cosa ne pensi oggi di tutto questo e in specifico di questa categoria?
Penso che abbia perfettamente ragione. In realtà oggi la maggioranza dei macellai semplicemente rivende la carne di animali già macellati e quindi non rientra strettamente nella categoria indicata da Shelley. Il problema sono gli allevatori e soprattutto gli addetti ai macelli. Per fare un lavoro del genere senza impazzire devi per forza spegnere completamente la tua sensibilità umana e diventare un sociopatico. Nei macelli lavora chi non trova altre alternative, o peggio chi è predisposto a un certo tipo di violenza e questo è terribilmente inquietante e spaventoso. Al giorno d’oggi i lavori peggiori nei macelli vengono svolti quasi sempre da immigrati che non hanno alternative e che appena trovano qualcosa di meglio si licenziano immediatamente. La nostra società fa fare il lavoro sporco a quelli che sono a tutti gli effetti degli individui in semi schiavitù sottopagata e si volta dall’altra parte. Tutto questo è terribilmente crudele e ipocrita.
♦ Perché secondo te molte persone continuano a mangiare animali?
Me lo sono chiesta spesso, notando le abitudini alimentari della maggioranza delle persone. Mi sono purtroppo accorta di essere un’eccezione. Come sai meglio di me, la gente in generale pur conoscendo la sofferenza animale continua a mangiare carne e derivati. Mi sono chiesta il perché e ho continuato a chiedere, studiare, scervellarmi e guardare la cosa da ogni punto di vista possibile finché non ho capito. L’illuminazione mi è venuta visitando il campo dì concentramento di Dachau dieci giorni fa. Si trova in un posto bellissimo, in mezzo alla campagna bavarese, tra ridenti fattorie, boschi e limpidi ruscelli. Dachau è una tranquilla cittadina popolata da persone normalissime. Eppure hanno convissuto con l’orrore per più di 10 anni. Tutti sapevano cosa succedeva lì dentro eppure facevano finta di nulla. Perché? Perché all’epoca era LEGALE. Quindi se era legale la gente pensava fosse giusto. Pur sapendo benissimo che tortura e maltrattamenti sono un crimine. Oggi la gente sa benissimo che torturare e maltrattare animali per ottenere carne e derivati che NON SONO NECESSARI per la nostra salute è sbagliato. Però è ammesso dalla legge, così ognuno mette a dormire la propria coscienza così come facevano i tedeschi durante il nazismo. Sono sicura che un domani ci saranno luoghi come Dachau ma in memoria dell’olocausto animale, luoghi che la gente visiterà con orrore chiedendosi come potessimo essere tanto barbari e crudeli. La storia giudicherà la nostra epoca come barbara al pari del nazismo e lo sfruttamento animale sarà considerato al pari della schiavitù umana.

♦ Quale messaggio vorresti lanciare alle persone che leggeranno la tua intervista?
Il mio messaggio è di non pensare che se una cosa è praticata dalla maggioranza delle persone allora va bene farla. Il fatto che quasi tutti mangino carne e derivati animali non toglie nulla alla terribile violenza che una tale azione comporta. Non è poi assolutamente vero che ognuno di noi singolarmente non possa fare una grande differenza con le proprie scelte. Ogni persona che diventa vegana salva negli anni milioni di animali. In sintesi chiedo di non cercare facili scuse e di non rifiutarsi di vedere le terribile conseguenze delle proprie azioni sugli animali.
© Carmen Luciano, 2024
Think Green • Live Vegan • Love Animals
[PISA] Caldo Record: Cavalli Costretti a Trainare Carrozze sotto il Sole Cocente
Care lettrici e cari lettori,
ancora una volta porto alla vostra attenzione la triste realtà della subordinazione animale nella città di Pisa, più specificatamente quella dei cavalli costretti a trainare carrozze turistiche.
Come saprete se seguite questo blog e la pagina Facebook a esso connessa, non si contano più le numerose manifestazioni di protesta organizzate in piazza per dire BASTA a questo sfruttamento.
La più recente, è stata organizzata da LAV nel mese di luglio ancora una volta in Piazza Arcivescovado, a pochi passi dalla Torre pendente ma anche dal luogo dove le carrozze stazionano in attesa dei clienti.

Come stanno riportando alcuni quotidiani e notiziari, nonostante le continue richieste da parte della cittadinanza, le incessanti pressioni per la tutela degli animali delle associazioni animaliste (IHP Italian Horse Protection, A Code Unite, LAV, Animalisti Italiani), nonostante le 8.560 firme raccolte dalla petizione lanciata da me nel 2017 e il recente odg proposto dai consiglieri comunali Luigi Sofia ed Enrico Bruni, il Comune di Pisa con la sua attuale giunta non si è aperto al cambiamento.
Le carrozze stanno continuando a circolare nella città anche con questo caldo eccessivo, con temperature che raggiungono addirittura i 40°C rendendo l’asfalto rovente. E pensare che alcuni vetturini, gli stessi che purtroppo hanno impugnato davanti al TAR l’ordinanza di divieto di circolazione nelle ore più calde emessa nel 2022, da tempo chiedono la riconversione delle proprie licenze per abbandonare le carrozze, cedere i cavalli a rifugi di tutela animale e iniziare a lavorare come tassisti.
Una vergogna enorme per la città di Pisa.
È necessario allora che si continui a fare pressione morale ed etica affinché questo sfruttamento animale finisca, una volta per tutte. È necessario continuare a scrivere, a esternare dissenso, fino a quando il muro di ostilità nei confronti del progresso non si sgretolerà definitivamente lasciando spazio a uno scenario nuovo per la città di Pisa, che merita di stare al passo con altre città nel mondo che hanno abolito i servizi turistici a trazione animale.
Potete difendere i cavalli e unirvi alle nostre azioni inviando una mail di protesta, copiando il testo qui di seguito o scrivendo di vostro pugno mantenendo sempre toni civili ed educati.
Oggetto:
BASTA SFRUTTAMENTO DEI CAVALLI A PISA, RICONVERSIONE IMMEDIATA DELLE CARROZZE!
Testo tipo:
Gentile Comune di Pisa
Gentile sindaco Conti
Gentile assessora Gambini
Gentile assessore Pesciatini
scrivo questa e-mail per esternare tutto il mio disaccordo riguardo alla tristissima situazione dello sfruttamento dei cavalli nella città di Pisa per trainare carrozze turistiche. Dalle varie testate giornalistiche si è appreso che nonostante le richieste avanzate dai vetturini stessi per la riconversione delle licenze, nonostante l’odg dei consiglieri Bruni e Sofia, nonostante le migliaia di firme raccolte dalla petizione lanciata contro l’uso dei cavalli (8.652!!) e le annuali proteste in piazza per dire basta all’uso improprio di questi animali, la vostra giunta non sta né ascoltando né accogliendo il cambiamento. Un cambiamento necessario per ragioni etiche in primis, visto che le altre specie non sono nostre schiave e non devono vivere una vita di subordinazione alla mercé umana.
Cosa si sta aspettando? Il decesso, la vittima animale che – stremata dalla fatica – crolla al suolo priva di vita come è successo nel parco della Reggia di Caserta pochi anni fa? Com’è possibile che nonostante le richieste pervenute da più fronti (non solo dalle associazioni animaliste, ma anche da alcuni vetturini stessi) esse non vengano accolte? Cosa ostacola il cambiamento etico, il progresso nella bella città di Pisa?
Con la presente e-mail chiedo ancora una volta, unendomi a tantissime altre persone, che venga messa la parola fine all’impiego di animali che stanno circolando anche con queste temperature torride. Chiediamo, a gran voce, che la vostra giunta si attivi dando inizio alla riconversione delle licenze per i vetturini che desiderano guidare un taxi e non più un mezzo trainato da un animale schiavo, e la riconversione in mezzi elettrici delle restanti carrozze. Non stiamo chiedendo l’impossibile, anzi. Stiamo chiedendo qualcosa che è già realtà in altre città nel mondo, come accaduto recentemente in Messico a Guadalajara dove lo scorso 31 luglio hanno circolato per l’ultima volta mezzi trainati dai cavalli, ormai sostituiti con carrozze elettriche esteticamente molto belle e folkloristiche.
Basta sfruttamento dei cavalli a Pisa, riconversione immediata delle carrozze!
Distinti saluti.
Nome, Cognome, Città
Da inviare a:
segreteria.sindaco@comune.pisa.it
l.fracassi@comune.pisa.it
giulia.gambini@comune.pisa.it
p.pesciatini@comune.pisa.it
r.tessitore@comune.pisa.it
a.rossi@comune.pisa.it
ufficiostampa@comune.pisa.it
Grazie a chi si unirà a questa richiesta volta a migliorare la vita dei numerosi cavalli usati per trainare carrozze turistiche a Pisa.












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