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°°19/09/2023: 21 anni senza animali nel piatto°°

Care lettrici e cari lettori,
oggi è per me una data molto importante.
Ogni 19 settembre infatti segna l’aggiunta di un nuovo anno vissuto senza sostenere lo sfruttamento degli animali.

Esattamente 21 anni fa diventavo vegetariana. Era il 19 settembre 2002.
Avevo 12 anni, ed erano i primi giorni di scuola della classe seconda media.

Collego a questo cambiamento esistenziale uno fra i periodi più belli della mia vita:
dopo anni passati a fare resistenza nel mangiare carne e pesce, riuscii a conquistare la mia libertà alimentare grazie alla comprensione e alla flessibilità mentale di mia madre (altre madri non lo avrebbero mai permesso e ho conosciuto persone ostacolate fino alla maggiore età) e grazie alle informazioni sull’alimentazione che ho ricevuto da Ilaria Marucelli del Settore Educazione LAV.

La scintilla che innescò il fuoco catartico del cambiamento fu proprio un volantino sulla macellazione degli animali della LAV, trovato per caso buttato a terra a scuola.

estate 2002



Che energia che avevo.
Ero determinata, volevo cambiare il mondo, volevo far aprire occhi e cuore agli adulti che mi circondavano riguardo alle ingiustizie che vivevano gli animali: se avevo smesso di mangiarli io, che ero una ragazzina, chiunque poteva riuscirci!

Di casa in casa raccoglievo firme contro il maltrattamento degli animali delle campagne LAV.
Diffondevo volantini, quando c’era da salvare animali o da difenderli mi attivavo subito.
Avevo grandi progetti per il futuro, e oggi ripensando a com’ero da ragazzina provo una sorta di tenerezza materna. Mi rendo conto che la mia evoluzione etica non era per niente scontata, soprattutto per essere emersa da un contesto familiare in cui gli animali si sono sempre visti come esseri da mangiare, e soprattutto per aver resistito a tentativi di farmi smettere di credere nei miei ideali.

Ero una bambina sensibile con un’innata empatia.
Ancor prima di diventare vegetariana nascondevo i coltelli in cucina quando mia nonna voleva ammazzare una gallina. Quando arrivava quel nefasto giorno sapeva che avrei fatto resistenza.
Adoravo osservare gli animali che vivevano liberi attorno a me nell’ambiente di campagna in cui sono cresciuta: osservavo le farfalle e il loro volo, le coccinelle, le formiche che collaboravano tra loro e ogni forma di vita che si muoveva sotto ai miei occhi curiosi.
Ne contemplavo la bellezza, le loro caratteristiche uniche.

Diventare vegetariana è stato come riappropriarmi di una parte di me che la cultura e la società mi avevano negato. È stato il primo passo importante, che mi ha portata poi nel 2011 (21enne) ad abbracciare l’alimentazione totalmente vegetale. Quanto avrei desiderato nascere già così e non introdurre mai nel mio organismo sofferenza e morte. Non ho avuto questa possibilità, ma la avranno le nuove vite che accoglierò.

In questi 21 anni non ho mai fatto passi indietro tradendo i miei ideali e in soprattutto gli animali. Sinceramente non so come si possa compiere gesti simili: nel rispetto per la vita delle altre creature non si può scendere a compromessi.

Ciò che mi rende davvero felice è sapere di quante cose ho fatto in questi oltre due decenni di vita.
Articoli, blog, manifestazioni, attivismo, eventi vegan di raccolta fondi per associazioni e rifugi..
Sono stati ventuno anni intensi, ricchi di esperienze.

Festeggio questo mio compleanno veg intenta a lavorare su una tesi di laurea inerente al veganismo nell’800: non potete immaginare che adrenalina!!
Non vedo l’ora di discuterla, e di trasformarla in libro, perché sarò eco di pensieri sensibili concepiti due secoli fa..


Ringrazio enormemente tutte le persone che fanno parte della mia grande famiglia veg e animalista in tutto il mondo, il mio compagno Tony per la sensibilità che condivide con me e tutte/i voi che da anni seguite il mio blog condividendo battaglie, campagne di sensibilizzazione e difendendo gli animali assieme a me.


Ospite alla festa dei 40 anni LAV a Roma

°°I Provenzali: dall’Acqua al Collagene Bovino.. agli Snack Vegetali come Omaggio!°°

Care lettrici e cari lettori,
nel mese di luglio del 2022 vi parlai, con enorme dispiacere, della collaborazione fra il Saponificio Gianasso e Acqua Sant’Anna. L’azienda cosmetica aveva avviato una campagna promozionale che prevedeva il consegnare una bottiglietta di Sant’Anna Beauty al collagene bovino con l’acquisto di due prodotti della linea I Provenzali. Una scelta commerciale infelice, e a mio avviso per nulla in linea con la filosofia di produzione dei prodotti cosmetici vegan & cruelty free.

Telefonai personalmente all’azienda, facendo notare quello che ai miei occhi era stato un enorme scivolone, e ne scrissi un articolo da far leggere anche a voi.
Diverse persone, assieme a me, si unirono a un invio di email di dissenso per chiedere di non intraprendere più collaborazioni così ossimoriche.

Ebbene, oggi con mio enorme piacere ho notato che I Provenzali/Saponificio Gianasso ha avviato una nuova vendita promozionale, e stavolta veramente in linea con i valori del marchio!

Acquistando infatti due prodotti I Provenzali, nei negozi che accolgono l’iniziativa, si riceve un pacchetto di frutta secca BBMIX Benessere a marchio Ventura: una confezione contenente uva secca, noci, nocciole e mandorle.
Un mix che fa veramente bene al nostro organismo e buono in tutti i sensi!


Non so se questa nuova iniziativa commerciale sia stata il risultato delle nostre richieste, ma qualcosa mi dice di sì: l’anno scorso al telefono la gentilissima dipendente del servizio clienti mi esternò la volontà aziendale di migliorare, accogliere i suggerimenti dei clienti e lavorare per soddisfarne le aspettative.


Quindi, ringrazio pubblicamente Saponificio Gianasso per non aver continuato con la collaborazione con Acqua Sant’Anna Beauty al collagene di poveri bovini e per aver pensato a un omaggio decisamente più etico e buono!


Carmen

°°Le Galline Felici di Essere Usate Non Esistono°°

Cari lettori e care lettrici,
scrivo questo articolo in quanto urge un chiarimento serio riguardo al tema delle galline “ovaiole“. Il consumo e il non consumo di ovuli di gallina è un argomento spinoso che ho trattato sulla mia pagina Facebook in questi giorni, per spronare le persone vegetariane a diventare vegan, e che mi ha fatto capire quanto si sia ancora lontani/e dal rispetto per queste creature grazie ai feedback che ho ricevuto.

Molte persone, incluse sedicenti vegan, sono convinte e intestardite del fatto che non vi sia nulla di male nel consumare uova di “galline felici”, perché:
• questi animali le fanno lo stesso
• vengono tenute libere
• sono (a volte) salvate da allevamenti intensivi
• viene concesso loro di morire “di vecchiaia”

Ma perché, anche se tenute libere in cortile e addirittura amate, è profondamente sbagliato mangiare i loro ovuli?

Prima di argomentare questo articolo con i miei pensieri, vorrei invitarvi a prendere visione del video “Uova Felici” che il collega antispecista Gianni Palagi ha pubblicato sul suo account YouTube. Un video della durata di 8 minuti che deve essere visto per iniziare a sfatare miti sulle uova e sulle galline.


Il perché sia ingiusto approfittarsi delle uova delle galline, anche di quelle tenute “libere”, è ampiamente spiegato nel video sopra riportato. In aggiunta alle informazioni fornite dal video, vorrei adesso esternare i miei pensieri dal punto di vista etico e morale.


LA DETENZIONE DELLE GALLINE PER FINI UTILITARISTICI È UN RETAGGIO SPECISTA

È necessario, parlando di una delle specie più sfruttate dal genere umano, prendere consapevolezza e ammettere che quando si parla di acquisto/adozione/salvataggio di galline per tenerle con sé, la scelta è quasi sempre dettata dall’idea che da esse si otterranno le uova.
Sono rari i casi in cui le persone decidono di adottare una gallina col solo scopo di tenerla da compagnia, senza pretendere nulla in cambio e senza approfittarsi di quanto fuoriesce dal suo organismo. Accade nei santuari di animali salvati dal macello, accade in alcuni rifugi, accade fra pochi cittadini privati. Il più delle volte però, purtroppo, la detenzione ha come fine primario, se non il solo ed unico, l’ottenere appunto gli ovuli e averli “freschi” di giornata.

C’è chi ha avuto il coraggio di dire che le uova le galline le fanno lo stesso, che è un peccato buttarle via, e che nel prenderle non vi è nulla di male perché così si viene compensati dei favori che vengono fatti loro (“protezione”, alimentazione ecc).

L’idea che degli animali debbano sdebitarsi con gli esseri umani poiché questi hanno deciso (senza il consenso degli animali in questione ovviamente) di detenerli, confinarli dentro i propri spazi privati, è di una bassezza disarmante, frutto di uno specismo antropocentrico irrazionale, radicato nella mente, e di catene mentali che devono essere spezzate.

Togliamoci dalla testa il racconto distorto e non veritiero che vede come protagonista la specie umana, in un mondo con altre creature messe nelle sue mani, alla sua mercé.
Gli esseri umani non sono padroni di nessuna delle vite che li circondano, non detengono alcun potere.
Sono solo alcune forme di vita che coesistono con altre forme di vita su un pianeta.
Non esistono gerarchie, non esistono specie superiori o inferiori. Fine.

Nessuna delle specie presenti sulla Terra è in debito con noi. Nessuna ha l’obbligo, il dovere di servirci, di darci qualcosa di sé, di porgerci parte del proprio corpo, di alimentarci, di soddisfare ogni nostro capriccio.

Dovremmo imparare, una volta per tutte, che ogni esistenza al mondo esiste per fare esperienza, e che non abbiamo alcun diritto di trasformare la loro in privazione, negazione, cattività, detenzione, sfruttamento e morte.


L’OVULAZIONE DELLE GALLINE NON È ALLA NOSTRA MERCE’

La nostra società porta avanti azioni a cui è stato dato inizio da generazioni passate, da persone che non hanno un’identità o un volto a noi conosciuti e alle quali non possiamo più chiedere i motivi e il perché di tali usanze.
È un segno di profondità d’animo e di coscienza mettere in discussione quanto ci appare “normale”, e realizzare che talvolta si continua a fare ciò che per secoli si è fatto per mera abitudine.
Se c’è stato un periodo in cui delle persone, per bisogno, hanno iniziato a derubare le galline delle proprie uova (ovuli che se fecondati diventano loro figli e figlie), non è detto che ad oggi, nel XXI secolo, si debba continuare a consumare i loro derivati corporei.

Le galline esistono al mondo per se stesse, non perché sono macchinari di produzione di alimenti destinati alla specie umana.
Nei secoli, negli ultimi decenni sono state selezionate appositamente per rendere i loro corpi più produttivi, oltre le loro possibilità naturali. Tutto ciò è un insulto alla vita, è un affronto al rispetto per la loro esistenza.


NECESSARIA L’IMMEDESIMAZIONE

Soprattutto le donne, che hanno le ovaie e possibilità di ovulare come queste femmine, dovrebbero spezzare le catene di assoggettamento che schiavizzano le galline confinandole nello stereotipo di “animale da cui attingere qualcosa”.
Quale animale alleva donne umane col fine di ottenere donne che ovulano 30 volte in più delle loro possibilità fisiche?
Quale specie si tiene in cortile delle donne, alimentandole per carità, ma solo per togliergli di volta in volta l’ovulo?

Donne, mi rivolgo a voi: se qualcuno vi tenesse dentro uno spazio confinato perché dal vostro corpo esce quasi un ovulo al giorno, vi sentireste libere? sareste felici? non vi sentireste forse un tantino USATE?
I periodi storici in cui eravamo utili solo come incubatrice si seme maschile per procreare sono finiti, facciamo finire anche quello in cui altre femmine sono rese schiave e sottomesse.


• OVULI DI GALLINA NON NECESSARI PER LA NOSTRA ALIMENTAZIONE

Ci sono studi che dimostrano che non è dannoso il consumo di uova, altri invece che affermano il contrario. Non importa. Ciò che dovrebbe essere chiaro a tutti/e è che gli ovuli delle galline non sono necessari nella nostra alimentazione.
Non ne abbiamo bisogno, si vive egregiamente senza.


Per preparare dolci non sono indispensabili.
Se avete delle ricette con uova fra gli ingredienti, potete sostituirle seguendo questa guida di Vegolosi
Al posto delle frittate, cariche di colesterolo, si possono fare farifrittate con farina di ceci
→ Per realizzare ricette più complesse, si possono usare alternative interamente vegetali. Alcuni esempi:


VeggFast Total (per le ricette che implicano uso dell’uovo intero)
VeggFast Red (per le ricette dove si utilizza il tuorlo)
VeggFast White (per le ricette dove si utilizza l’albume)

Cosa accade se si smette di mangiare uova di galline?
– non sosteniamo più gli allevamenti intensivi o estensivi dove vengono sfruttate e successivamente spedite al mattatoio
– non sosteniamo più la selezione di femmine dall’organismo più ovulante
– non portiamo avanti lo stereotipo di “gallina = animale da cui trarre qualcosa”
– impariamo a rispettare le loro esistenze
– viviamo senza vedere nelle altre creature delle vite di cui approfittarsi
– le nostre ricette saranno interamente vegetali, più leggere e libere dallo specismo

• Cosa fare con le uova delle galline che si hanno con sé?
Si può prendere esempio dai santuari, come quello Capra Libera Tutti, che scrive:

CHE CI FACCIAMO CON LE UOVA?

Nella società in cui viviamo sembra quasi inconcepibile pensare che gli altri animali possano esistere – sia a livello individuale che in quanto membri di una collettività – semplicemente come soggetti di vita, senza una finalità utile a soddisfare determinati “bisogni” umani.

👉 Eppure – attraverso la quotidianità di questo luogo e dei suoi abitanti – cerchiamo di raccontare che vera natura degli animali convenzionalmente allevati e definiti “da reddito” è molto distante da quella propagandata dall’industria e dalla pubblicità, e che essa non coincide affatto con la funzione produttiva che il sistema assegna loro per legittimarne e normalizzarne l’utilizzo e lo sfruttamento.

Nei santuari gli animali sono finalmente liberi di vivere senza uno scopo indotto, senza produrre utili e guadagni.

🤔 Spesso ci viene chiesto perché non ci sosteniamo vendendo le uova o il latte degli abitanti del Santuario: come se dovessero in qualche modo sdebitarsi della libertà che li aiutiamo a riconquistare.

Ma il punto è proprio questo: nei santuari gli animali sono liberi di fare ciò per cui ogni essere vivente nasce: vivere.

💡 Lo ripeteremo fino allo sfinimento: le uniche cose che gli abitanti del Santuario Capra Libera Tutti producono sono consapevolezza e cambiamento nelle persone che vengono a contatto con le loro storie!

Qui è possibile incontrarli, conoscerli e riconoscerli come esseri viventi e senzienti artefici della propria esistenza e liberi di autodeterminarsi.

🐔 Quando venite a trovarci prendetevi qualche minuto per osservare le galline libere riappropriarsi dei loro corpi, dei loro ritmi, del loro spazio. Focalizzatevi sulla loro individualità e non sul prodotto dietro il quale, altrove, questa individualità viene nascosta.

E se proprio volete saperlo, “che ci fanno con le uova” chiedetelo a loro: perché solo a loro appartengono.

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